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Autore: 13taylorlight13    20/01/2014    0 recensioni
Questa è la mia storia, nulla di più nulla di meno. Solo la breve storia di una ragazza senza più speranza con il cuore tenuto assieme da un po’ di colla e scotch che al primo cambiamento è pronto a crollare. Che non ha avuto una vita bellissima fin’ora, ma nemmeno delle peggiori.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed era tutto come prima, un altro anno era passato e io ero ancora qua, senza un progetto  preciso e con l’unica consapevolezza che tutto intorno a me si stesse lentamente sbriciolando. Vedevo la vita scorrermi accanto, la mia vita; era come se fossi una semplice spettatrice che si godeva un film, di quelli proprio deperimenti , seduta su una poltrona di uno squallido cinema di provincia, solo per far passare una tediosa giornata di metà dicembre. Questo diciamo che rispecchiava perfettamente il mio stato d’animo. Tutto scorreva senza un senso. Non avevo obbiettivi, ambizioni, tutto crollava, tutto ciò in cui avevo sempre creduto.  Le mie amicizie, le vedevo distruggersi davanti ai miei occhi, la mia famiglia ormai non esisteva più. E io? Io sopravvivevo. Era il giorno dopo Natale, tutto era trascorso troppo in fretta, come al solito. La caccia ai regali, la fine della scuola, l’inizio delle vacanze, i film, lo scambio dei regali, i pranzi. Tutto come al solito, lo stesso ciclo che si ripete costantemente ogni anno,  ma sempre con meno sentimento, con meno emozione e impegno. Lo spirito del Natale ormai è stato smarrito in qualche cantone della nostra vita, tutto è limitato a un consumistico scambio di regali, fatti giusto per dovere e non perché lo si vuole fare. Anche questa storia dei regali la società ci impone di FARE REGALI ma io credo che se si facciano regali senza il gusto di farli è inutile. Non è terribilmente bello quando vai al supermercato e trovi quello che può definirsi il regalo perfetto, e una volta aperto vedi la persona a cui l’hai donato con gli occhi luccicanti per la felicità e un enorme sorriso stampato sul viso. Io la trovo una cosa meravigliosa. Comunque stiamo un pochino divagando. Cosa dicevamo? Ah si, la mia vita. Mi sentivo persa. Questa è la parola corretta. Non sapevo più cosa fare il tempo passava inesorabile e io avevo perso speranza di una risalita. Perché ero davvero sfortunata, incredibilmente sfigata. Che se lo dici a una persona non ci crede perché  così sfigate è proprio difficile esserlo, e giungi a un punto in cui non te la prendi neanche più, perché è inutile lottare contro un destino inesorabile, non puoi far altro che arrenderti e accettarlo. Ma una persona una volta mi disse che solo due cose potevano salvare una persona: la speranza e l’amore. Bhè io gli avevo persi entrambi.

Credo sia bene raccontare tutto dall’inizio, così da capire che cosa mi abbia portato in questo stato. Tutto cominciò all’incirca due anni fa, sembra incredibile come le cose possano cambiare così velocemente, ma così è avvenuto. Un altro anno era cominciato, non nel migliore dei modi, ma contro il tempo non possiamo lottare e così anche il 2012 era iniziato. Pieno delle solite speranze che tutti noi ingenuamente riponiamo in ogni nuovo anno, come se cambiare un numero nella data potesse cambiare la nostra vita, ma è anche giusto illudersi ogni tanto. E così la lista dei buoni propositi per l’anno nuovo si allungava ma la possibilità di realizzare tutte quelle cose si accorciava in modo proporzionale. Tutto proseguiva con il solito ritmo, finché un giorno,  così per caso, io e le mie amiche (compagne di innumerevoli avventure) decidemmo di andare in discoteca. Solita routine invernale niente di nuovo, nessuno poteva immaginare che quella sera la mia vita avrebbe preso una svolta inaspettata che avrebbe cambiato per sempre il mio modo di vedere il mondo. E così andammo a ballare, era una normale serata ci stavamo divertendo come sempre, mancava poco più di un quarto d’ora al momento in cui ce ne saremmo dovute andare, e ormai pensavo che la serata fosse conclusa e invece delle braccia mi cinsero i fianchi, quel semplice gesto avrebbe cambiato tutto … ma ancora non lo sapevo.  Immediatamente pensai fosse il solito scocciatore, guardai le mie amiche che invece approvavano, allora mi girai e ti vidi per la prima volta. Fu diverso da tutte le altre volte in cui avevo “conosciuto” ragazzi in discoteca, non so, scattò qualcosa che ancora non mi so spiegare, ma che tutt’ora mi tormenta. Ci guardammo iniziammo a parlare, e ci baciammo. Un semplice dolce bacio sulle labbra, nulla di speciale ma non so come mi face un effetto stranissimo. Ci scambiammo i numeri e io scappai via come cenerentola, solo che non era mezzanotte e questa non è una favola. La notte non chiusi occhio per l’agitazione, non so forse era da tanto che non provavo qualcosa baciando un ragazzo o forse perché in realtà non avevo mai provato niente. Il giorno dopo fu terribile, trascorsi il tempo guardando il telefono in attesa di un tuo messaggio, che sembrava non dover mai arrivare. Ma arrivò. È inspiegabile la gioia incondizionata che provai in quel momento, solo chi ha amato veramente può capirlo, è come un’esplosione di fuochi d’artificio che ti lacera il petto, ma di un dolore dolce, terribilmente dolce, che quando lo sperimenti per la prima volta sai già che non ne potrai più fare a meno e questo sarà anche la tua rovina.  Non so perché provavo quei sentimenti per uno sconosciuto, ma io credo che infondo il nostro cuore lo sappia già quando ha trovato l’anima gemella, ed io l’avevo trovata.  Iniziò una corrispondenza fittissima, ci scrivevamo ogni momento libero, la notte fino a tardi e il mattino appena aprivamo gli occhi. Una settimana dopo il nostro primo incontro ci ritrovammo. Fu meglio di ogni aspettativa. Era un soleggiato pomeriggio di inizio gennaio, insolitamente caldo per questo periodo dell’anno. Ci eravamo dati appuntamento davanti alla fontana nella piazza del mio paese, ero terribilmente agitata arrivai li 10 minuti in anticipo, ma tu già c’eri, mi fermai a guardarti e ti rigiravi il telefono convulsamente tra le mani e ogni 10 secondi guardavi l’ora, eri dolcissimo. Così ti chiamai e subito ti girasti con un enorme sorriso sul viso, non lo dimenticherò mai quel dannato sorriso che mi aveva rubato il cuore per sempre. E così trascorsi la più bella giornata della mia vita, non riuscivamo a smettere di ridere, era tutto così perfetto. Dopo quel girono continuammo a vederci, sentirci e il nostro amore cresceva giorno dopo girono con noi. Credo sia stato il periodo più bello della mia vita, 11 mesi siamo stati assieme. Ma tutto finisce prima o poi e citando il mio scrittore preferito “le gioie violente hanno violenta fine, muoiono nel loro trionfo come il fuoco e la polvere che si consumano in un bacio”. Mai frase fu più vera. Finì tutto all’improvviso così come era iniziato. Una mattina mi svegliai e non trovai il tuo solito messaggio di buon giorno, mi parve strano ma non ci feci troppo caso, ti scrissi io e tornai a fare le mie cose. Dopo due ore ancora non mi avevi risposto, iniziavo seriamente a preoccuparmi, poco dopo squillò il telefono, eri tu. Ma qualcosa dentro di me mi diceva che non era tutto a posto, così come il cuore riconosce il vero amore al primo sguardo, sa anche riconoscere quando questo si spezza, e in quel momento si stava spezzando. Risposi, la tua voce aveva qualcosa di diverso, mi dicesti che avevi bisogno di parlarmi, se ci saremmo potuti vedere poco dopo, sarebbe passato lui. Così arrivò e  in un solo attimo mi distrusse, disse che ci aveva pensato a lungo e che eravamo troppo giovani per avere un rapporto così serio, che lui non si sentiva pronto, voleva vivere il suoi vent’anni in tutti i sensi e stando con me non poteva, è mi lasciò senza darmi il tempo di dire nulla, un bacio sulla fronte e se ne andò. Che poi io mi chiedo, c’è un’età giusta in cui innamorarsi? Ancora non ho avuto una risposta. Sul momento credetti che stesse scherzando, ma non lo stava affatto facendo. Mi ritrovai nella più totale disperazione mi sentivo persa completamente svuotata dall’interno. Non avevo più voglia di fare nulla, la notte mi addormentavo piangendo il mattino mi svegliavo e trascorrevo la giornata  in un perenne stato di quasi incoscienza, non so spiegarlo era come se il mio corpo vivesse una vita a parte dal mio cervello a da ciò che restava del mio cuore. La mente era abbandonata ad un vortice di pensieri e il cuore si crogiolava nei ricordi. Finché un giorno le mie amiche posero fine a tutto ciò. Erano disperate, non sapevano più cosa fare con me, era come se avessi smesso di vivere, ma loro riuscirono pian piano a riportarmi alla realtà. Faceva terribilmente male, ma almeno provavo ancora qualcosa, anche se era dolore, era pur sempre un sentimento. Così pian piano rincominciai a vivere. Non le ringrazierò mai abbastanza per quello che hanno fatto. Quindi ero li di nuovo pronta ad affrontare ciò che la vita mi poneva davanti, ma non ero più io infondo. Non mi fidavo più di nessuno, la sera ancora mi ritrovavo a piangere riguardando le nostre foto, ma pian piano iniziavo a cancellare le conversazioni, le immagini. Non volevo cancellarti, non mi sembra giusto cancellare un ricordo solo perché fa male, semplicemente ti volevo mettere in un cassettino della memoria lontano che mi permettesse di convivere con il tuo ricordo ma comunque andare avanti, conoscere nuove persone, fare nuove esperienze, insomma: vivere.   

La fine dell’anno era di nuovo vicina e io stavo faticosamente raccogliendo ciò che di me restava, e lo stavo cercando di ri-assemblare. E così pian piano ricominciavo a uscire, e ricominciai anche ad andare a ballare, i ragazzi ci provavano con me, ma era più forte di me non riuscivo a starci, nemmeno per scherzo niente, appena qualcuno si avvicinava lo spostavo immediatamente, la ferita era ancora troppo fresca. Arrivò poi capodanno, solita disperazione per decidere cosa fare, alla fine ci troviamo una casetta in montagna io e qualche amico, c’era solo un piccolo problema su sei altre persone 4 erano fidanzati. La cosa non fu per nulla piacevole, avevo costantemente davanti a me ciò che eravamo, e ciò che avremmo potuto essere e mi era inevitabile continuare a tormentarmi, su cosa stavi facendo in quel momento, se avevi trovato qualcun’altra meglio di me … Qualche settimana dopo capodanno sarebbe stato il nostro anniversario, quel giorno fu terribilmente doloroso, anche perché successe qualcosa che mai mi sarei aspettata accadesse. Stavo facendo la spesa con mia madre al supermercato, ero diretta verso la corsia dei biscotti quand’ecco che ti vidi li, che stavi venendo esattamente dalla mia parte, eri di fronte a me e mi sorridevi. Il mio cuore si fermò, e ricominciò a battere velocemente volevo scappare ma non potevo ormai era troppo tardi, era come se il tempo si fosse fermato, non potei far altro che stare a fissarti sconvolta, e quasi non mi accorsi che ti eri fermato, mi avevi salutato  e mi avevi chiesto come va. Faticosamente ti risposi e restammo li a parlare per un po’, come se fossimo vecchi conoscenti e nulla di più, e poi te ne andasti e capii che in realtà non era cambiato nulla, era stato solo un piccolissimo momento in cui le parche hanno voluto divertirsi un po’ a far incrociare i nostri destini di nuovo, per una frazione di secondo, tanto per farmi soffrire un pochino di più. Uscii distrutta da quell’incontro, ma una domanda continuava a tormentarmi, e lo fa tutt’ora, sarò di nuovo felice? Di quella felicità genuina e spontanea che ti scalda il cuore e ti fa sentire come se nulla ti può far del male.

Il tempo passava e fu così che arrivò l’estate, ciò voleva dire feste e tanto divertimento, o almeno così speravo. Con le mie amiche avevamo deciso di dar inizio alla nostra estate andando a un festival di musica nella nostra città, e li ricordo di essermi divertita tantissimo e per un attimo dopo tanto tempo ero senza pensieri a godermi della bella musica con le migliori persone che io abbia mai incontrato, le mie migliori amiche. Il giorno dopo mi trovai una richiesta d’amicizia su facebook  di un ragazzo, anche piuttosto carino, di un paese vicino al mio, che frequentava la mia stessa scuola. Decisi di accettarlo. La sera mentre ero online quello stesso ragazzo mi scrisse, solite cose ciao, come va bla bla… parlando saltò fori che mi aveva visto il giorno prima al festival e che avrebbe voluto conoscermi, sul momento non sapevo cosa fare non volevo rischiare di essere di nuovo ferita, però non potevo continuare a chiudermi in me stessa, così accettai di uscire con lui. Decidemmo di andare a prendere un gelato assieme il giorno dopo nel mio paesino. Il pomeriggio trascorse benissimo, chiacchierammo di tutto e di più, e mi sentivo veramente a mio agio con lui, era bello parlargli perché ti ascoltava, ed è una caratteristica molto rara da trovare ultimamente. Appena tornata a casa potevo dire di essere finalmente felice. Avevo trascorso un bellissimo pomeriggio senta pensieri mi sentivo libera e pronta a lasciarmi il passato alle spalle. Non volevo prendermi subito e troppo con questo ragazzo, così decisi di vivere al momento, senza starci a pensare. Ma vivevo semplicemente ciò che la vita mi poneva davanti. Ed era bello, ci sentivamo ogni giorno e ci vedevamo abbastanza spesso, visto che comunque eravamo nel mezzo dell’estate e quindi tutti e due avevamo molto tempo. Un giorno mentre tornavamo dal lago eravamo in macchina, e vedevo che mi guardava in modo diverso dal solito, così gli chiesi cosa succedeva, e lui mi spiegò, molto difficilmente, che preferiva che restassimo solo amici, perché eravamo troppo diversi, ma lui si era affezionato molto a me e aveva paura di ferirmi se ci fosse stato qualcos’altro e così preferiva che restassimo amici. Sul momento ci rimasi piuttosto male, perché in fondo in fondo ci speravo un po’ in una relazione, però poi capii che aveva ragione, nemmeno io volevo perderlo. Quindi continuammo a frequentarci e sentirci, l’estate stava finendo ma niente sembrava separaci, anzi tra di noi si stava iniziando ad instaurare un rapporto che stava andando oltre la semplice amicizia … ma come ho detto sopra dovevo spiegare come ho perso la speranza, ecco l’ho persa così … era ferragosto lui mi scrisse gli auguri io gli risposi, ma lui non lo fece. La sera dovevamo vederci, ma non venne all’appuntamento io allora gli scrissi di nuovo ma non mi rispose. Pensai gli fosse successo qualcosa, ma poco dopo pubblicò una foto su facebook mentre era in giro con i suoi amici. È passato più di due mesi, di lui non ho più avuto notizie e non so ancora il perché. Capite perché ormai ho perso la speranza ? credo non sia destino per me essere felice, non appena lo sono un briciolo qualcosa di brutto accade, sempre! Non appena inizio ad affezionarmi veramente ad una persona questa scompare senza dare spiegazioni, io non posso far altro che chiedermi cosa ci sia di sbagliato in me? Posso solo continuare a vivere con la costante paura di perdere le persone a cui tengo, perché io non credo di poter essere felice, il mio destino ha qualcos’altro in serbo per me che non è la felicità, vorrei proprio sapere che cosa sia …    

Un altro fatto era arrivato a sconvolgere la mia vita, la separazione dei miei genitori. Le cose non andavano più bene da molti anni ormai, le tensioni in casa erano altissime, ma nonostante tutto si tirava avanti io cercavo d’ignorare il tutto, passavo la maggior parte del tempo chiusa in camera mia da sola per cercare di evitare tutto. Questo è sempre stato un  mio grandissimo problema, ogni volta che succede qualcosa di brutto mi chiudo in me stessa e non ci penso, o almeno cerco di non pensarci, è come se lo chiudessi fuori di me e facessi finta che non stia realmente succedendo. È un po’ come se vivessi in un mondo a parte, so che è sbagliato ed egoistico, ma è il mio modo di sopravvivere. C’è chi affronta le cose, c’è chi si arrabbia, c’è chi piange, io divento apatica. Non lo faccio apposta è più forte di me, naturalmente se qualcuno ha dei problemi io sono sempre pronta ad aiutarlo, mi riesce benissimo aiutare le persone, il problema è che non riesco ad aiutare me stessa. E così avevo fatto anche con la mia famiglia, ignoravo il tutto, ma la vita mi aveva posto di nuovo davanti un ostacolo insormontabile, e la cosa ormai era diventata insostenibile non potevo più far finta di niente. La mia famiglia era distrutta, niente sarebbe stato più come prima, dovevo accettarlo, punto. Ma non era facile, per niente. Pensare di tornare a casa e non vedere più mio papà o mia mamma, perché ancora non sapevo chi sarebbe rimasto o chi andato, era dura; lo era per me, ma lo era molto di più per la mia sorellina, che da sempre è stata terribilmente sensibile. Lei a differenza di me non si tiene tutto dentro lei si sfoga, e questo l’avrebbe distrutta ne ero certa, ma io ero più a pezzi di lei come potevo aiutarla? Quell’anno avrei avuto anche gli esami di maturità, dovevo ancora scegliere l’università e tutto, era un’utopia pensare al futuro quando il mio presente si stava disfacendo davanti ai miei occhi. Non sapevo che fare, ero persa, ero a dir la verità lo sono tutt’ora. Perché questa situazione è il mio presente e non vi posso dare un lieto fine perché non so se ci sarà, ancora non l’ho vissuto, io me lo auguro ma visto come sta andando non lo so … Questa è la mia storia, nulla di più nulla di meno. Solo la breve storia di una ragazza senza più speranza con il  cuore tenuto assieme da un po’ di colla e scotch che al primo cambiamento è pronto a crollare. Che non ha avuto una vita bellissima fin’ora, ma nemmeno delle peggiori.      

  
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