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Autore: Eenie Meenie    21/01/2014    1 recensioni
Ottobre
Los Angeles
Una serata
Una tavola calda tipica americana
Un panino e una coca-cola
Una ragazza di nome Aurora
Un ragazzo di nome Justin
Due ragazzi destinati a incontrarsi anche dopo il primo incontro.
Se vi va, passate (:
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono pronta a ricevere ulteriori insulti per il mio ritardo di 20 giorni ma mi dispiace davvero tanto, in questi tempi la mia vena ispiratrice fa un po' schifo e quindi non ho pensato molto. 
Ma eccomi qui con il 37esimo, è un po' lungo perchè lo avevo cominciato tempo fa e oggi l'ho completato.
Scusatemi ancora per il ritardo e buona lettura.
Perdonatemi sempre per eventuali errori di scrittura ma francamente ho riletto solo una volta e la mia vista fa schifo come la mia vena ispiratrice HAHAHAHAHAHAHAHAAH
Fatemi sapere se volete! 
Un beso :*


-SIEBENUNDDREISIG

Ero letteralmente felice e mi trovavo a vari gradi di gioia infinita, una volta raggiunto l'apice del piacere insieme a Justin, lui rimase ancora in me mentre mi dava delle carezze, dolci baci e mi diceva frasi mielose che mi facevano venire il diabete. Ora eravamo sdraiati sul letto coperti, Justin aveva un braccio intorno alla mie spalle e io avevo la testa poggiata sul suo petto al di sotto del mento mentre giocavo a intrecciare le nostre dita e lui sorrideva muovendo la mascella. 
Meno di due settimane, sembrava tanto e adesso invece che ci penso manca pochissimo, solo 14 giorni a partire da lunedì, non contando la settimana che si doveva preparare per gli esami, non ci saremmo potuti vedere ogni giorno e questo limitava il tempo a disposizione che avevo con lui fin alla sua partenza.
Ju: A che pensi?-chiese inclinando la testa di lato per potermi vedere, continuai a muovere le nostre dita in sincronia.
I: A nulla-scossi la testa ma in realtà non era vero, stavo pensando alla sua partenza, al suo ritorno in Canada, alla solitudine che proverò una volta che lui sarà partito e a quanto, dannatamente, mi mancherà e a quante volte avrò voglia di prendere il primo aereo e correre da lui, ecco a cosa pensavo.
Ju: Non ti credo, so riconoscere quando menti-si spostò facendo ricadere la mia testa sul cuscino morbido mentre lui era posizionato di lato con il braccio sotto la testa ed essa posata sul palmo e continuava a fissarmi e a fissarmi facendomi sentire come se avessi fatto qualcosa di male.
Ju: Dai parlamene-come facevo a dirgli quello a cui stavo pensando? Si sarebbe di sicuro sentito in colpa e io non volevo questo e non volevo rovinare quello che c'era stato tra noi poco prima.
I: Stavo pensando ad Ambra e a quel che è successo a casa mia giorni fa-buttai lì la prima scusa che mi venne in mente, lui mi porse la mano e io gli diedi la mia e quando queste si toccarono lui strinse la presa emanandomi sicurezza e guardandomi con occhi che imploravano di dirgli la verità.
Ju: Lo sai che a me puoi dire tutto, quindi dimmi a cosa pensi-non potevo mentirgli e se lui voleva sapere la verità gliel avrei detta.
I: Pensavo a te e a me-gli strinsi le mani-alla tua partenza e al fatto che mi mancherai da morire, dopo la morte di nonno mi sento sempre più sola e non avrei pensato di perdere anche a te, ecco-io smisi di parlare e lo guardai, lui inspirò e continuò a stringere le nostre mani.
Ju: Non mi perderai mai, lo sai questo e mi spiace di farti stare così male.
I: Tu non mi stai facendo del male, la vita è così e se tu hai questa opportunità perchè non coglierla? Io finisco tra un anno e poi vedremo come andranno le cose, non ti preoccupare troveremo una soluzione-gli posai il palmo della mano sulla guancia e alzando di poco la testa gli lasciai un bacio proprio lì.
Ju: Vieni con me-mi bloccai di colpo e anche il mio cervello non riuscì più a funzionare, andare con lui? Lasciare la mia famiglia? Lasciare Los Angeles? Lasciare Sara? Tony? 
I: Venire con te?-ripetei sperando di aver sentito bene, lui fece "si" con la testa e lì realizzai che per la prima volta in tutti questi mesi Justin mi aveva chiesto una cosa così importante e lo conosco, non lo avrebbe mai detto così per dire, lui era davvero sicuro. Avevo ancora la scuola da finire ma è anche vero che potevo finirla lì, ed è nuovamente vero che senza i miei amici e la mia famiglia sarebbe stato duro all'inizio ma alla fine mi sarei abituata invece senza Justin non sarei stata bene ne all'inizio, ne durante e nemmeno alla fine. Avevo ufficialmente 18 anni e non credevo che la prima decisione importante della mia vita la dovessi prendere adesso. Justin continuava a fissarmi, aspettava una risposta, aspettava me e mentre cercai di elaborare tutto quello a cui avevo pensato prima l'unica cosa che riuscì a fare è stata aprire la bocca per poi richiuderla. Sarebbe stato bello vivere con lui in Canada, si dice che sia bellissimo vivere lì e io sapevo che sarei stata bene.  Justin non era solo il mio ragazzo, era mio amico, era mio amante ma era sopratutto la mia famiglia. Adesso dovevo fare una scelta per me e per il mio futuro, vivere qui ed essere triste per non aver Justin con me oppure partire con lui, viverlo ogni giorno in ogni singolo momento della giornata? La mia scelta l'avevo fatta nel preciso momento in cui mi aveva posto la domanda ma aspettavo solo di realizzare la cosa.
I: Si-dissi guardandolo, lui sembrò non recepire la mia risposta, alzò le sopraciglie in totale sorpresa.
Ju: Si? Vuoi davvero venire con me?-richiese come feci io poco fa, sapendo che voleva esserne solo sicuro.
I: Si Justin!-ripetei, lui sfoggiò un sorriso a 32 denti e poi posò la sua mano sulla mia guancia abbassandosi e dandomi un bacio pieno di felicità e amore. Justin si distese di nuovo prendendomi tra le sue braccia.
Ju: Mi sembra un sogno-mi strinse di più a lui. Non era un sogno era la realtà. Sarei andata con lui ma adesso l'unica cosa da fare era parlare con nonna, poi mi spettava di doverlo dire alla mia anima gemella e al mio migliore amico, ce la potevo fare. 
I: Ora dobbiamo convincere la mia famiglia-Justin mi baciò la fronte.
Ju: Quando parlerai con tua nonna e Ambra io sarò con te, tranquilla e cercherò di convincere la nonna con le mie manie di seduzione-mi fece ridere, avrei dovuto accennarle qualcosa prima di sparare la notizia provocandole qualche infarto, se me lo avesse negato sarebbe triste ma partirei lo stesso, e se invece non me lo avesse negato bhè sarebbe bellissimo.
I: Poi dovremmo dirlo a Sara e Tony-forse Tony avrebbe compreso ma Sara non credo che sarebbe saltata di gioia, siamo amiche da anni e anche se ero felice di poter stare con Justin lei era l'unica persona che mi sarebbe mancata sul serio! 
Ju: Già, ma penso che sia meglio parlare con tua nonna e poi dirlo a loro. Eh? Che ne dici? Va bene?-si, aveva ragione, dovevo prima parlare con nonna e poi con loro.
I:Si è perfetto!-gli diedi un bacio sulle labbra e poi mi strinsi di più a lui. 
Era notte inoltrata, presi il mio vecchio telefono e guardai l'ora, erano le 4:00 di notte. Justin dormiva come un angelo nel lato del suo letto, io mi ero girata verso la finestra, mi alzai dal letto prendendo dalla sedia di Justin la sua felpa indossandola e mi incamminai verso la finestra che dava alla strada, mi sedetti sul davanzale sistemandomi la felpa e allungando le maniche portandomi le mani al volto per riscaldarmi di più. Ero sveglia più o meno da quando smettemmo di parlare e ci ricongiungemmo di nuovo, dopo aver terminato Justin si addormentò mentre io no, non riuscivo a dormire avevo la testa piena di pensieri e il cuore pieno di gioia. "Vivere in Canada" dissi con occhi a cuoricino sospirando, avrei vissuto giorno per giorno, ora per ora con Justin, avrei dormito sempre con lui, mi sarei comportata come una donnina di casa, gli avrei preparato la colazione e avremmo mangiato a letto come quelle scene da film che tanto amo. Si, sarebbe stato davvero bello vivere con lui, avrei conosciuto tutti i lati di Justin, magari la mattina era acido e poi si addolciva, oppure aveva qualche insolita abitudine che ancora non conosco e lui avrebbe conosciuto me, bhe a parte il fatto che non sono una brava cuoca e che ami Boing non c'è molto da scoprire di me. Continuavo a fissare il cielo notturno con qualche stella e poi portavo lo sguardo alla strada, oggi avrei parlato a nonna, prima lo facevo e meglio era, volevo togliermi subito il sassolino dalla scarpa e volevo sentirmi libera di essere felice alla luce del sole. Ero troppo felice continuavo a pensare a ripensare alla partenza e tutto, ero troppo eccitata all'idea, già mi stavo facendo le mie idee in testa ed era davvero stupido, già mi stavo facendo il mio programmino per vedere le attrazioni della città ma pensandoci avevo tutto il tempo di questo mondo se mi ci fossi trasferita. Stando seduta sul davanzale mi si stava congelando il sedere visto che sotto alla felpa stavo soltanto in intimo così mi rimisi di nuovo a letto posando la felpa ai piedi del letto e mettendomi sotto le coperte non dando fastidio a Justin che dormiva, era così bello mentre dormiva anzi lui era bello sempre, sembrava una divinità: i capelli color grano, occhi color miele anche se le divinità più che altro erano biondi e occhi celesti ma gli occhi del mio amore facevano invidia al mondo e a tutti i tipi di "color occhi" che esistevano, le sue labbra rosee, avrei potuto guardarlo per ore e non mi sarei minimamente stancata. Riuscì a dormire per qualche ora e poi il sonno mi passò e quando guardai nuovamente l'orologio erano le 8:30, Justin ancora dormiva così decisi di alzarmi e realizzare la mia fantasia, cioè portargli la colazione a letto. Scesi dal letto e andai verso il suo armadio cercando una tuta e ne presi una grigia che poteva andarmi bene e presi anche una maglia nera e andai a riprendere la felpa, poi aprì la porta e la richiusi lentamente alle mie spalle. Ero a piedi scalzi e scendevo lentamente le scale per non far rumore, arrivata in salotto andai verso la cucina e presi dal frigo del latte e poi nella mensola sopra l'angolo cottura presi il pacchetto con le bustine di cacao...
X: Buongiorno Aurora-disse una voce dietro di me, mi girai di scatto spaventata trovandomi Pattie difronte con un sorriso a 32 denti. Bell'inizio di giornata direi, ho fatto una grandissima figura di m***a con mia suocera, mi trovavo in casa sua, nella sua cucina con i vestiti di suo figlio, deve avere una pessima idea di me, non sapendo che fare la salutai con la mano molto imbarazzata ma poi quando la vidi storcere le labbra decisi che per salvare la situazione dovevo dire qualcosa, qualsiasi cosa "su Aurora puoi farcela" mi dissi mentalmente...
I: Ehm io ho dormito qui, sa Justin...-non finì la frase che Pattie iniziò a ridere e a venire verso di me, aggiungiamo un'altra figura di m***a.
Pa: Si lo so che hai dormito qui, me lo ha detto Justin e poi l'ho aiutato io ad addobbare un po' le cose qui in casa-mise la mano davanti la bocca come far sentire solo me, poi una volta liberata da questa situazione imbarazzante io scoppiai a ridere portando anche Pattie a ridere con me, era davvero una mamma fantastica non saprei se la mia avrebbe fatto la stessa cosa per me.
I: Grazie allora era tutto bellissimo-la ringraziai, poi lei di punto in bianco mi abbracciò stringendomi e non sapendo cosa fare le mise le mani sulla schiena abbracciandola anche io.
Pa: Auguri per ieri-disse alla fine, io la ringraziai e poi tornai ad occuparmi della colazione di Justin con l'aiuto di Pattie. Io e Pattie parlammo del più e del meno, mi chiese come stava la nonna dopo la morte del nonno e poi mi chiese qualcosa di me, cose tipo: cosa mi piace, cosa vorrei fare dopo il liceo, se avevo intenzione di studiare o meno e io gli dissi i miei programmi ma non dissi nulla sulla proposta di Justin anche perchè avrei voluto dirlo prima a nonna, per una questione di rispetto. Dopo aver finito di scaldare la pentolina di latte e cacao la versai in due tazze, poi presi una ciotola dove ci misi i cereali da mangiare senza latte, posai il tutto su uno tavolino da colazione e poi dopo aver salutato Pattie salì in camera sperando che Justin non si fosse alzato in modo da fargli una sorpresa. Prima quando ero uscita avevo lasciato la porta socchiusa così con un movimento del bacino aprì lentamente la porta e Justin per mia fortuna era ancora a letto, girato verso il suo lato con una mano attorno alle lenzuola e l'altra sotto al cuscino era così bello, se penso all'idea che forse potrei ammirare questo spettacolo tutti i giorni mi viene il batticuore. Andai verso Justin e posai la colazione al lato del mio letto così Justin non lo avrebbe rovesciato quando si sarebbe alzato, poi mi sedetti vicino a lui e con molta lentezza inizia a chiamarlo accarezzandogli la guancia, lui emise qualche suono iniziando a strofinarsi gli occhi con una mano e dopo di che finalmente aprì gli occhi e quando mi vide fece un sorriso...
I: Buongiorno pigrone-dissi ridendo, era così dolce quando si svegliava, sembrava un peluche.
Ju: Buongiorno principessa-si stiracchiò le braccia e poi si alzò sui gomiti e io mi abbassai per dargli un leggero bacio sulle labbra.
Ju: Come mai sveglia così presto?-chiese con la testa ancora piegata.
I: Bhe ti ho preparato la colazione-mi esporsi per prendere il tavolino con tutto l'occorrente e appena lui la vide la sua faccia ebbe un espressione sorpresa, non se l'aspettava proprio. Justin si mise comodo vicino la testiera del letto, io ero ai piedi del letto con le gambe piegate e in mezzo a noi c'era il tavolino, lui mi guardava ancora sorpreso e poi quando sorrise prese tra le mani la ciotola ripiena di cereali e iniziò a mangiare...
I: Ti piace? Ho pensato che magari avrei potuto far pratica-iniziai a parlare con una voce da bambina e lui sorrise. Mi chiedo come faccia ad essere bello anche appena sveglio, io la mattina sembro un panda, capelli tutti arruffati, occhiaie che mi facevano paura, una faccia tutta bucherellata e sopratutto le mie labbra erano gonfie e sembrava rifatte a mo' di canotto anche se quest'ultima cosa avrebbe potuto giovarmi visto che avevo delle semplici labbra sottili, invece lui era sempre perfetto, lo odiavo uffa.
Ju: Sei bravissima amore-mimò con le labbra un bacio e io arrossì di colpo. Finimmo di mangiare e di bere il latte con il cacao e poi io presi il tavolino da colazione e sotto suggerimento di Justin lo lasciai sulla sua scrivania e poi tornai da lui buttandomi sul letto come se fossi la cosa più leggera del mondo finendo completamente addosso a lui...
Ju: Sei felice oggi eh?-domandò voltandosi verso di me e sporgendosi per starmi più vicino, mi accarezzò una guancia e al suo tocco io chiusi gli occhi come per assaporare la cosa.
I: Direi proprio di si-dissi con un sorriso a 32 denti, ero totalmente felice e non sapevo il perché o meglio forse si e non si trattava solo del Canada ma ero felice anche per altre ragioni che non saprei spiegare.
Ju: E questa tua felicità si deve a qualcosa in particolare?-gli luccicarono gli occhi e sapevo che aveva capito che io ero felice per la sua proposta, come potevo non esserlo? Se non me lo avesse chiesto avrei segretamente pensato che non gli avrebbe fatto piacere avermi con se.
I: Si sono perchè ti amo tanto tanto tanto tanto-allungai le braccia e gli circondai il collo e lui si fece tirare da me allentando la presa.
Ju: Quanto tanto?-chiese sorridendo e ridendo mostrando i suoi bellissimi denti perfettamente allineati e bianchissimi come quelle pubblicità della colgate.
I: Bhè direi tanto-feci numero con le dita-tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto-continuai così fin quando arrivai a 25 e lui continuava a ridere-potrei continuare all'infinito sai?
Ju: Si lo so principessa e anche io ti amo tanto tanto tanto tanto-iniziò ad imitarmi e gli schiaffeggiai la spalla, poi lui mi prese le bracci tenendo man forte e si distese comodamente portando me sopra di lui e io mi sedetti di colpo sul suo basso ventre provocandogli un "auch", lo vidi ridere e così risi anche io.
I: Che c'è? Sono pesante?-gli chiesi muovendo su di lui facendolo ridere di più.
Ju: No, non sei per niente pesante-posò le sue mani sulle mie gambe e mi guardò dritto dritto negl'occhi, se continuava a fare così la convivenza insieme non sarebbe durata nemmeno una settimana!
Ju: Lo sai? Sei bellissima appena sveglia e con i miei vestiti-mi guardai e poi riportai lo sguardo su di lui, no, non ero bellissima lui lo era, appena sveglio e sembrava un angelo disceso sulla terra pronto a salvarmi.

Justin P.o.v
Avevo avuto un'opportunità grandiosa grazie a mio padre e avevo la ragazza dei miei sogni, Aurora. Lei era tutto per me, sapeva capirmi, a volte era così dolce e graziosa, altre così bambina e altre mi faceva alterare i nervi con le cose che diceva. Ogni volta che la guardavo nei suoi occhi verdi mi ci perdevo, erano così belli, lei era così bella, i suoi capelli, le sue labbra rosee che bacerei per ore e ore, le sue guance per non parlare delle fossette che si creano quando sorride, il suo nasino allineato, la sua pelle liscia che a volte mi sembrava una bambola di porcellana. Amavo tutto di lei, la sua passione per i cartoni animati nonostante la sua età, la sua risata rumorosa come una bambina di 4 anni, il suo amore per le caramelle, la sua forza nell'affrontare tutto, la sua passione per il basket che era anche la mia, l'essere così diversa dalle altre, chiamatemi pazzo ma la adoro. Stanotte guardandola e tenendola tra le mie braccia, dopo aver fatto l'amore, ho pensato a quanto la mia vita fosse cambiata in questo ultimo anno e poi ho pensato a lei e al fatto che non avrei resistito a starci senza e così le ho chiesto di getto di venire in Canada con me. In un primo momento avrei detto sicuro che avrebbe detto di no ma poi quando le sue labbra si dischiusero facendo apparire quei denti in un sorriso meraviglioso il mio cuore ha iniziato a battare di nuovo e al "si" mi sono sentito alle stelle, felice, pimpante e avevo voglia di gridare ma l'unica cosa che ho fatto è stato realizzare la sua riposta e abbracciarla stringendola a me come amo tanto fare e so che anche lei lo ama. So anche che deve parlare con la nonna e io voglio starle accanto per ogni cosa, non volevo abbandonarla in questo momento e di sicuro avrei insistito fino al mio ultimo respiro pur di farla venire con me. Era seduta sul mio basso ventre ed ero rimasto lì a fissarla mentre sapevo che lei si stava imbarazzando, ma non posso farci nulla, lei è stupenda.
Au: Non dire bugie, sembro un sacco di patate-disse ridendo allungando la mano per darmi un colpetto sul petto. 
I: Non è vero, giuro-misi una mano sul cuore e l'altra la alzai-che sei stupenda-lei sorrise dolcemente facendo formare le fossette sulle sue guance, poi si abbassò su di me facendo scivolare i suoi lunghissimi capelli da dietro la sua spalla ricadendo sul mio collo solleticandomi, si avvicinò e io posai le mie mani sulle sue cosce. Le sue labbra erano a pochi mm da me, mi faceva impazzire quando teneva lei il gioco ma allo stesso tempo mi piaceva, le sue labbra toccarono le mie senza darmi esattamente un bacio poi la mano destra la poggiò alla base del mio collo e iniziò a massaggiare. La mia presa sulle sue cosce aumentò, mi stava facendo letteralmente impazzire e questo lei lo notò quando sorrise beffarda da sopra le mie labbra, non riuscivo più a contenermi e così alzai il capo per poterle dare un bacio effettivo ma lei si ritrasse subito ridendo, ora si prendeva gioco di me.
I: Il tuo telefono si sta illuminando, ti stanno chiamando-le dissi facendo segno al lato opposto del suo sguardo, lei subito si girò e questo mi bastò per prendere in mano io la situazione facendo mettere lei sul letto e io ero sopra di lei schiacciandola, lei subito si mise a ridere battendo le mani sulle mie braccia cercando di farmi spostare.
Au: Non è giusto uffa-si lamentò lei ridendo scuotendo la testa e socchiudendo gli occhi.
I: Invece si che è giusto!-continuò a dimenarsi al di sotto di me ma con scarsi risultati, ero troppo forte per essere battuto da quelle mani sottili e quelle braccia senza un briciolo di muscolo, sorrisi pensando a quante volte aveva cercato di picchiarmi e alla fine ci aveva rimesso lei quando gli prendevo il braccio e glielo rigiravo dietro. Aurora smise di combattere con me e rimase ferma a fissarmi, forse stavo aspettando qualcosa e io stavo aspettando di fare una cosa così mi avvicinai al suo viso e dopo aver aspettato un secondo finalmente le mie labbra incontrarono le sue, sapevano di cacao, continuai a baciarla poi lei schiuse le labbra e io ne approfittai per fare scontrare le nostre lingue dando vita ad un bacio che a mio parere non sarebbe mai dovuto finire.
Aurora era così piccola sotto di me, le sue labbra combaciavano in modo perfetto con le mie e con lei, per quanto banale sia, mi sento al sicuro. E' come se lei fosse la mia casa, insomma la mia famiglia ormai non esiste più, papà a Stratford, mamma a LA e lei è stata l'unica persona a starmi vicina e a rendere la mia vita ciò che è adesso. Chissà cosa sarebbe successo se io fossi partito quel giorno di tanti mesi fa e lei non fosse corsa all'aeroporto. Dopo vari minuti per riprendere fiato ci staccammo, io mi spostai al lato e lei si girò ritrovandoci faccia a faccia...
Au: Forse dovrei tornare a casa-disse lei mettendosi una mano sotto la testa mentre con l'altra si metteva una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
I: T'accompagno-dissi immediatamente, non avrei lasciato andare per nessun motivo Aurora da sola a casa.
Au: Ci so arrivare anche da sola eh-mi prese in giro, la guardai male e poi mi alzai dal letto ricordandomi che ero ancora in boxer! Presi da terra i miei pantaloni e li indossai, poi mi alzai dal letto e andai verso la mia cabina armadio prendendo una maglia a caso, presi le Supra nere e le misi ai piedi. Tornai in camera e Aurora era sparita e insieme a lei i suoi vestiti però aveva lasciato sul mio letto i miei, dopo poco che il mio cervello stava elaborando la vidi uscire dal bagno con il suo vestito rosso, i capelli tirati di lato mentre da sola cercava di alzarsi la zip..
Au: Mi aiuti per piacere?-mi chiese guardandomi lì fermo come un baccalà, io mossi la mascella in segno di "si" e lei venne verso di me, mi sorrise e poi si girò di schiena. Sembravo un cretino fermo lì, presi la zip tra le dita e la alzai sopra, Aurora si girò e mi diede un bacio a fior di labbra. La stavo eternamendo fissando, si sedette sul mio letto e mise i suoi sandali, poi prese la mantellina nera e la pochette ed era pronta in pochissimo tempo mentre io ero rimasta a fissarla per un determinato tempo, era così bella in tutto quello che faceva e io ero felice di aver una ragazza come lei.
Eravamo pronti entrambi e così scendemmo al piano di sotto dove c'era mia madre sul divano a guardare la tv, appena la vidi feci cenno con la testa e lei si alzò per venire a salutare Aurora.
Ma: Justin accompagni Aurora?-chiese lei guardandomi da dietro Aurora, io feci "si" con la testa e lei sorrise, sono sicuro al 100% che fosse felice di avere una nuora come Aurora e inoltre chi non lo sarebbe?
Au: Grazie Pattie e grazie anche per l'aiuto di prima-disse e poi si misero a ridere entrambe. Di che parlavano? Cosa mi nascondevano? Ah, donne! Non le capirò mai.
Ma: Ma di nulla tesoro, sono felice che sia stata qui-tesoro? Mia madre non si è mai comportata così con una mia ragazza. Dopo di che, accadde l'inaspettato, si abbracciarono. Ripeto: le donne non le capirò mai.
Au: Alla prossima-la salutò lei e mamma fece il segno dell'ok con il dito. Uscimmo di casa ed entrammo in garage dove avrei preso la macchina per accompagnarla. Entrammo in macchina e io misi in moto uscendo dal garage e mettendomi in strada...
I: Di cosa parlavate te e tua madre?-chiesi curioso, lei sorrise rumorosamente e poi disse un flessibile "niente", ora mi nascondeva anche le cose?
I: Tanto lo scoprirò lo stesso-dissi come un bambino che avrebbe fatto di tutto per sapere la determinata cosa che voleva, appunto, sapere.
Au: Si certo come vuoi amore-si stava sul serio prendendo gioco di me. Non lo avrei permesso. Rimanemmo in silenzio fin quando non spensi il motore perchè eravamo arrivati a casa sua...
Au: Grazie per la serata di ieri e la mattinata di oggi-abbassò la testa per l'imbarazzo e io sorrisi, era così carina quando si imbarazzava.
I: Te la meritavi tutta!-mi avvicinai prendendole la testa tra le mani e dandole un bacio.
Au: Meglio che vada-aprì la portiera e dopo avermi dato un ulterirore bacio scese dalla macchina e si avviò correndo verso casa sua, prima di entrare si girò e quando vide che non me ne ero ancora andato mi salutò con la mano ed entrò.
Io sorrisi e mettendo in moto la macchina partì per ritornare a casa mia.
Questa ragazza e le cose che mi fa mi faranno morire di felicità un giorno.

To be continued...
  
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