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Autore: Alexiel94    20/01/2014    5 recensioni
[Long di tre capitoli]
[Presenza di Shoujo-ai]
[Falkner/Whitney/Jasmine]
"Allora, ricapitoliamo. Nessuno di noi tre ricorda cos'è successo stanotte. Sappiamo però per certo che siamo dall'altra parte di Johto e che mi sono svegliata nuda nello stesso letto di Whitney. Inoltre c'è un Tauros furioso nel bagno e Falkner è disperso. Bene. Andiamo davvero bene."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Angelo, Valerio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Capitolo 3 - Fuori dall'universo



 

Jasmine non si rese quasi conto di essere ormai arrivata a Cianwood City, la rabbia e il dolore che provava erano tali da averla spinta a scappare via, non aveva importanza verso dove. Marciava quasi, preda delle sue emozioni, mentre sentiva gli occhi bruciarle.
Non devo cedere, si disse, non piangerò per lei. No. 
-Jasmine!- sentì chiamare alle sue spalle, ma non si voltò.
Non cedere.
Continuò per la sua strada, diretta al molo. Tornare a Olivine e cercare di dimenticare quella situazione era la cosa migliore che le passò per la mente. Sarebbe stato bellissimo non pensare più a Whtney e alla proposta di fidanzamento - mai ricevuta ma comunque esistente nel cuore dei due fidanzati. Quando avrebbero trovato Falkner le avrebbe detto ciò che a causa dell'incidente al Natu Viola non era riuscito a fare e ben presto avrebbero annunciato anche agli altri Capoalestra la data dell'imminente matrimonio.
Non cedere
Ecco come sarebbe finita: Whitney avrebbe passato la vita felice con l'uomo che amava, mentre lei sarebbe rimasta a struggersi per non essere l'oggetto del suo amore. Non era giusto, ma in fondo cosa lo era?
La cosa importante sarebbe stato farsene una ragione. Non ora, certo. Al momento la passione era troppo travolgente per pensare di sfuggirle e guardare la situazione con razionalità. Col tempo magari sarebbe riuscita a fare consumare tutto il fuoco che aveva dentro per poter camminare sulle ceneri senza scottarsi.
Non cedere.
Accelerò ancora il passo. Alle sue spalle due voci continuavano ancora a chiamarla, ma Jasmine le ignorò completamente. 
Fu solo quando sentì una mano afferrarle il braccio e strattonarlo che si voltò con ira per scoprire di avere davanti a sè la causa dei suoi tormenti.
-Si può sapere cosa ti prende?!- le chiese Whitney.
La castana però non rispose alla domanda. Resa egoista dal dolore le chiese l'unica cosa che le interessava.
-Hai intenzione di accettare la proposta di matrimonio?-.
La Capopalestra di Goldenrod la guardò stranita.
-Che ti importa?- le chiese freddamente.
Non cedere...
-Mi importa invece!- urlò, noncurante di attirare l'attenzione di vari passanti. -Perchè io ti amo!-.
Il suo proposito doveva essere fallito, in quanto sentiva le lacrime scorrerle sulle guance.  
Whitney la guardava con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta, incapace di proferire parola. La dichiarazione l'aveva sconvolta e non riuscì a fare altro che non fosse stare in silenzio. Si sentiva totalmente bloccata, incapace di agire. 
Tremava leggermente e pensò fosse meglio stroncare subito i sentimenti dell'amica piuttosto che illuderla.
-Io non provo nulla per te. Lasciarmi in pace-.
Per la seconda volta Jasmine sentì come una coltellata colpirle il cuore. Stavolta però sentì anche come se l'altra ragazza avesse gettato della benzina sulle fiamme della sua rabbia. Si asciugò le lacrime con fare sbrigativo e prese una Pokéball. 
Whitney, intuendo le sue intenzioni, si affrettò a prendere a sua volta una sfera Poké e a lanciarla mentre la Capopalestra di Olivine faceva lo stesso.
-Steelix, Codacciaio!- ordinò Jasmine.
-Miltank, spostati!- fu la contromossa di Whitney, convinta che l'avversaria puntasse al suo Pokémon. Scoprì amaramente però di essere lei stessa il bersaglio dell'attacco giusto in tempo per buttarsi di lato e lasciare che il potente Steelix colpisse l'edificio dietro di lei. 
-Sei impazzita?!- urlò. 
Jasmine non diede segno di averla ascoltata. Aveva uno sguardo folle, nel quale ardevano diverse emozioni. 
La Capopalestra di Goldenrod si rialzò subito, temendo che in quello stato d'animo l'amica potesse approfittare del momento per infierire.
-Ancora Codacciaio-.
-Rotolamento!-. 
Miltank rotolò a tutta potenza verso il Pokémon d'acciaio, intercettando il suo attacco. Dopo pochi attimi di collisione entrambi gli avversari si respinsero a vicenda, tornando a scrutarsi torvo. 
Whitney approfittò del momentaneo attimo di pausa per tentare di fare rinsavire l'altra.
-Calmati Jasmine, non è successo nulla-.
Capì di aver detto la cosa sbagliata quando venne fulminata da uno sguardo dell'amica. Non riconosceva la timida e gentile Jasmine che tutti conoscevano, vedeva solo una ragazza pronta a ferirla con ogni mezzo.
-Non è successo nulla?!- gridò la castana. 
Fece un movimento con il braccio, che diede ordine a un nuovo attacco di Steelix. La Capopalestra di Goldenrod, aspettandosi una mossa del genere, ordinò a Miltank di schivare l'attacco mentre lei stessa si accingeva a farlo. 
-Come puoi essere così fottutamente egoista?!- proseguì Jasmine. 
Whitney però fu troppo lenta a spostarsi e venne avvolta nelle spire dell'enorme serpente d'acciaio. Si sentì stringere sino a provare un forte dolore al torace e a sentirsi quasi senza respiro, mentre quello sguardo folle non abbandonava l'altra ragazza. Col poco fiato che le rimaneva ordinò -Pestone-.
Un'imprecazione decisamente poco femminile le fece intuire che l'amica doveva essersi spostata in extremis dall'attacco di Miltank, con la conseguenza che Steelix allentò la presa, preoccupato per l'Allenatrice. La Capopalestra ne approfittò per sgusciare via dalla sua presa e riprendere il fiato con grossi respiri. Le due ragazze si lanciarono un ultimo sguardo truce, pronte per quello che ognuna pensava essere l'attacco decisivo. 
-Ferme!- gridò una voce maschile e improvvisamente apparve tra loro Morty. Teneva le braccia incrociate, con una Pokéball in ogni mano che si aprirono simultaneamente mostrando un Gengar e un Haunter. Gli occhi di entrambi si illuminarono di rosso, bloccando sul posto le ragazze e i rispettivi Pokémon. 
-Vi sembra un comportamento civile quello che state tenendo?!-.
Le due Capopalestra abbassarono lo sguardo, piene di vergogna. 
Jasmine soprattutto sentiva il volto in fiamme: non solo si era comportata in modo stupido e infantile, cercando di ferire l'amica solo perchè non ricambiava i suoi sentimenti, ma nel cercare di farlo aveva anche distrutto parte di Cianwood City. Non avrebbe mai più avuto il coraggio di guardare in faccia Chuck o qualsiasi altro abitante di Cianwood.
Se Whitney non fosse così insensibile però... tentò di giustificarsi, ma la scusa non reggeva nemmeno ai suoi occhi. Aveva letto da qualche parte che l'amore portava a fare cose folli, ma l'aveva sempre ritenuta un'esagerazione. Mai avrebbe pensato di essere lei stessa a fare qualcosa di folle e stupido, trascinata dalle passioni e accecata dall'egoismo. 
Morty guardò le ragazze e quando fu sicuro che non avrebbero tentato di attaccarsi nuovamente a vicenda richiamò i propri Pokémon, annullando così il loro Malosguardo. Le ragazze fecero lo stesso, e solo allora parlò.
-So dove cercare Falkner. Andiamo verso Azalea Town-.

I quattro giovani Capopalestra avevano fatto irrruzione nella Zona Safari sfondando il cancello grazie allo Steelix di Jasmine, ma la giacca di Falkner era rimasta impigliata nelle scheggie di legno della staccionata appena distrutta. Il ragazzo irritato diede un potente strattone, seguito dal rumore di uno strappo e imprecò capendo di aver squarciato la maglia. Afferrò la stoffa ormai strappata, ma nel farlo mosse quella che doveva essere stata la tasca, facendo involontariamente cadere l'anello che questa conteneva. Urlò un altro epiteto decisamente poco fine ed educato per poi mettersi a cercare il prezioso oggetto, cosa che però gli venne impedita dal buio. Davanti a sè vide i tre mandare fuori combattimento uno dei Tauros grazie all'intervento di Steelix e Miltank, successivamente il Gastly, il Gengar e l'Haunter di Morty lo sollevarono grazie all'attacco Psichico. 
-Abbiamo intenzione di andare a piedi fino a Blackthorn?- chiese Whitney.
-Certo che no. Prendiamo il treno di recente apertura, quello che porta da Olivine a Blackthorn- spiegò Jasmine.
Il trio guardò Falkner, che nonostante avesse proposto l'impresa non vi aveva partecipato.
-Vieni?- gli chiese Morty.
-Arrivo, voi andate avanti-.
Le ragazze e i Pokémon spettro trasportanti il Tauros andarono avanti, mentre il biondo rimase col Capopalestra di tipo normale. Intuendo che qualcosa non andasse, chiese all'amico cosa fosse.
-Ho perso l'anello che volevo dare a Whitney. Le volevo chiedere di sposarmi, ma come faccio senza anello?- disse preoccupato Falkner. 
Morty gli posò una mano sulla spalla, con fare fraterno.
-Stai tranquillo, non penso che rifiuterà la proposta solo perchè non le hai dato qualcosa di prezioso-.
Fu quella parola a colpire Falkner. Prezioso. Poteva fare a meno dell'anello se riusciva a trovare qualcosa di altrettanto valore da regalarle. Per la seconda volta in quella serata, ebbe una rivelazione che gli sembrava non poco geniale.
-Vado un attimo ad Azalea, vi raggiungo direttamente a Blackthorn- disse, cominciando ad incamminarsi verso Cianwood City.
Il biondo lo afferrò per un braccio. 
-Non fare idiozie-.
Per tutta risposta Falkner gli tirò un portentoso pugno sulla guancia, talmente forte che Morty sentì un dolore assurdo a un dente. Si portò una mano sulla guancia a massaggiare la parte colpita mentre sentiva il dente spostarsi in modo inquietante. Probabilmente se non era rotto era stato almeno scheggiato.
-Non è un'idiozia. É un gesto d'amore per la mia fidanzata-.
Con questa frase il Capopalestra di Violet City si congedò dall'amico, sicuro che poi avrebbe raggiunto gli altri a Blackthorn City.


Morty finì di spiegare quanto gli era venuto in mente, visto che il ritrovamento dell'anello gli aveva fatto tornare in mente quell'episodio della serata che ora si rivelava di fondamentale importanza. 
Whitney sorrise, contenta di sapere dove si trovasse il ragazzo. Quasi istantaneamente però la sua espressione tornò cupa, mentre nel cuore sentiva crescere l'ansia. Temeva il confronto col fidanzato: non avrebbe potuto tenergli nascosto il tradimento di quella notte, non avrebbe avuto senso basare la loro vita futura sulla menzogna. Nonostante ciò la sua paura più grande era un'altra.
Si allontanò dai due amici e si appoggiò alla ringhiera del traghetto, ammirando il mare che scorreva al di sotto. Il sole e la brezza del primo pomeriggio le sfioravano la pelle, ma ciò non bastò a sciogliere il gelo che portava nel cuore. 
Poteva stare tutta la giornata a ripetersi che era terrorizzata dal confronto con il suo ragazzo, ma la vera causa dei suoi tormenti era un'altra. 
Lanciò una rapida occhiata a Jasmine e come temeva sentì una strana stretta allo stomaco e il suo cuore accelerò i battiti. 
Il vero motivo per cui era rimasta turbata tutta la mattina era che ormai non poteva più negarlo nemmeno a se stessa: era innamorata di Jasmine. Da diversi mesi si era accorta che i suoi sentimenti andavano ben oltre l'amicizia, ma aveva sempre cercato di reprimere le proprie emozioni. Non che l'altra ragazza avesse qualcosa che non andava ma... insomma, era una ragazza. Non avrebbe dovuto provare qualcosa per lei, no?
Eppure ogni volta che la incontrava si sentiva quasi sciogliere, cosa che non le accadeva invece con Falkner. Non che lui le fosse indifferente, anzi: provava una sorta di amore nei suoi confronti, ma nulla di paragonabile a ciò che le faceva provare la Capopalestra di Olivine City. 
Sorrise mestamente pensando che tutti i suoi tentativi di nascondere i propri sentimenti fossero stati ormai vanificati. Ormai grazie a Morty anche la diretta interessata ne era a conoscenza e tra non molto avrebbe dovuto confessarlo a Falkner. Scoppiò in una risata amara immaginando come l'avrebbe presa se gli avesse detto "Scusa, mi piaci ma io sono completamente persa per Jasmine". Di divertente c'era ben poco, ma la situazione era fin troppo grottesca per non lasciarsi sfuggire qualche risolino. 
Quanto avrebbe voluto non ricordare nulla della serata, come gli altri due. Perché nonostante non lo avesse detto c'era una scena nella sua mente che continuava a tormentarla da quella mattina. Rivedeva lei seduta sul sedile di un treno intenta a fissare Jasmine, la quale stava di fornte a lei, indecisa se chiederle ciò che voleva domandarle da ormai tempo indefinito. Ricordava l'abbandono dell'esitazione e una frase quasi sussurrata. "É vero che sei dell'altra sponda?".
Sapeva che c'era questa voce che girava sulla Capopalestra di Olivine dato che non aveva mai avuto un ragazzo, ma la gente di solito la bollava come una cattiveria bella e buona. A lei però inconsciamente importava, anche solo per sapere se ipoteticamente avrebbe potuto avere delle chance con lei. Da lucida però non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederglielo. Quella notte però non era riuscita a resistere alle sue tentazioni e aveva posto la domanda che tanto la incuriosiva e le interessava.
Jasmine aveva annuito e allora aveva domandato un'altra cosa che altrimenti non avrebbe mai chiesto, specie se posta in modo così diretto e volgare.
"Mi scoperesti?".
La Capopalestra di Olivine non aveva risposto, ma si era avvicinata a lei e l'aveva baciata. Ricordava la passione di quel bacio, mentre le mani della castana si insinuavano sotto la sua maglietta in cerca del regiseno da slacciare. Un po' più vago era il rimprovero di Morty - che probabilmente stava nel corridoio fuori dal loro vagone, ma non ne era del tutto certa - di fare certe cose in privato, e ancor più lo erano le tenere effusioni che si erano scambiate fino all'arrivo a Blackthorn. Ormai però non poteva più negare i propri sentimenti, visto che erano stati quelli a trascinarla a letto con Jasmine. 
Sospirò. Un conto era stato ammettere a se stessa i propri sentimenti, un altro sarebbe stato farlo davanti agli altri. Soprattutto contando il fatto che avrebbe dovuto cominciare da Falkner e che c'era anche di mezzo la sua proposta di matrimonio - al solo pensare all'anello che teneva nella tasca si sentì invadare dai sensi di colpa. Inevitabilmente che avesse deciso di dichiarare apertamente i propri sentimenti o meno inevitabilmente uno tra Jasmine e Falkner avrebbe sofferto. 
Non riuscì a trattenere uno sbuffo. Perché doveva essere tutto così maledettamente complicato?

I tre Capopalestra scesero lentamente la scala che portava all'interno del Pozzo Slowpoke, facendo attenzione a non scivolare. Giunti a terra si misero a cercare in lungo e in largo il ragazzo dalla chioma blu, che trovarono in un angolo remoto della grotta. Falkner era disteso in posizione prona, le sue labbra avevano assunto un colore bluastro e borbottava frasi sconnesse.
-Sta andando in ipotermia- disse Morty, per poi togliersi lo scialle e posarlo sulle spalle dell'amico. 
Le ragazze lo aiutarono a portare fuori dal Pozzo il Capopalestra di Violet City, per poi dirigersi al centro medico di Azalea Town. La pelle di Falkner era gelida al tatto avendo passato tutta la notte e gran parte del giorno in una caverna umida, senza ricevere i raggi del sole. Sebbene gli amici fossero molto preoccupati, l'infermiera Joy li rassicurò dicendo che non era molto grave e difatti due ore e mezza più tardi riusciva a muoversi e a parlare quasi normalmente. Certo, doveva tenere sulle spalle una coperta e bere fino in fondo le varie tisane che gli venivano portate ma l'importante era che presto si sarebbe rimesso. 
Whitney al suo fianco ascoltava il fidanzato col cuore in gola. Ogni parola che si aggiungeva alla spiegazione che egli le forniva sull'essere andato al Pozzo perché riteneva che una coda degli Slowpoke avrebbe in un certo senso compensato la mancanza dell'anello la faceva sprofondare di vergogna e le mozzava il fiato dai sensi di colpa. 
Cercò con lo sguardo la figura di Jasmine, che in quel momento si era allontanata dal gruppo e se ne stava appoggiata contro la parete e il suo sguardo era fisso fuori dalla finestra al suo fianco. Quella visione le mandò il cuore in subbuglio e capì qual'era la cosa giusta da fare.
-Falkner, ti ho tradito- interruppe il ragazzo.
Lui la guardò sbalordito e prima che potesse dire qualcosa si affrettò ad aggiungere -Stanotte sono stata a letto con Jasmine-.
Whitney si era immaginata la reazione di Falkner in molti modi, dalle urla rabbiose alle lacrime di disperazione ma mai aveva preso in considerazione il fatto che lui potesse sorriderle in modo amaro e chiedere -La ami?-.
-Io... penso di sì...- fu l'esitante risposta della Capopalestra di Goldenrod. 
Temeva di ferire il suo ragazzo, ma non aveva intenzione di nascondegli qualcosa. Eppure Falkner non aveva lo sguardo di una persona disperata o che aveva subito un duro colpo emotivo; la sua era l'aria di una persona che riceve una brutta notizia per la quale era preparato.
-Si nota, sai?- le disse in tono triste ma tranquillo. -Come la guardi, come ti atteggi quando c'è lei... ho preferito ignorare la realtà e credere che anche tu provassi i miei stessi sentimenti. Il matrimonio è solo l'ultimo frutto della mia cieca illusione-.
La ragazza lo abbracciò. Non potè farne a meno, vista la dolcezza con cui la trattava nonostante gli avesse appena confessato di amare un'altra persona. 
-Fammi un favore però: non baciarla davanti a me, ok?- le disse appena si sciolsero dall'abbraccio.
-Contaci-.
Whitney si alzò dal divanetto su cui stava seduta, mentre il posto che aveva lasciato vuoto venne occupato da Morty.
-Il mare è pieno di pesci, amico. Conosci per caso la Capopalestra di tipo volante di Hoenn?- lo sentì dire. 
Sorrise, contenta che l'amico stesse consolando il suo ormai ex ragazzo. Non ci dedicò molto tempo però perché ora la sua priorità era Jasmine. La raggiunse e le afferrò la mano, intersecando le loro dita. La castana alzò lo sguardo verso di lei, che rimase incantata a fissare i suoi occhi.
"...Out of the universe, a strange love is born..." stava trasmettendo la radio. 
Whintey non riuscì a trattenere un sorriso a quelle parole, che sembravano quasi descrivere la situazione sua e di Jasmine.
-Perché sorridi in quel modo?- le chiese questa.
-Perché ti amo- disse, cogliendo completamente di sprovvista Jasmine.
In quel frangente fu tentata di baciarla, ma poi le venne in mente la promessa fatta al Capopalestra di Violet. Poco importava: ne avrebbe avuto di tempo per baciarla.
-Stai bene? Qualche ora fa hai detto di...-
Perdonami, Falkner pensò Whitney, mentre posava le sue labbra su quelle della Capopalestra di Olivine. Per un istante pensò di approfondire il bacio, ma per rispetto del suo ex si separò dopo qualche attimo - qualche bellissimo attimo nel quale le era sembrato di essere in paradiso. Voltandosi dietro di sè però scoprì che Falkner e Morty erano coinvolti nella lettura del giornale e molto probabilmente non le avevano neanche viste. Vide che la faccia del biondo era agghiacciata mentre quella del blu esibiva un sorriso divertito, ma non vi diede molta importanza. Pensò a tenere la sua mano intrecciata con quella di Jasmine e chiederle -Vuoi stare con me?-.
-Cos... sì!- la castana, inizialmente spiazzata dalla domanda.
Quasi non riusciva a crederci. Credeva che solo nei suoi sogni avrebbe potuto stare con Whitney e ancora faticava a realizzare che le avesse chiesto davvero di mettersi con lei. Il cuore le sarebbe scoppiato dall'emozione, ne era certa.
Morty si avvicinò a loro con un sorriso. 
-Alla fine ce l'avete fatta-.
Le ragazze risposero esibendo il più idiota dei sorrisi, tanto erano innamorate. Alla fine si era risolto tutto per il meglio e di questo i tre Capopalestra non potevano che essere felici.
-Ma che bel quadretto- commentò una voce femminile che fece gelare il sangue a tutti e tre.
In quel momento la videro. Clair incedeva con passo tranquillo nel centro medico, ma la sua aura emanava minacciosità da ogni poro. Il suo sguardo omicida si affilò ancora di più quando vide coloro che cercava e quando fu loro vicina gli altri tre Capopalestra erano sicuri che avrebbe sprizzato scintille dalle narici, esattamente come i suoi draghi.
-Sapete, a Blackthorn mi sono giunte delle voci interessanti. Parlavano del fatto che voi tre abbiate distrutto la mia casa, senza contare che il bagno è praticamente inagibile, a causa di un Tauros secondo le voci, e il mio letto è completamente disfatto. Non oso immaginare il motivo. Sapete cosa succederà ora a voi?-.
I tre amici, pallidi, scossero il capo. 
Clair rivolse loro un sorriso sadico.

Il sole tramontava su Johto illuminando di uno spettro di colori che andavano dal rosso sangue al giallo canarino il cielo. Le foglie sugli alberi si tingevano di un timido color arancione mentre si levava un venticello serale.
-Tutto sommato Clair non l'ha presa tanto male- commentò Morty.
-Già. Fossi in te però risparmierei il fiato per continuare a correre- disse Whitney.
Alle loro spalle si udì un urlo femminile. 
-Dragopulsar!-.
I tre Capipalestra in fuga accelerarono ancora di più il passo, mentre l'attacco andava a schiantarsi nel punto in cui si trovavano prima, esplodendo e generando un cratere. Alle loro spalle, una furiosa Clair cavalcava un fiero Dragonair, mentre ai suoi lati stavano un Kingdra e un Gyarados. 
-Fermatevi e potete considerarvi dei cadaveri!- urlò. 
Spedì un altro attacco, che però anche stavolta i tre fuggitivi riuscirono a evitare e, se possibile, aumentarono ancora la velocità della corsa.
Come si suol dire, tutto è bene ciò che finisce bene.
Più o meno.  

   
 
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