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Autore: ___Lilith    20/01/2014    4 recensioni
[Storia con contenuti omosessuali, se siete omofobi, siete pregati di non leggere]
Dublino, Mika e Marco, X-Factor, camicine troppo strette e occhi troppo profondi... l'inizio di una lunga storia d'amore che dovrà attraversare mille ostacoli dovuti ai sempre pungenti pregiudizi della gente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1. No, non si sarebbe mai dimenticato di quello sguardo.



Come per magia si ritrovò di nuovo immerso in due deliziose pozze color nocciola, incatenato in uno sguardo che non lasciava via di fuga a chi ne rimaneva imprigionto. Un delizioso carcere dello stesso colore del cioccolato.
- Ciao Mi... - Marco cercò di salutarlo, ma vide il ricciolino improvvisamente perdere l'equilibrio. Michael era talmente catturato da quei due occhi che, come un idiota, non vide l'ultimo gradino della scala e finì per inciamparci. 'Complimenti che figura di merda!'
Già si immaginava il freddo e doloroso impatto con il pavimento e il suo naso dolorosamente spiaccicato a terra. Ma la sua previsione non si avverò. Un braccio si strinse intorno alla sua vita e lo trattenne dal cadere completamente.
'Idiota!' si rimproverò mentalmente, 'Idiota! Idiota! Idiota!'
- S-Scusami - disse. Sentì le sue guance avvampare, - l'equilibrio non è uno dei miei pregi. - Alzò nuovamente lo sguardo, cercando però di evitare di guardarlo negli occhi. Quella sera non aveva alcuna intenzione di finire in ospedale.
- Non ti preoccupare - rispose il ragazzo, incurvando un po' quelle perfette labbra all'insù. Questa volta il libanese si perse nel suo sorriso. Quelle sottili labbra lasciavano scoperti i bianchi denti, disegnando ciò che a Michael sembrava il sorriso più bello dell'universo.
Non aveva scampo: su qualsiasi parte del viso di quel ragazzo concentrava il suo sguardo rimaneva sempre incantanto nella sua estrema ed esagerata bellezza. Quell'uomo era un pericolo pubblico, sarebbe dovuto uscire sempre con un sacchetto in testa se non voleva che qualcuno morisse d'infarto per un suo sguardo o un suo semplice sorrisetto. Cosa che presto sarebbe accaduta a Mika se non avesse staccato immediatamente gli occhi da lui.
'Smettila di guardarlo, stupido!' gli gridò contro la sua coscienza. E dovette farlo, altrimenti era sicuro che, oltre ad un emerito idiota, Marco lo avrebbe preso anche per un maniaco.
- Beh... allora ciao Marco - gli disse.
- Ciao Michael - questa volta, per fortuna, riuscì a termirare la frase. Detto questo, Marco riprese a scendere. Il riccio lo osservò sculettare giù per le scale finché non scomparve dalla sua vista, e dovette ammettere che neanche il suo lato B era tanto male.
Bene, adesso aveva le prove che la perfezione esisteva. Ed era concentrata tutta in quel maledetto uomo.
Riprese il suo cammino verso la sua stanza e, fortunatamente, riuscì ad arrivare alla porta senza avere altri imbarazzanti, ma deliziosi inconvenienti. Infilò la chiave nella serratura della porta che, dopo due scatti, si aprì. Entrò nella stanza e trascinò il suo pesante corpo fino al letto. Si gettò a capofitto sul morbido materasso senza neanche preoccuparsi di cambiarsi. Non ci volle molto prima che i suoi occhi si chiudessero e la sua mente si immergesse nel meraviglioso mondo dei sogni, che quella sera fu però popolato interamente da due grossi occhioni color cioccolato e un sorriso tanto bello da togliere il fiato.

I tiepidi raggi di sole che filtravano dai preziosi ricami della tenda posta davanti alla finestra arrivarono fino alle ancora chiuse palpebre di Michael. Disturbati da quella tenue luce, i suoi occhi si aprirono lentamente, assaporando la bellezza di un nuovo giorno.
Allungò una mano sul comodino e cercò a tastoni il suo cellulare per controllare che ore fossero. Quando lo trovò, accese il display e subito notò ben 2 notifiche: la prima gli informava che aveva ricevuto 2 messaggi, la seconda, invece, di 4 chiamate perse.
Le chiamate erano di James, il suo ragazzo, e anche i messaggi.
"Mi avevi detto che mi avresti chiamato" c'era scritto nel primo.
"Ma che fine hai fatto?! Ti ho mandato un messaggio e ti ho chiamato ben 4 volte e non mi hai risposto... Sono seriamente preoccupato" recitava il secondo.
'Ops' pensò, ' adesso mi ammazza.'
James non era un tipo ossessivo, ma ultimamente si era dimostrato alquanto geloso. Ed era comprensibile. Mika era un cantante di fama mondiale ed era molto carino, chi non sarebbe stato geloso di un ragazzo così?
Alto, biondo e dagli occhi azzurri, James era l'esatto opposto del ricciolino. Alla carnaggione chiara e alla corporatura esile di Michael, si contrapponeva quella muscolosa e la pelle olivastra del biondino. Ma le differenze non erano solo fisiche. Mentre il libanese era timido, talvolta anche piuttosto ingenuo, col sorriso sempre sulle labbra, James, invece, era un ragazzo esplosivo, furbo e con la sua sempre persente espressione da duro stampata in volto. Non avevano niente in comune, se non il fatto che si amavano alla follia.
Quando Michael lo aveva visto per la prima volta coi suoi jeans stracciati e il suo ciuffo biondo perfettamente disordinato che gli ricadeva sugli occhi, lo aveva trovato alquanto irritante. Sembrava il tipo fighetto bisex. Ma, tra una parola e l'altra, uno sguardo troppo penetrante e sorrisetti furtivi, Michael aveva scoperto che sotto quella pelle ricoperta da cima a fondo di tatuaggi c'era in realtà una persona speciale, una persona vera. E lui ne era pazzamente innamorato.
Rilesse i messaggi, cercando di formulare una risposta che facesse placare almeno un po' la rabbia che sapeva il ragazzo avesse provato nel non ricevere alcun contatto dal compagno.
"Scusami James, ieri mi sono addormentato presto e ho dimanticato di chiamarti. Non vedo l'ora di ri.tornare da te, mi manchi" gli scrisse con un po' di difficoltà data la sua dislessia. Quelle parole lo avrebbero calmato un po', ma al suo ritorno gli sarebbe spettata una bella ramanzina.
Rotolò svogliatamente giù dal letto e ciabattò fino al bagno. Aveva bisogno di una bella doccia rigenerante.
Si spogliò e si buttò sotto il copioso getto d'acqua gelida. Dopo essersi preparato, si guardò allo specchio. Aveva un aspetto orribile: due grosse borse violacee si estendevano sotto i suoi occhi e i capelli, che già normalmente erano difficili da domare, quella mattina erano più arruffati del solito. Cercò di sistemarli un po', ma pochi minuti dopo fu costretto a rinunciare a quell'ardua impresa. Fece una rapida colazione e poi chiamò il suo ragazzo, scusandosi ancora per il giorno prima... Già, il giorno prima... Nel bel mezzo della conversazione con James, la sua mente ritornò inevitabilmente a perdersi nelle profondità di quei due enormi pozzi color caffè.
- Michael mi stai ascoltando? - la prorompente voce di James che lo rimproverava lo fece ritornare alla realtà.
- Ehm si... - disse, - ma adesso devo staccare, ho il volo tra poco più di un'ora e devo andare all'aeroporto. -
Lo salutò, ripetendogli quanto gli mancasse e quanta voglia avesse di riabbracciarlo di nuovo. Quando la chiamata terminò, uscì dalla sua stanza, per poi raggiungere la hall dell'hotel.
Scese le scale lentamente, ripensando a quello che era successo su quell'ultimo gradino la sera precedente. Si era reso ridicolo davanti a Marco. Almeno un lato positivo in tutto questo c'era: non lo avrebbe rivisto per un bel po'. Il ragazzo era probabilmente già in volo per Milano, mentre lui si sarebbe diretto a Londra e, anche quando sarebbe tornato in Italia per X-Factor, le probabilità di incontrarlo di nuovo erano pari a una su cento. Quindi poteva tranquillamente continuare a vivere la sua vita e dimenticarsi di quella stipida e piccola cottarella.
Arrivato al piano inferiore, proseguì a testa bassa fino a quando quest'ultima non urtò contro qualcosa. Il suo naso si schiacciò contro una schiena dura come la roccia.
- Ehi guarda dove metti i piedi... - ringhiò il ragazzo a cui apparteneva quella possente schiena. Quando questo si voltò, anche i suoi occhi finiriono per inciampare, cadendo in un infinito mare color cioccolato. No, non era a Milano.
'Oh perfetto' Michael si maledì mentalmente più volte, 'figura di merda pt. 2.'
- Ah Michael sei tu - sul viso di Marco aleggiò un piccolo sorriso, - Ancora problemi con l'equilibrio? - Più che irritato, il ragazzo sembrava divertito. Bene, era talmente ridicolo da farlo ridere. Quella giornata non poteva andare peggio. Ed era appena all'inizio.
- Ehmm... S-Si - il riccio immaginò che a quel punto le sue guance avevano già assunto un forte colore scarlatto. - Scusami ancora, io... -
- Non devi scusarti - lo interruppe il ragazzo, - essere "urtato" da una star di fama mondiale come te per me non può essere che un onore. -
'Io dovrei essere onorato da tanta perfezione...'
Abbassò un po' la testa, cercando di nascondere con i suoi lunghi capelli ricci il colore ancora più acceso che stavano assumendo le sue gote. Il suo sguardo, quindi, cadde inevitabilmente sul fisico del ragazzino. Notò che indossava un semplice pantalone di tuta grigio e una maglietta nera aderente. Era vestito in modo semplice, eppure sembrava l'uomo più bello di questo universo. Possibile che quel ragazzo era capace di essere sexy anche con una tuta?!
Beh almeno adesso aveva la conferma che non era quella camicina a renderlo così tremendamente attraente.
Parlarono per qualche minuto del più e del meno. Forse era meglio dire che, come al solito, Marco parlava e Michael lo guardava.
Il ragazzo gli stava raccontando qualcosa riguardo X-Factor quando, comparsa dal nulla, Marta gli annunciò che avevano il volo tra un'ora e mezza e che quindi, per evitare di perdere l'aereo, dovevano dirigersi verso l'aeroporto. Siccome anche Michael doveva prendere l'aereo, decisero di andarci insieme.
Il ricciolino passò tutto il tempo a meditare sul rapporto che poteva esserci tra Marco e la sua manager. Erano molto affiatati, chiunque avrebbe potuto notarlo. Marco aveva detto che erano molto amici, ma lui era sicuro che sotto c'era qualcosa di più di una semplice amicizia. Lo si poteva scorgere dal prezioso sguardo color mare che la ragazza riservava al cantante. Si vedeva che le piaceva, e non poco. C'era una specie di feeling speciale tra di loro e per un secondo Michael si trovò ad invidiare quella ragazza riccia. Avrebbe tanto voluto esserci lui al suo posto.
'Il tuo posto è accanto a James' lo schernì una strana vocina nella sua mente. Ma aveva ragione, non doveva farsi coinvolgere troppo da questa cottarella. Aveva un ragazzo che lo stava aspettando a casa a braccia aperte, non poteva e non voleva buttare all'aria quella relazione.

Mentre parlava con Micheael, Marco aveva notato un paio di volte i suoi sguardi insistenti. Lo guardava incessantemente con quei due grossi occhi color nocciola con piccole sfumature verdognole e certe volte sembrava così perso nei suoi pensieri che Marco dubitava lo stesse realmente ascoltando. Ma questo non lo irritò affatto. Michael era un artista, e, si sa, gli artisti sono un po' strani.
Marco adorava le persone timide e un po' sgraziate nei movimenti come lui. Gli trasmettevano un profondo senso di tenerezza. Quando gli era finito addosso poco fa e aveva scoperto che era lui non s'era nemmeno arrabbiato. Anzi il suo disorientamento lo aveva divertito. Era così carino con quell'aria da timidone che aveva. Quei sui ricci disordinati poi contribuivano a dare a quel dolce visino un'aria quasi angelica.
Adorava anche il suo modo di arrossire ad ogni minima cosa. Le sue guance sembravano prendere fuoco quando era in imbarazzo.
Michael era una personalità fragile, chiusa, come, in fondo, lo era anche lui. In un certo senso, i due ragazzi erano molto simili. Entrambi vivevano per la musica, avevano una voce a dir poco sublime ed erano due persone limpide come l'acqua.

Una voce metallica rimbombò all'interno della sala d'imbarco, avvisando i passeggeri che a breve il volo per Londra sarebbe decollato. Michael salutò Marco con un abbraccio e un 'a presto' carichi di malinconia perché sapeva che, in realtà, non lo avrebbe rivisto per molto tempo. Ma, in fondo, era meglio così. Aveva bisogno di tempo per dimenticarsi di quell'uomo.
Prima di andare via però, si voltò di nuovo verso di lui. Marco stava sorridendo e lo stava salutando ancora oscillando a destra e a sinistra la mano. Si perse un'ultima volta nell'infinito oceano scuro dei suoi occhi, poi proseguì la sua camminata verso l'aereo. No, non si sarebbe mai dimenticato di quello sguardo.





#MySpace
Ciao carissimi lettori,
Vorrei innanzitutto scusarmi per il ritardo con cui ho aggiornato, purtroppo questa settimana sono stata troppo impegnata con la scuola e ho avuto poco tempo per scrivere. Ma, nonostante ciò, sono riuscita a concludere questo capitolino che spero vi piaccia come il prologo (a me, sinceramente, non convince molto u.u)
Comunque ci terrei a precisare che James è puro frutto della mia mente. Non so chi sia in realtà il ragazzo di Mika, quindi ho dato libero sfogo alla mia fantasia xDD
Infine voglio ringraziare tutti quelle meravigliose persone che hanno recensito il primo capitolo, è colpa vostra se sono di nuovo qui a scrivere u.u
Spero di non aver fatto troppi errori e che il capitolo non faccia tanto schifo come penso (sono molto pessimista io hahaha xDD) e, se vi va, lasciatemi un piccolo commentino ♥
A presto :33
Un bacio, _Lollipop_96
  
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