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Autore: Lennygne    20/01/2014    0 recensioni
Vi dico in partenza che è la prima volta che scrivo qualcosa del genere. In realtà è una descrizione, uno scorcio della vita di Fiolett.
"Da allora vide solo il buio proveniente dalla foresta, la sua unica via di fuga e di salvezza."
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi dico in partenza che è la prima volta che scrivo qualcosa del genere. Questa storia è nata come una risposta a una domanda su Ask.fm (http://ask.fm/Hopecho/answer/106544779462#_=_) che mi chiedeva di descrivere un personaggio proveniente da un universo fantasy. Poi è finita che mi sono lasciata prendere la mano, e ne è uscito questo. Consigli e critiche ben accetti!


 
La pioggia cadeva piano, anche se era un po' che aveva iniziato. Il bello della pioggia leggera nella foresta è che alcuni punti ne sono soltanto sfiorati; come quelle foglie verdi-violacee di cui non ricordava il nome, con piccolissime gocce, proprio come fosse rugiada, che stanno in perfetto equilibrio mentre le fronde in alto vengono scosse più violentemente. La foresta era una delle più ricche sorgenti di vita, e Fiolett lo sapeva meglio di chiunque altro.
Erano giorni che tremava al freddo, giorni che non toccava cibo né acqua... Né d'altronde nessun'altra cosa oltre la nuda terra, appena sfiorata dalla leggerezza dei suoi piedi. Riusciva ancora a vedere la luce accecante delle torce dei paesani, riusciva ancora a vedere quella ancora più forte dell'odio nei loro occhi. "Strega", "sporca schiava di Belzebù"...
E perché diavolo Fiolett l'aveva fatto? Per quale assurdo motivo lo aveva fatto?
 
Quel tremore nello sguardo di Aerlighted, lo stesso tremore del suo piede che poneva in sù, per fare quello stupidissimo passo avanti.
«Sì, miei cari compaesani, ho avuto a che fare con il demonio, anni e anni or sono. Ma, ve ne prego, non respingetemi; non sono una strega, non ho mai fatto nulla di male al villaggio né a nessun'altra creatura della contea. Mi avete vista crescere e sbocciare, sapete chi sono davvero. È per questo che oggi esco dall'ombra, fratelli miei, riconoscetemi, guardate nella mia anima, e vedrete la mia innocenza!»
«La sua anima l'ha venduta al diavolo in cambio di soldi e sesso, bruciatela, per Dio!»
Non capì mai di chi fosse stata la voce che si levò dalla folla, perché da allora vide solo il buio proveniente dalla foresta, la sua unica via di fuga e di salvezza.
 
Si era quasi appisolata quando sentì i suoi passi sulle erbacce. Riconosceva sempre il suo passo. «Aerl!» gli corse incontro. Ma lui fece per scostarsi, allora lei rallentò, ma non potè evitare di ricadere con delicatezza sul suo petto.
«Cristo Fiolett, sei gelida»
«Sai com'è, c'è umidità tra gli alberi e gli arbusti bagnati»
«Che cos'era quello?»
«Scusami, penso tu sia sconvolto»
«Io come tutto il villaggio»
«Credo di doverti delle spiegazioni... E delle scuse»
«Oh! Ma davvero Fiolett? Dopo anni che ci conosciamo, dopo tutto l'affetto e l'amore che ti ho dato, "credi" di dovermi delle spiegazioni?! Per Dio Fiolett, l'altro ieri ho chiesto la tua mano! E adesso vengo a sapere che ho quasi sposato una strega!»
«Non sono una strega! Non sono... È molto complicato»
«Sono qui per ascoltarti»
«Va bene. Tutti i miei ricordi partono più o meno da quando avevo sei o sette anni. Vivevo nei boschi, mi cibavo di bacche o radici. Sapevo quali mangiare, me lo dicevano le aure»
«Le aure?»
«Sì. Le aure sono come le anime, solo che appartengono alle piante e agli animali. È come se l'anima fosse qualcosa di artificiale secondo il loro punto di vista. Vedono come cerchiamo a più non posso di purificarla, non rendendoci conto che la macchiamo come inchiostro caduto sulla pergamena. Loro possono vedere le altre aure; ma non possono vedere la nostra anima così come gli umani non possono vedere la loro aura, perché l'una non rientra nel "campo di percezione" dell'altra. Per me è come essere un ibrido; è come se la mia fosse per metà anima e per metà aura, e quindi posso vedere entrambe. Forse è per questo che mi sono innamorata di te. Perché la tua anima è cristallina, il male è in essa in una parte così ridicola da far piangere. Sì, scusami, sto divagando, dicevo... A poco a poco mi accorgevo che quelle voci non erano solo nella mia testa, ma provenivano appunto dagli alberi e dagli animali. Mi hanno spiegato che il mio era un dono oscuro, e che non si vedeva gente come me da moltissimi anni, quasi due secoli. Dicevano che in ogni caso la gente di questa zona aveva perso il dono perché aveva corrotto la propria anima con credenze e pregiudizi, ingordigia e avidità»
«Sì ma cosa c'entra il male?»
«Ci sto arrivando. A quanto pare, prima Satana prendeva spesso sembianze fisiche per condannare gli umani ad essere ibridi senza patria e senza appartenenza, a renderli come me. È da questo che siamo... Sono così. Solo che non si rese conto che questo portava alle persone felicità e serenità, invece che ansia e depressione. Questa storia andò avanti per anni, fino a quando un uomo, un Suo "aiutante", dall'animo troppo sporco per essere "maledetto", se ne accorse, e fu corroso ancor più dall'invidia, così Gli fece annullare quello splendido incantesimo, e tutti tornarono del tutto umani e del tutto ignari di quello che avevano passato. Solo ai più anziani Lui lasciò il ricordo di quel dono, o meglio, il ricordo di quanto erano felici quando erano in possesso del dono, così che potessero tramandare il dolore a cui ogni vita è destinata»
«E allora perché tu sei così?»
«Ecco, questo... Non lo so. Ho passato un paio d'anni a vagare e meditare in cerca di risposte, ma non sono arrivate. Ho persino tentato di mettermi in contatto con Lui, ma niente. Gli alberi secolari dicono che Lui non si manifesta da quel terribile evento, e che loro non percepiscono più la Sua influenza. Ma mi hanno anche detto che non può essere stato che Lui a rendermi come sono, e che quando si compì la mia "trasformazione" loro sentirono una fortissima perturbazione nell'Ordine delle cose. Così, dopo un po' pensai di rassegnarmi, e andare verso quel paesino in cima alla collina per tentare di avere una vita normale»
«...»
«...»
«...»
«Mi credi?»
«Non lo so»
«È già qualcosa. Mi aspettavo che andassi via dopo i primi cinque minuti»
«Sono troppo confuso per rischiare di essere all'oscuro della verità»
«Bene...»
«Mi hai detto tutto ciò che c'è da sapere? Su di te intendo»
«Non proprio...»
«Che altro c'è?»
«Ecco... Quelli come me hanno un'altro "potere" oltre a quello di poter leggere le anime e le aure... Possiamo... Posso... Prendermi, appropriarmi della linfa vitale altrui»
«Cosa?!»
«Già, è incredibile. Quand'ero piccola ho ucciso involontariamente molti animali. Ero spaventata, volevo uccidermi, credevo di essere un mostro. Poi le aure mi hanno guidato, mi hanno insegnato l'arte della meditazione e del controllo, e ora posso controllarmi alla perfezione, a mente lucida. Ma se volessi, potrei stringere una zampa di un leone e ridurlo a un gattino indifeso e malridotto, e appropriarmi della sua forza»
«Ma sei sempre stata così pallida e fragile!»
«Perché mi trattenevo! La mia energia derivava soltanto dall'alimentazione e una minima attività fisica, cose che non bastavano affatto a soddisfare i miei bisogni»
«Sembra qualcosa di molto pesante da sopportare»
«Lo è stato. Ma non avrei mai potuto alzare un dito contro chiunque del villaggio. Quando proprio non ce la facevo più agguantavo qualche gatto o altri animali nei dintorni, ma riuscivo ad assorbire pochissima energia, altrimenti avrei rischiato di ucciderli»
«Mi sento stordito... Un momento, ma allora è per questo che quando ti baciavo mi sentivo sempre così esausto?»
«Beh, sì, in quei momenti la mia emotività disinibiva in minima parte il mio controllo, mi dispiace...»
«Sta tranquilla»
«Va bene...»
«...»
«...»
«Mi credi un mostro?»
«No, ma non so cosa pensare»
«Prenditi il tuo tempo»
 
Passarono alcuni minuti senza che nessuno dei due dicesse nulla. Si fece buio, e Aerlighted si alzò. Fiolett non fece in tempo ad allungare una mano per afferrarlo che lui gliela prese e la baciò, portandosela poi in viso, come una dolcissima carezza.
Una sola parola.
«Tornerò»
Fiolett lo guardò dileguarsi tra le sagome degli alberi. Conosceva la sua anima, sapeva che non mentiva. Si addormentò con questo caldo pensiero, circondata da una veglia di aure, con la speranza nel cuore e le lacrime agli occhi.




P.s. Sì, per il potere mi sono ispirata a Rogue. Ma che ci posso fare se è una figata di potere?
 
  
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