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Autore: Feltonistas    21/01/2014    1 recensioni
Molly Hooper, donna, patologa, madre single. Scappata dalla sua vita sei anni prima, adesso è costretta a tornare nella città dove tutto è cominciato, è costretta a rivedere i suoi vecchi amici. A rivedere lui.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ditemi cosa ne pensate, spero di non aver deluso le vostre aspettative :) aspetto vostri consigli :)

 

 

"John...ciao...." balbettò guardandosi intorno. Doveva fare in modo che non vedesse Billy. Il bambino sembrava davvero preso dai giocattoli e non intenzionato a tornare da lei. Molly deglutì pesantemente e fece a John un sorriso, che persino a lei sembrò terribilmente patetico. L'uomo sembrava un pesce fuor d'acqua. Boccheggiava e muoveva le mani verso di lei come un matto.

"Tu...tu..."sospirò profondamente e la guardò negli occhi "Che fine hai fatto? Sono passati, quanti, sei anni?"

Molly annuì e si morse il labbro. 

"Dove sei stata? Noi ti abbiamo cercata, ma non eri da nessuna parte! Abbiamo addirittura creduto che fossi stata rapita, ad un certo punto!" la accusò veementemente lui, chiaramente ferito dalla sua scomparsa. Molly cercava solo di capire chi comprendeva quel 'noi'. 

"Mi dispiace, è solo che avevo bisogno di cambiare aria. Mi sono trasferita." rispose, cercando di mantenere il tono di voce calmo, senza grandi successi. John finalmente le sorrise.

"E in che parte dell'Inghilterra ti sei trasferita?" 

"No, John, non in Inghilterra. Sono andata a vivere a New York." 

Lui spalancò gli occhi e le sopracciglia andarono quasi a scomparire tra i capelli, che cadevano leggermente sulla fronte.

"A New York? Wow." esclamò John, con un'espressione sbalordita. "Avevi davvero bisogno di cambiare aria, allora! Completamente!" continuò con tono scherzoso e Molly costrinse se stessa a fare una risatina. 

"Mamma, lo so che hai detto che non si compra niente, ma...." Molly si girò di scatto e vide Billy fissare insistentemente quell'uomo per lui estraneo. Lo stesso stava facendo quest'ultimo. Il piccolo si avvicinò alla madre e si nascose leggermente dietro di lei, come faceva sempre quando incontrava nuove persone. Poteva essere un bambino molto timido, anche se a volte non sembrava. 

"E questo bel bambino chi è?" domandò John, sorridendogli amichevolmente. 

"Billy. Questo è mio figlio Billy." si affrettò a dire Molly, temendo che se il figlio avesse detto il suo nome completo, John avrebbe capito. D'altronde, aveva insegnato al bambino a dire sempre il suo nome completo. 

"Oh, hai un figlio! Anche io, anche se la mia è più piccolina. E ne ho un altro che arriverà a breve."

Molly annuì e iniziò a pensare ad una scusa per andare via e allontanarsi da questa situazione disagevole. John non era tanto stupido da non notare la somiglianza dopo averlo guardato con più attenzione. Doveva andare via prima che questo accadesse. Ma aveva fatto i conti senza l'oste. In questo caso l'oste si presentava come una bella donna dai corti capelli biondi, un bel pancione e una bambina tra le braccia. La suddetta donna si stava avvicinando a loro con un largo sorriso sulle labbra. 

"Buongiorno!" salutò gentilmente quando fu arrivata. Molly le sorrise. "Buongiorno."

"Mary, lei è Molly Hooper. Ricordi? La mia vecchia amica di cui ti ho parlato!" la presentò subito John e Mary annuì velocemente.

"Sì, certo, Molly! Sei tornata a Londra, allora!" cominciò "Oh, scusa. Tendo sempre a prendere troppo confidenza!" 

Molly scosse il capo e sorrise genuinamente. "Non preoccuparti, davvero." la rassicurò e allungò la mano per stringere quella dell'altra donna. Mary la prese e la scosse forte.

"Piacere, Mary Watson. La moglie di John."

"E lei deve essere la bimba di cui hai parlato prima." disse Molly sorridendo alla piccola, che ricambiò subito il sorriso. "Ciao! Io sono Amy!" si presentò con una tenera vocina. Molly la guardò sorpresa. Era una bambina davvero intraprendente e spigliata! 

"Ciao Amy, io sono Molly. Piacere di conoscerti." Le strinse la manina con delicatezza. Poi guardò in basso verso suo figlio, il quale cercava ancora di nascondersi. Lo prese per le spalle e lo spinse in avanti. Quel bambino era tanto timido quanto intelligente. 

"Billy, prendi esempio da Amy. Vieni a salutare." lo rimproverò. 

"C-ciao..." balbettò il bambino, alzando il viso verso i due interlocutori. Entrambi sussultarono visibilmente.

-NO!-

Avevano capito. Gli occhi! Ecco cosa li aveva traditi! Gli occhi erano troppo simili! Prese subito per mano il figlio e fece per girarsi.

"John, hai notato quanto siano simili gli occhi di Billy con quelli di Sherlock? E anche i capelli, ora che ci faccio caso." la voce di Mary, curiosa e indagatrice, spezzò il pesante silenzio che si era andato a creare.

"Molly..." sussurrò John, perforandola col suo sguardo. Molly fece un respiro tremante.

"Devo andare..." mormorò e iniziò a tirare per il braccio Billy, il quale, non capendo cosa stesse accadendo, impuntava i piedi.

"Ma mamma! Siamo appena arrivati!" si lamentò con tono petulante.

"Billy, stai zitto! Andiamo." 

"Molly, aspetta!" John corse verso di lei e la trattenne per un braccio. Molly cercò di ricacciare indietro le lacrime e si girò. Evidentemente non fece un grande lavoro, poiché appena la guardò in volto, assunse un'espressione molto preoccupata. Poteva solo immaginare quale fosse la sua, di espressione. Aveva quasi paura di saperlo. 

"Molly, lui...Billy è....il padre..." cominciò a balbettare, senza sapere bene come dirlo senza sembrare troppo scortese.

"Non qui." fu tutto ciò che lei rispose, lanciando un'occhiata eloquente al bambino. John guardò a sua volta Billy e annuì.

"William." cominciò Molly. "Adesso chiamo Ally e ti faccio venire a prendere. Io e John dobbiamo parlare di qualcosa di molto importante." spiegò pazientemente. Billy dovette capire che era una cosa da adulti, che lui non poteva sentire, perché annuì e rimase in silenzio. Molly prese il cellulare dalla borse e compose il numero dell'amica.

                                                                  * * *

Venti minuti dopo erano seduti al tavolo isolato di una piccolo bar quasi vuoto. La piccola Amy era addormentata nel passeggino e Billy era andato via con Allison. I tre adulti si guardavano l'un l'altro, senza sapere cosa dire. Molly fece il centesimo sospiro nel giro di mezz'ora e si massaggiò nervosamente il braccio. 

"Beh, questo è davvero imbarazzante." ridacchiò Mary, cercando di rompere il ghiaccio. Gli altri due annuirono.

"Sì." disse all'improvviso Molly. Meglio tagliare subito la testa al toro."Sherlock è il padre di Billy."

John respirò profondamente e Mary gli appoggiò una mano sul braccio. Molly distolse lo sguardo e iniziò a osservare attentamente il muro.

"E questo è ancora più imbarazzante." 

"Già." rispose la bruna.

"Quindi è lui il motivo della tua partenza improvvisa." constatò John, con un'espressione pensierosa. Molly scrollò le spalle e si guardò le mani. 

"Ma lui, Sherlock intendo, lo sa?" chiese ancora con tono insistente e quando la donna scosse il capo, sospirò forte. 

"Lo sai che è proprio un bel casino, mh?"

Lei sbuffò, quasi ironicamente. Come se non lo sapesse. Non aveva mai avuto intenzione di dire niente a nessuno. Aveva sperato ardentemente di non incontrare nessuno che conoscesse a Londra. Vana speranza.

"Non volevo che lo scoprissi. Non volevo metterti in questa situazione. Non l'ho mai voluto. Non sono qui in un viaggio di piacere, ma di lavoro. Non potevo rifiutare. So che il tuo primo istinto e quello di correre da Sherlock a dirgli tutto." alzò la mano per fermare le sue parole. "Non negare. Lo so io, lo sai tu e lo sa anche tua moglie che è così. Ma ti devo chiedere di non dirgli niente." finì l'ultima frase in un soffio "Ti prego." 

"Gesù. Mi trovo un dilemma grande quanto un elefante davanti." esclamò John, passandosi entrambi le mani tra i capelli, scompigliandoli. Mary lo schiaffeggiò forte sulla gamba.

"Non c'è nessun dilemma. È ovvio che non diremo niente, Molly. Il tuo segreto è al sicuro con noi, tranquilla. E se John tentasse di farsi scappare qualcosa, gli taglierei la lingua." concluse, lanciando uno sguardo malefico al marito, il quale deglutì e si affrettò ad annuire.

"Certo, Mary ha ragione. Ho la bocca cucita!"

Molly finalmente lasciò andare l'aria che stava trattenendo dall'inizio del discorso. Si passò una mano sulla fronte sudata e chiuse per un attimo le palpebre. Sentiva una di quelle emicranie con i fiocchi avvicinarsi velocemente. Si massaggiò le tempie lentamente. Per lei tutto ciò era stato molto difficile. Se l'incontro con John l'aveva messa così in difficoltà, non osava immaginare a come avrebbe reagito quando avesse incontrato lui. Probabilmente sarebbe svenuta. 

"Ma come è potuto succedere?" chiese piuttosto stupidamente l'uomo. Molly alzò le sopracciglia con fare eloquente. 

"Tu, più di me, lo dovresti sapere." rispose lei ironicamente, indicando con un cenno del capo la bambina e il pancione di Mary. Quest'ultima ridacchiò e si accarezzò dolcemente il ventre.

"Non intendevo in quel senso!" esclamò John, rosso in volto. "Non sapevo che voi due steste insieme."

Molly scosse il capo con un sorriso amaro. "Infatti non stavamo insieme." si limitò a dire.

"Oh." fu l'unica cosa che uscì dalla bocca di John. 

I tre rimasero per qualche minuto in silenzio. 

"Io devo davvero andare ora." esordì dopo un po' Molly, alzandosi velocemente e prendendo la borsa appoggiata alla sedia. John si alzò e aiuto la sua molto incinta moglie a fare lo stesso.

"Molly, sono davvero contento di averti rivisto di nuovo. Mi sei mancata. Sei mancata a tutti." le disse, abbracciandola. "Anche a lui." le sussurrò nell'orecchio prima di allontanarsi. A quelle parole, il cuore di Molly si strinse dolorosamente. Mary si avvicinò e, nel limite di quanto la sua pancia le permettesse, la abbracciò.

"È stato un piacere incontrarti. Sai, ci assomiglia davvero tanto." le disse. Molly sorrise e sospirò teatralmente. 

"Non solo nell'aspetto, purtroppo."

E con queste ultime parole, si girò e uscì dal bar.  

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