Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: ILoveRainbows    22/01/2014    1 recensioni
Perdersi a Londra se non la conosci può essere spaventoso in un primo momento, ma cosa succederebbe se incontrassi una persona che ammiri, stimi: consideri persino il tuo eroe? Clara potrebbe scoprirlo e chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 4
I giorni successivi, sia quello Londra che quelli dopo a Milano, furono i più lunghi della mia vita. A Londra, ovunque andassi, mi sembrava di vederlo comparire dal nulla. Sapevo che era in studio di registrazione, ma non potevo fare a meno di sperare che sarebbe sbucato da una stradina laterale da un momento all'altro urlando "Hi piccola Clara" e mi avrebbe portato con lui alla scoperta della città. L'appuntamento al British Museum era stato strano, quasi surreale. Ora che ci ripensavo sembrava tanto la scena di un film... Tranne per quando poi eravamo scoppiati a ridere. Quel punto poteva essere inserito fra gli errori del film. Eravamo stati entrambi abbastanza silenziosi. Ognuno immerso nei propri pensieri mentre ci godevamo la vicinanza fisica, le farfalle allo stomaco. Era come un addio fra due persone fidanzate da tanto tempo che per scelte non loro devono lasciarsi. Eppure noi non eravamo fidanzati da tanto tempo, non sapevo nemmeno che cosa eravamo esattamente. Ci eravamo incontrati da pochissimo: il giorno prima, rendiamoci conto... Il giorno prima... Non succedeva quasi nemmeno in serie Tv come Grey's Anatomy. Eppure era scoccato qualcosa, come una scintilla, un faro nella nebbia: e tutto era cambiato in un attimo, in un battito di ciglia. Anche se continuavo a non sapere se eravamo fidanzati o cosa. Ci eravamo baciati una volta. Poi avevamo avuto una specie di appuntamento e ci eravamo baciati di nuovo. Ora avremmo dovuto aspettare circa due settimane prima di poteri vedere di nuovo... Era un po' un casino. Continuai ad arrovellarmi su questi problemi per parecchi giorni, anche una volta tornati a Milano. Il mio cambiamento credo che fosse stato molto radicale, perché tutti si accorsero che ero diversa. Potevo cambiare umore ogni cinque secondi e arrabbiarmi appena qualcuno diceva qualcosa che mi urtava anche solo in minima parte. Non ci eravamo sentiti molto da quel giorno. Qualche messaggio, un paio di foto. Era molto occupato perché stava finendo di registrare il suo nuovo album.
Ritornammo a scuola. Lì però niente era cambiato, a parte il fatto che giravano strane voci su quello che mi fosse successo realmente a Londra. Tutti, e dico tutti, avevano una versione diversa. Persino i primini ne parlavano. C'era chi diceva che mi avevano violentata, chi che avevo visto un omicidio e avevo avuto uno shock. C'era persino chi diceva che mi avevano rapito gli alieni. Non smentii né confermai mai nessuna di queste storie.
Un giorno, mancavano otto giorni alle due settimane, stavo tornando a casa da scuola per i fatti miei, quando, anche attraverso le cuffiette, mi accorsi che qualcuno mi chiamava, ma girandomi non c'era nessuno. Avevo decisamente le allucinazioni. Continuai a camminare, ma quella voce mi chiamò di nuovo e girandomi questa volta vidi un uomo appoggiato a un muro con la schiena che aveva un cappello calato sugli occhi e una sigaretta in bocca dalla quale uscivano bolle di fumo grigio. I capelli bianchi e color cenere indicavano che non era un giovane e i vestiti stravaganti suggerivano che fosse un artista. Avessi potuto vedere la faccia probabilmente l'avrei riconosciuto. Oltretutto aveva un'aria familiare, anche se non sapevo dove collocarlo. - Ciao piccola Clara -
Okay, questo, era inquietante e non poco. Si spostò dal muro e iniziò a venirmi incontro spaventandomi un po'. Solo quando si tolse il cappello e lo riconobbi mi sentii più sollevata. Molti vedendo una faccia simile sarebbero scappati urlando come Johnny Depp in "Pirati Dei Caraibi", ma io rimasi lì dov'ero. Conoscevo quell'uomo, anche se non di persona. Avevamo un amico in comune. Quando mi fu vicino fece un inchino quasi esagerato e disse - Finalmente ho il piacere di conoscere la famosa Clara. -
- Morgan... -
- Che perspicace la ragazza - disse allegro. - Ma bando alle ciance, vieni con me. - Detto questo si girò allontanandosi.
- Aspetta! - Urlai un po' forte, ma per fortuna non c'era nessuno. - Dove andiamo? -
Si fermò un attimo girandosi verso di me. - Fidati che vuoi venirci Gauthier, Clara Gauthier. - E si riavviò.
Non mi fidavo molto a conti fatti. Amico o no di Mika era comunque Morgan... E non aveva proprio una bella fama. Sembrava che Mika gli avesse raccontato tutto. C'erano due opzioni. 
Opzione uno: erano talmente tanto amici da raccontarsi tutto.
Opzione due: Mika non sapeva da che parte prendere la situazione ed era andato da uno che di casini ne aveva visti molti.
Speravo ci fosse andato per la prima ragione, ma ero sicura che almeno in parte ci fosse andato per la seconda. Anch'io se avessi avuto qualcuno con cui parlarne lo avrei fatto.
Sapevo dove stavamo andando. Ci avvicinavamo al centro... Okay, forse non lo sapevo. In centro c'era un sacco di roba.
Ad un certo punto si fermò davanti a un maestoso palazzo vittoriano e gli andai a sbattere contro perché stavo ridendo come una pazza per una barzelletta che mi avevano inviato e non mi ero accorta che si era fermato.
- Capisco perché andiate d'accordo. - Rise. - Ultimo piano. Ti servirà questa. - E mi diede una chiave che non capii subito a cosa serviva. Fece l'occhiolino e se ne andò. Tipo strano...
Trovai il campanello con scritto Penniman e lo suonai. Non rispose nessuno, ma la porta si aprì. Tutta questa faccenda era molto strana.
Erano sette piani e quindi decisi di prendere l'ascensore. Solo allora mi accorsi dell'utilità della chiave. Per accedere al settimo piano serviva.
Fu veloce e appena fu su mi trovai due porte davanti. Una era già aperta e mi diressi verso di quella. Già da lontano arrivava un odore molto forte.
Appena vidi che sul campanello c'era scritto Penniman entrai.
Un ritmo allegro mi accolse da un punto indefinito della casa. Ed è difficile descrivere cosa vidi... Era assolutamente fantastico. La porta d'entrata dava sul soggiorno che era completamente pieno di foulard di colori allegri. Erano appesi al soffitto e lasciati cadere dolcemente. Oppure erano appoggiati sulle superfici... Erano ovunque! Tutto era un foulard... Non vedevo altro! Ed era tutto coloratissimo: rosa, rosso, arancione, verde, violetto... 
Solo poi mi accorsi che l'odore che avevo sentito era di incenso misto a tè. Mille odori si mischiavano. Era come stare in Arabia, o in India. Sembrava di essere finiti in "Aladdin". La melodia continuava allegramente e fu solo seguendone il suono in quella giungla che finalmente vidi chi volevo vedere, con otto giorni d'anticipo. Stava seduto davanti al pianoforte nero sorridendo a trentadue denti e ridendo mentre le sue mani correvano veloci sui tasti. Si girò e con un cenno della testa mi invitò a suonare con lui.

NOTA SCRITTRICE: bene, alla fine la scrittura ha avuto la meglio sul greco antico ed eccomi qua. Non è troppo lungo come capitolo e non è successo molto, ma mi sono divertita molto di più scrivendolo. Spero vi sia piaciuto e fatemi sapere che ne pensate.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: ILoveRainbows