Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ___Arwen    20/01/2014    0 recensioni
Kate Foster non è mai stata una brava studentessa, una delle ragazze più popolari della Marbol High.
Non ha mai capito nulla dell'algebra, fisica e chimica, e lo studio, per lei, può benissimo andare a farsi fottere.
La vita di Kate è incasinata, ma lei ha un piano ben preciso. In fin dei conti tutto sembra andar per il verso giusto, almeno fin quando un certo Thomas Waker, non decide di rovinarle i piani.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3' Capitolo.

La mattina seguente, quando mi svegliai, Jack ed io ci trovavamo uno di fronte all'altro.
La luce che filtrava dalle tende, gli illuminava la guancia, le labbra carnose, il naso diritto. I capelli ondulati, spettinati, gli coprivano leggermente la fronte. Dormiva ancora profondamente,ma io non potevo restare altro tempo nel letto, qui, insieme a lui. Dovevo andar via.
Dalla luce che filtrava dalle tende si capiva che era tardi, e quando presi il cellulare, e visualizzai l'ora, ne ebbi la conferma.
Erano le 7:08, ed io dovevo assolutamente muovermi per non entrare in ritardo a scuola. Hai l'interrogazione Kate...
Controvoglia alzai le coperte e scesi dal letto. Guardai un'ultima volta il profilo suo viso.
Jack aveva trentotto anni, un divorzio e un locale alle spalle. Era una brava persona, in effetti, tranne per il suo vizio dell'alcool.
E non era malaccio, dovevo ammetterlo.
Senza ulteriori indugi, uscii velocemente dalla sua camera, così dall'appartamento.
Per fortuna i pullman passavano di lì, e in una decina di minuti, mi trovavo già di fronte alla mia casa dall'aspetto tipicamente londinese con le tegole rosso mattone, e il piccolo cancelletto che permetteva l'entrata nel cortile.
Era una casa davvero carina, erano le persone al suo interno a rovinarla.
Cercai le chiavi, e cercando di far il minimo rumore possibile, inserii queste all'interno della serratura. Inevitabilmente però, questa provocò un rumore tremendo come suo solito. Appena varcai la porta, trovai la peggiore delle sorprese: mia madre, all'impiedi proprio di fronte a me, e Matt. Senza neanche aver il tempo di entrare in casa venni subito assalita da un fiume di domande e accuse.
Senza accorgermene, in un istante mia madre mi schiaffeggiò.
Tutte e cinque le dita mi voltarono il viso verso destra, colorando subito di un rosso acceso la guancia.
Dalla forza del gesto, persi leggermente l'equilibrio, sbattendo lo zigomo contro lo stipite della porta.
-Kate non osare mai più ad uscire di casa alle quattro del pomeriggio, e tornare la mattina del giorno dopo!- urlò mia madre.
-Mi dispiace!- urlai.
-Non hai risposto a nessuna chiamata! Non sapevo dove stavi! Come stavi! Se saresti tornata!- urlò.
-E ora và a lavarti! Devi andare a scuola! Qui non ci resti!-
Si avvicinò pericolosamente, ma non indietreggiai, continuai a guardarla dritta negli occhi.
Mi afferrò per la felpa, e mi tirò verso le scale che portavano di sopra.
In camera mi spogliai velocemente, erano le 7:32, potevo concedermi una doccia veloce per sbollire la rabbia.
Prima Waker, poi mia madre... Non ce la facevo proprio più.
Dopo la doccia, indossai le prime cose trovate nell'armadio: un jeans grigio, strappato su vari punti, una felpa nera a tinta unita, degli stivaletti e una sciarpa nera. Quando ritornai in bagno, per truccarmi, notai che sullo zigomo, adesso si stava per formare un livido.
Non cercai di mascherarlo col trucco, mi dedicai ai miei occhi celesti, fin troppo simili a quelli di Waker, passandoci più volte una linea di eye-liner, mascara e matita. Finalmente pronta per andare a scuola, preparai la borsa ficcandoci dentro più quadernini possibili, ma soprattutto il libro di letteratura.
Prime due ore. Waker. Interrogazione.
Scacciando via subito quel pensiero, guardai l'ora: erano le 7:44.
Dovevo muovermi sennò quello stronzo mi avrebbe messo anche il ritardo.
Dopo aver salutato mia madre e Matt, uscii di casa per recarmi alla fermata.
Di solito impiegavo meno di cinque minuti, e ogni volta riuscivo a prendere il pullman delle 7:50 quasi sempre in ritardo, ma questa volta, per mia sfortuna ovviamente, il pullman ha deciso di passare due minuti prima.
Mi sfrecciò accanto, e io rimasi lì, ferma, a ribollire di rabbia.
La giornata stava proseguendo malissimo, e non ero ancora arrivata a scuola.
Iniziai a correre, se fossi entrata in classe prima delle 8:10, avrei evitato il ritardo.
I polpacci mi facevano male, il cuore batteva a raffica. Dovevo riuscirci.
Guardai velocemente l'ora: erano le 8:03. Sette minuti Kate.
Mi sforzai di non rallentare, dovevo muovermi. Non facevo caso ai passanti che mi guardavano curiosi, me ne fregavo altamente.
Guardai di nuovo l'ora: 8:05. Meno cinque.
Dovevo superare un altro isolato, e poi a dividermi dalla Marbol High ci sarebbe stata solo la stradina che portava fuori il cancello. Sentivo di scoppiare, davvero non ce la facevo più, ma quando in lontananza vidi l'imbocco della stradina, riacquistai la forza necessaria per continuare a correre. All'improvviso sentii il cellulare vibrare: era un messaggio di Mike.
-Waker sta facendo l'appello. Aula 13. Tu dove stai?-
Cazzo. Erano le 8:09, appena scoccate.
Posai il cellulare e ripresi a correre.
Salii le scale che portavano all'ingresso, le quattro rampe di scale salendo gli scalini due a due, e per ultimo il lungo corridoio. Guardai l'ora. 8:13. Bussai, sentii un "avanti" proveniente dall'altro lato ed entrai.
-Buongiorno, scusi il ritardo-
-Buongiorno- rispose Waker.
Stavo per andarmi a sedere vicino a Mike, quando Waker mi bloccò. -Foster ha la giustifica del ritardo?- mi chiese.
-No- risposi in fretta,prendendo fiato. -Ma per un solo minuto? Non può sorvolare questa volta?- chiesi, sedendomi lo stesso.
-Foster, esca e rientri all'inizio della seconda ora.- disse severo, segnandomi il ritardo.
-Ma sto qui! Che senso ha cacciarmi via!-
-Io non la sto cacciando- rispose Waker, con tranquillità. -Ma è entrata in ritardo, non ha la giustifica, e deve uscire.-
-Questo è il colmo!- urlai.
Presi la borsa, ed uscii dalla classe sbattendogli la porta in faccia.
Subito dopo la porta si riaprì. Waker, furioso mi guardava dirtto negli occhi.
-Andiamo dalla vicepreside! Ora!-
Mi afferrò il polso, e mi strattonò verso di lui. -So dove si trova!- ringhiai, liberandomi dalla stretta.
-Bene!- rispose.
-Bene.- dissi io.
Rimanemmo a lungo in silenzio, poi a d'un tratto, iniziò a parlare.
-Foster, che ha fatto alla guancia?- mi chiese sospettoso.
-Niente- risposi in fretta.
-Ha dato a pugni? Non mi stupirei del tutto, visto il suo carattere- disse, sforzandosi a non ridere.
-Perchè, vogliamo parlare del suo di carattere?- risposi facendogli l'occhiolino. -E comunque no, non faccio a pugni. Non è nel mio stile.- -Giustamente, lei è una ragazza così fine, educata, studiosa. E' normale che non faccia a pugni. Non è proprio nel suo stile.- rispose, facendo lui l'occhiolino. Sbuffai e continuai a camminare in silenzio.
Poi, all'improvviso, mi venne in mente tutto il casino di ieri: il rapporto, la Brown, e la sua bugia. Sapevo come difermi.
-Posso anche non essere studiosa, educata o fine, ma di sicuro non sono una bugiarda.- dissi, bloccandogli la strada.
Mi piazzai proprio di fronte a lui, acquistai un altro po' di coraggio, e continuai.
-E giá che ci siamo, mi può dire perchè l'ha fatto?!- ringhiai.
Lui mi guardava divertito, anzi, stupito.
-Non è fine, educata e studiosa, non è bugiarda, ma ha coraggio da vendere- rispose Waker, sorridendo. -Un punto per lei, Foster- disse facendo finta di alzarsi il cappello. -Comunque per ripicca, lo ammetto-
-Ah, grazie- risposi, sorridendo alzando un solo angolo della bocca. Che stronzo...
Restammo ancora in silenzio, e quando arrivammo fuori la vicepresidenza, Waker si bloccò, e si appoggiò contro il muro.
-So che me ne pentirò, ma...- disse Waker, guardandomi.
I suoi occhi celesti mi fissavano, e per una volta, non riuscivo a distrogliere lo sguardo.
-Torniamo in classe, per questa volta chiudo un occhio-
Sorrisi, e mi avvicinai a lui, vittoriosa.
-Ma allora anche lei ha un cuore prof?-
-Sembra di si- disse facendo spallucce. -Dai, in classe. Devo interrogarla-
Mi fermai di colpo, guardandolo camminare verso l'aula 13. Non hai un cuore, no.
-No prof!- dissi lamentandomi.
Waker si fermò, portandosi le mani al viso. -Lei mi farà impazzire, ne sono certo. Dai su, cammini- incrociò le braccia al petto, e aspettò che arrivassi al suo fianco, prima di camminare di nuovo. Gli andai vicino senza far storie.
-A volte ubbediente- disse Waker. Lo guardai con un sopracciglio alzato. -Cosa?-
-Un'altra caratteristica da aggiungere alla sua lista: a volte ubbediente- disse ridacchiando.
-A volte- risposi io.

Rimanemmo ancora in silenzio, e quando arrivammo fuori la porta, Waker fece entrare prima me, e poi entrò lui. Chiuse la porta e si sedette sulla cattedra. -Allora, prima di spiegare, c'è qualcuno che vuole essere interrogato?-
Disse, ovviamente guardando me.
-Io prof.- rispose Olly.
Waker si girò verso di lei, e la guardò sospettoso. -Evans lei ha già l'interrogazione-
-Si lo so, ma vorrei alzare il voto-
-Per questa volta no. Quando tutti avranno almeno un voto, lei potrà essere di nuovo interrogata.- rispose, prendendo il suo registro.
-Senza interrogazione abbiamo Jessica Blake, Kim Donwar, Kate Foster, Mike Moore e Robert Werlon. Togliendo Blake e Werlon perchè sono assenti, fra di voi che vuol essere ingerrogato?-
-Prof. io per oggi non sono preparata, ma per la settimana prossima mi preparo- disse in fretta Kim.
-Allora le metto un punto, se per lunedì prossimo non è pronta diventerà un due- disse severo.
A lei gli da una seconda possibilità? Quando a me, ha sempre e solo messo due?! Lo odio.
-Va bene prof- rispose Kim.
Togliendo Kim, Jessica e Robert, eravamo rimasti solo in due. Io e Mike, l'accoppiata vincente.
-Foster e Moore, perfetto- disse Waker.
Mi girai verso Mike.
-Hai studiato?- sussurrai, cercando di non farmi sentire. -Più o meno-
-Dai Moore- l'incitò il prof.
Mike iniziò a parlare, spiegando la politica di Henry VIII, parlò di Thomas More, Bloody Mary e dei Tudor.
Spesso balbettava, ma sapeva spiegarsi, gli disse tutti gli argomenti che costituivano la ripetizione, poi,quando doveva dire solo l'argomento del giorno, si fermò. -Ho studiato fin qui. Questa era la ripetizione e non sono riuscito a far altro.- disse Mike, scompigliandosi i capelli con la mano destra. Un gesto che faceva spesso quando era nervoso.
Il prof. stranamente sorrise.
Ma solo con me deve essere stronzo?!
-Moore non ti preoccupare, porterai l'argomento del giorno più il nuovo, la prossima volta.-
-Grazie prof.- rispose Mike, sorridendogli.
Era il colmo.
Dal nervosismo strinsi i pugni, sentendo le unghie nei palmi delle mani. Non poteva aver dato seconde occasioni agli altri, e mai a me. 
-E ora tocca a lei, Foster-
-Ok- dissi, fulminandolo con lo sguardo.
Non sapevo contenere la rabbia: ecco un'altra mia caratteristica.
Mike mi posizionò il libro a pagina 373. Guardavo quei paragrafi, quelle scritte, e non sapevo proprio dove incominciare.
Sentii Mike suggerirmi la prima parola per iniziare, ma non mi veniva in mente niente. Abbassai lo sguardo, piantai gli occhi sul libro, e provai a dir le cose tali e quali a come stavano scritte, ma il prof. se ne accorse e mi fermò.
-A parole sue- disse in frettà. -E chiuda il libro-
Controvoglia feci come ordinato. Adesso non sapevo più cosa dire.
-Allora?- -Niente, non ho studiato- dissi in fretta. -Non so cosa dire-
-Due- disse Waker.
Tutto qui. Ovviamente io ero l'unica sfigata a cui non avrebbe mai dato una seconda possibilità, messo prima un puntino a matita.
Direttamente un due. Strinsi ancora più forte i pugni, e mi limitai a star in silenzio.
-Allora, a questo punto, saltiamo un paio di pagine, e arriviamo direttamente a Shakespeare.-

Il prof. si sedette dietro la cattedra, e iniziò a spiegare dal libro, fece leggere ad Olly, e continuò a spiegare paragrafo per paragrafo, per fortuna senza mai voltarsi verso di me. Non lo stavo ascoltando, per niente: ero troppo arrabbiata, nervosa, infastidita.
Ma dovevo affrontarlo, avevo deciso.
Quando suonò la campanella, mi rivolsi al mio compagno di banco. -Mike, inizia a pensare a quel piano. Ti raggiungo in aula 15 fra un attimo- Mike mi fece l'occhiolino, e mentre lui e quasi tutti gli altri uscivano, io mi avvicinai verso Waker, che in quel momento stava parlando con Olly e mi dava le spalle. Feci cadere la borsa sulla cattedra, provocando un tonfo che attirò la loro attenzione.
-Si, Foster?- chiese Waker, con un tono di voce odioso, come se non avesse per niente voglia di ascoltarmi.
-Devo parlarle- dissi, incrociando le braccia.
-Evans, mi deve scusare-
-Non si preoccupi prof-
Olly se ne andò, e rimasti soli, Waker puntò i suoi occhi azzurri nei miei, ed incrociò le braccia al petto. -Allora?- chiese scocciato.
-Io non ce la faccio più- dissi in fretta, sedendomi sulla cattedra. Lui scoppiò a ridere. -Come?!- rise ancora.
-Ha capito bene- dissi scocciata.
Waker alzò un sopracciglio, in attesa di una spiegazione.
-Lei ha dato a tutti una seconda possibilità. Kim era impreparata, eppure non le ha messo il due. Mike non le ha detto tutto e può terminare l'interrogazione la prossima volta. Invece a me direttamente un due, lei è uno..- mi bloccai, stavo per dirgli stronzo, quindi mi corressi. -É ingiusto- Waker ridacchiò. -Foster, guardi-
Aprì il suo registro, e lo posò sulle mie gambe. Con l'indice destro, m'indicò il mio nome, e proseguendo lungo la linea, mi fece vedere la sfilza di puntini e di due che avevo raccolto.
-Prima di un due, c'è sempre un puntino. Le ho sempre dato un'opportunità per non beccarsi un due. Oggi le ho messo direttamente un due, perchè ieri le ho messo un puntino. Foster, una seconda possibilità l'ho sempre data anche a lei.- disse, chiudendo il registro.
Rimasi in silenzio, e scesi dalla cattedra.
Raccolsi la borsa, ed uscii dalla classe con Waker a mio seguito. -Non parla più?- chiese vittorioso.
Ruotai gli occhi. -Scusi- dissi infine.
Waker ridacchiò, e scosse la testa.
-Ahh.. Foster, lei davvero mi farà impazzire. E ora và in classe non voglio che un altro professore venga a lamentarsi con me dei suoi ritardi!- disse ridendo, scuotendo la testa.
-Guardi che ho avuto quel ritardo e il rapporto per colpa sua! Se lei non mi avesse intrattenuta fuori l'aula 13, questo non sarebbe successo!- risposi, incrociando le braccia al petto.
-Sempre a dare la colpa agli altri lei?- rispose Waker, ridacchiando, allontanandosi verso sinistra. Sbuffai, andando nella direzione opposta.

Quando arrivai in classe, la professoressa di chimica non era ancora arrivata.
-Kate, devi far di tutto per fargli avere voglia di sbatterti nei corridoi.- disse serio, all'improvviso.
-Cosa?!- scoppiai a ridere.
-Si Kate, ed io cercherò di farvi scoprire da qualcuno così Waker passerá per un fottutissimo depravato e ti lascerà stare-
-No Mike, così è troppo.- risposi, prendendo dallo zaino il libro di chimica.
-Kate è perfetto!- rispose Mike.
-Ho cambiato idea- sussurrai.
-E perchè?- chiese lui.
Feci spallucce, sorridendo senza un apparente motivo. 
Mike con i suoi occhi color nocciola mi guardava sospettoso. Alla fine scosse la testa, e ridacchiò.
Non parlammo più dell'argomento, ma quando uscimmo dall'aula 13 per andare nel laboratorio di arte, e vedemmo Waker bere il caffè infondo al corridoio, Mike mi strattonò vicino a lui, e sorrise malizioso.
-Ok, non vuoi farlo passare per un depravato, ma divertiamoci un po'!-
Incrociai le braccia al petto, e guardai Mike con un sopracciglio alzato.
-Ma che intenzioni hai?-
Mike scoppiò a ridere, e posò il suo bracciò sulle mie spalle. -Vieni qua che te lo spiego...

Iniziammo a camminare abbracciati, ma più che camminare, io mi lasciavo trasportare da Mike come un sacco di patate.
Strinsi la sua felpa nelle mani, attirandolo a me per fargli il solletico. La sua risata si diffuse velocemente nel corridoio, e di sicuro attirò l'attenzione di Waker. -Kate no! Lo sai che non lo sopporto!- rispose lui, ridendo.
Intanto continuavamo a camminare, senza accorgerci che pian piano, ci stavamo avvicinando sempre più a Waker.
-Adesso me la paghi-
Mike si vendicò infliggendomi la stessa tortura, e per liberarmi, mi staccai da lui, velocemente.
Di spalle, però non mi accorsi di essere andata a sbattere proprio contro Waker.
Mi girai ancora ridendo, ma quando incontrai quei suoi arrabbiati, smisi di ridere in un attimo.
Gli guardai il petto, e scoprii che adesso sul tessuto bianco della camicia, regnava una grande chiazza di caffè. Scoppiai a ridere.
-Prof. mi creda, non l'ho fatto apposta!-
-Foster se non smette di ridere all'istante, giuro che le metto due. Ma guardi che ha combinato!- urlò, camminando molto probabilmente verso il bagno. Cercai di non ridere più, iniziai a correre per superarlo e mi piantai di fronte a lui che si bloccò all'istante.
-Guardi, ho smesso di ridere. E non si preoccupi, le pagherò la lavanderia- dissi seria.
-Ah, gentile, davvero- disse senza calcolarmi più di tanto.
Mi sorpassò di nuovo, ed entrò nel bagno dei professori del secondo piano. Mi appoggiai contro lo stipite della porta, con le braccia incrociate e rimasi a guardarlo mentre davanti allo specchio, cercava di levare la macchia con l'acqua.
-Non credo che funzioni-
-Lei ha un'idea migliore?- disse Waker, guardandomi dallo specchio.
-No, in effetti- dissi infine.
-Ecco, quindi mi lasci tentare- disse Waker con un tono di voce odioso.
Ruotai gli occhi, e ripresi a guardarlo. Oggi indossava la camicia bianca con una giacca grigia sopra, un jeans scuro e delle scarpe nere. I capelli ondulati, scuri, tirati indietro e gli occhi celesti chiaro, che adesso stavano cercando in tutti i modi di vedere dove stavano altre macchioline di caffè. Era alto, robusto ma non troppo. Assomigliava parecchio a Jack ma tranne per gli occhi: quelli di Jack erano di un castano scuro.
-Niente, ci rinuncio- disse Waker alla fine, riportandomi alla realtà.
-Ho un'idea- gli dissi. -Si chiuda la giacca, no?-
-Ma è a tre bottoni, non copre del tutto- rispose lui. Ruotai gli occhi e mi avvicinai a lui.
Mi tolsi la sciarpa nera che avevo al collo, e gliela porsi. -Provi- dissi sorridendo.
Lui se la girò più volte al collo, e lasciò la fine senza arrotolarla, per coprire la macchia.
-Poi, se si chiude un po'..-
-Se chiudesse- mi corresse Waker.
Ruotai gli occhi e sbuffai.-Se chiudesse la giacca, sarebbe meglio- dissi incrociando le braccia.
Lui fece come consigliato, e la macchia sparì. Sorrisi vittoriosa.
-Grazie, Foster-
-Non c'è di che!- risposi io.
Uscimmo dal bagno e ritornammo indietro.
-La sciarpa gliela riporterò domani, non si preoccupi-
-Va bene, e scusi ancora- dissi senza riuscire a trattenere una risatina.
Lui ruotò gli occhi, e ci separammo di nuovo.

Prima di entrare nel laboratorio, controllai in giro se ci fosse Mike, ed infatti, lo trovai fuori un bagno poco distante.
Appena mi vede scoppiò a ridere, ed io con lui. -Che figura di merda!- dicemmo insieme, ridendo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ___Arwen