Mi chiamo Beth, che non è affatto il diminutivo di Elizabeth.
Sono Beth e basta.
Quando ero piccola lo ripetevo talmente tante volte da diventare una barzelletta.
Per i bambini ero la scorbutica “Beth e basta” mentre per gli adulti ero la ragazzina sicura e capocciona.
Ora sono solo una diciannovenne testarda, sicura di se e iperattiva.
Più o meno queste sono le caratteristiche che preferisco di me.
Ah, inoltre sono allegra più o meno 364 giorni all’anno, e se c’è, la tristezza non dura più di 5 minuti.
Frequento il secondo anno di università ed ho terminato la scuola secondaria un anno in anticipo.
Si, sono brava, mi piace studiare e soprattutto quando mi metto in testa una cosa la porto a termine dovessi anche scalare una montagna a mani nude.
Quando ho scoperto che avrei potuto saltare l’ultimo anno grazie alla media scolastica che avevo riportato negli anni precedenti, cominciai a studiare così tanto da uscire con i voti più alti per la gioia di mia madre e mio padre.
Che dire di loro, sono i classici genitori imprenditori che mettono il lavoro al primo posto.
Certo, detto così sembra che se ne freghino dei figli, ma non è così.
Non sono sempre presenti perché viaggiano almeno una volta ogni due settimane, ma comunque non ci fanno mancare niente.
Non voglio dire che ci viziano e comprano il nostro affetto, ma che non ci fanno mancare le attenzioni quando più ne abbiamo bisogno.
Quando sono via ci chiamano più o meno 5 volte al giorno e si assicurano di chiamare una specie di baby sitter che loro si ostinano a chiamare governante.
Comunque non mi posso certo ritenere sfortunata, anzi.
Ho un fratello di nome Liam, ha un anno in più di me e anche lui frequenta la mia stessa università qui nel Maine. Siamo a due passi da casa, quindi non stiamo nel dormitorio del campus.
Liam è fantastico, il fratello che tutte le ragazze desiderano, ragion per cui lo tratto male e lo tormento.
Questo è vero amore fraterno, niente bacetti e abbracci, ma scherzi e pizze in faccia.
Per fortuna lui la pensa allo sesso modo e dè per questo che sono certa che se ho un problema, lui c’è, punto e basta.
Come quando quell’idiota di Kevin mi seguiva dopo la scuola. Liam gli ruppe il naso.
Oppure quando non ero entrata nella squadra di hockey il primo anno di scuola.
Liam era con me seduto sul giaccio, sopra un cuscino per non ghiacciarsi il sedere, a protestare contro la decisione dell’allenatore.
Chi era lui per decidere che una ragazza non poteva essere ammessa nella squadra?
Ci siamo battuti fino alla morte e alla fine abbiamo vinto.
Devo tanto a Liam per questo. Se non fosse per lui ora non sarei mai entrata al college on una borsa di studio per l’attività sportiva.
L’hockey è la mia passione da quando ero uno scricciolo. Ricordo che mio padre mi aveva portato nella pista di pattinaggio su ghiaccio quando avevo 4 anni per iscrivermi al corso di pattinaggio di figura.
Cosa ho fatto io? Ho infilato i pattini, ho preso un bastone e un disco e ho lasciato il gruppo delle bambine conciate come barbie.
Che ci devo fare, non mi piacciono i body glitterati, preferisco i paradenti.
Per fortuna mia padre non ci è rimasto male, anche se rideva di questa mia fissazione.
Poi ha smesso quando ho vinto la prima medaglia e nel momento in cui l’allenatore di una delle squadre più importante della nazione mi ha segnalato per continuare gli studi presso la sua scuola, ha decisamente accettato la mia passione con uno slancio esagerato.
Meglio così, almeno ho qualcun altro dalla mia parte.
Cos’altro posso dirvi di me?
A scuola ero davvero popolare, cosa strana visto che ero una secchiona. Ero una specie di ragazza popolare un po’ strana, piena di ragazzi che mi venivano dietro che sceglievo minuziosamente con le pinze. Non sono mai stata una tipa a cui piace essere fidanzata, avevo i miei amici che mi facevano sentire felice e mi bastava. Eravamo un gruppo di una diecina di persone, sei ragazzi e quattro ragazze e ogni tanto mio fratello e i suoi amici Harry e Zayn si aggiungevano a noi.
Loro invece li adoro davvero, fanno uscire il mio lato più dolce, alcune volte.
Ah, avevo un ragazzo di nome Kellan durante il mio ultimo (che dovrebbe essere stato il penultimo) anno che mi ha lasciato perché non sopportava la mia troppa libertà.
Lo so, fa troppo ridere questa situazione. Almeno a me fa ridere.
Stavamo insieme da quasi un anno quando di punto in bianco decide che non riesce più a starmi dietro, che io vado alla velocità della luce e non ho tempo per lui.
Su questo non posso dargli torto, ma che devo farci? Sono sempre stata così, prendere o lasciare.
Dopo Kellan non ho davvero avuto il tempo materiale per impegnarmi di nuovo, e mi sono detta: “amen”.
Di tempo ne avrò così tanto da vecchia, ovvero quando comincerò ad essere inutile e decrepita, verso i 50 anni.
Non sto scherzando, ho paura di invecchiare.
Paura legittima per un’atleta, mi ripeto, anche se so che è una cavolata. Troverò qualcos’altro da fare dopo essere diventata una vecchia.
Magari l’uncinetto, così farò finalmente un lavoretto femminile.
Credo che questo sia tutto per il momento.
Questa sono io e questa è la mia vita.
Do you wanna join me? 

Salve a tutti!
Questa è una nuova Fanfiction che ho scritto e vorrei davvero sapere che ne pensate :)