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Autore: StormyPhoenix    21/01/2014    2 recensioni
La guerra tra i ribelli e la F.E.A.R. si è spostata dalla terraferma al mare; Andy, i suoi compagni e il loro esercito si muovono con una possente nave. Due nuove reclute porteranno una sorpresa per uno dei Wild Ones prima della battaglia decisiva...
«Siamo dei ribelli...prendeteci con voi, vi preghiamo...se vorrete pos-»
[...] «Non c'è bisogno di dire altro: siete i benvenuti fra i ribelli.»
[...] C'è stata la fine di libertà e pace, ma ora c'è anche un inizio: quello della mia vita da ribelle nella legione dei ribelli.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qua! :D
Unica nota: ho quasi finito il materiale già scritto disponibile, quindi ci vorrà un po' per il prossimo capitolo >.< 
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Black Veil Brides, Shadows die





Il risveglio avviene gradualmente. Quando apro gli occhi e metto a fuoco, subito avverto di nuovo un sordo dolore interiore…e poco dopo sento in maniera più distinta dei rumori provenienti da fuori…gli stessi di ieri.
La fiamma che da ieri mi arde dentro, dolore misto al dubbio, si mischia improvvisamente ad una determinazione che probabilmente non ho mai avuto nella mia vita: mi risistemo, prendo le armi e corro fuori.
«Stiamo scendendo a terra» mi comunica Christian. «La ragazza di vedetta ha avvistato alcuni della F.E.A.R. mentre approdavano, stamattina prima dell’alba.»
Mi precipito sulla scialuppa quasi piena che sta per essere calata in acqua; mi faccio dare uno dei remi e inizio a vogare con foga, facendo sì che arriviamo subito alla spiaggia. Salto fuori, stringendo spasmodicamente la mano sull’elsa della mia katana, e mi guardo intorno mentre attendo che tutti siano scesi.
Ci inoltriamo in una macchia di vegetazione, muovendoci circospetti e silenziosi, e giungiamo al limite di questo piccolo bosco, affacciandoci cautamente su una spianata a metà tra il verde e la spiaggia.
Improvvisamente, mentre stiamo nascosti dietro agli alberi, riecheggia di nuovo nelle nostre orecchie la voce sinistra e amplificata del giorno precedente, e alcune raffiche di vento sollevano sabbia e polvere in modo tale che per qualche minuto la nostra visuale è offuscata.
«Salve, ribelli, vedo che la battaglia di ieri non ha abbattuto nessuno di voi e la cosa mi irrita parecchio. Questa mattina ho qualcosa in serbo per voi. Uno spettacolo davvero imperdibile.»
Quando la nube si dissolve, scorgiamo alcune guardie nere e alcuni ragazzi in un angolo e, al centro, qualcosa che fa trasalire violentemente tutti: i nostri compagni scesi ieri sull’isola, accasciati a terra e feriti ma ancora vivi perché respirano e si muovono appena, e in mezzo a loro Andy, seminudo e ferito, legato con le mani dietro la schiena a due pali inchiodati insieme a formare una croce. Uno dei nostri stendardi neri con l’insegna dipinta in bianco sventola dietro di lui, e una delle maschere nere che usiamo noi ribelli è appesa alla cima di quella sorta di croce. Una terribile e blasfema imitazione del supplizio di Cristo, quel Cristo che la F.E.A.R. fa credere di seguire per mantenere una "facciata" che copra i suoi misfatti.
Una lama invisibile mi trafigge il cuore e l’anima e la gola mi si annoda.
«Ora arriva la parte più bella dello spettacolo. Godetevela, ribelli, perché è solo un intervallo prima della vostra fine.»
Inizio a correre nella vegetazione, fermandomi infine in un posto nascosto ma più vicino; contemporaneamente alcuni nemici si separano dal gruppetto e si spostano. Uno di loro brandisce un pugnale sporco di sangue, e tremo di paura e di ansia. Chiudo per un attimo gli occhi. 
Un lamento di dolore squarcia l'aria immobile: riapro di colpo le palpebre in tempo per vedere un nemico sfregiare la carne di Andy, e un'altra fitta dolorosa mi attraversa; il tizio continua e anche le grida continuano per alcuni minuti, e quando quello si allontana riesco a mettere a fuoco l'incisione sulla pelle del mio ragazzo: sembra essere una lettera...ma non è ancora finita. Altri due si avvicinano con la medesima arma in mano e stringo i denti, preparandomi alle prossime scariche di dolore che mi trapasseranno; altre urla, altri lamenti, altri squarci inflitti al mio cuore e alla mia anima...
Anche loro si allontanano dopo un po'; altre due lettere sono state incise e ora sul petto di Andy fa mostra di sé una parola, tratteggiata con il suo sangue: "fag", frocio. 
Avverto un'altra pugnalata invisibile. 
Quei pezzi di merda della F.E.A.R. sono bravi a sentirsi potenti solo con cose del genere...sono spregevoli, e per certi versi persino patetici.
Inaspettatamente mi alzo e mi muovo, come se il mio corpo non rispondesse più ai comandi; sento molti dei miei compagni chiamarmi, ma non mi fermo...sono sicura che i nemici rimarranno fermi per ora.
I miei passi si arrestano di fronte al Prophet avvinto dalle corde alla sua croce di legno. Nei suoi occhi cerulei ravviso un'improvvisa dolcezza mista ad amore, sicuramente suscitata dalla mia vista, mischiata a dolore per l'insulto che gli è stato scolpito nella carne, rabbia per la sua condizione di impotenza e una certa fierezza, quella che gli è propria quando è di fronte all'avversario, oltre ad un pizzico di timore.
Le lacrime salgono da sole agli occhi e iniziano a scivolare sulle mie guance durante quel dialogo tra sguardi; mi avvicino ancora e bacio Andy, piano, avvertendo un consistente sapore di sangue e il lieve tremore delle sue labbra.
Mi distolgo dopo un po' e, dopo avergli fatto un cenno di intesa, punto gli occhi sui nemici con forza, poi inizio a riempire i polmoni di aria e deglutisco per inumidire la gola.
Non ho ancora testato quale sia il limite del mio potere, ma è ciò che farò ora.
Sento la rabbia montare dentro, scalpitare come un cavallo che galoppa a tutta velocità, dilagare come un fuoco sospinto dal vento.
Inaspettatamente sento di essere pronta a ciò che sto per fare, pur non sapendo se ciò può arrecarmi un qualche danno o uno sforzo eccessivo, ma poco mi importa.
Un altro respiro profondo...
Urlo.
Urlo di rabbia repressa e violenta e disperata.
Rabbia che è frutto del trauma della prigionia, dell'insofferenza nei confronti dell'oppressore, del dolore nato dal vedere ancora una volta ferito chi amo.
Un urlo come mai ne ho emesso uno in vita mia.
In frazioni di secondo, a sorpresa, avverto onde sonore più forti affiancarsi alle mie per creare un'unica onda sonora più potente e devastante, e mi accorgo dell'intervento del Prophet.
Le piante più deboli si piegano come investite da un forte vento, le fronde degli alberi si scuotono furiosamente, la sabbia e la polvere si sollevano in un turbine; inizio a sentire la terra circostante tremare leggermente sotto i miei piedi e poi vedo verificarsi la stessa cosa sotto quelli dei nemici, che perdono aderenza al terreno e volano via: atterrano alcuni metri più in là sbattendo violentemente sul suolo, alcuni rimangono privi di conoscenza, altri storditi.
Sento la gola ardere tremendamente per lo sforzo compiuto, ma sono orgogliosa del risultato ottenuto; metto mano al mio pugnale e taglio il cordame che imprigiona Andy, liberandolo, nel contempo affido i feriti ad alcuni compagni perché li portino al sicuro e se ne prendano cura, poi lascio che Andy si appoggi a me e seguiamo gli altri, più velocemente possibile.
Il nemico non perderà tempo per mettere in atto la sua vendetta, ne sono certa.
  
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