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Autore: Malikismy_drug    21/01/2014    2 recensioni
Ecco i pazzi: quelli disadattati, i ribelli, i pioli rotondi in fori quadrati. Loro sono quelli che vedono la vita in un modo diverso, non sono appassionati di regole. Si possono citare e si può essere in disaccordo con loro. Si possono glorificare oppure diffamare, ma l'unica cosa che non potete fare è ignorarli perché loro cambiano le cose. Spingono la razza umana avanti; e mentre qualcuno può vederli come i pazzi, c'è altra gente che li vede come il genio, perché sono quelli che credono di essere abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, infatti lo fanno.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Hola chicas!
Prima di cominciare a leggere vorrei dirvi che le parti in corsivo sono i flashback dei vari personaggi.
Stiamo scrivendo questa fan fiction in due. Io sono Sve e la ragazza che mi aiuta Gine!
Metteremo l’ANGOLO AUTORE sempre a fine capitolo; se è una cosa molto importante, a inizio capitolo.
Spero che la nostra storia vi piaccia, recensite per farci sapere cosa ne pensate, se dovremo continuare a scrivere la storia oppure no, a presto!
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-PROLOGO-
 
 
Aprii lentamente gli occhi. Provai a ricordare cos’era successo la sera prima; mi guardai attorno: bottiglie di tequila e vodka sparse ovunque, mozziconi di sigarette sopra i tavolini e un gruppo di ragazzi ammucchiati sul pavimento.
Mi alzai lentamente cercando mio fratello Harry: un ragazzo alto, occhi verdi con un cespuglio in testa. Conoscendolo, sarà sicuramente in una camera da letto con una o più ragazze.
Controllai velocemente tutte le stanze, a volte trovandoci qualche ragazzo intento a vestirsi dopo essersi divertito assieme alla troia di turno. Dopo un po’ lo trovai: era avvinghiato come un koala a una ragazza, i loro vestiti buttati in diversi punti del pavimento. Cercai disperatamente di svegliarlo.
 
«Ancora cinque minuti» mugugnò lui.
«Harry, sono le sette di mattina, alzati o ti butto io giù dal letto» risposi seccata.
«Va bene, sono sveglio!» sbottò.
«Muoviti a vestirti, ti aspetto di sotto» gli dissi uscendo.
 
HARRY’S POV
Osservai Gwen uscire ripensando alla notte trascorsa…
 
Mi allontanai da quel bordello e ordinai un drink. Notai una ragazza muoversi tra la folla e dirigersi al bancone, qualche sedia più in là della mia. Mi avvicinai.
 
«Hei bellezza» le sorrisi maliziosamente.
«Hei…»
«Ti offro da bere» dissi chiamando la barista.
«Okay» mi disse sorridendo.
«Come mai sei sola? Aspetti qualcuno?»
«No, sono qui con le mie amiche.»
«E dove sarebbero queste tue amiche?» le dissi approfittandomi di un suo momento di distrazione per mettere una pasticca nel suo cocktail.
«Sono quelle due bionde che si stanno strusciando sul divanetto» rispose ridendo.
 
La fissai intensamente mentre beveva tutto d’un fiato il suo drink, sorridendo all’idea che tra poche ore me la sarei portata a letto.
«Balliamo?» le chiesi porgendole la mano.
«Va bene» l’afferrò trascinandomi in mezzo alla sala.
 
Non ci volle molto a convincerla ad entrare in una delle tante camere di quella casa. Salimmo le scale, aprì una porta a caso e me la chiusi alle spalle, ghignando.
 
Mi alzai velocemente dal letto, presi i vestiti dal pavimento, me li infilai e scesi al piano di sotto. Uscii e trovai Gwen: era seduta su un muretto, poco lontano dall’entrata, con in bocca una sigaretta.
 
«Andiamo?» le dissi prendendola per un braccio.
«Finalmente cazzo!» disse scrollandosi dalla mia presa.
 
Ci avviammo verso casa parlando del più e del meno.
 
GWEN’S POV
«Allora…» cominciai assumendo un’espressione di chi la sa lunga.
«Allora cosa?» mi rispose scettico.
«Ti sei divertito ieri con Kayla White, hm?»
«Chi?»
«Ma come? Non sai neanche chi ti sei scopato ieri sera? Ma fai schifo!» dissi ridendo.
«Dai, lo sai che sono fatto così» disse dandomi un leggero buffetto sulla guancia.
 
Arrivammo a casa poco dopo e come ogni volta mi arrampicai sull’albero che portava al balcone di camera mia, mentre Harry suonava al campanello aspettando che nostra madre andasse ad aprirgli per non farle notare che ero uscita di notte per l’ennesima volta a sua insaputa.
  
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