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Autore: ohmymaljk    19/01/2014    1 recensioni
può una sola persona farti stare male in così poco tempo, e può un'altra persona farti sentire bene in un attimo?
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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..un anno prima.

"Sei sicura di quello che stai dicendo?" mi chiese Beth, dopo avere bevuto un sorso del suo frappuccino di Starbucks. 
"Te l'ho detto, ho visto Dan con una ragazza al parco l'altro giorno.. -feci una pausa, dopo aver sospirato- e mi aveva detto che non potevamo vederci perché si fermava tutta la sera in ufficio.." dissi mentre giocavo con il cucchiaino del caffè, ormai finito.
"Alena, state insieme da otto mesi ormai.. ti ama." 
Non risposi, alzai solo gli occhi al cielo cercando di trattenere le lacrime. Dan era Dan, lui mi aveva aiutata ad andare avanti in un momento difficile della mia vita, era la mia barca durante una tempesta. 
"Oh piccola, non piangere.." mi riportò alla realtà la voce della mia migliore amica, che subito mi strinse tra le sue braccia. 
"Ho bisogno di andare a casa e farmi una doccia, scusami Beth." risposi alzandomi dalla sedia e prendendo la mia borsa che avevo poggiato per terra, uscendo dal locale.
Presi le chiavi della mia bmw bianca e la aprì, entrando subito dopo al lato della guida, mettendo in moto. 
Guidando verso casa, il cellulare in borsa mi squillò. Tenni lo sguardo fisso sulla strada mentre cercavo con la mano di prenderlo dalla borsa. Dan. 
"Ehi..amore." dissi, non appena avevo premuto il tasto 'rispondi' del touch screen. 
"Piccola! Stasera si cena insieme, ok?"
"No Dan, sono stanca." 
"Cosa è quella voce? Successo qualcosa a lavoro?" disse il ragazzo all'altro capo del telefono.
"Sono semplicemente stanca, tutto qua."
"Tra mezzora sono a casa tua piccola, porto la pizza." 
Non riuscii a trattenere un sorriso, magari Beth aveva ragione e quella con cui l'avevo vista era semplicemente un'amica. 
"Ok, ti aspetto." dissi, chiudendo la chiamata.

Ero da poco uscita da sotto la doccia, avevo ancora la tovaglia attorno al corpo. Quando nel silenzio assoluto sentì il rumore della serratura della porta. Era Dan, solo lui aveva le mie chiavi.
"Piccola, sono qua! Dove sei?" disse la sua voce con tono alto per farsi sentire.
"In camera da letto!" 
Pochi secondi dopo le sue braccia mi avvolgevano i fianchi e mi lasciavano degli umidi baci lungo il collo.
"Ciao amore.." mi sussurrò all'orecchio, stringendomi tra le sue braccia.
"Sei finalmente qua.." mormorai a bassa voce, girando di poco il viso per guardarlo. 
Lui si limitò ad annuire, sorridendo. 
Ma io non c'è la facevo, quel dubbio mi tormentava da giorni, e io non riuscivo a tenere nascosta la mia tristezza.
"Mi tradisci?" domandai così all'improvviso come se fosse qualcosa di ovvio, distogliendo subito lo sguardo dal suo.
Lui mi guardò stando in silenzio, come se fosse combattutto su cosa e come dirmelo. Sono una psicologa, gli sguardi li capisco, capisco quando qualcuno sta mentendo. 
"Certo che no amore, come ti salta in mente?" disse, sbuffando poi. 
"Ti ho visto con una." 
"Mi hai visto con una, ma non necessariamente ti tradisco." 
Si staccò bruscamente dal mio corpo e andò verso la porta.
"Perché ti stai arrabiando così tanto?! Vieni qua e discutiamone!" 
Si girò e si poggiò sullo stipite della porta, guardandomi senza dire nemmeno una parola.
"Ti ho già detto quello che dovevo dire." 
"E ti sembra un qualcosa di logico quello che mi hai detto?" dissi quasi urlando, in preda al nervoso.
Lui alzò le spalle e girò i tacchi, andando via. Pochi secondi dopo sentì la porta sbattere. 
..una settimana dopo. 
Dan si era fatto rivedere dopo una settimana, per messaggi mi disse che doveva parlarmi. Ormai era come se mi fossi rassegnata, sapevo cosa doveva dire. 
"Avevi ragione, ti ho tradita, io non provo più nulla per te." disse così senza farsi  problemi, guardandomi.
"Vai via." mi limitai a dire guardando il basso, con gli occhi pieni di lacrime. 
Non appena la porta si chiuse scoppiai a piangere come non mai piegandomi in avanti sul piano della cucina. 
Dan era tutto. Dan era il mio sorriso. La mia forza. Avevo fatto di lui il mio mondo, e ora ero persa. 

Provai per molto tempo a scrivergli che mi mancava, che lo amavo ancora ma l'unica cosa che mi diceva era 'mi dispiace'. 
Ormai non andavo più nemmeno a lavoro, stavo tutto il giorno a casa e avevo anche preso una gatta. Era diventata la mia bambina, la mia Alaska. 
Beth mi diceva che dovevo uscire, frequentare altri uomini ma io non ci riuscivo. 
..un anno dopo. 
"Alena, ci sta il signore dell'appuntamento delle nove, posso farlo venire?" disse Beth sbucando dalla porta con solo la testa. 
"Certo, fallo pure entrare." dissi annuendo, dopo aver chiuso un libro che stavo leggendo. 
Ero tornata a lavorare regolarmente da un mese e mezzo e mi stavo -diciamo- riprendendo. Avevo le mie ricadute pensando ai mesi scorsi, ma mi rialzavo. 
"Signorina Alena, si può?" domandò il mio paziente, dopo aver bussato alla porta. 
Mi alzai e sistemai il colletto della camicia che spuntava fuori dal maglione e risposi di sì.
"Salve! Si accomodi pure qui." dissi, indicando il lettino blu proprio accanto alla mia poltrona. 

Quaranta minuti dopo la seduta finì e salutai il mio paziente, decidendo di prendere un caffè. Uscì dal mio studio e andai verso la sala pausa dove tenevamo la macchinetta. 
Presi il bicchierino, lo zucchero e il cucchiaino. Dopo aver premuto start cominciai a sentire il profumo dell'aroma del caffè che usciva. Girai lo zucchero e mi voltai, finendo addosso a un qualcuno che sicuramente non conoscevo. 
"Oddio mio, scusami, scusami, non volevo!" dissi spalancando la bocca, dopo aver visto l'enorme macchia marrone sulla bianca camicia. 
Alzai il viso e vidi davanti a me uno splendido ragazzo. Occhi azzurri, capelli castani non troppo lunghi, con un'espressione divertita in viso.
"Tranquilla, succede!" disse ridacchiando, prendendo un tovagliolo da vicino la macchinetta del caffè.
"No! La macchi di più così." dissì ridacchiando io a mia volta.
"Ne ho un altra nel mio ufficio, sono prevedibile.. in caso qualcuno mi venga addosso con il caffè, sai com'è." dice, ridacchiando ancora. 
Sentì le guance arrossire, e abbassai lo sguardo, mordendomi le labbra.
"Sono Christian, e tu sei?.." disse dopo essersi schiarito la voce, porgendomi la mano.
"Sbadata, ma chiamami Alena." risposi stringendo la sua mano, ridacchiando di nuovo.
"Uhm, sbadata ti si addice di più.." disse, inclinando la testa di lato.
"Oh, ma..!" scoppiai subito a ridere. 
"Alena, un tuo paziente è qua pe.." disse Beth sobbalzando nella stanza, zittendosi subito dopo quando mi vide con quell'uomo. 
"Oh, dottor Christian, non volevo disturbare." disse, scomparendo subito dopo. 
"Quindi sei un dottore?" domandai, abbassando lo sguardo alla macchia di caffè. 
"Sì. E tu.. sei una psicologa." disse, indicando la targhetta che avevo al petto. 
"Mhmh, mi sorprendo come posso esserlo a volte." ridacchiai, alzando le spalle. 
"Ma dai, versi il caffè addosso a tutti i tuoi pazienti!?" disse, cercando di non scoppiare a ridere.
"Smettila!" ridacchiai ancora, spingendolo piano.
"Sì dai, mi levo dai piedi e vado a cambiarmi la camicia.. così tu torni ai tuoi pazienti." disse, sfoggiandomi un enorme sorriso. 
"Ci si vede in giro?" domandai, osservando stupita il suo bellissimo sorriso. 
Lui annuì e mi fece un occhiolino, scomparendo poco dopo dalla porta. 
Dopo essere tornata nel mio ufficio non feci altro che pensare a Christian, il suo sorriso e la sua risata. Mi aveva fatto stare bene in così poco tempo, come mai nessuno ci era riuscito in tutti quei mesi. 
Dopo aver fatto altre due sedute ero seduta dietro la scrivania, facendo alcune ricerche. Sentì bussare alla porta e vidi Beth entrare tutta euforica.
"Il segretario carino dell'altro psicologo ti ha chiesto di uscire?" le domandai quasi indifferente dopo averla guardata in viso.
"Ohhh, nessuno mi ha invitata ad uscire, ma pensa a te!" disse con quella sua solita vocina di quando è felice. 
Mi porse un biglietto e lo lessi. 
"Ciao Sbadata, o ehm scusa, Alena. Ti va di prendere un caffè insieme domani? Senza che magari me lo butti sulla camicia, non ne ho un'altra di scorta. Hahah. Chris." 
Spalancai la bocca sorridendo, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel bigliettino.
"Vado a dirgli sì!" affermò ridendo Beth, correndo fuori dalla porta. 
 
Salve ragazzi! 
Sono tornata con un'altra storia, questa volta del tutto diversa dai miei soliti generi. 
Beh, che altro dire? Spero che vada bene, che molte persone la leggano e che recensiscano. 

Questo è Christian
Questa è Alena

Ah, lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo? Grazie se lo fate, e buon inizio settimana a tutti! 
Desi. 
   
 
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