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Autore: DirectionerSHTPM    21/01/2014    0 recensioni
Due esseri diversi, ma uguali.
Un amore impossibile, ma possibile.
Un vampiro, una ragazza comune.
Tratto dal capitolo 1.
’Ero nel sonno. Mi svegliai all'improvviso avvertendo qualcosa accanto a me. Mi misi a sedere sul letto buttando via le coperte. C’era un ombra, io l’avevo vista. Mi voltai istintivamente verso la porta e la finestra. La prima era serrata la seconda no. Invece io ero sicurissima di averla chiusa per bene. Nessuna risposta. Era ovvio che nessuno mi rispondeva, ero solo io in quella stupida camera. Sarà stata una mia impressione e questa notte mia madre sentendo odore di chiuso avrà aperto le finestre. Cercai le mie ciabatte per andare a chiudere quest’ultima, ma neanche il tempo di voltarmi che un’ondata di vento mi fece venire i brividi. Per un momento mi soffermai sul davanzale della finestra ammirando la luna piena. Poi senza pensarci due volte richiusi assicurandomi con certezza che questa volta l’avrei chiusa per bene.’’
Spero che sia bastato per incuriosirvi.. Ci tengo a questa ff. Spero vi piaccia.xx :)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Capitolo 1.
 
 
Sapete quella voglia che si ha di uccidere o prendere a colpi di martello la sveglia? Ecco, quella. L'avrei risparmiata solo per il fatto che quella sveglia proveniva dal mio telefono, che mi sarebbe servito per tenermi in contatto con i miei amici. Aspettai esattamente 3 secondi per alzarmi e spegnere quel suono così fastidiosamente fastidioso. Adesso ricordo.. Mia madre ieri mi aveva costretto mentre dormivo a segnare quella maledetta sveglia alle 6 del mattino, ma ovviamente mentre ero  mezza addormentata non vidi precisamente a quale ora l'avessi impostata, ovvero alle 5 del mattino. Con poca voglia di alzarmi, cercai le ciabatte e andai verso il bagno. Mi lavai e presi i vestiti che avrei indossato per la partenza: jeans, una delle magliette larghe che io amavo profondamente, e le mie amate converse bianche. Andai in cucina e vidi l'ora, erano le 6 meno un quarto e i miei erano già svegli, certo chi riusciva a dormire prima di un viaggio verso una nuova città dove i miei  costringevano ad andare? Londra. Mio padre trovò lavoro lì, dove si trovavano anche alcuni miei parenti. I miei decisero di lasciarmi passare l'ultima estate a Seattle, con i miei amici e poi saremo partiti. Il momento era già arrivato, e oltre il fatto che non capivo perchè mio padre fosse così agitato, mia madre faceva avanti e indietro per la casa per controllare di non star dimenticando nulla per il trasloco. Io ero lì immobile ad osservare la scena. ''Maddie Joyce Jadson, vuoi fare qualcosa di utile invece di stare ferma ad osservare il nulla?.'' Mia madre non faceva altro che ripetere la stessa cosa da dieci minuti e aggiungeva pure ''Mollalo quel telefono e dacci una mano.'' Bene, se li aiutavo li facevo confondere se non li aiutavo se la prendevano con me. Ma io che ci posso fare?! non volevo neanche partire. 

...

All'aeroporto trovai Jade e Camilla. Le amavo, non riuscivo a credere che adesso dovevamo dividerci.  Ci conosciamo dalle elementari e a causa di uno stupido lavoro di mio padre è andato tutto in fumo. Ad ogni modo ci eravamo promesse di rimanere sempre in contatto e qualche volta sarebbero venute a trovarmi. Dopo infiniti abbracci e raccomandazioni, le salutai da lontano sperando che questo fosse solo un brutto sogno per poi svegliarmi e raccontargli questo incubo mentre loro continuano a ridere della mia immaginazione. Solo quando arrivai sull'aereo realizzai cosa stava davvero succedendo, mi si appannarono gli occhi al pensiero di non averle più accanto a me.

Per tutto il volo pensai a Londra, alle mie amiche lasciate pochi minuti fa all'aeroporto, a Londra, ai nuovi amici che incontrerò, a Londra, alla nuova scuola, ancora una volta a Londra, e al mio fidanzato.. uh un momento.. io non avevo un fidanzato. Dopo Cam mi ero promessa di non farmi più problemi con i ragazzi. Ad ogni modo misi le mie adorate cuffie, non so come ma le ritrovai il momento prima di uscire da casa, le perdevo sempre ma prima o poi sbucavano fuori magicamente. Chiusi gli occhi per non pensare quanto fossimo in alto e distanti dalla terraferma. 
 
...

''Maddy, Mad, svegliati!'' Disse mia madre strattonandomi. 

''Siamo arrivati dobbiamo scendere dall'aereo.'' Aggiunse vedendomi ancora mezza addormentata, non diede retta alla mia espressione omicida quando mi alzai e la seguì. 

Dopo aver recuperato le valigie, in quel  momento uscendo dall'aeroporto, vidi nel cielo delle nuvole bianche sparse ovunque, non era buio, erano le 3 del pomeriggio. Ad aspettarci c'era nostro zio Simon  che ci portò nella nostra nuova e sconosciuta casa. Non era male, non piccola, non molto grande. Un giardino, due piani, e una grande terrazza. Piccola insomma. Cercai una camera per posare le valigie al secondo piano.  La stanza aveva le pareti bianche con il colore un po' rovinato, bene so di che colore far dipingere questa camera adesso. C'era un armadio in legno come una scrivania vicino alla finestra. Una libreria occupava la parete difronte al letto. Dopo aver scaricato le valigie non esitai ad aprire le finestre ammirando quel quartiere di Londra dove una scia di case occupava la via. Finora niente di male.. no? 

Esattamente fra tre giorni sarebbe cominciato il mio incubo peggiore, la scuola. Ero pronta, pronta ad affrontare tutto questo. A dirla tutta, non lo ero affatto ma non volevo mostrarmi debole agli occhi degli altri, volevo apparire forte e sicura di me, cosa che ero abituata a fare. Scesi  al piano inferiore al richiamo di mio padre. ''Allora che ne pensi? Carina no?'' Disse soddisfatto. ''Non male.'' Risposi.. sapeva benissimo che non gli avrei dato la soddisfazione, sapeva che il tempo di una settimana e lo avrei perdonato, sapeva che io non volevo partire.


Quando finì di sistemare le mie valigie era già sera, non avevo fame quindi decisi di saltare la cena. Avevo appena mandato un messaggio a Jade e a Camilla, per descrivere quel poco che avevo visto di Londra. Dopo aver lavato i denti  e fatto una serie di saltelli per togliermi i vestiti di dosso e mettere il pigiama, spenta la luce e chiuso la finestra, mi misi sotto le coperte. Nonostante non ci fosse molto freddo, avevo l'abitudine di mettere le coperte almeno fino ai fianchi, mi sentivo protetta. 

...

Ero ancora nel sonno quando all'improvviso mi svegliai avvertendo qualcosa  accanto a me. Mi misi a sedere sul letto buttando via le coperte.  Mi voltai istintivamente verso la porta e la finestra. La prima era serrata, la seconda no. Mentre nella mia testa mi ripetevo di  essere sicura  di averla chiusa per bene, strinsi le coperte attorno a me. ''C’è qualcuno?..'' Nessuna risposta. Era ovvio che nessuno mi rispondeva, ero solo io in quella stupida camera. Sarà stata una mia impressione e questa notte mia madre sentendo odore di chiuso avrà aperto le finestre.  Cercai le mie ciabatte per andare a chiudere quest’ultima, ma neanche il tempo di voltarmi che un’ondata di vento mi fece venire i brividi. Mi guardai intorno e per un momento mi fermai sul davanzale della finestra ammirando la luna piena. Poi senza pensarci due volte richiusi la finestra difettosa, assicurandomi con certezza che questa volta l’avrei chiusa per bene.

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Ehii ragazze, bene questa è la prima fanfiction che decido di pubblicare su questo sito.Ci tengo davvero tanto e non mi dispiacerebbe ricevere qualche recensione per sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo. Alla prossima:))
  
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