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Autore: SvnnyDay    22/01/2014    4 recensioni
"Youngwoon, smetti di guardare in alto quando cammini! Un giorno o l'altro cadrai in una buca!"
"Sì Umma. Scusa Umma."
[...] A volte gli era capitato di inciampare e trovarsi a fissare l'asfalto piuttosto che il cielo, così come gli era capitato di urtare qualche passante per strada, che lo offendeva e spariva così velocemente da non dargli il tempo di scusarsi. Ma non aveva mai veramente pensato che la sua abitudine potesse cambiargli la vita.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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×× Non penso ci sia poi molto da dire xD Grazie a tutti, in special modo grazie a Shi_Mei e a Luna_Pazza_, che continuano a recensirmi fedelmente e che spero continueranno a fare :3 Chiedo venia per gli eventuali errori!
Bai bai~
DragonTopsThePanda ××





La mano di Jungsu aveva stretto il polso di Sungmin tanto forte da fargli male, all'improvviso, come una tenaglia. Sungmin strinse i denti e non disse niente. Non era nemmeno sicuro di poter immaginare come Jungsu si sentisse in quel momento. Sapeva bene che il suo amico non tendeva mai ad avere reazioni drammatiche od esagerate, ma questa volta vide chiaramente quanto si stesse sforzando per non crollare. Teneva gli occhi stretti, le labbra serrate e la mano che stringeva il suo polso era abbastanza per trasmettergli tutto quanto. Poggiò la propria mano libera su quella di Jungsu, che allentò la presa, anche se tutto il suo braccio, se non il suo intero corpo, cominciò a tremare. Jungsu respirò profondamente e si passò una mano sul viso, soffermandosi sugli occhi.

 

"Sungmin.. Ti prego, aiutami a trovarlo. Lo so che non dovrei chiedertelo.. Ma.. Ti prego.." Sungmin gli afferrò immediatamente la mano.


"Non essere stupido. Ti aiuterò, certo che ti aiuterò." Jungsu annuì. Il suo labbro inferiore tremava lievemente e i suoi occhi erano lucidi e rossi. Sungmin sperava che non avrebbe cominciato a piangere proprio in quel momento, perchè aveva bisogno che fosse forte. Almeno finché non avessero trovato Youngwoon, Jungsu doveva mantenersi stabile e vigile. Non poteva crollare prima, altrimenti non l'avrebbero mai trovato. In quel momento, per quanto fosse difficile, dovevano entrambi restare lucidi.


"Hai chiesto dove è stato portato? In quale ospedale?" Sungmin si morse il labbro con forza.

 

"Sì.. Ma non me l'hanno detto. Il suo capo mi ha detto di aver ricevuto solo una telefonata che l'aveva avvertito dell'accaduto, ma non sa dove sia stato portato." Jungsu allentò la presa sulla sua mano e annuì lentamente, e fu chiaro a Sungmin come il suo amico stava già lentamente perdendo le speranze. Non poteva biasimarlo, in fondo. Tutta quella storia aveva sconvolto anche lui. In fondo lui e Youngwoon erano diventati buoni amici alla fine. Si erano visti ogni giorno negli ultimi mesi ed avevano parlato spesso, del più e del meno, ma anche di argomenti più seri ed importanti. Si sentiva impotente in quel momento. Voleva poter aiutare entrambi i suoi amici, ma davvero non sapeva come fare, non sapeva cosa fare o dove andare. Non poteva essere tanto difficile, sapeva che la risposta doveva essere proprio di fronte ai suoi occhi.. Ma il nervosismo e la tensione di quel momento gli impedivano di pensare lucidamente. Sungmin era sempre stato incredibilmente emotivo, ed in quel momento aveva quasi voglia di piangere. Non credeva che fosse tanto facile affezionarsi tanto ad una persona in solo tre, quattro mesi, ma ormai Sungmin considerava Youngwoon un suo ottimo amico anche se non si erano mai visti al di fuori di quel bar. Non poteva fare a meno di fidarsi di lui, ed in quel momento, era incredibilmente sotto pressione. Voleva aiutarli, ma come?

 

Jungsu, dal canto suo, non riusciva a pensare ad altro che non fosse Youngwoon. Perchè era dovuto succedere proprio a lui? Ripensò inconsciamente a tutto quello che aveva passato in vita sua. I lutti, le perdite, le disgrazie.. Ne aveva affrontate così tante che questa era quasi impossibile da accettare. Era convinto di aver finalmente trovato qualcuno con cui potesse condividere tutto, qualcuno che potesse stare al suo fianco, qualcuno per cui combattere e con cui combattere. Faticava anche solo a pensare che probabilmente, gli sarebbe stato strappato via così bruscamente, per un crudele scherzo del destino. Strinse i denti e rimase in silenzio, lottando contro il proprio corpo per non scoppiare a piangere. In quel momento voleva solo tornare indietro, ad un paio di sere prima. A quel bacio, a quell'abbraccio. Se solo avesse saputo.. Se solo avesse potuto immaginare che qualcosa del genere sarebbe successo, non si sarebbe trattenuto, non si sarebbe lasciato zittire. Avrebbe confessato tutti i suoi sentimenti e basta. Non poteva concepire l'idea che Youngwoon lo abbandonasse senza sapere quello che Jungsu provava per lui. Voleva dirgli che era innamorato di lui, voleva poterglielo dire e poi voleva poterlo baciare di nuovo.

 

"Jungsu.." Mormorò il suo amico. Jungsu annuì lievemente, per fargli capire che stava ascoltando.

 

"Forse ho un'idea." Immediatamente, Jungsu alzò la testa e gli strinse la mano con forza.


"Cosa? Dimmelo!!" Sungmin si prese qualche secondo, in cui Jungsu sentì di nuovo tutto il peso di quello che stava accadendo. Pregò perchè quel silenzio terminasse in fretta.

 

"L'incidente è accaduto davanti a dove lavora Youngwoon. Ci sono stati quattro feriti in tutto, uno di loro era grave.. Non penso che abbiano avuto molto tempo per pensare a dove portarli, non credo che ci fosse tanto tempo da perdere.. Potremmo.. Provare a chiedere in tutti gli ospedali più vicini a quella zona. Ce n'è uno in particolare che è solo a dieci minuti da lì. È possibile che l'abbiano portato lì.." Sungmin sembrava titubante mentre parlava, ma a Jungsu sembrava un'idea geniale, semplicemente perchè lui non era riuscito nemmeno a concepire niente di niente. Era come se fosse stato completamente svuotato.

 

"Sì! Ti prego, Sungmin, andiamo!" Quasì urlò, alzandosi in piedi. Si accorse vagamente del suo bastone che cadeva a terra, ma non si chinò per raccoglierlo. Voleva solo uscire di lì e andare a cercare Youngwoon. L'idea di starsene lì, con le mani in mano lo faceva impazzire. Sungmin lo afferrò delicatamente per un gomito.

 

"Non posso lasciare il locale a quest'ora Jungsu. Dammi almeno il tempo di chiamare Ryeowook e farmi sostituire." Glielo chiese dolcemente, ma Jungsu sbuffò e sbatté un piede a terra.

 

"Muoviti allora!! Altrimenti andrò da solo! Non ho bisogno della tua dannata macchina." Ringhiò Jungsu. Si rendeva conto di essere ingiusto, Sungmin stava solo cercando di aiutare.. Ma lui non poteva aspettare. Non poteva restarsene lì tranquillo mentre magari Youngwoon a pochi chilometri da lui rischiava di.. Morire da solo. Non poteva.

 

"Farò veloce, lo giuro. Ryeowook abita qua vicino, ci metterà poco ad arrivare."

 

 

Come promesso, poco più di quindici minuti dopo, Ryeowook entrò nel locale, affannato e ancora spettinato.


"Sungmin! Ma che diavolo succede?" Sungmin stava per spiegarglielo, quando Jungsu lo colpì con il suo bastone dietro la gamba. Non aveva proprio tempo di spiegare, quindi si tolse il grembiule, lo diede a Ryeowook e con un sorriso poco convinto si mise velocemente la giacca.


"Non ho tempo di spiegartelo adesso, ma te lo dirò appena torno, giuro." Lo salutò velocemente, per poi seguire Jungsu che era già uscito in fretta e furia dal bar, urtando anche la porta a vetri nella fretta. Si affrettò vicino al suo amico e lo prese per un gomito per poi aprirgli la porta.

 

"Fai attenzione." Gli disse mentre lo conduceva verso la sua macchina parcheggiata proprio lì davanti. Di solito Jungsu non accettava di essere guidato, sorretto o trascinato. Sungmin aveva affrontato momenti del genere con lui. Momenti in cui Jungsu si era trovato in strade che non conosceva, perfino in casa di Sungmin. Non gli aveva mai permesso di guidarlo, erano stati i pochi momenti in cui Sungmin lo aveva visto davvero arrabbiato.

 

"NON VOGLIO ESSERE TRATTATO COME UN BAMBINO!! SE NON CONOSCO LA STRADA, LA IMPARERÒ, MA LO FARÒ DA SOLO!"

 

In quel momento nessuna di quelle discussioni sembrava avere importanza, e Jungsu lasciò che Sungmin lo trascinasse fino alla sua macchina e addirittura che lo spingesse dentro, dopo avergli aperto lo sportello. Non credeva che avrebbe mai visto Jungsu tanto preoccupato, tanto preso da qualcosa, tanto da dimenticarsi di tutte quelle piccole cose che lo avevano sempre innervosito, quelle cose che non gli aveva mai permesso di fare, anche se si conoscevano da anni. C'erano limiti che non gli aveva mai permesso di oltrepassare, ma in quel momento era come se non esistessero più. In quel momento, Jungsu voleva solo raggiungere Youngwoon, e probabilmente avrebbe perfino permesso a Sungmin di portarlo in braccio o su una sedia a rotelle, pur di arrivare.

 

Il viaggio in macchina fu snervante. Jungsu continuava a respirare pesantemente, tamburellare ovunque con le dita, sussurrare maledizioni a chiunque fosse il tizio alla guida della macchina.

 

"Non è stata colpa sua Jungsu. Ha perso il controllo della macchina."
 

"Non mi importa." Era stata la sua risposta, secca e decisa. Dopo qualche attimo di riflessione, Sungmin decise che probabilmente era comprensibile.

 

Quando arrivarono all'ospedale, Sungmin fece l'errore di dirlo a Jungsu prima che fossero completamente fermi. Il più grande aprì lo sportello e saltò fuori dalla macchina mentre erano ancora in movimento, anche se fortunatamente stavano andando abbastanza piano da non farlo cadere. Ad ogni modo, Sungmin fu costretto ad inchiodare e lasciare la macchina in doppia fila, altrimenti avrebbe sicuramente perso di vista Jungsu. Dopo essere sceso dalla macchina lo raggiunse e lo strattonò per un braccio, arrabbiato. Jungsu si voltò verso di lui e si espresse con un ringhio, a cui Sungmin rispose prontamente.

 

"Smettila di comportarti come un pazzo!! Non andremo da nessuna parte se continui a comportarti così!! Ti saresti potuto fare male quando sei sceso dalla macchina, idiota!" Gli urlò addosso nel bel mezzo del parcheggio. Alcune persone si voltarono a guardarli, ma Sungmin non li notò.

 

"Come fai a non capire.. Non mi importa!! Come puoi non capirlo?! Voglio solo trovarlo il più in fretta possibile, e noi stiamo perdendo tempo adesso!" Sungmin si imbronciò. Odiava provare a ragionare con Jungsu quando era preso dalla frenesia del momento. Era impossibile.

 

"Hai ragione. Ne parleremo dopo." Detto questo, lo afferrò di nuovo per il polso e iniziò a tirarlo verso l'entrata. Ad un certo punto, vicino alle porte scorrevoli, la situazione si ribaltò, ed improvvisamente era Jungsu che stava trascinando Sungmin dentro la struttura. L'odore di medicinali e disinfettante lo avvertì immediatamente che erano dentro, e si fermò bruscamente.

 

"Il bastone.. L'ho dimenticato.." Mormorò, improvvisamente cosciente di quello che stava facendo. Non poteva andare da nessuna parte in quel momento. Non poteva prendere iniziative. Aveva bisogno di Sungmin in quel momento. Si sentì terribilmente mortificato, realizzando all'improvviso che se Sungmin non fosse stato con lui, non sarebbe mai arrivato fino a lì. Per la prima volta in vita sua, si sentì impotente. Sentì di avere bisogno di aiuto. Era.. Una sensazione terribile, e difficilmente riusciva ad accettarla. Aveva sempre vissuto senza bisogno dell'aiuto degli altri, eppure adesso aveva bisogno di essere guidato. Aveva bisogno di essere aiutato. Silenziosamente, a testa bassa, lasciò che Sungmin riprendesse il comando e lo prendesse per mano, portandolo a quello che immaginava fosse il bancone della reception. Poggiò le mani sul marmo freddo e rimase in silenzio per qualche secondo, ancora confuso e immerso nei propri pensieri. Si riprese quando la voce gentile di quella che doveva essere una signora anziana lo chiamò.

 

"Posso fare qualcosa per voi?" Jungsu si scosse e alzò le mani dal bancone per poi poggiarcele di nuovo.

 

"Qualche giorno fa c'è stato un incidente d'auto... Abbiamo bisogno di sapere se uno dei coinvolti nell'incidente è stato ricoverato qui." Disse Sungmin al posto suo.

 

"Se mi dite il suo nome controllerò subito nel computer." Rispose lei cortesemente.

 

"Kim Youngwoon." Rispose Jungsu immediatamente. Sentì lei mormorare di nuovo il nome di Youngwoon sottovoce, in corrispondenza con il ticchettio dei tasti. Jungsu sentì il cuore salirgli in gola quando la donna rimase in silenzio per lunghissimi secondi.

 

"Il signor Kim Youngwoon è ricoverato qui. Al momento è in terapia intensiva." Jungsu non sapeva nemmeno come descrivere il suo sollievo a sapere che almeno era ancora vivo, ma ancora era lontano dal sentirsi veramente sollevato. Voleva soltanto stare al suo fianco.

 

"Devo vederlo." Disse a denti stretti. Sungmin gli afferrò una mano, intimandogli senza parole di stare calmo.

 

"Siete parenti?" Quella domanda lo colse alla sprovvista, anche se probabilmente avrebbe dovuto sapere che sarebbe arrivata. Non sapeva che rispondere. Voleva mentire pur di entrare, ma sapeva che non avrebbe funzionato. Avrebbero voluto vedere dei documenti, avrebbero verificato ed una volta scoperto che mentiva, lo avrebbero cacciato a calci.

 

"No.. Siamo amici." Rispose Sungmin al posto suo. L'anziana signora sospirò.

 

"Mi dispiace, ma non posso lasciarvi entrare.. Se può rassicurarvi, posso farvi parlare con il dottore che lo ha preso in cura, ma purtroppo non posso davvero fare di più." Jungsu perse momentaneamente il controllo e diede un forte pugno al bancone, chinandosi poi in avanti in avanti e poggiando la fronte sulla sua mano ancora chiusa in un pugno.

 

"Io devo.. Devo vederlo." Mormorò a voce bassa. Era come se con quella semplice frase lo avessero completamente privato di tutta la sua forza di volontà. Lui voleva essere al fianco di Youngwoon, a prescindere da quanto fossero gravi le sue ferite. Voleva essere lì con lui, qualsiasi cosa fosse successa.

 

Sungmin guardò Jungsu stare chino sul bancone. Le sue spalle tremavano e sembrava avere a malapena la forza di stare in piedi, quindi gli mise una mano sulla schiena, cercando in qualche modo di dargli forza. Anche lui era a dir poco innervosito dalla notizia. Che utilità potevano avere lì se Jungsu non poteva vedere Youngwoon? Si voltò di nuovo verso l'anziana al bancone e la guardò con aria dispiaciuta, cercando in qualche modo di scusarsi per la perdita di controllo che Jungsu aveva appena avuto.

 

"Possiamo parlare con il suo dottore allora?" Chiese mentre massaggiava distrattamente la schiena di Jungsu. La signora annuì e gli sorrise con compassione.

 

"Lo chiamo subito, in questo momento dovrebbe essere libero. Aspettatelo seduti laggiù." Gli disse indicandogli delle sedie lì vicino. C'erano molte persone sedute da quel lato della stanza. Alcune di loro stavano piangendo, altre avevano il loro cellulare in mano e sembravano non avere una preoccupazione al mondo, altre ancora stavano sanguinando o si lamentavano del dolore. Sungmin odiava gli ospedali. Prese la mano di Jungsu e lo condusse verso le sedie, facendolo sedere per primo. Non reagì nemmeno. Si lasciò semplicemente trascinare fino alla fila di sedie ed una volta lì, si lasciò andare pesantemente su una sedia, sospirando e appoggiando la testa indietro, contro il muro. Sungmin si sedette accanto a lui e gli poggiò una mano sul ginocchio.

 

"Vedrai che andrà tutto bene." Mormorò, per niente sicuro delle sue parole. Jungsu accennò un sorriso triste e chiuse gli occhi.

 

"Mi sembra di avere il mondo contro." Sussurrò tenendo gli occhi chiusi, mentre il sorriso spariva velocemente dal suo volto. Sungmin avrebbe voluto sapere cosa dirgli per farlo stare meglio, ma era difficile trovare qualcosa di sensato da dire. Quindi si limitò a ripetere la solita noiosa formula, che non avrebbe fatto stare meglio nessuno dei due, ma che se non altro avrebbe chiuso quella conversazione che comunque non sarebbe andata da nessuna parte.

 

"Andrà tutto bene."

  
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