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Autore: Painting_Flowers    21/01/2014    1 recensioni
[Alex Gaskarth/Taylor Jardine]
Dall'ottavo capitolo:
- A volte ci penso. È buffo, abbiamo cominciato a odiarci e guarda dove ci ha portato tutto questo: siamo stesi sul prato di una casa sconosciuta coperti di...è gelatina? – disse Alex, assaggiando la sostanza zuccherina verde sul suo mento e Taylor rise.
- È tutta colpa di Jordan. Prima o poi lo soffocherò con il cuscino mentre dorme. – replicò lei con un sorriso dolce. Il cielo li sovrastava con le prime stelle che comparivano tra le sfumature blu scuro. Anche se credevano che sarebbe stato meglio tornare da quel gruppo di scalmanati, preferivano rimanere lì: non sapevano che in realtà era esattamente quello che i loro amici speravano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4

- Non pensi mai a quanto sarebbe forte formare una band? –
Jack e Alex erano chiusi in camera del primo, ascoltando i New Found Glory e bevendo birra.
A quella domanda, Alex guardò l’amico perplesso e replicò :- Non sono il tipo che si impegnerebbe in una band. L’unica cosa bella sarebbe avere le groupie da portarti a letto quando vuoi. –
- Ci starebbe. Rian è un genio alla batteria, io sono un genio alla chitarra e tu...Beh, abbiamo bisogno di un supporto. – disse Jack, ricevendo uno spintone alla spalla dall’altro. Accadeva spesso che i due si trovassero uno a casa dell’altro, occupando il letto o una poltrona, per poi parlare di tutto quello che passava per la loro testa.
 
- Come va con Nancy? – chiese Alex, lasciando subito cadere l’altro argomento.
- è troppo appiccicosa per i miei gusti. Uscirò con lei sabato e poi lascerò perdere. – rispose Jack dopo aver bevuto un sorso di lager. L’altro sbuffò e alzò gli occhi al cielo, ormai annoiato dalla cantilena che si ripresentava ogni volta.
 
- Tu, piuttosto! Cos’hai intenzione di fare con Jardine? – domandò Jack, improvvisamente attento e non più assorto.
- Cosa c’è da fare? Lei non mi sopporta e io non la sopporto. Non c’è molto da dire. È noiosa. – rispose Alex, senza prestare attenzione al dialogo, ma guardando fuori dalla finestra.
La camera di Jack era di forma rettangolare, piccola e contenente solo un letto, un armadio e una scrivania che si trovava di fronte alla finestra e la rispettiva sedia. L’insieme sarebbe risultato piuttosto povero, se Jack non avesse aggiunto i poster e sparpagliato vestiti per tutta la stanza, che quasi nascondevano la custodia della chitarra appoggiata all’armadio.
 
- Non puoi continuare così. Non ti vedo con una ragazza dall’anno scorso, quando sei uscito per due settimane con Demi. Devi anche pensare alla festa di Halloween! Vuoi presentarti da solo? – lo stuzzicò Jack, facendo leva sulla vergogna maschile, che vale almeno cento volte quella femminile.
- Non mi interessa la festa della scuola, posso non andarci. Se volessi trovarmi una ragazza, lo farei. Sai che non ho mai avuto problemi in questo. – affermò Alex, scuotendo la testa per spostare il ciuffo di capelli che gli copriva gli occhi.
 
L’altro lo guardò divertito e pensò di commentare quei capelli, ma si bloccò, pensando che prima o poi l’amico si sarebbe accorto che urgeva chiamare il barbiere. In effetti, pensò Jack, anche lui stesso non avrebbe mai ottenuto quel successo, se non avesse cominciato a mettere su peso e farsi crescere i capelli e la leggera barba che compariva sul suo mento. Solo un anno prima nessuna ragazza lo degnava di uno sguardo a causa della sua magrezza.
 
- Secondo me hai solo paura che ti rifiuti. Se non ne avessi, la inviteresti alla festa. – ribatté Jack, sicuro di ciò che stava dicendo.
- Non fare lo scemo! – lo ammonì subito Alex, però ridendo e stando in silenzio per qualche secondo.
 
- Tu non l’hai sentita: è sempre preoccupata della scuola e di tutte quelle cose da secchiona. – continuò il biondino dopo aver represso il sorriso.
- Non mi sembra una secchiona, anzi! Forse ascolta la nostra stessa musica, dovresti chiederglielo. – disse Jack, non lasciando quella linea di elogio per Taylor.
 
- Se ti piace tanto, perché non ci provi tu? – domandò prontamente Gaskarth, sorridendo poiché era sicuro che a quel punto l’amico non avrebbe saputo ribattere.
- Perché forse riesco a provarci con Holly. – rispose Jack con sorpresa dell’altro.
In primis, era assurdo che fosse riuscito a trovare un’altra ragazza in così poco tempo, ma in particolare Alex era sorpreso per l’obiettivo. Quella ragazza aveva brutta fama, che però poteva essere confermata solo dagli aitanti atleti compresi tra i diciotto e i ventiquattro anni.
 
- Amico, posso capire che tu ti senta stimolato dalle nuove sfide, ma la Madison guarda solo i giocatori di football. – disse Alex, cercando di far tornare in sé il ragazzo.
-Ma sentiti! “Stimolato dalle nuove sfide”...La Jardine ti ha contagiato con la sua secchionaggine? – replicò ironicamente Jack, cercando di far cadere la preda nella sua trappola.
- Non riesci proprio a piantarla con questa storia? – ribatté sull’orlo dell’esasperazione il biondino.
 
- No e ti spiegherò anche il perché. Io mi sono buttato e ho ottenuto risultati; tu invece, dopo che sei stato lasciato da Stella, hai messo il cartello “Chiuso per ferie” e non ti sei più dato da fare. Devi rimetterti in pista o le più carine se ne andranno con un paio di sfigati. – disse tranquillamente l’altro, nonostante avesse finito in poco tempo la birra e il suo sguardo fosse diventato leggermente vacuo. Quelle parole, seppur dette rozzamente da un diciassettenne non molto lucido, fecero breccia nella mente di Gaskarth, che si affrettò a pensare all’ultimo anno trascorso: Stella, la delusione, le due settimane con Demi, un’altra delusione, le discoteche da una botta e via e poi il vuoto. Tirando le somme di quegli ultimi mesi, Jack sembrava aver colto nel segno.
 
- Per questo ti dico di provarci con lei: non è male come pensi tu! È a posto, te lo assicuro.- continuò Barakat, notando che l’altro non proferiva parola. La sua sicurezza portò Alex a chiedersi per quale motivo parlasse di lei come se la conoscesse.
- Non mi farai cambiare idea. Vorrei dormire ogni volta che la sento parlare! Non siamo fatti per stare insieme. – disse Alex, frammentando il discorso in piccole frasi, poiché non sapeva più cosa dire per difendersi dalla coerenza del suo amico.
 
- Allora ti propongo una scommessa. – azzardò Jack, colto da un’improvvisa illuminazione. La reazione dell’altro si limitò ad uno sguardo sospettoso e al pensar bene a ciò che avrebbe voluto dire, finché non domandò: - Che tipo di scommessa? –
- Tu invita Jardine alla festa di Halloween e io rinuncerò in partenza ad Holly. – disse Jack, annuendo e rivolgendogli un sorriso, come se in questo modo tutti risolvessero i propri problemi.
 
Alex parve soppesare quella proposta, ma poi si convinse che quel simpaticone non avrebbe mai ignorato una ragazza come lei, in particolare se le sue quotazioni in campo sentimentale fossero salite ultimamente. In più, lui stesso avrebbe sprecato una serata ad andar dietro ad una persona che a malapena considerava. Che vantaggio ci sarebbe stato in un accordo del genere? Sarebbe stato meglio farsi due risate.
 
- Cambio le regole. Se io inviterò la Jardine a quella stupida festa, tu fingerai di essere sbronzo e andrai a chiedere cose sconce alle ragazze che incontrerai per strada la prossima volta che usciremo. – replicò il biondino con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Sapendo che Jack non avrebbe potuto rifiutare, si cullò in un senso di sicurezza e allegria, forse dovuto più alla birra e alla situazione rilassata, che alla propria pensata.
 
- D’accordo. Sono sicuro che poi non la inviterai, hai troppa paura.- rispose l’altro come se non gli importasse minimamente di quello di cui stavano parlando.
- Non ho paura. – ribatté stupidamente Alex, sembrando offeso.
- Oh sì, ne hai! Lex è un fifone, un fifone. – cominciò a cantilenare Jack, bloccandosi presto e ridendo steso sul letto.
- Sei ridicolo. – commentò l’amico, dandogli un calcio alla gamba dalla sedia su cui si trovava, ma sorridendo divertito.
 
 
 
 
 
Studiare chimica non era mai stato facile, nemmeno per chi avesse un talento naturale nella materia. Per Jordan invece quella scienza rappresentava la morte.
- Mike, aiutami. A cosa mi serve la nomenclatura di questa roba? – domandò il ragazzo al suo tutor.
- Per riconoscere ogni sostanza o miscela. Devi ricordarti che i nomi sono complicati, ma quando avrai capito la logica e la struttura del composto ti verrà facile. – rispose pazientemente Mike, sistemando gli occhiali sugli occhi.
 
- Sono due ore che ci provo, non possiamo fare una pausa? – implorò Jordan, con la testa fra le mani.
- Solo cinquanta minuti, ma va bene. Tra poco ricominciamo però, ok? – disse Mike, sedendosi sulla sedia accanto all’altro.
I due si trovavano in una classe vuota per il programma di recupero di inizio anno. Chi era uscito con il debito l’anno prima sarebbe stato seguito da uno studente più esperto nella materia, il quale avrebbe guadagnato crediti formativi. Solo per questo motivo un ragazzo pacato e intelligente come Mike si era trovato a parlare con un combina guai come Jordan. Inizialmente il loro rapporto si era basato solo sullo studio, ma ben presto scoprirono di tollerare la presenza dell’altro, fino a pensare di gradirla. A quel punto divennero conoscenti a tutti gli effetti, ma nessuno dei due avrebbe mai pensato di dichiararsi amico dell’altro.
 
- Ok. – replicò semplicemente Jordan, prendendo in fretta il cellulare e cominciando a inviare messaggi e controllare vari social network.
- Metti via quel telefono! Ti distrae e basta! Non riuscirai a capire niente dopo. – lo ammonì Mike, parlando in modo stanco. Era stata decisamente una giornata pesante.
 
- Esci con qualcuna adesso? - domandò il biondo, cercando di calmarlo e di tenere di nascosto il telefono nel frattempo.
- No, nessuno accetterebbe mai di farsi vedere con me. – rispose seccamente il tutor, volendo troncare subito l’argomento.
- Perché?- domandò l’altro mostrando poco interesse.
- Perché non sono certo il tipo di persona che piacerebbe ad una ragazza! Siamo troppo diversi...- replicò il moro, accorgendosi di essersi aperto con una persona che non avrebbe dovuto sapere nulla della sua vita e a cui probabilmente non importava. Con sua sorpresa, all’altro invece interessava, nonostante all’inizio stesse ascoltando svogliatamente. A quella risposta, il suo insolito interlocutore infatti aveva alzato la testa e prestava attenzione.
 
- Non ho capito se il problema è trovare una ragazza o se quella che ti piace è già fuori dai giochi. – disse Jordan incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale della sedia.  
- Lei è troppo per me. Nessuno ci vedrebbe mai bene insieme: io sono un cesso, lei è carina; io sono un secchione, lei è un’alternativa che ascolta rock e punk e generi musicali di cui non mi intendo. – spiegò Mike con un disperato sospiro finale.
 
- Tu provaci lo stesso. Siete amici? Allora fatti avanti subito. Non lo siete? Cerca di conoscerla. Devi darti una svegliata! – disse Jordan con enfasi, felice di ricoprire finalmente il ruolo dell’insegnante e quindi di poter rimproverare il suo studente come lui faceva in altri ambiti.
- Mi vede come il suo migliore amico. Non c’è via d’uscita per questa situazione, sono destinato a lasciar perdere e a guardarla cambiare ragazzo dopo ragazzo. – ribatté tristemente Mike, dimenticatosi del suo corso di recupero.
 
- Ti darò una mano. Non esiste che lasci solo un fratello nel momento del bisogno. Io e Rian stiamo aiutando un nostro amico: se tutto andrà in porto, poi ci occuperemo di te, che ne dici? – propose il biondo, alzando il braccio per battere il cinque all’altro, ma, non vedendo una reazione in quel ragazzo, lo abbassò.
- Io non sono come voi. Io non batto il cinque e non vado ad azionare campane d’allarme per non essere interrogato in fisica. Io sono innocuo e invisibile. Non ho fascino, quindi perché dovrei piacerle? – rispose il tutor, trasportato dal proprio discorso.
 
- Ti prometto, Mike, che ti aiuterò con lei. Ti fidi? Mi hai aiutato ed è ora che io faccia la mia parte. – disse Jordan, guardandolo negli occhi e cercando di essere più solidale possibile.
Alzò il braccio e, aspettando qualche secondo, ottenne un cinque in risposta dall’altro. Forse si sbagliavano: dopotutto potevano essere amici.
 
- Come si chiama la tua amica? – domandò Jordan allegramente.
- Taylor. Taylor Jardine. – rispose Mike, ma si rabbuiò quando vide che l’altro sgranava gli occhi preoccupato.
 
 







 



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Ed eccomi di nuovo qui! Ho promesso che sarei tornata, perciò ora voglio un biscotto come premio. BISCOTTO.
No, scherzo, ma temo che questo sia l'effetto di troppe fanfiction...
Facciamo un punto della situazione? Dalla parte degli All Time Low abbiamo Alex, Jack e Rian, mentre da quella dei We Are The In Crowd ci sono Taylor, Mike, Cameron e Jordan. Nessuno si è chiesto che fine ha fatto Zack? Tranquilli, arriverà anche lui! Perciò io scriverò subito il quinto e voi...Preparatemi i biscotti. Grazie *distribuisce cuori e coriandoli e Gelatine tutti i gusti+1* (PS: Holly Madison è la ex fidanzata di Jack nella vita reale)
  
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