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Autore: Wholockedhead    21/01/2014    2 recensioni
Il verde profondo degli occhi di lei fu trafitto dall’intensa sfumatura di marrone di quelli di lui.
-Chi sei tu?!-
-Io sono Il Dottore.-
-Dottore, chi?-
-Dottore e basta.-
-Molto bene Dottore e Basta, io mi chiamo Esperia.-
-Esperia, bel nome…bella stella, ci sono passato vicino una volta, davvero magnifica. -
La ragazza lo guardò perplessa, sapeva che il suo nome era il nome di una stella ma cosa intendeva dire?
ATTENZIONE: se leggete questa storia dovete dimenticare tutto quello che è successo al Dottore dopo aver perso Donna ( la rigenerazione, Amy, Rory, Clara, River, ecc..)
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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" Take me with you, wherever you go."

Era il tramonto la luce rossastra, non più ostacolata dalle tende, riempiva la stanza e un raggio illuminava il pallido viso di Esperia che piano, piano, stava riprendendo coscienza. Provò ad aprire gli occhi ma dovette richiuderli a causa del forte bagliore roseo che le infastidiva la vista. Si tirò su,  rendendosi conto di non essere più seduta su quell’ orribile sedia. Inginocchiata sul pavimento, si guardò attorno: le pareti spoglie, la stanza vuota, le trasmettevano un forte gelo. Non era stato un sogno. Girò la testa verso la cucina e appoggiato sulla parete vide il Dottore con le gambe distese e le braccia incrociate. Il suo viso era corrucciato e la testa era china, rivolta all’indietro. Esperia fissò lo sguardo su di lui e rimase a guardarlo in silenzio per qualche minuto. Si avvicinò lentamente a lui fino ad arrivargli di fronte. Lo scrutò ancora per un po’ ma poi lui spalancò improvvisamente gli occhi:- Bu!-
Esperia sobbalzò e indietreggiò velocemente, il Dottore scoppiò a ridere:
-Lo trovi divertente? – disse Esperia rifilandogli uno sguardo bieco mentre lui si alzava. Tentò di sembrare più seria possibile ma in realtà dovette fare appello a tutte le forze che le restavano per non sorridere:
-Si molto in effetti.- disse il Dottore porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi :- Beh sappi che non lo è!-
-Dai Espy era solo uno scherzetto innocente.-
-Non chiamarmi Espy, lo detesto! Il mio nome è Esperia.-
-Va bene, va bene.-
I due si ritrovarono in piedi l’uno di fronte all’altra, Esperia cercò di sistemarsi mentre il Dottore raccoglieva il suo trench:- Cosa mi è successo?- chiese lei.
-Beh i Sontaran stavano cercando me, e per arrivare a me sono passati attraverso di te. Vedi il livido sulla tua spalla? Ti hanno messo un localizzatore dentro la pelle e così hanno trovato la tua casa e l’hanno usata come “base”.-
-Me perché dovevano usare proprio me per arrivare a te? E come faccio a togliere il localizzatore?! -
-Tranquilla faccio io.- disse tirando fuori dalla tasca del trench l’oggetto metallico che aveva usato per sconfiggere i Sontaran. Lo puntò sulla spalla di Esperia e di nuovo premette un pulsante facendo accendere la lucina blu: - Cos’è quell’ affare?-
- E’ un cacciavite sonico.-
-E dovrebbe aiutarmi?-
-Sì, sto disattivando il localizzatore…ecco fatto!-
Esperia si guardò la spalla:- Il livido guarirà e il localizzatore è molto piccolo non dovrebbe crearti problemi.-
-Bene…ora rispondi alla domanda, perchè proprio io?-
-Perché per qualche motivo mi sono ritrovato a casa tua ieri, e i Sontaran sapevano che se avessero preso te mi sarei sentito responsabile e sarei intervenuto.-
-Oh.- fu tutto quello che riuscì a dire.
-Stai bene?-
-Sì credo di sì-
- Beh se stai bene, il mio lavoro qui è finito.- disse dirigendosi verso la cabina blu. Esperia però non voleva lasciarlo andare, non  di nuovo :- No! Aspetta!- il Dottore si fermò ma senza girarsi, se Esperia avesse visto la sua faccia sarebbe stata un’espressione di rassegnazione che nascondeva anche un velo di sofferenza:- Chi sei tu?- 
- Sono il Dottore, ma mi pare di avertelo già detto- disse senza girarsi:
-No, intendo dire chi sei veramente. Tu che vai in giro con una cabina blu della polizia che può sparire e apparire, non devi essere uno qualunque.-
-No, infatti non lo sono.-
-E allora, chi sei?-
Il Dottore proseguì verso la cabina blu e fece per salirci ma Esperia provò a fermarlo.- Dove andrai adesso?- Il Dottore cercò di ignorarla ma lei lo seguì e lo raggiunse prima che potesse chiudere la porta e lo afferrò per un braccio; lui si voltò verso di lei e si guardarono negli occhi:- Vuoi sapere dove sto andando?- Esperia lo guardò: un brivido di paura le trapasso la schiena, indugiò un attimo ma poi annuì.
-Allora vieni a scoprirlo.-. Gli spuntò un gran sorriso sul viso, poi ricambiò la presa che Esperia aveva sul suo braccio, la trascinò dentro alla cabina e  le mise le mani sugli occhi:
-Benvenuta sul TARDIS Esperia…emh Esperia…?-
- Welsh…Esperia Welsh.-
- Benvenuta sul TARDIS  Esperia Welsh-
Le tolse le mani da sopra gli occhi. Esperia rimase incantata da ciò che vide: a pochi passi da lei si apriva una sala enorme con il pavimento fatto di grate al cui centro si ereggeva un specie di “tavolo” esagonale pieno di cavi, pulsanti e lucine e nel mezzo di quest’ ultimo partiva un cilindro lungo e stretto che andava a toccare il soffitto dal quale pendevano altri grossi cavi. Sempre da quella stanza partivano due scalinate che portavano ad un piano superiore e una che portava ad un piano inferiore. Tutto era illuminato da una luce gialla-arancione. Esperia si girò verso il Dottore con aria meravigliata:- Ho capito chi sei!- il largo sorriso del Dottore si trasformò in un espressione sconcertata:- Davvero?!-
-Si! E’ come quando Hermione fa l’incantesimo di estensione irriconoscibile alla sua borsa, tu sei un mago! Come quelli di Hogwarts!-
Il Dottore scoppiò a ridere e continuò per alcuni minuti mentre Esperia lo guardava seria:- Se non sei un mago, allora cosa sei?- Il Dottore riprese fiato:- Esperia Welsh tu sei riuscita a dire qualcosa che non avevo mai sentito dire in 900 anni di vita.-
-900 anni hai detto??!-
- Si, io sono un alieno, un Signore del Tempo, precisamente-
Esperia lo guardò un po’ sbalordita e un po’ spaventata:- Quindi tu saresti un alieno e questa la tua astronave?- disse indicando prima lui e poi il TARDIS :- Esattamente.-
-E puoi andare ovunque nell’universo?-
-Non solo nell’universo, il TARDIS può andare dovunque nel tempo e nello spazio.-
-Wow! Proprio come nei film?!-
-No, questo è ancora meglio, questa è la realtà.- Disse facendole un occhiolino. Esperia si stava ancora guardando in torno quando il Dottore la prese per mano e la guardò negli occhi:- Forza vieni.-.
La portò al centro della stanza e le prese anche l’altra mano, cercando di attirare il suo sguardo ancora perso nelle meraviglie di quella cabina:          -Allora signorina dove la porto?- disse sorridendole beffardo:
-Io…io non lo so.-
-Hai a disposizione tutta la linea temporale dell’universo e l’universo stesso…allora dove vuoi andare?-
Esperia fisso il suo sguardo per terra pensando a tutto ciò che aveva sempre voluto vedere e alla fine alzò lo sguardo verso il Dottore e gli sorrise. Si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò qualcosa, il Dottore la guardò ridacchiando e dopo qualche secondo lasciò le sue mani e si mise a schiacciare alcuni bottoni. Quando ebbe finito la guardò nuovamente e sorrise alzando solo un angolo della bocca, la ragazza ricambiò il sorriso. Il TARDIS iniziò a far rumore e a tremare e poi inizio ad oscillare e a mandare forti scossoni, Esperia perse l’equilibrio e cadde addosso al Dottore che la afferrò impedendole di cadere. La ragazza si trovò tra le braccia del Dottore che la stringeva forte per paura che potesse cadere di nuovo. Gli scossoni cessarono ma nessuno dei due si mosse, si guardarono soltanto un po' imbarazzati. Esperia si perse un attimo ad analizzare i suoi occhi. Il Dottore distolse lo sguardo e guardò verso la porta del TARDIS poi tornò nuovamente su di lei:- Siamo arrivati- mormorò rivolgendole un sorriso mentre lei si staccava da quel contatto con fare impacciato.
 
I due uscirono dalla cabina, Esperia si guardò intorno, ansiosa di vedere ciò che la circondava: l’antico Egitto. A scuola era sempre stato il suo argomento preferito, trovava quel popolo affascinante, misterioso e geniale. Appena esaminato brevemente il panorama, si mise a saltellare, battendo le mani dalla gioia, con aria divertita. Di fronte a lei si innalzava, fiero, un enorme palazzo con un vasto giardino, circondato da palme. Dietro di esso in lontananza si poteva scorgere un’ altra costruzione che poteva sembrare un tempio. Dietro di loro, invece, spuntavano delle piramidi e una di queste sembrava in via di costruzione. Esperia smise di saltellare e si precipitò verso il Dottore aggrappandosi al suo collo :-Grazie, grazie, grazie!!- il Dottore ridacchiò e rispose volentieri all’abbraccio, nonostante l’avesse colto di sorpresa. Rimase anche piacevolmente stupito da come la ragazza mostrasse la sua gratitudine verso di lui: in pochi lo ringraziavano.
Quando Esperia realizzò che la sua reazione era forse un po' esagerata smise di stritolarlo e si scusò mentre cercava di ricomporsi, il Dottore rise dolcemente e poi la guardò dall’alto in basso con aria critica :- Il tuo abbigliamento non è molto adatto all’antico Egitto, non credi?- Esperia si diede uno sguardo veloce e poi tornò a guardare il Dottore facendo spallucce: - Mi dispiace, non ho portato il cambio…beh in realtà anche se l‘ avessi fatto, non è che abbia mai avuto i cassetti traboccanti di abiti da faraone!- disse con fare scherzoso. Il Dottore sorrise divertito:- Non hai bisogno del cambio, vieni con me.- disse togliendo una mano dalla tasca e porgendogliela. Esperia la afferrò e lo seguì incuriosita. Il Dottore la condusse giù per una rampa di scale, percorse un breve tratto di corridoio e si fermò davanti ad una porta. Appoggiò la mano libera sulla maniglia e poi chiese alla ragazza: -Sei, per caso, un amante della moda?-
  -Beh in un certo senso si.-
  -Fantastico allora!-
Il Dottore fece pressione sulla maniglia e spalancò la porta poi ci trascinò dentro Esperia, tirandola per il braccio. La stanza era una gigantesca, meravigliosa, straordinaria cabina armadio. La ragazza spalancò gli occhi e si guardò intorno, estasiata. C’erano vestiti di tutti i colori, di tutti i tipi , di tutti i generi e… di tutti i tempi! Il Dottore uscì sorridendo e chiudendo la porta dietro di sé, lasciando Esperia in mezzo a quelle meraviglie.
La ragazza venì fuori da lì, ancora con aria stupefatta, qualche minuto dopo.
Portava un lungo abito bianco che le arrivava fin sotto le caviglie, aveva delle spalline sottili che non si vedevano per via di una collana a forma di disco, molto sottile, di color oro con decorazioni verdi, che le copriva tutta la parte scoperta, dal collo alle spalle. Il vestito era stretto in vita da una grossa cintura che riprendeva i colori della collana. Si era infilata, in più, dei grossi bracciali, che però aveva fatto scorrere fino a poco più in alto del gomito. Il Dottore sorrise non appena sentì i suoi passi dietro di lui, si girò e la guardò con stupore:- Wow! Sei davvero favolosa, all'ultima moda oserei dire- la ragazza abbassò lo sguardo e rise cercando di nascondere il rossore affiorato sulle sue guance:- Beh allora? Andiamo?- continuò lui; a quelle parole Esperia ritirò su la testa e annuì felice, si affiancò a lui , lasciandosi condurre fuori dal TARDIS.
Giunsero fuori discutendo sul perché lui non si fosse cambiato e appena alzarono lo sguardo si trovarono una brutta sorpresa ad attenderli: una dozzina di uomini armati di lancia li aveva circondati. Il Dottore aggrottò la fronte, fece scivolare la sua mano fino a quella di Esperia e, stringendola forte, la fece posizionare dietro di lui:
-Chi siete?- disse uno dei soldati
-Io sono il Dottore e lei è Esperia-
-Che ci fate qui?-
-Siamo in visita-
Il soldato si rivolse verso uno dei suoi compagni dando l’ordine di scortare gli ostaggi al palazzo, probabilmente quello che avevano notato poco prima.
Furono condotti in una stanza enorme, la stanza del trono. Sulla parete si appoggiava un enorme poltrona d’oro, grande abbastanza per quattro persone. Il trono era riempito da grossi cuscini, finemente ricamati, e ai lati della poltrona, degli schiavi  agitavano dei ventagli costituiti da grosse piume. Sedeva, sul trono, una donna che il Dottore riconobbe come Cleopatra: - Chi sono questi?- disse la regina con fare altezzoso.
-Sono dei prigionieri, mia signora, li abbiamo trovati non distanti da qui, dicono di essere dei visitatori.-
- Qual è il tuo nome?- disse Cleopatra rivolgendosi al Dottore:
-Io sono il Dottore, e lei è la mia compagna Esperia.-
Esperia si perse per qualche secondo nei suoi pensieri: La sua compagna? Un piccolo angolino del suo cervello si agitò, pervaso dal timore che non ci fosse un biglietto di ritorno da quell'assurdo viaggio, ma adesso c'erano cose più gravi a cui pensare, per poter tornare a casa avrebbe dovuto essere viva e possibilmente non rinchiusa per sempre in una prigione dell'antico Egitto . Ritornò alla realtà e facendo un profondo inchino rese omaggi alla regina d’ Egitto. Cleopatra li esaminò per qualche secondo e poi si rivolse ad una guardia :- Portateli via, voglio che li mandiate nella piramide, non abbiamo più spazio nelle nostre prigioni e lui deve essere nutrito, prima che scateni la sua ira tempestosa sul nostro popolo.-
Il Dottore aggrottò la fronte perplesso: -No, eih aspetta! Dove ci stanno portando?!- ma non gli fu concessa alcuna risposta.
Furono legati, bendati e scortati attraverso il deserto, verso le piramidi. Giunsero all’entrata di una di queste immense costruzioni e furono liberati:- Dove ci avete portati?- chiese il Dottore, infuriato.
-Siete stati condannati a diventare il suo prossimo pasto.- disse la guardia :
- Il prossimo pasto di chi?! Chi si nasconde nella piramide?! Che cos’è?!-
- Un mostro.-
-Che mostro?-
-Tutto ciò che vi occorre sapere è che nessuno è mai uscito vivo da lì.-
Il Dottore cercò di avvicinarsi al soldato ma questi alzò la sua arma e gliela puntò alla gola. Il Dottore si fermò e lo guardò torvo e minaccioso. La guardia avanzò lentamente di passo in passo obbligando il Dottore ad indietreggiare fino ad entrare nella piramide, subito dopo vi ci spinse dentro anche Esperia:- Addio sciagurati!- disse, mentre due schiavi rimettevano il macigno, che fungeva da porta, nella sua posizione originaria, intrappolando così il Dottore ed Esperia, all’interno della piramide.
 
 

 
 
************************************************************************************************************************************************************************** Ciao a tutti!! Finalmente ho pubblicato il nuovo capitolo!! Fiuu, ce l’ho fatta, è davvero un’immensa soddisfazione. Grazie mille ancora a tutti quelli che stanno seguendo la mia storia, spero che sia di vostro gradimento. Per qualsiasi tipo di commento, consiglio, critica (anche per possibili, anzi, probabili errori grammaticali) aspetto sempre le vostre recensioni!! Grazie mille, al prossimo capitolo! Baci!!♥♥♥
 
 
P.s. Una mia cara amica sta scrivendo una storia, sempre su EFP, non riguarda nessuna serie o film o quant’ altro ma è una storia davvero bella. Si intitola “Finn” di senn3342, se volete darci un occhiata ve la consiglio ;)
 
 
 
 
  
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