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Autore: maryaelsa    20/01/2014    0 recensioni
''Io sono quella che esclama parole a caso e lo trova divertente. Sono quella che sputa fuori tutto quello che gli passa per la mente, lasciando sbigottiti gli altri. Sono io, quella che parlando di amicizia, si riferisce ai protagonisti dei suoi libri preferiti. Sono quel tipo di ragazza, che un secondo salta e urla e l'attimo dopo, è rannicchiata in un angolo a piangere. Sono quella "strana", che è stanca di vergognarsi di esserlo.''
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Iniziai a vomitare le mie paure, le mie emozioni, i miei pensieri mentre tenevo i miei capelli fermi di lato con una mano e mi appoggiavo con l’altra al gabinetto. Non riuscivo a pensare a nient’altro che all’odio per la mia vita, al dolore che ho provato fin da quando sono nata, al fatto che non sarei  mai stata normale come le altre ragazze.
Quando ebbi finito di vomitare tutto quello che riguardava i miei sentimenti, mi accasciai per terra col mal di testa appoggiandomi al muro freddo e umido del lurido, piccolo bagno di casa mia, a Londra e asciugai sui miei vestiti l’indice e il medio, messi in gola precedentemente per poter rimettere la cena di quella sera.
Rimasi in quella posizione per circa qualche minuto fino a che non sentii la voce di mia madre chiamarmi dalla cucina. Non mi sforzai nemmeno di rispondere, tanto sarebbe stato inutile.
Mi alzai dal pavimento con mala voglia cercando di tirare su il mio debole corpo e di  evitare il mio viso riflesso sullo specchio davanti a me per non provare senso di disgusto.
Uscii dal bagno tenendo lo sguardo rivolto verso il basso e scesi le scale dell’ appartamento per raggiungere mia madre e capire cosa avesse da dirmi.
<> queste furono le parole di mia madre appena entrai in cucina.
<< Si. >> risposi con voce flebile sempre con lo sguardo rivolto verso il basso.
<< Che hai? >> mi chiese lei con voce preoccupata.
Non risposi, non pensavo ce ne fosse bisogno, e non ero completamente sicura di cosa volessi dire.
Mia madre si avvicinò e un’ondata di profumo mi travolse appena mi abbracciò: due lunghe braccia avvolsero il mio debole corpo e io affondai la faccia su quei lunghi e morbidi capelli, lisci come seta, sperando che quel momento sarebbe durato per sempre.
Mi staccai un momento per controllare che tutto fosse reale, dato che era raro ricevere un abbraccio da mia madre per la mancanza di tempo che il lavoro le sottraeva.
La guardai in quegli occhi verdi e lucidi pieni di preoccupazione nei miei confronti e quasi mi intenerirono.
<< Tesoro, lo so che affrontare tutto questo è molto difficile per te, ma vedrai che le cose cambieranno. Quando ci saremo trasferite la casa in cui abiteremo sarà più grande e io avrò più tempo per stare con te e … vedrai che l’America non è poi così lontana come sembra. Potrai rifarti nuovi amici e.. >> s’interruppe appena notò che non la stavo ascoltando e ne rimase un po’ delusa.
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi bisognosi di aiuto.. forse era più difficile per lei che per me. Io a Londra non avevo amici, non avevo nessuno di importante di cui avrei sentito veramente la mancanza.. ma mia madre stava lasciando la sua vita qui. Lei aveva tante persone che le volevano bene e che tenevano a lei, come le colleghe d’ufficio con cui usciva ogni sabato sera al ristorante lasciandomi sola a casa a guardare la tv o a leggere un libro. C’erano anche le amiche che aveva conosciuto un anno fa in palestra e gli istruttori con cui ogni tanto la vedevo flirtare; e poi.. c’era papà, con cui in un certo senso anche dopo il divorzio era ancora legata, anche se lui non ci parlava da mesi, si era risposato e aveva avuto una bambina.
Restai a guardarla per qualche secondo, poi l’abbracciai così forte che quasi le mozzai il fiato e come cigliegina sulla torta le diedi un bacetto sulla guancia in segno di conforto, per farle capire che io c’ero anche se raramente lei c’era per me.
Mi staccai da mia madre e cercai di farle un sorriso più che convincente per farle capire che io stavo bene.
<< Vado a finire i bagagli >>  dissi successivamente uscendo dalla cucina.
Salii in camera mia per mettere a posto le valigie, anche se non c’era molto da fare, non avevo molte cose: oltre alle mie lamette, i miei antidepressivi, il mio libro e il mio ipod con la playlist piena di canzoni di lana del rey non c’era altro di importante.
Mi distesi sul letto a pancia in su e il sonno prese il sopravvento. Non potevo far altro che guardare il soffitto e piano piano addormentarmi mentre la luce del giorno si faceva sempre più debole fino a che non si fece tutto buio.
 
***
 
*l’ aereo del volo Londra-New York partirà alle 10.20*
La voce dell’altoparlante mi risvegliò dai miei pensieri mentre osservavo mia madre fare il check-in. Distrattamente controllai l’ora: le 9.50.
Abbassai lo sguardo stanca e la visione delle mie amate All-Star stranamente di fece accennare un sorriso che sparì amaramente quando mia madre arrivò a risvegliare i miei pensieri.
<< Che bello, un sorriso. E’ il primo che fai questa mattina. >> mi disse lei mentre sistemava i documenti nella borsa. Non risposi, non era solito farlo.
<< Ho fame >> dissi solamente. Mi guardò stranita dalla mia risposta ma subito si riprese.
<< Hai fame? O-ok. Ho visto un bar all’angolo, così ci prendiamo qualcosa.>> mi disse lei mentre prese i suoi bagagli. Io presi il mio e insieme ci dirigemmo al bar. Era molto affollato ma un posto riuscimmo a trovarlo comunque.
<< Cosa vuoi che ti prenda?>> chiesi a mia madre mentre si sistemava i capelli disordinati.
<< Una spremuta d’arancia e una brioche semplice, ecco i soldi.>> mie diede in mano 20 sterline e mi alzai per andare al bancone del bar. Mi misi in fila ad aspettare il mio turno mentre intanto controllavo l’ora sul cellulare: le 9.50.
Feci un passo avanti, intanto rimisi il telefono nella borsa e i miei lunghi capelli castani mi si posarono davanti agli occhi oscurandomi la vista. Non feci in tempo ad alzare lo sguardo che qualcuno mi venne addosso imbrattandomi la felpa dello zucchero a velo presente sulla superficie della brioche che ‘’l’aggressore’’ aveva in mano. Persi l’equilibro e quasi caddi a terra se non mi fossi aggrappata a  un tavolino vicino a me. Mi rialzai in piedi completamente mentre imprecavo nella mia mente e cercai di ripulirmi della polverina bianca sulla mia felpa preferita anche se peggiorai solo le cose.
<< Merda, che schifo. >> dissi guardandomi intorno in cerca di un tovagliolino, ma l’unica cosa che vidi davanti a me fu il ragazzo con il mano la brioche che mi era assalito.
<> disse lui prendendomi per il polso prima che io potessi protestare o dire qualcosa di sensato. La sua stretta era forte e iniziai a sentire una fitta al polso, fino a che non liberò la presa, e il dolore piano piano svanì.
Mi massaggiai il polso mentre la confusione e un senso di rabbia si fecero più forti dentro di me.
Vidi la figura del ragazzo spostarsi verso la sua borsa e prendere delle salviettine umide.
<< Tieni, queste puliscono di più.. ehm, mi dispiace, non l’ho fatto apposta, ero di fretta e non ti ho visto.>> mi disse lui porgendomi le salviettine. Lo guardai senza dire niente, ero troppo concentrata a perdermi nel blu mare dei suoi occhi, annegando in quel colore intenso. Lo inspezionai in tutto e per tutto senza tralasciare un dettaglio.  Aveva capelli castano chiaro, con qualche ciocca bionda che gli ricadeva su quel viso perfetto e labbra carnose addobbate da un anellino sul lato del labbro inferiore.
<< Ehi, ti senti bene? >> la voce del ragazzo mi riportò alla vita reale e subito mi ripresi: << S-si, sto bene.. credo.>> risposi senza pensarci.
<< Ok.. le salviettine, le prendi o..>> mi chiese lui e mi accorsi che aveva le salviettine ancora in mano e me le stava porgendo.
<< Oh.. ehm si, certo.. grazie. >> risposi io prendendo in mano il fazzolettino umido e cercai di ripulirmi un po’ dalla polverina bianca, ma ancora una volta peggiorai le cose sporcando la felpa sempre di più.
<< Aspetta, >> disse lui << Dammi, ti aiuto io >> mi prese la salviettina dalla mano e iniziò a strofinare più delicatamente ripulendomi del tutto, mentre io, durante tutto questo, non facevo altro che guardare le sue splendide labbra e pensare a quanto doveva essere bello poterle baciare. Ma che stavo dicendo? Non lo conoscevo nemmeno. Mi ritrassi facendo un passo indietro e quasi inciampai nella valigia che c’era dietro di me, ma lui allarmato mi riprese per il polso con una mano, mentre l’altra l’appoggiò dietro la mia schiena per sostenermi. Con un colpo deciso mi tiro su e in un  attimo ci ritrovammo con i corpi distanti poco più di un centimetro e il mio naso quasi sfiorò l’anellino che aveva sul labbro inferiore della bocca. Non riuscivo più a pensare a qualcosa di sensato, il pizzicore all’altezza dei seni si faceva sempre più forte e dovetti staccarmi dal lui confusa per non peggiorare la situazione.
<< Ehm scusa.. cioè grazie, cioè.. >> presi una pausa facendo un respiro profondo per cercare di calmarmi, poi vidi accennarsi un sorriso sul suo viso, allora mi tranquillizzai.
<< Sono Lilith >> gli dissi, porgendogli goffamente la mano che lui subito strinse.
<< Sono Josh >> rispose lui e un fuoco dentro di me si accese. Non mi ero mai sentita così con nessuno.. un’emozione tutta nuova. Rimanemmo con le mani strette l’una all’altra a guardarci negli occhi per qualche secondo, che a me sembrò un’eternità. Mi ripresi dal mio stato di trans quando sentii la voce di mia madre chiamarmi dal tavolo in cui era. Mi ritrassi e girai la testa per controllare mia mamma, se fosse tutto a posto.
<< Ehm.. scusa, mi sa che devo proprio andare.>> dissi, un po’ imbarazzata.
<< Figurati, cioè, anche io devo andare o l’aereo partirà senza di me>> disse accennando un sorriso.
<< Si certo.. allora ciao >> dissi salutandolo timidamente con la mano e andare verso il tavolo di mia madre.
<< Ciao. >> lo sentii rispondere insieme al brusio delle altre voci della gente.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao, spero veramente che il capitolo vi sia piaciuto e che mi seguiate durante il corso della storia. Se volete recensite :)
  
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