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Autore: Chordi    20/01/2014    3 recensioni
Dopo la rottura con Kurt, Blaine è disperato. Ha perso la sua presunta anima gemella e non sa che fare. Abita a New York con Sam e Tina e frequenta la NYADA. Il rapporto tra Sam e Blaine si evolverà portandoli oltre l'amicizia, Blaine riuscirà a ricucire la ferita del suo cuore e Sam a capire chi è e a trovare la sua anima gemella. Tina si riavvicinerà ad una persona che pensava di aver dimenticato mentre Finn e Rachel stanno insieme ormai da cinque anni e una notizia scombussolerà la loro tranquilla vita. La storia l'ho ideata e scritta con una mia amica e sarà principalmente incentrata sulla Blam, la nostra OTP. Buona lettura a tutti e spero vi piaccia!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Rachel Berry, Sam Evans, Tina Cohen-Chang, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fu un bacio dolce. Le dita affusolate di Sam sfioravano gentili il viso tremante di Blaine, che nel frattempo aveva cinto le sue braccia attorno alla nuca del biondo, giocherellando nervosamente con due ciocche e spingendolo sempre di più verso il suo corpo. Voleva sentirlo più vicino, sentire il suo odore addosso e imprimerlo per sempre sulla pelle e nel cuore.
Baciare il suo migliore amico era come aveva sempre immaginato nelle fantasie più segrete e profonde, ma il sapore delle labbra lo sorprese: sapeva di buono, di vero, con un retrogusto alla ciliegia, il gusto del burrocacao di Sam.
Dopo qualche minuto si staccarono svogliatamente l'uno dall'altro per riprendere fiato e aprire gli occhi. Blaine si perse in quelle iridi chiare e sussurrò al suo amante a fior di labbra.
“Sei bellissimo”. Sam accennò un sorriso e prima di baciarlo di nuovo gli rispose “Mai quanto te...”.
Il bacio riprese, questa volta meno casto e più passionale. La lingua di Sam s'infilò dolcemente nella bocca del moro, provocando uno scontro di lingue e di denti. Si sentiva talmente sicuro sotto il tocco della lingua di Blaine che poteva quasi sciogliersi, in quell'antro così caldo e accogliente.
Nella camera si sentivano solo i gemiti e i mugolii provenienti dalle bocche dei due ragazzi, con la voglia di avere sempre di più. Improvvisamente, fu come se esistessero solo loro e tutto il resto non importasse. Il mondo era come in stand-by. Erano passati pochi minuti o forse delle ore. Avevano perso la cognizione del tempo. Era tutto talmente perfetto che avrebbero voluto fermare la loro vita lì, a quell'istante, quando sentivano i loro cuori battere all'unisono, i loro respiri farsi sempre più affannati e le loro menti spegnersi completamente.
Una luce spaventosa si fece spazio nella mente di Sam: stava rivivendo la scena a cui aveva dovuto assistere a casa di Santana. I suoi occhi si riempirono di rabbia, delusione e dolore così si ritrasse bruscamente dalla meraviglia seduta tra le sue gambe muscolose. Perché andava a finire sempre in questo modo? Sam aveva rovinato quel romantico momento. Perché Sam rovinava sempre le cose importanti. Ancora un po' scombussolato dall'accaduto, Blaine aprì a fatica gli occhi e ritrovò fissato da un paio di occhi pieni di passione, ma spenti. Sam non dovette neppure parlare perché il moro aveva già capito tutto. Ma non era una novità. Aveva questo potere. O forse Sam non riusciva a camuffare le sue emozioni. Per lo meno quando si trattava di Blaine. Il più basso si alzò e a sua volta fece alzare Sam. Gli prese il mento con l'indice e il pollice della mano sinistra e gli occhi chiari si tuffarono in quelli ambrati. La mano destra invece, si andò a posare sul petto del biondo, andando poi a sistemarsi sul cuore che sentì battere più veloce del normale.
“Ascolta B...”
“No am-Sammy, ascoltami tu. Se fossi un'altra persona ti direi le solite cagate come -Ascolta il tuo cuore- ma non è così. Perché tu hai tutte le ragioni del mondo per essere incazzato con me, fossi in te lo sarei anche io. Per questo motivo ti dico solo che ti aspetto; ti ho aspettato per quasi due anni, non pensare che mi arrenda così facilmente. Buonanotte gigante!” gli disse Blaine ridendo, alzandosi sulle punte per sfiorargli un'ultima volta le enormi labbra. Senza lasciargli il tempo di rispondere, uscì dalla stanza di Sam, quasi correndo. Non sapeva se essere al settimo cielo o sentirsi male. Si sentiva talmente in colpa per quello stupido errore che aveva commesso con Kurt e proprio non riusciva a perdonarselo. Arrivò in camera sua girando l'angolo dopo il bagno e chiuse a chiave la porta. Si appoggiò ad essa con la schiena e si lasciò scivolare giù fino al pavimento freddo. Le sue mani erano attorno al capo massaggiando le tempie, quasi cercando di trovare una ragione plausibile per il suo comportameno. Stava quasi per iniziare ad autocommiserarsi e ripetersi che persona orribile fosse, proprio come era successo un anno e mezzo prima, ma una voce dentro di sé glielo impedì.
Dio, aveva quasi diciannove anni, non poteva comportarsi ancora come un bambino. Si alzò e si diresse verso l'armadio, che aprì senza far rumore, per specchiarsi velocemente e poter notare le sue enormi occhiaie marcate e i capelli senza forma. Certo che Sam aveva proprio avuto un bel coraggio a baciarlo, nonostante il suo aspetto. Si sfilò con delicatezza il vestito elegante tutto stropicciato e lo appese ad un ometto, cercando di togliere più pieghe possibili, con scarsi risultati. Si rifugiò teneramente nel suo adorabile pigiama e si stese sotto le coperte calde; abbracciando il cuscino e immaginandosi Sam al suo fianco cadde tra le braccia di Morfeo con il suo sorriso più smagliante stampato sulle labbra.
Il biondo era rimasto immobile, esattamente come l'aveva lasciato Blaine. Aveva baciato Blaine. Aveva abbracciato e stretto Blaine. Blaine, il suo Blaine. Alle orecchie di Sam, Blaine sembrava la parola più dolce del mondo. Era davvero innamorato di quel piccolo hobbit. Ma se lo amava, perché aveva interrotto il bacio? Perché si era fatto prendere dalla gelosia proprio in quel momento? “Idiota, idiota, idiota! Evans, sei tanto figo quanto idiota.” aveva sussurrato dando delle piccole testate sul muro adiacente alla porta. Aveva così tante domande che gli frullavano per la testa e alle quali avrebbe voluto trovare risposte, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano le labbra morbide del suo...del suo cosa? Come avrebbe dovuto comportarsi il giorno seguente? Alla fine aveva creato lui stesso tutta questa situazione, complicandola come al solito. Era la sua specialità. Complicare le cose.
“Okay Evans, niente panico! Domani ci inventeremo qualcosa.” si fece l'occhiolino guardandosi nell'enorme specchio. Lanciò camicia e pantaloni da qualche parte e si infilò il pigiama con l'orso che gli aveva regalato Blaine il Natale precedente. Si nascose sotto le coperte e proprio come il moro si addormentò abbracciato al cuscino, immaginandoselo accanto.
Il mattino seguente, quando Sam si alzò, era felice. Un'emozione che non provava ormai da tempo. E guardandosi intorno sentì un sorriso ebete farsi spazio sul suo volto. Si trascinò svogliatamente fuori dal letto e si diresse in cucina  sbadigliando sonoramente e trascinando i piedi. Un delizioso profumino aveva occupato il piccolo appartamento newyorkese: Blaine aveva preparato i pancakes. Sam adorava i pancakes. La tavola era una varietà di sciroppi: dalla parte di Sam c'era solo quello d'acero, il suo preferito, mentre dalla parte di Blaine ce n'erano una dozzina, ma alla fine sceglieva sempre quello al cioccolato. Vide il suo hobbit maneggiare con gli sciroppi sulla loro colazione, così decise di andare a salutarlo. Gli si avvicinò con passo felpato e lo abbracciò forte, cingendogli le spalle da dietro. Blaine sobbalzò spaventato, ma quando Sam gli lasciò un piccolo bacio sul collo sembrò rilassarsi, così lo baciò di nuovo, appena dietro l'orecchio, facendolo rabbrividire. Blaine si girò e abbracciò calorosamente Sam, facendogli dei piccoli grattini dietro la schiena, che si trasformarono in solletico facendo ridere i due ragazzi fragorosamente. Si ritrovarono uno di fronte all'altro con le labbra a distanza di un bacio. Sam fece per avvicinarsi, ma Blaine non glielo permise.
“No Sam. Voglio che tu sia sicuro di quello che veramente vuoi” il moro sorrise e gli baciò la guancia, diventata rossa per l'imbarazzo, mostrandogli poi la scritta “Sammy” circondata da un cuore, sui suoi pancakes. Era stato il miglior risveglio di tutta la sua vita.

3 giorni dopo
Erano almeno 10 anni che non nevicava così a Novembre. New York era tutta innevata e offriva un paesaggio davvero meraviglioso, lasciando senza parole persino Blaine.
Quel martedì mattina Sam si era stranamente svegliato presto e, notando il suo coinquilino dormire ancora profondamente, decise di andare a fare la spesa. Indossò i vestiti più pesanti che trovò nel suo armadio, cappotto, guanti, il cappellino nero comprato a Boston un anno prima e uscì dall'appartamento. Si diresse a passo svelto verso il minimarket, non perché distasse molto dalla loro abitazione anzi, ma aveva una brutta sensazione. Si rivelò fondata quando apparve di fronte a lui Elliot. Non aveva mai nutrito una grande simpatia nei suoi confronti, sarà che per colpa sua Blaine ha passato 6 mesi rannicchiato in un angolo della sua camera o per quella sua faccia da insolente, ma essendo un ragazzo educato lo salutò comunque.
“Oh ciao Sam! Non ti avevo riconosciuto così imbacuccato. Come stai?”
“Bene, grazie.Tu? Passerai il Ringraziamento con Kurt presumo...”
“Anche io sto bene ma purtroppo no, lo passerò con i miei in Nebraska. Anche tu tornerai a casa?”
“Ehm, no... sto qui a New York con Blaine.”
“Scusa ma devo proprio scappare. Mi ha fatto piacere incontrarti. Ciao!”
“ Si, anche a me” mentì spudoratamente Sam “ Ciao...” Proseguì sulla sua via e raggiunse il minimarket. Fece la spesa che bastava solo per due persone, visto che Tina non era mai in casa. Pagò alla cassa e si sbrigò a tornare all'appartamento perché stava cominciando a nevicare di nuovo. Entrò in casa senza far rumore e appoggiò le buste della spesa sul tavolo. Sentendo un vociare familiare, si diresse verso la stanza di Blaine. Aprì appena la porta e lo vide che stava parlando con qualcuno su Skype.
“No Blaine, ascoltami. Sam è fatto per stare con te.”
“Rach, prima lo pensavo, ma sono già passati tre giorni e magari...magari non gli interesso. Oppure è tornato da Sebastian, o... Dio, se qualcuno mi sentisse adesso potrei sembrare un pazzo paranoico.” A Sam spuntò un ghigno sul volto. Si, sembrava decisamente un pazzo paranoico.
“Stanotte l'ho persino sognato, o meglio ho sognato cosa sarebbe successo se quella sera non fossi stato con Kurt. Tornavamo a casa insieme dalla cena di Santana entravamo in camera mia e cominciavamo a ballare un lento su “Yesterday”. Poi alle parole “love was such an easy game to play”, smettevamo di ballare, lo guardavo dritto in quei suoi bellissimi occhi chiari, così belli e profondi e...”
“Blainey, stai divagando!”
“ Si scusa Rach, stavo dicendo che lo guardavo dritto negli occhi  e gli ho detto “sai, con Kurt era una cosa semplice l'amore, ma con te voglio che sia passionale e complicato, voglio le litigate e poi fare pace facendo l'amore. Perché io ti amo Sam Evans” e poi ci baciavamo. Ma io dico, Perché sono così stupido?”
Sam fu l'ultima cosa che ascoltò, poi sgattaiolò in cucina. Cazzo, Blaine aveva appena detto che lo amava. “Guarda che l'ha detto nel sogno, razza di idiota!” gli rispose una vocina detro la testa. Ma a lui non importava, perché solo il fatto di sapere che Blaine ricambiava il suo sentimento gli fece quasi mancare l'aria. Si sentì dannatamente stupido per aver dubitato di lui. Doveva farsi perdonare. Decise quindi di utilizzare ancora le sue doti culinarie e gli preparò un pranzetto coi fiocchi .
Erano solo le 12 ma il suo stomaco brontolava. Per fortuna il pollo era già quasi pronto. Bussò piano alla porta della camera di Blaine, chiamando il suo nome, ma visto che non rispondeva, la aprì. Trovò un adorabile Blaine addormentato, con la bocca aperta in una piccola smorfia e il respiro pesante. “Mio Dio, quanto è bello”. Si avvicinò silenziosamente a lui e quando gli fu abbastanza vicino, notò la scritta 'Sam' sul polso sinistro. Un sorriso innamorato e allo stesso tempo imbarazzato si formò sul suo volto e con delicatezza svegliò Blaine.
“Oh Sam... c-che cosa ci fai qui?” chiese, coprendosi istintivamente il polso.
“Volevo solo avvisarti che il pranzo è pronto” rispose Sam, baciandogli teneramente la guancia.
“Di già?”
“Ehy! Allo stomaco non si comanda!”
“Scemo” entrambi i ragazzi risero e si trasferirono in cucina.
Mangiarono in silenzio, ma continuavano a scambiarsi occhiate dolci e, talvolta, maliziose.
“Wow, Sam! Sei davvero un Dio ai fornelli!”
“Si ma il meglio deve ancora venire!” disse il biondo alzandosi e andando ad aprire il frigorifero. Ne tirò fuori una torta fatta tutta di cioccolato e la posò di fronte a Blaine. 'Mi perdoni?' diceva la scritta su quell'opera d'arte. Blaine aveva un'espressione alquanto interrogativa.
“Beh? Qual'è la tua risposta?”
“Ma io realtà non ho capito la domanda... Per cosa dovrei perdonarti?”
“Per non aver fatto nulla in questi tre giorni...”
“Ma tranquillo! Lo sai che mi piace pulire i pavimenti!”
“No B., non mi riferivo a quello, ma al fatto che non ho più parlato di 'noi'. Si perché c'è un 'noi'. In realtà c'è sempre stato, ma avevo paura di mostrare i miei veri sentimenti. Blaine tu per me ci sei sempre stato e fino ad un mese fa era quello che più apprezzavo di te. Ma poi un giorno ti ho guardato. Ti ho guardato veramente e ho capito che senza di te non sarei potuto andare avanti. Non solo sei una persona meravigliosa, sia fisicamente che moralmente intendo, ma sei anche buono. Perché anche se qualcuno ti ferisce riesci a perdonarlo e spero che come hai fatto con Kurt, tu lo faccia anche con me. E scusami se ci sono voluti tre giorni per farmi capire che non posso più fare a meno di te, del tuo profumo, delle tue labbra, del tuo sorriso. Io vorrei davvero provarci con te.”
“Si.”
“Si cosa?”
“Sei perdonato!”
“ Grazie amore!” Sam si avvicinò a Blaine e si baciarono come non avevano mai fatto, sentendosi vivi e carichi di adrenalina come non mai. Il resto del pomeriggio lo passarono accoccolati sul divano, abbracciati a guardare Peter Pan.

Erano ormai le 8 di sera, ma nessuno dei due voleva sciogliere quell'abbraccio che durava da più di cinque ore. Un gorgoglio spezzò quel favoloso silenzio, poi un altro e un altro ancora. Sam e Blaine si guardarono complici e cominciarono a ridere fino ad avere il mal di pancia.
Sentirono la porta aprirsi e si girarono in sintonia per vedere chi fosse.
“Ma guarda un po' chi si rivede! Tina Cohen-Chang!” Sam era davvero sorpreso “Ciao tesoro!”
“Ciao anche a voi ragazzi! Vi sono mancata?”
“A dire il vero no, ma...”
“Evans sei sempre più simpatico!” esclamò Tina mettendo un finto broncio.
“Dai lo sai che scherzo!” disse Sam avvicinandosi a lei per abbracciarla forte.
“Mi macheranno i tuoi abbracci Sammy! E anche il tuo gel Blaine!”
“Cosa cosa?”
“Mi trasferisco...da Mike!”
“Mio Dio sono così felice per te!”
“Grazie B., anche io lo sono!” esclamò la ragazza con gli occhi luminosi.
“Ehm a proposito di buone notizie... io e Freddie, noi abbiamo una...stiamo uscendo insieme” disse Sam con un sorriso a 32 denti, prendendo per una mano Blaine.
“Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio! Ragazzi è la notizia più bella che avreste potuto darmi! Ho sempre tifato per voi due, siete così... diversi, ma così complementari! Mio Dio, mio Dio!”
“Grazie tesoro!”
“Grazie Tina, ma non dirlo a nessuno altrimenti le mie labbra ti uccideranno!”
“Mmh, va bene, come desiderate, ma ora potremmo mangiare? Il cinese diventa uno schifo se no!”
I tre amici risero e poi Blaine, per la prima volta, baciò Sam di fronte a qualcuno.

  
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