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Autore: Pervinca95    19/01/2014    27 recensioni
Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
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Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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Secondo attacco
 
Dedicato a tina98







Un altro giorno è trascorso. Ormai sono delle settimane che viviamo quest'inferno. Da una parte sembra che il tempo si sia fermato, dall'altra mi rendo conto che sta passando con una velocità impressionante, impedendomi di metabolizzare ciò che succede intorno a me.
Mi chiedo quando tutto questo finirà, quando potrò finalmente rivedere la mia famiglia, quando sarò in grado di uscire da questo seminterrato senza rischiare la vita e quando riuscirò a scorgere un raggio di sole.
Il cielo non lo vedo ormai dal giorno in cui sono entrata qua dentro. Non so nemmeno che colore abbia ora, ma il mio sesto mi dice che è esattamente uguale a quando sono uscita da scuola e tutto ha avuto inizio. Me lo immagino grigio, blu scuro e con degli sprazzi rossi.
Ciò che è al di fuori del rifugio lo posso solo immaginare purtroppo. 

Mi volto su un fianco ed apro gli occhi. Ciò che è dentro il rifugio, invece, lo posso vivere.
Osservo il volto addormentato di David e sorrido. Alzo una mano e gli sposto un ciuffo di capelli ricadutogli su un occhio. 
Quando dorme sembra un agnellino indifeso, mi verrebbe voglia di stropicciarlo tutto, a partire dalle guance rosate che ha in questo momento.
Al contrario di quando è sveglio, che invece assomiglia ad un ghepardo pronto all'attacco e per niente indifeso. 
Ma è anche questo che amo di lui, mentre prima era ciò che più detestavo. 

Avverto un rumore e mi sollevo di scatto per guardare la finestrella coperta dalla maglia. Poi cala il silenzio. Sembra tutto immobile... e questa cosa non mi piace affatto.
Con il cuore in gola continuo a tenere lo sguardo puntato sulla finestrella, mentre dalla mia bocca escono nuvolette bianche che si confondono con l'aria fredda.
C'è troppo silenzio, non è naturale. 
Solitamente quando intorno non si ha alcun rumore o suono si sente quel fischio fastidioso all'interno delle orecchie, ma adesso non avverto nemmeno quello.
È come se... tutto si fosse fermato.
Guardo David, che sta ancora dormendo, e mi alzo dal divano con cautela, cercando di non svegliarlo. Scendo dal bracciolo e muovo dei passi felpati, percependo l'ansia e l'angoscia aumentare sempre di più. Giungo sotto la piccola apertura ed attendo di udire un nuovo rumore. Ma niente. Nulla si muove.
C'è solo... un qualcosa che... ho come la sensazione che qualcosa stia... vibrando. 
Oh mio Dio! Sgrano gli occhi e sento mancarmi il respiro.
Quel giorno, quel maledetto giorno in cui quel mostro ci ha attaccati ho sentito la stessa sensazione. Percepivo i suoi tentacoli vibrare davanti a me. Non c'erano altri rumori, quel coso si era avvicinato senza muovere neanche un sasso, nessuno lo aveva sentito arrivare, per questo ci aveva presi alla sprovvista.
È vicino anche stavolta, è qui fuori. Non era un rumore quello che ho sentito prima. Era la vibrazione dei suoi tentacoli. 

- David- lo chiamo flebilmente, avvicinandomi con passi incerti e tremanti.- David, ti prego svegliati- ritento scuotendolo piano.

Apre gli occhi e mi guarda assonnato, poi nota il terrore nei miei e si alza velocemente dal divano.- Che è successo? Stai bene?- domanda passandomi una mano sui capelli.

- Là... là fuori- balbetto, indicando la finestrella.- C'è uno di quei mostri- 

- L'hai visto?- chiede spalancando gli occhi.

Scuoto la testa.- No, ma lo sento. È qui- 

- Come hai fatto a sentirlo? Non fanno rumore quando si muovono- nota corrugando la fronte, visibilmente confuso.

- La... la vibrazione, non la senti?- domando deglutendo a vuoto.- Anche adesso c'è. Fai silenzio per un po'- 

Annuisce e continua a guardarmi, mentre cerca di percepire anche lui il vibrare di quel mostro. Ad un certo punto sposta lo sguardo sul muro alle mie spalle, stringe gli occhi e piega la testa di lato.- Io non sento nulla- Fa dei passi in avanti e raggiunge la finestrella. Si alza sulle punte e solleva pian piano la maglietta che la ricopre, lancia un'occhiata al di fuori, muovendo la testa da destra a sinistra, e poi torna coi piedi per terra.- Non c'è niente- afferma pulendosi le mani.- Tutto normale-

- Ti dico che c'è, lo sento- insisto sedendomi sul divano e prendendomi la testa fra le mani.

- Là fuori non ho visto niente- dice soltanto, andando a prendersi un bicchiere d'acqua. Si appoggia al tinello e beve qualche sorso.- Forse si è spostato- 

- No, è sempre qui intorno- Alzo la testa e lo guardo.- Non lo senti?- 

- Prima no, ma ci sta che tu abbia l'udito più sviluppato del mio- butta là facendo spallucce.- Per questo tu lo senti ed io no- 

Annuisco e cala il silenzio. E di nuovo sento quella vibrazione, stavolta più forte e chiara, e quindi più vicina e pericolosa. 
Punto gli occhi sulla porta e li sgrano completamente, percependo la paura e il terrore divenire padroni di me. Mi alzo tremante e sveglio Bim, ordinandogli di stare zitto, poi mi accosto con l'orecchio alla porta e la vibrazione diventa quasi insopportabile.
È... lì fuori. Gli sono vicina, ci separa solo un pezzo di legno che potrebbe tranquillamente rompere e ridurre in cenere.

Porto gli occhi su David e gli faccio un cenno col capo per fargli capire che il mostro è dietro la porta. Annuisce e mi tira verso di sé, mi mette in mano un bicchiere d'acqua e poi schiude la sua per mostrarmi la mia pasticca per gli attacchi di panico. La prendo senza fare il minimo rumore ed, una volta finito, appoggio il bicchiere nel tinello. 
Bim nel frattempo ci guarda stordito ed assonnato e l'attimo dopo s'indica la bocca mimando un "facciamo il gioco del silenzio?" con le labbra. Gli annuisco e sorride divertito.
David, con una mano, mi afferra per un braccio e mi tira dietro il divano. Fa segno a Bim di venire dalla nostra parte ed il ragazzo ubbidisce immediatamente, raggiungendoci tutto sorridente.

E poi, di scatto, la porta si apre. Sento solo il cigolare dei cardini arrugginiti e un'ondata di gelo investirmi. Afferro la mano di David e la stringo nella mia per darmi un po' di forza e non morire d'infarto. Si volta a guardarmi e mi perdo nei suoi occhi magnetici e ambrati. Estrae dalla tasca dei pantaloni un panno ed abbandona la mia mano, facendomi sentire subito un enorme vuoto e la paura riprendere il sopravvento.
Si avvicina e me l'appoggia sugli occhi, facendo scivolare le mani lungo la mia testa per legarla al di dietro. E mentre armeggia coi nodi sento il suo respiro sul mio viso e i suoi occhi scrutarmi. Ritira le mani e, poco prima di scostarsi, deposita un leggero e fugace bacio a stampo sulle mie labbra, facendo galoppare il mio cuore.
Riprende la mia mano ed intreccia le nostre dita, ed io stringo le sue saldamente, avvertendo la paura scemare in parte.

Uno schianto è la prima cosa che giunge alle mie orecchie. Vetri che si sfracellano al suolo, legno ridotto a pezzi, pentole che sbattono l'una contro l'altra, piatti che vengono distrutti non appena entrano in contatto col pavimento e posate che rimbalzano a terra producendo un suono metallico.
Sobbalzo leggermente e gocce di sudore freddo cominciano a scendermi lungo la schiena e ad imperlarmi la fronte.
Poi torna quel silenzio carico di vibrazioni di poco prima. 

- Finalmente sei arrivato- sento dire a Bim, rivolto al mostro. Mi si ferma il cuore e giro la testa verso il ragazzo, anche se non posso vederlo.- Ora posso vendicarmi- sibila divertito.

Subito avverto un colpo forte e devastante contro il muro vicino a me e David, e poi il crollo di questo, i cui frammenti volano per terra e in parti sparse della stanza, giungendo addosso a noi e ai nostri piedi. 

- Mi dispiace, mi hai mancato- afferma Bim, ridendo.- Non sei bravo a colpire il bersaglio, ma ti darò la possibilità di compiere un nuovo tentativo... proprio perché sono buono e tu mi stai quasi simpatico- 

David mi passa la mano libera sul viso e mi fa girare la testa dalla sua parte.- Al mio via devi alzarti e cominciare a correre, ok?- domanda con un tono di voce bassissimo.

Annuisco, incapace di proferire parola, e apro la bocca per poter fare dei grandi respiri e calmarmi. Devo stare tranquilla, David è con me, non accadrà nulla di brutto. Ce la faremo come sempre e...

I miei pensieri vengono interrotti da un nuovo rumore. Sembra quasi che il soffitto sulle nostre teste si stia per staccare, e credo di non sbagliarmi al riguardo. 
Pezzi di muro grossi come macigni, a giudicare dal boato che producono una volta caduti a terra, cominciano a staccarsi e a riversarsi intorno a noi. Vengo tirata distesa per terra da un braccio di David e poi avverto il suo corpo sul mio.

- Che... che stai... facendo?- domando con un filo di voce.

- Zitta- taglia corto bruscamente, fiatandomi sul viso. Mi... mi sta proteggendo col suo corpo, è per questo che si è messo sopra di me e mi ha tirata giù... ed è anche per questo che non me lo vuol dire.

Un detrito di soffitto cade proprio vicino alla mia testa e sento nelle mie orecchie rimbombarne lo schianto. Mi raggomitolo spaventata e mi tappo la bocca per impedirmi di urlare e farci scoprire.
David avvicina ancora di più il suo corpo e passa una mano sui miei capelli, cominciando ad accarezzarli.- Calma, non è successo nulla- sussurra al mio orecchio. E grazie al suo tocco e alla sua voce riesco a tranquillizzarmi. Tolgo le mani dalla bocca e rilasso i muscoli delle gambe e delle braccia, poi sospiro debolmente e deglutisco.

Riesco a capire che non c'è più nulla sopra di noi non appena una fioca luce s'imbatte contro la mia benda e il gelo mi punge le guance. 
L'istante dopo, in lontananza, si sente un boato più forte degli altri che tuona intorno a noi, fa tremare la terra e vibrare l'aria circostante. 

- Cavolo- mormora David, con un tono di voce rapito.

- Cosa?- chiedo spaventata.

- Ha lanciato via il soffitto e il resto della casa ad una velocità pazzesca- risponde, lasciandomi senza fiato.

- Sei abbastanza forte, devo riconoscertelo- sento urlare a Bim.- Dopo mi dai il numero della palestra in cui ti sei allenato- 

Mi sembra di udire un rumore metallico provenire da Bim e subito dopo il riecheggio di questo. Come se... stesse colpendo qualcosa. Probabilmente lui è armato e sta colpendo la macchina.

- Bim ha qualcosa in mano?- domando, speranzosa in una riposta affermativa.

- Sì, un lungo bastone di ferro- David fa una pausa e si solleva a sedere.- Dobbiamo nasconderci ora che quel coso è impegnato- 

Annuisco e lo sento piegarsi in avanti, probabilmente nella posizione giusta per cominciare a correre. Mi tiro su a sedere ed attendo, con ansia crescente, che la sua bocca pronunci la parola "via". 
Intanto i rumori metallici continuano a susseguirsi senza un attimo di tregua. 
Spero solo che Bim stia bene e non sia ferito e, soprattutto, che non gli venga fatto alcun male.

- Adesso!- esclama David, afferrandomi la mano ed iniziando a correre. Lo seguo e faccio tutto ciò che mi dice di fare: saltare, piegarmi, velocizzare, fermarmi e ricominciare.

- Ok, qui può andare bene- afferma arrestando la corsa.

- Dov'è Bim?- domando subito, col fiatone. 

- È vicino, se sporgo la testa oltre questo muro lo vedo. Siamo nella strada perpendicolare a dove si trova lui- spiega sospirando ed appoggiandosi con le spalle al muro... credo.

- Che facciamo? Dobbiamo aiutarlo, non possiamo lasciarlo da solo- 

- È la sua vendetta- 

- Non m'importa che cosa è!- sbotto innervosita.- Bisogna fare qualcosa, e al più presto- 

- Ti ho detto di no- se ne esce fuori perentorio.

Batto i piedi per terra e libero un ringhio frustrato.- E allora cosa dici di fare? Sentiamo!- 

- È quello che vuole e che ha desiderato per settimane. Non gl'impedirò di farlo, non adesso- ribatte freddamente.- Sa perfettamente a cosa sta andando incontro, per quanto possa essere impazzito, ha ancora il senso del rischio. Al momento opportuno si fermerà e scapperemo tutti quanti- 

Abbasso la testa ed annuisco, poi faccio dei passi in avanti ed attacco anch'io la schiena al muro.
Sto cominciando a non reggere più questa situazione, tutto sembra complicarsi ogni minuto che passa. TJ mi ha abbandonata, il nostro rifugio è stato distrutto, Bim cerca la sua vendetta contro quei mostri e niente e nessuno riusciranno a fermarlo, e David lo asseconda pure. Come se non bastasse.
Questa continua paura di perdere le persone che amo, la continua sensazione d'angoscia, di timore di essere attaccati stanno diventando insostenibili. 

- Se la sta cavando bene- m'informa David, accanto a me.- Ha messo fuori gioco uno dei suoi tentacoli- 

Annuisco nuovamente e non proferisco parola. Mi dispiace, ma anche se un tentacolo è stato fatto fuori non riesco a stare tranquilla, perché so bene che questi mostri ne hanno più d'uno. E probabilmente adesso sarà pure arrabbiato per ciò che Bim gli ha fatto. 
Invece di essere più calma, adesso sono più agitata di prima.

I rumori metallici continuano a diffondersi nell'aria ad intervalli regolari e scanditi, poi tutt'ad un tratto, non sento più nulla. Tutto tace.
Mi volto allarmata verso David e stringo le mani sul suo braccio. Che diamine sta succedendo?! Perché non si sente più niente?!

- Questo è per mio padre!- urla Bim, facendo propagare un rumore simile a quello di un affondo in una sostanza liquida, ma al tempo stesso solida.

- Questo è per mia madre!- grida di nuovo, ricreando lo stesso suono.

- E questo...- dice con un tono di voce più basso.- Questo è per mia sorella!- dichiara liberando un urlo potente e facendo lamentare e stridere la creatura alla quale sta infliggendo l'ultimo colpo.

Per un attimo tremo violentemente ed avverto il cuore battere all'impazzata. È tutto finito. L'ha ucciso sul serio, ce l'ha fatta. E lui è salvo! Oddio, oddio, sia ringraziato il cielo! 
Rilascio un lungo sospiro e sorrido tra me e me.
Ma poi avverto i muscoli del braccio di David tendersi ed irrigidirsi, e l'istante dopo un urlo acuto e perforante giungere alle mie orecchie. Istantaneamente la mia mente produce un solo nome: Bim.

- No!- urlo staccandomi dalla parete e cercando di correre da lui. Le mani di David si stringono intorno alle mie braccia e mi riportano con la schiena al muro, mentre lui si posiziona davanti a me per impedirmi di fuggire.

Un altro urlo ci raggiunge e si schianta addosso a noi come un'onda violenta, stordendomi e facendomi cominciare a piangere.- No, ti prego! Lasciami andare David! Devo aiutarlo!- lo supplico dimenandomi.

- Non puoi fare niente per lui- ribatte fermamente, aumentando la presa. 

- Ma sta urlando! Lui starà sperando in un nostro aiuto!- sbraito scuotendo la testa.- Non possiamo abbandonarlo, ti prego- dico flebilmente e singhiozzando disperata.

- Anche se...- Qualcosa trema nella sua voce e l'attimo dopo se la schiarisce.- Anche se volessi salvarlo non potrei fare nulla. Ci faremmo uccidere anche noi- 

- Fammi provare, per favore!- insisto piangendo a dirotto ed appoggiando le mani sui suoi avambracci.- Ti prego!- 

Bim continua a liberare gridi strazianti e sempre più flebili, facendomi tremare ogni secondo di più e distruggendo violentemente la mia mente. 
David porta le mani sulle mie orecchie e i suoni intorno vengono attutiti, poi si fa più vicino ed appoggia delicatamente il corpo contro il mio e la testa sulla mia. 
Piango sul suo petto, bagnandogli la maglietta e svuotandomi di tutte le energie. Ed infine, dopo qualche minuto, tutto finisce. L'ultima cosa che sento è uno schianto capace di far tremare la terra sotto i miei piedi. In seguito il silenzio. Bim non urla più. Nessuno si muove. 

Artiglio le mani sulla maglia di David e con dolore apprendo che Bim non c'è più. 
Ha avuto la sua vendetta, e dopo questa cosa?! Che diavolo ha avuto?! 
No... non è giusto! Non doveva finire così, non doveva nemmeno cominciare così. Mi sento svuotata, ho solo rabbia e dolore. Vorrei resuscitare Bim per urlargli contro, prenderlo a botte ed ucciderlo con le mie mani. Perché non ha pensato a cosa stava facendo?! Perché ha agito d'impulso?! Non me ne frega più niente della sua vendetta! Quella è una cosa senza senso che gli ha annebbiato il cervello fino a portarlo alla morte.

Batto un pugno sul petto di David e scuoto violentemente la testa.- Non me lo dovevi fare Bim! Sei uno stupido!- urlo con tutto il fiato che mi è rimasto nei polmoni.- Che cosa hai avuto?! Dimmelo! Cosa?!- Mi lascio scivolare a terra ed alzo il viso al cielo.- Fatti sentire maledetto! Che cosa credi di aver fatto?! Accidenti a te e alla tua vendetta!- 

- Calmati Sarah, per favore, calmati- sussurra stancamente David, sedendosi davanti a me e portando le mani sulle mie braccia.

- No, no- Agito la testa lentamente.- Io non ce la faccio più, non ce la faccio più. Non riesco ad andare avanti così- 

- E allora cosa dici di fare?- domanda con una nota irritata nella voce.

- Tu riesci a vivere così?!- gli grido contro.- Sempre se di vivere stiamo parlando. Io mi sono stancata, non ho più la forza di continuare. Basta! Tanto vale farla finita come ha fatto Bim!- 

Mi afferra rudemente per le spalle e mi scuote una volta.- Credi che anch'io non sia stanco di tutta questa situazione?! Credi che anche per me non sia difficile?! Ma vado avanti! Non posso mollare tutto ora! È una cosa che non posso permettermi!- 

- Non riesco più a vivere così. Ho la paura addosso ogni santo giorno. Paura di non svegliarmi mai più, di non rivedere le persone che amo, di sapere cosa mi circonda anche in questo momento, di essere attaccati, di veder morire gli altri... e questo sta succedendo troppo spesso. È diventato insostenibile. Prima TJ, ora Bim... chi sarà il prossimo?- 

- Reagisci dannazione! Reagisci!- sbraita scuotendomi.- Per quanto io inizialmente non abbia sopportato Bim... ci sto male anch'io per quello che gli è successo! Vorrei anch'io svegliarmi la mattina e non dovermi preoccupare di come sopravvivere, e vorrei soprattutto non dover temere che chi amo venga fatto fuori!- Fa una pausa e sospira.- Ma non è così per ora, quindi è inutile sognare ad occhi aperti. Ci faremmo solo del male. 
Bim voleva quello che ha avuto, voleva tornare dalla sua famiglia, non chiedeva di meglio. C'è chi è forte abbastanza da poter vivere senza più nessuno al mondo e chi invece non ci riesce e preferisce buttare via tutto. È questo che vuoi anche tu?!- urla contro il mio viso.- Vuoi farla finita e smettere di soffrire?! Mi dispiace, ma il gioco non funziona così. Sarebbe troppo facile. Alle prime difficoltà non si può mollare tutto, si deve solo reagire ed andare avanti. Non c'è altra scelta- 

- Forse non sono forte abbastanza- bisbiglio abbassando la testa.- Come Bim-

- Bim non aveva più nessuno. Tu hai una famiglia da rivedere e che sarà in pensiero per te come tu lo sei per loro. Accetteresti che qualcuno di loro si sia fatto ammazzare perché non reggeva più la situazione?-

- No, non lo accetterei- ammetto con un filo di voce.

- Allora reagisci e continua a vivere per loro! Alla fine non è quello che dicevi a Bim? Vuoi forse deluderlo facendogli vedere che non ne sei capace nemmeno tu?- 

- No, non voglio- ribatto sicura di me e rialzando la testa.

- E allora lotta per ciò che vuoi-

- Non è facile- 

- Nessuno ha mai detto che deve esserlo- replica prontamente.- Ma se vuoi davvero qualcosa, sta' tranquilla che riuscirai ad ottenerla. Nessuno sarà in grado d'impedirtelo. Quando non si ha scelta... almeno si abbia coraggio*. È l'unica cosa che ti farà sopravvivere- 

Annuisco e tiro su col naso.- D'accordo, capito- 

Fa scivolare le mani lungo le mie braccia e prende una mia mano per aiutarmi ad alzarmi da terra.- Dobbiamo cercare un altro posto dove nasconderci- annuncia sospirando.

Nel momento in cui sta per lasciarmi la mano, riagguanto la sua e la stringo.- Come fai a sapere che Bim non cercava solo vendetta, ma voleva anche morire?- 

- Lo so perché me l'aveva detto la notte in cui sono andato al supermercato da solo. Prima che me ne andassi mi aveva chiesto di promettergli quello che ha chiesto anche a te ed aveva confessato di non voler più vivere senza la sua famiglia. E che se non fosse riuscito ad ammazzare uno di quei mostri avrebbe voluto farsi uccidere- Rimane in silenzio.- Alla fine ha ottenuto tutt'e due- 

- Morte e vendetta- sussurro, di nuovo con le lacrime agli occhi.

- Muoviamoci ora, non c'è tempo da perdere- È l'ultima cosa che gli sento dire, prima di trascinarmi verso l'ignoto.




Dopo un'ora di cammino abbiamo trovato una casa abbandonata e ancora intatta al primo piano di una palazzina. 
Entrati nell'ingresso porto le mani sulla benda per toglierla, ma David me lo impedisce.

- Aspetta, ti dico io quando levarla- dice soltanto, camminando per la stanza e fermandosi di tanto in tanto per... tirare delle tende?- Ok, ora puoi- mi avverte infine.

E finalmente, dopo ore di cecità, torno a vedere. Lancio una rapida occhiata alla stanza in cui mi trovo e poi muovo dei passi verso il centro, osservandomi intorno.
È un piccolo appartamento in cui la cucina e il salotto si trovano nella stessa stanza, quella in cui mi trovo. Davanti a me si presentano tre porte, tutte sulla stessa parete bianca e scrostata. Avanzo verso quella centrale e l'apro, ritrovandomi in una camera da letto matrimoniale, poi faccio lo stesso con le altre due, entrando prima in una camera con due letti singoli e poi nel bagno. 
Se non altro non dovremo più dormire su un divano.

Torno nel salotto, dove trovo David a controllare dentro i cassetti della cucina, e mi siedo su uno dei due divani in tessuto marrone. 
Non riesco ancora a capacitarmi di come tutto sia successo velocemente: l'attacco del mostro, il rifugio distrutto, la morte di Bim e ora il trasferimento in una nuova casa.
Mi sembra impossibile. Ancora il mio cervello non ha metabolizzato niente di tutto ciò, specialmente la morte di Bim. 
Credo di essere sotto shock, anzi, ne sono sicura.

- Ci sono della carne, della pasta, delle uova, del bacon e delle merendine- m'informa chiudendo uno sportello.- Hai fame?- 

Scuoto la testa con lentezza.- No- sussurro tenendo lo sguardo puntato sul tappeto ai miei piedi.- Vado a dormire- Mi alzo e, senza mai voltarmi verso di lui, giungo nella camera coi due letti. Chiudo la porta alle spalle e mi ci appoggio contro, poi alzo la testa al soffitto e le lacrime finora trattenute cominciano a scendermi lungo il viso.
È vero, devo reagire e farmi forza, ma non so come fare. Potessi sbatterei la testa al muro con l'intento di dimenticare ciò che è successo nelle ultime ore. Ma non posso.
Bim mi mancherà, lo so già. Pure in questo momento ne sento la pesante assenza perché in un certo senso faceva parte della strana famiglia costituita da David, TJ e me.
E adesso siamo tornati al punto di partenza: solo io e David. Niente più TJ, niente più Bim.

Cammino verso il primo letto e mi ci lancio sopra, affondando la testa nel cuscino e bagnandolo immediatamente di lacrime tristi e salate. Poi perdo gradualmente la cognizione di ciò che mi circonda e del tempo, cadendo in un sonno profondo e tormentato.




Quando mi sveglio apro gli occhi lentamente e tocco il mio viso ancora bagnato e freddo.
Osservo la stanza avvolta nel buio in cui mi trovo, spostando lo sguardo da un oggetto all'altro senza capacitarmi di dove io sia. Poi mi tornano alla mente i suoni del rifugio che veniva spazzato via e riprendo coscienza della situazione.
Ho dormito certamente poco se si considera che la camera è ancora avvolta nel buio. Non ricordo nemmeno cosa ho sognato, mi sento la mente vuota ed appannata.

Lo sguardo mi cade sulla piccola sveglia collocata sul comodino accanto a me che segna le tre del mattino. 
Quindi, a rigor di logica, ho dormito circa un'ora e mezza. Probabilmente è anche per questo che mi sento tanto spossata e stordita. O forse è solo perché non fa altro che tornarmi in mente la faccia di Bim. 
Stringo una mano sul cuscino e mi mordo il labbro inferiore per impedirmi di piangere ancora. Ma la mia forza di volontà perde miseramente contro il dolore lacerante, e quindi ricomincio a singhiozzare.
Voglio David, voglio stare con lui adesso. 

Mi alzo traballante ed esco dalla camera per ritrovarmi in un salotto vuoto e cupo, e solo in quel momento noto che tutte le pesanti tende marroni sono state tirate per coprire le finestre. 
Avanzo verso la porta accanto a me e l'apro lentamente, facendola cigolare e gracchiare. Poi intrufolo la testa e guardo all'interno della camera.

- Ehi- sento dire a David, che se ne sta disteso sul letto con le braccia dietro la testa e lo sguardo puntato su di me.

Entro e richiudo la porta.- Posso dormire con te?- domando cacciando le lacrime dal viso e tirando su col naso.

- Vieni- è l'unica cosa che risponde. Mi avvicino al letto e ci salgo sopra a carponi, poi mi distendo accanto a lui, senza entrarci in contatto, ed in quel momento si muove.
Si gira su un fianco, risultando faccia a faccia con me, e porta gli occhi nei miei.- Smettila di frignare, m'infastidisci- afferma bruscamente.

Appoggio un braccio sugli occhi e mi nascondo dalla sua vista.- Scusa- sussurro, facendo forza contro di me per cercare di fermare le lacrime.

Sospira e si rimette a pancia in su, poi inavvertitamente passa un braccio intorno alle mie spalle e mi avvicina a sé. Smetto di coprirmi gli occhi e lo guardo sorpresa, smettendo di piangere. 
La penombra in cui è immersa la stanza risalta alcuni punti del suo viso come la mascella, lo zigomo e gli occhi, offuscandone altri e dandogli un tocco più etereo.
Appoggio la testa ed un braccio sul suo petto e poi anche una gamba sulle sue.

- Guarda che non sono un cuscino, e nemmeno un materasso- mi fa presente divertito.- Va bene che sono bello, ma ora questo mi sembra esagerato- 

Rido, per la la prima volta dalle ultime ore, e sollevo la testa per guardarlo.- Sei la persona più modesta che io conosca- dico sorridendo.

Mi sorride di rimando e mi stringe a sé.- Hai riso- nota soddisfatto.- È già la seconda volta che ci riesco, dovrei ricevere un premio- 

- Un premio?- domando confusa.- E di che genere?- 

Avvicina il viso e strofina il naso contro il mio.- Non so- sussurra.- Fai un po' te- 

I battiti del mio cuore cominciano ad aumentare velocemente e le farfalle, che finora stavano dormendo, riprendono a vorticare nello stomaco.
Schiudo le labbra e poso lo sguardo sulle sue. Infine mi sollevo di poco e lo bacio con dolcezza. Subito la sua bocca si chiude sulla mia e risponde prontamente, prendendomi il viso tra le mani ed avvicinandomi ancora di più.
Porto una mano sul suo collo ed in quel preciso istante ribaltata le posizioni, distendendosi sopra di me. Allontana la bocca dalla mia e mi osserva intensamente.- Non piangere più, per favore- mormora lasciandomi un piccolo bacio sul mento.- È una cosa che non sopporto- aggiunge strusciando le labbra su una mia guancia.

Dopo poco annuisco e volto leggermente la testa per catturare la sua bocca in un tenero bacio.- Va bene- affermo infine, sospirando sul suo viso.

- Sorridi- ordina all'improvviso, inchiodandomi con lo sguardo. Ed istintivamente mi apro in un sorriso radioso e soprattutto sincero, e tutto ciò perché lo sto facendo per lui. 
Mi sorride in risposta e si lascia ricadere al mio fianco, di nuovo a pancia in su e passando ancora una volta un braccio attorno alle mie spalle per avvicinarmi.
Torno nella stessa posizione di pochi minuti prima e sorrido tra me e me sul suo petto.
Ha fatto tutto questo per me, per non vedermi più triste. In un momento come questo vorrei urlargli che lo amo, ma sarebbe una follia visto che la cosa non è ricambiata.
Ma adesso non voglio pensarci, voglio solo godermi la sua vicinanza con la speranza che questo istante duri per sempre. 
Devo fare come mi ha detto: andare avanti, nella buona e nella cattiva sorte, e farmi forza. La parola chiave è solo una: reagire. Sempre, perché non c'è altra scelta.

- David?- lo chiamo con un tono di voce bassissimo.

- Mm?-

- Tu dici che adesso Bim è felice?- domando tenendo lo sguardo puntato sulla mia mano che sta giocando con la sua maglietta.

Tace per vari secondi.- È l'unica cosa di cui sono sicuro- afferma infine, con un tono pacato e tranquillo.

Mi stringo a lui e sospiro stancamente, sentendo il dolore per Bim affievolirsi ma non spegnersi. Perché se è come dice David, se lui adesso è felice, io non devo esserne triste. Non è ciò che Bim vorrebbe. 

- Quando ti dico che è necessario reagire non significa che devi cancellare ciò che è stato- aggiunge sorprendendomi. Alzo la testa e punto gli occhi sul suo viso, il cui sguardo è perso sul soffitto.- Sembra che tu associ la parola reagire a dimenticare, ed invece non è così. Bim vivrà nei tuoi ricordi per sempre, non lo scorderai mai. Si può andare avanti anche portando con sé le proprie cicatrici e trasformandole in qualcosa in grado di fortificarti. Questo significa reagire- 

Le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco... perché ci ha preso in pieno. Ancora una volta. 
Abbasso la testa e fisso un punto indefinito della stanza, senza però effettivamente vederlo.
La mia più grande paura era che reagire fosse l'anticamera dello scordare e che quindi, prima o poi, mi sarebbe successo.
Avevo pensato che andare avanti significasse evitare il passato, rinchiudendolo in un cassetto col lucchetto e poi gettando via la chiave. Ma chiaramente mi sbagliavo. Questo non ha niente a che vedere con ciò di cui parla David.

- Credo... che tu abbia ragione- ammetto con un grande sforzo.

- Dire francamente che ho ragione ti è impossibile, vero?- domanda divertito. 

Porto gli occhi sul suo viso e sorrido.- Abbastanza, ma non è colpa mia-

- È colpa dell'orgoglio- specifica, sorridendo beffardo per qualcosa che a me sfugge.

- Esatto-

- Che fa parte di te-

- Esatto- 

- Quindi è colpa tua-

- Esat... No!- esclamo, non appena mi rendo conto della sua accusa. 

Ride e con la mano libera comincia a giocare con la mia, rigirandola e tirandone delicatamente le dita. Sorrido ed osservo il suo sguardo assorto nel seguire ciò che sta facendo; poi mi sollevo e gli stampo un bacio sulla guancia.

Si volta a guardarmi e solleva un sopracciglio.- E questo?- 

- Per quando sei buono- taglio corto con un'alzata di spalle.

Velocemente mi porta sotto di sé e lentamente avvicina il viso al mio.- Per quando sono buono mi davi un altro tipo di bacio- sussurra sulla mia bocca.

- Non ricordo- ribatto sorridendo, anche se in realtà rammento benissimo.

Fa un mezzo sorriso e la sua fronte entra in contatto con la mia.- Allora vorrà dire che ti rinfrescherò la memoria- Appoggia le labbra sulle mie e si distende completamente sul mio corpo, senza pesarmi troppo e reggendosi sugli avambracci.
Con le braccia vado a circondargli il collo e mordicchio il suo labbro inferiore, prima d'insinuare la lingua nella sua bocca.
E all'improvviso fremo, mentre le sue mani navigano sotto la mia maglietta fino ad arrivare alla schiena, dove fanno una leggera pressione per spingermi contro il suo petto. 
Mi stacco per riprendere fiato ed apro gli occhi, puntandoli nei suoi che sono più liquidi e brillanti del solito. I miei due frammenti d'ambra preferiti.

Ad un certo punto sorride sghembo.- Sei più bella al buio- spara con nonchalance, facendomi venire un attacco di cuore, un capovolgimento dello stomaco e uno stordimento improvviso.

Sbatto le palpebre più e più volte, cercando di appurare se sto sognando o sono sveglia, e poi deglutisco un mattone di saliva.- Perché non mi si vede?- domando confusa.

- No- Sorride e scuote la testa.- Non per quello. È solo perché l'oscurità della stanza entra in contrasto col colore dei tuoi occhi e sembra illuminarti il viso invece che adombrarlo- spiega fissandomi negli occhi, come rapito.

Oh mamma mia. Sento che tra pochi minuti rischierò lo svenimento, no anzi, la morte per sovraccarico al cuore. 
Ha detto che sono più bella al buio, ma quindi ciò implica che io sia già bella per lui? Glielo chiedo, no non glielo chiedo, sì glielo chiedo, no mi vergogno troppo.

Mi schiarisco la gola e punto gli occhi sul colletto della sua maglietta.- Gr... grazie- riesco a dire, dopo una lotta interiore su cosa rispondere.

- Mi sono dimenticato di aggiungere che alla luce sei inguardabile- annette divertito.- E quello di prima non era un complimento- 

Mi acciglio e gli lancio un'occhiata di fuoco.- Tu sei brutto sia al buio che alla luce invece. Un vero sgorbio- concludo voltando la testa di lato, stizzita e offesa.- E ora sei pregato di sloggiare- 

Ridacchia e mi prende il mento fra le dita per girarmi la testa, ma oppongo resistenza e gli caccio la mano con uno schiaffetto poco delicato.

- Offesa?- mi canzona fin troppo divertito.

- Non parlo con gli sgorbi antipatici e maleducati- 

- Quindi con me sì- 

- No, tu rientri tra gli sgorbi antipatici e maleducati- replico, non degnandolo di uno sguardo.

Sento la sua bocca sul collo ed annaspo sorpresa. Schiude le labbra e passa la lingua su un lungo tratto, assaggiando e mordicchiandomi la pelle.- Stavo scherzando- dice sorridendo e salendo con la bocca.- Non sei poi così inguardabile alla luce- 

- Oh grazie, adesso mi sento molto meglio- affermo sarcastica e sciogliendo le braccia dal suo collo per incrociarle al petto.

Fa spallucce.- Mi fa piacere- dice con un tono di voce tra il menefreghismo più assoluto e il divertito.

- Ah!- Volto la testa verso la sua e lo fulmino.- Ti fa anch...- La sua bocca tappa prontamente la mia e mi ritrovo a rispondere al bacio prima ancora di capire cosa sia successo. 
Insinuo, con calma, le mani fra i suoi capelli e gioco con alcune ciocche, poi ne tiro due e gli mordo delicatamente il labbro per allontanarlo.- Sei un approfittatore- lo appunto corrucciata.

Sorride beffardo e scrolla le spalle.- Volevo baciarti e l'ho fatto- 

- Ed io volevo finire la frase e non l'ho fatto- controbatto stizzita, celando il batticuore che la sua frase mi ha provocato.

- Oh poverina, a chi tanto e a chi niente- mi prende in giro facendo il finto dispiaciuto.- Ti riscatterai in futuro- continua, ridendo della mia faccia infervorata. 
Lo spingo via e si lascia ricadere pesantemente al mio fianco, poi sorrido e l'attimo dopo sbadiglio.

- Sonno?- mi domanda retorico e con un sorriso divertito stampato in faccia.- Dai dormiamo- accorda infine, prendendomi per un polso e tirandomi verso di sé. Si gira su un fianco e mi raggomitolo contro il suo petto, poi sento la coperta sopra le mie spalle e chiudo gli occhi rassicurata.

- David?- lo chiamo, con un filo di voce.

- Mm?- 

- Posso chiederti un favore?- 

- Dimmi- risponde passandomi un braccio attorno alla vita ed appoggiando il mento sopra la mia testa.

- Non è che... potrei tenerti la mano?- domando titubante ed imbarazzata.

Non mi arriva risposta, ma in compenso la mano dell'altro suo braccio si sposta sulla mia e l'attimo dopo intreccia le nostre dita. 

- Grazie- sussurro sorridendo.

- Prego- mormora tra i miei capelli, prima di depositarci un bacio quasi impercettibile. Mi addormento poco dopo, col sorriso stampato sulle labbra. Un sorriso per David, un sorriso per TJ e, soprattutto, un sorriso per Bim, la cui stella, in questo momento, starà risplendendo nel cielo, illuminandolo di gioia e speranza. 










Angolo dell'autrice:

Eccomi qua fanciulle! Buonasera a tutte :)
Anche questo capitolo è stato piuttosto lungo, spero di non avervi annoiate. 
Allooooora, da dove cominciare... Parliamo subito di Bim.
Non c'è più, ha ottenuto la sua vendetta ed è morto combattendo. Inutile dire che Sarah è nuovamente straziata da questa perdita, e lo è anche David nonostante non lo voglia dare a vedere. 
Ormai erano diventati amici, avevano formato un gruppo, e vedere un amico morire in quel modo è terribile per chiunque. Per di più David sa come è morto, Sarah lo può solo immaginare. Lo scoprirà più avanti, tra qualche capitolo.
Il discorso Bim non si chiude certamente con questo capitolo. Ci saranno sempre dei momenti in cui Sarah penserà al suo amico e ne sentirà la mancanza.
Alla fine David cerca di smorzare l'atmosfera e far sorridere la nostra protagonista. Si è notato parecchio. Fa di tutto pur di non vederla triste. Che dolce *-*
Comunque, grande notizia, preparatevi belle perché nel prossimo capitolo ci sarà il primo pov David! Entrerete nella sua testa e navigherete fra i suoi pensieri.
Spero di essere riuscita nella mia impresa titanica ahahahah.
In questa settimana ho scritto fino al capitolo 23! Sono orgogliosa di me stessa! Ahahah XD
A domenica prossima carissime! Un bacione immenso e grazie di essere arrivate fin qua a leggere! GRAZIE!

* aforisma di Susie Morgenstern.

  
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