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Autore: Verdeirlanda    21/01/2014    0 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Mi ricordavo che fare l'amore con te era bello...non mi ricordavo che lo fosse così tanto!" rise Lucrezia mentre si accoccolava tra le braccia di Leonardo.
Lui rise, e sospirò: "Sono lusingato. E tu sei sempre bellissima."
"Mi mancavi...ma ora siamo di nuovo insieme, ora andrà tutto bene." disse lei.
Erano tornati a casa dopo l'incontro con Riario.
Avevano arrangiato un lettino per Matteo nella cameretta di Simone, i bambini ora dormivano profondamente.
Gli adulti invece erano ancora carichi di emozioni per gli eventi di quella notte, provavano gioia, paura, stanchezza, speranza, e non riuscivano a dormire.
Leonardo e Lucrezia si erano amati a lungo con passione, avevano sentito molto la reciproca mancanza, e avevano sempre sperato di potersi rivedere.
"Sì, andrà tutto bene, andrà sempre meglio." disse Leonardo stringendola e baciandole il viso, accarezzandole il fianco con la mano "E potremo iniziare una nuova vita, insieme." 
Disse così, ma in fondo al cuore sentiva un po' di tristezza, un pensiero lo preoccupava.
Lo stesso pensiero preoccupava Zoroastro nell'altra stanza.
"Allora adesso si realizzerà." commentò mentre si spogliava per mettersi a letto.
Beatrice si infilò la sottoveste e si sedette sul letto: "Cosa?"
"La profezia. Si realizzerà. Lucrezia è tornata, ha avuto un bambino..." Zo ricordò le parole del Turco, il dipinto nella catacomba "Tra non molto succederà, una di voi..."
Le parole gli restarono impigliate in gola, sospirò profondamente: "Io ti amo Bea. Ti amo così tanto che non esistono parole per spiegarlo. Voglio ripetertelo ogni volta che mi sarà possibile, perché non so chi di voi due...chi di voi due ci lascerà..."
"Zo, vieni qui, siedi." lo invitò Beatrice, lui si mise vicino a lei, si presero per mano e intrecciarono le dita "Lo so tesoro, e ti amo tanto anche io."
Zo scosse la testa: "Lo so che ti ho promesso che ci sarei stato nel bene e nel male, e lo farò. Ma ho paura. Non voglio perderti..." 
Bea gli accarezzò il viso: "Vorrei poterti dire che andrà tutto bene, ma la verità è che non lo so. Non so cosa accadrà, non so chi morirà. Ho paura anch'io..." le lacrime iniziarono a rigarle le guance "Ma non voglio che questa paura ci devasti, che ci impedisca di essere felici. Possiamo iniziare una nuova vita, lontani da chi ci vuole fare del male. E forse saremo fortunati, forse il destino ci concederà molto tempo da vivere insieme. E se così sarà voglio che sia un tempo ricco di felicità. Voglio passare momenti bellissimi con te, con Simone. Non so se toccherà a me lasciare questo mondo, ma in caso fosse così, voglio che la morte mi trovi viva, non impaurita in un angolo. Lo capisci Zo?"
L'uomo annuì, le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra, baciò le lacrime che scendevano sul viso di lei, poi la guardò intensamente negli occhi: "Non importa quanto tempo ci concederà il fato, quel tempo sarà sereno, sarà felice principessa."
Bea gli sorrise tra le lacrime e lo baciò, lo strinse, e i baci si fecero più intensi, più appassionati, fino a che Zoroastro infilò le mani sotto la camicia da notte di Beatrice per poi sfilargliela.
Beatrice gli sorrise, lasciò che la facesse scivolare sotto di lui, che la baciasse e che entrasse in lei, adorava quella sensazione.
Le mani di Zoroastro le tenevano i fianchi mentre si muoveva dentro di lei, Beatrice gli accarezzava il viso, le spalle.
Lui le mormorò che l'amava, lo ripeté diverse volte, sentire la sua voce rendeva tutto più eccitante.
"Ti amo anch'io..." gli disse poco prima di raggiungere l'estasi, si aggrappò a lui.
Rimasero abbracciati, lui sopra di lei, per diversi istanti, lei passava le dita tra i riccioli scuri di Zoroastro, lui sfiorava il viso di Beatrice con le labbra.
Poco dopo, mentre erano abbracciati, Zoroastro si addormentò, Beatrice si alzò lentamente per non svegliarlo, si infilò una vestaglia e scese in cucina, aveva fame.
Tagliò alcune fette di pane e prese la confettura di fragole, si sedette a tavola.
In quel momento nella stanza entrò Leonardo: "Oh, scusa...non sapevo ci fosse qualcuno...ecco, avevo una certa fame..."
"Anche io. Mi viene sempre un po' di fame dopo aver fatto...hai capito..." 
"Chiaro! Ehm...posso rubarti la fetta che hai già farcito?" azzardò Leo sedendosi.
Beatrice sorrise e gli passò il pane.
"È interessante questa cosa che abbiamo in comune." commentò lui "Potevamo nascere entrambi con il naso storto, o con un sesto dito sulle mani...e invece..."
Beatrice scoppiò a ridere: "Meglio la fame post sesso direi!"
Anche Leonardo rise.
Rimasero in silenzio e finirono di mangiare.
Leonardo poi prese la mano della sorella: "Ti voglio bene Bea."
Lei capì perché glielo diceva: "Anche io ti voglio bene fratellone."
"Io non posso scegliere...lo capisci vero? Quando accadrà...non posso prendere le parti di una o dell'altra, io...non posso sperare per una o per l'altra..."
"Non voglio che tu lo faccia." gli disse stringendogli forte la mano "Ho promesso a Lucrezia che non le avrei mai augurato la morte, quindi nemmeno tu devi tormentarti."
Leonardo la guardò, le fece un debole sorriso.
Lei ricambiò, il suo sorriso era più caldo, riuscì a rassicurare un po' suo fratello.
Beatrice gli disse: "Non so che accadrà, se sarò io a morire. Ma so che in caso, stando a ciò che ci ha detto il Turco, tu ti occuperai di Simone, con Lucrezia...ecco...ti chiedo un favore..."
"Quale?"
"Leo, promettimi che non gli costruirai una macchina volante!"
Leonardo scoppiò a ridere: "Va bene, te lo prometto."


"Dunque, ricapitoliamo. Riario ci aspetterà alla porta sud della città e insieme partiremo per Ferrara. Chiaro, semplice, no?" disse Leonardo a colazione.
Gli altri annuirono, il piano in effetti sembrava realizzabile.
"E non dobbiamo dire a nessuno che partiamo, e il nostro bagaglio deve essere leggero e maneggevole." aggiunse Beatrice.
"Esatto." rispose Leonardo "Manca poco ormai, si parte stanotte...mi sembra incredibile che questo mese sia passato così in fretta."
Beatrice a quel punto si alzò e corse in bagno, rimase lì per alcuni minuti, quando rientrò nella stanza bevve un sorso di infuso, gli altri la guardarono interrogativi.
"Nausee mattutine." disse semplicemente.
Gli altri sgranarono gli occhi.
Zoroastro si alzò e andò verso di lei: "Nausee mattutine? Oddio Bea sei..." la abbracciò forte ridendo "È meraviglioso principessa! Ma da quanto lo sai?"
"Non ne ero sicura, ma il ciclo è saltato per la seconda volta, e poi le nausee, i capogiri...volevo trovare un momento tranquillo per dirtelo..." lo abbracciò.
Leonardo e Lucrezia andarono ad abbracciarli entrambi.
"È una notizia fantastica! Sono sicuro che è di buon auspicio!" disse Leo.
"Credi nei presagi adesso? Leggi le pance invece delle sfere?" scherzò Zoroastro.
Tutti risero, e Leonardo disse: "Una nuova vita sta crescendo in Beatrice, e una nuova vita nascerà per tutti noi quando saremo a Ferrara. Ne sono sicuro."


Riario arrivò puntuale, con lui c'era un gruppo di soldati, uno di loro guidava un carro coperto.
"Viaggerete lì dentro, se ci fermeranno diremo che siete dei miei servitori." spiegò.
Una volta saliti sul carro videro delle casse di legno, dentro c'era della stoffa.
"Per i bambini." tagliò corto Riario.
Beatrice soffocò una risata di fronte all'imbarazzo del conte nel fare un gesto gentile.
Misero i piccoli in quelle culle improvvisate, e il carro partì.
Il viaggio durò quasi una settimana, il conte aveva deciso di allargare il percorso per evitare zone pericolose.
"Domani notte dovremmo arrivare a Ferrara." disse quando si furono accampati per mangiare.
"Cosa dobbiamo fare Girolamo?" chiese Leonardo.
"Io cercherò di portarvi il più vicino possibile alle mura, ma non potrò avvicinarmi troppo, se vedessero un gruppo di soldati, se vedessero me, potrebbero insospettirsi e non farvi entrare. Temo che dovrete percorrere l'ultimo tratto di strada da soli." spiegò il conte "Durante la notte rimarremo accampati, appena sorgerà il sole vi recherete alle porte della città. Credo sia il momento migliore."
Leonardo annuì: "Faremo come ci dite Voi." 
Mentre gli altri finivano di mangiare Beatrice andò sul carro per controllare i bambini, Matteo dormiva, invece Simone si era svegliato: "Ciao riccetto!" gli disse e lo prese in braccio per cullarlo, il bambino fece un grande sbadiglio e lei gli accarezzò la testolina "Direi che non sei del tutto sveglio. Che dici, dormiamo ancora un po'?" 
"Ha davvero i Vostri occhi." disse Riario salendo sul carro.
Beatrice gli sorrise: "Lo dicono tutti. È bello sapere che tuo figlio ha qualcosa di te."
Riario si sedette di fronte a lei: "E il bimbo che aspettate? Avrà i Vostri occhi o quelli del padre?"
"Come sapete che sono incinta?" 
"Vi prego, avete vomitato praticamente ogni giorno." le sorrise "Congratulazioni."
Beatrice arrossì lievemente: "Grazie. Dovrebbe nascere tra sette mesi, più o meno. Non vedo l'ora che esca per conoscerlo, o conoscerla."
Simone si era addormentato, Beatrice lo mise delicatamente nella cassa.
"Come state?"
"Oh, a parte le nausee la gravidanza sembra tranquilla."
"Mi riferisco ad altro...riguardo alla profezia..." precisò Riario "Ora siete entrambe madri, ciò di cui parlava il Turco potrebbe accadere in un qualsiasi momento. Siete preoccupata?"
Beatrice si incupì, poi annuì: "Sì, ovviamente lo sono. Ma coltivo la speranza che non accada nulla. Potrebbe anche non succedere, perché no?" gli sorrise.
"Siete una donna incredibilmente forte, coraggiosa, affrontate il Vostro destino a testa alta, senza indietreggiare. Ogni uomo vorrebbe una donna così al suo fianco." disse Girolamo.
Beatrice arrossì violentemente a quelle parole, si sentiva a disagio, lui lo notò.
"Perdonate Beatrice, Vi ho messa in imbarazzo...ma è quello che penso, quello che sento." le disse "Spero che il destino sia clemente con Voi Beatrice, davvero."
Le passò accanto per scendere dal carro, la sua mano sfiorò quella di lei, Beatrice non seppe mai se lo avesse fatto apposta o se fosse stato un caso.
Prima di congedarsi e tornare dai suoi uomini le disse: "Comunque Girolamo è un bel nome."
"Prego?" chiese Beatrice voltandosi.
"Girolamo, vuol dire 'nome sacro'. È un bel nome per un maschietto." spiegò Riario.
La donna sorrise e gli rispose: "Ci penseremo, se sarà un bambino." 
Girolamo ricambiò il sorriso e si allontanò.
Bea rimase nel carro coi bimbi, pensò che forse c'era una speranza per l'anima tormentata del conte Riario.
 
Mancava poco all'alba.
Leonardo e gli altri si preparano per arrivare velocemente alle mura di Ferrara.
"Oltre quegli alberi c'è una radura, seguite la strada che la attraversa e arriverete in meno di un'ora. Guardatevi le spalle, se incrociate altri viandanti salutate con cortesia del ma non fermatevi. Avete già pensato ai nomi con cui registrarvi?" chiese Riario.
"Sì, siamo preparati e pronti." disse Zoroastro.
"Prendete queste." Girolamo consegnò agli uomini due spade "Spero non vi servano, ma meglio essere previdenti."
Diede a Leonardo un sacchetto, era colmo di monete, perché, spiegò Riario, non si può iniziare una nuova vita senza un gruzzolo da cui partire.
"Credo sia arrivato il momento di dirci addio."  Il conte strinse la mano a Leonardo e Zoroastro, fece un inchino alle due donne "Buona fortuna, sarete nelle mie preghiere."
Beatrice si avvicinò a lui gli diede un rapido abbraccio: "Grazie Girolamo. Voi sarete nelle mie."
Lui abbozzò un sorriso e si girò verso i suoi soldati, ordinando loro di montare in sella e di prepararsi a ripartire.
I quattro si girarono verso la fine del bosco.
"Dunque, andiamo, camminiamo svelti, ce la faremo." disse sicuro Leonardo, e si incamminarono verso la radura.

Il paesaggio della radura era surreale, c'erano una leggera rugiada sull'erba, una nebbia bianca e bassa che piano piano si diradava man mano che il sole si alzava nel cielo.
La luce, dapprima ambrata, era diventata rosata, poi di un delicato arancione che si mescolava come in una tavolozza con un tenue azzurro.
I quattro camminavano svelti lungo la strada, in lontananza si vedeva Ferrara, sembrava piccola come in un presepe.
Siamo vicini, continuavano a ripetere le loro menti, siamo vicini.
Erano nervosi, nessuno riusciva a parlare, nemmeno per stemperare la tensione.
Beatrice sorrise a Simone, era accoccolato nella fascia in braccio a lei, era sveglio e si guardava attorno, gli occhi verdi del bambino brillavano di sfumature dorate, il riflesso della luce del sole.
Leonardo a un certo punto disse: "Guardate." 
Non molto distanti da loro c'erano due uomini, marciavano verso di loro.
"Potrebbero essere solo forestieri Leo." disse Lucrezia.
"Potrebbero. Stiamo comunque in guardia." aggiunse Zoroastro.
Gli uomini erano sempre più vicino, si vedeva che stavano parlando tra loro, ridevano.
Quando si incrociarono uno di loro li salutò: " 'giorno."
"Buongiorno." risposero Beatrice e Leonardo, quasi all'unisono.
Gli uomini proseguirono il loro cammino, Leonardo e gli altri si girarono diverse volte per assicurarsene, poi sospirarono, un po' di tensione si era sciolta e risero.
"Ho avuto paura, lo ammetto." disse Zoroastro.
"E lo dici a me? Ero già pronto a sguainare la spada." commentò Leonardo.
Proseguirono il loro cammino, Ferrara era sempre più vicina, mancava poco.
Finalmente videro le mura nella loro grande maestosità.
Erano distanti forse un chilometro da una delle porte della città, la vedevano, accelerarono il passo.
Notarono un uomo in lontananza, seduto su un vecchio muretto, accanto a lui c'era un ragazzo più giovane.
"Chi sarà stavolta?" chiese Beatrice stringendo Simone al petto.
"Hanno facce poco raccomandabili." bisbigliò suo fratello "State calmi, d'accordo."
Appena li vide l'uomo sorrise e parlò: "Buongiorno signori." 
"Buongiorno." rispose Leonardo.
L'uomo e il ragazzo si misero tra loro e il resto del percorso.
 "Signori. Ci state impedendo di proseguire signori, vi prego, abbiamo dei bambini piccoli che devono andare a casa." disse gentilmente Leonardo.
Il ragazzo ridacchiò.
"Oh lo vedo. Ditemi i vostri nomi." disse l'uomo.
"Non vedo perché dovremmo dirveli signore...tuttavia...se è la Vostra condizione per farci passare..." indicò se stesso e Lucrezia "Siamo Giuseppe e Elisabetta Sabatini."
Zoroastro intervenne: "E noi siamo Davide e Sara De Benedetti. Soddisfatti?"
"Stiamo cercando delle persone, dei fuggiaschi. C'è una ricompensa molto cospicua per la loro cattura." spiegò il ragazzo.
"Non credo ci sia una taglia su di noi..." commentò Leonardo.
"Giù i pantaloni." disse l'uomo.
"Prego?" 
"Giù le brache signori. Se siete davvero un Sabatini e un De Benedetti siete sicuramente circoncisi, giusto? Dimostratecelo." spiegò.
Zoroastro e Leonardo si guardarono, il primo era circonciso dato che sua madre era ebrea, ma Leonardo no.
"Sentite signori, è imbarazzante...davvero volete vedere gli uccelli di altri uomini? Suvvia..." cercò di scherzare Zoroastro.
"Quella taglia vale la vista dei vostri cazzetti. Forza, calate le brache." l'uomo estrasse un pugnale "Oppure mi scaglio contro le vostre signore."
Leonardo voleva rispondergli che loro avevano delle spade, ma intervenne Beatrice: "D'accordo signori, vi dimostreremo che non siamo noi le persone che cercate. Davide, amore, cala le brache per questi signori."
Zo la guardò interrogativo, vide un guizzo nel suo sguardo, capì che aveva in mente qualcosa.
Annuì e si abbassò i pantaloni.
"Lui è a posto, è ebreo. Ora Voi, veloce." disse il ragazzo rivolgendosi a Leonardo.
Leo alzò le spalle: "Se vi piace la visione di altri uccelli..." e abbassò i pantaloni.
Lucrezia spalancò gli occhi, ma come era possibile?
"Visto? È circonciso anche lui. Ora potete farci passare." disse Beatrice.
I due uomini si scostarono, infastiditi.
Leonardo si allacciò le brache: "Grazie. Buona caccia signori."
Si allontanarono velocemente verso la porta della città.
Zoroastro e Lucrezia erano esterrefatti: "Ma come diavolo..."
"È una cosetta di mia invenzione, l'ho fatta con il budello." spiegò soddisfatto Leonardo "Ho pensato che a Ferrara potrebbero voler verificare se siamo effettivamente ebrei, così ho fabbricato un copri pene, lo fa sembrare circonciso."
"Io lo sapevo, per questo ero tranquilla." disse Beatrice.
Zoroastro scoppiò a ridere: "Sei geniale Leo! Davvero!"
"Lo so, grazie Zo."
"Ho sempre pensato che tu fossi un inventore del cazzo, ora ne ho le prove!" disse Zoroastro facendo ridere tutti. 
Le porte di Ferrara erano davanti a loro, la varcarono e furono subito fermati da due soldati.
"Signori, per entrare in città occorre un lasciapassare o un permesso, avete una di queste due cose?" chiese la guardia.
"Ecco signore, siamo fuggiti da Roma...siamo ebrei, non potevamo più vivere lì..siamo fuggiti per salvare le nostre vite..." spiegò Beatrice, si fece avanti e sgranò gli occhioni verdi, fece in modo che il soldato vedesse i bambini che lei e Lucrezia tenevano in braccio.
La guardia fece un caldo sorriso: "Coloro che sono perseguitati sono i benvenuti a Ferrara.
Entrate, vi accompagno dal mio capo, lui si occupa di registrare i rifugiati come voi."
Furono fatti accomodare in un ufficio, un soldato di alto grado li registrò come la famiglia Sabatini e la famiglia De Benedetti, poi chiamò un'altra guardia.
"Questi sono i vostri documenti provvisori, a breve ne avrete di ufficiali, con quelli potrete lavorare e cercare una casa. Per intanto sarete ospiti di un ricovero, quest'uomo vi ci accompagnerà."
Mentre raggiungevano il ricovero si guardavano attorno, la città sembrava davvero bella.
Furono sistemati in una grande stanza con una decina di letti, alcune signore molto gentili spiegarono le regole della mensa e del dormitorio, portarono loro acqua per lavarsi e cibo.
"Grazie, siete così ospitali." Beatrice sorrise a una donna che le porgeva le lenzuola per il letto.
Lei le prese la mano, la strinse: "Qui siete al sicuro mia cara, non dovete più temere il pericolo."
A Beatrice venne da piangere, era vero, erano al sicuro, finalmente erano liberi, potevano iniziare una nuova vita, tutti insieme.
 
  
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