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Autore: Aven90    22/01/2014    1 recensioni
A come Aven, naturalmente! Questo conclude la super long che avevo in cantiere, ma niente sarà più imprevedibile di così: tutta da leggere e da commentare, conclude in bellezza questo viaggi che mi ha colpito molto anche come autore!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball A'
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Majin Freecell squadrò Vegeta con aria disturbata.

“Come hai osato interrompere il mio miracolo?” chiese glaciale.

Vegeta rispose “Kakaroth posso ucciderlo solo io, il giorno in cui l’avrò superato!”

Goku ridacchiò, intimamente grato all’amico. Non aveva mai pensato che quelle parole gli sgorgavano dal cuore.

“E tu, per questo motivo futile, mi impedisci di farlo fuori al posto tuo? Non stai remando contro te stesso?” chiese il mostro, al massimo della sua forza.

La sua aura metteva in soggezione chiunque, che si sentivano terribilmente oppressi da tormenti atoni nei loro animi.

“No, non direi” rispose Vegeta. “Il fatto che io stia di fronte a te ne è una prova! Voglio essere io a togliere la vita a Kakaroth, poiché è un Saiyan ribelle, e io in quanto suo re devo punirlo con la pena di morte com’è scritto nelle nostre leggi!”

“Non m’importa un bel niente delle tradizioni di voi patetici scimmioni” lo apostrofò Majin Freecell, mutuando una citazione del tiranno galattico. “Secondo la mia legge invece devi essere tu a morire, poiché mi hai intralciato!”

Vegeta sbuffò. “Beh, tanto la mia sentenza di morte era già scritta…”

“Hai detto proprio bene, quindi perché lamentarsi?”. Sparì alla vista utilizzando la supervelocità e riapparve davanti a vegeta scagliandogli un violento pugno allo stomaco che lo fece piegare in due.

“Oh no, Vegeta!” esclamò Goku, ma lui non avrebbe potuto farci niente. La sua aura era azzerata e non avrebbe potuto fare nulla, neanche danneggiare il più piccolo atomo.

“Ha appena detto che ti vuole uccidere e ti preoccupi per lui? Ma qui l’unico normale sono io?” chiese Majin Freecell, ponendosi quel dubbio che gli serpeggiava già da un po’.

Goku digrignò i denti. “Ma che ne capisci, tu? L’affetto e la stima… tu non hai mai saputo cosa siano!”

Il suo interlocutore fece spallucce. “So solo che affetto e stima mal si conciliano con l’omicidio, e comunque non ti crucciare, perché sarò io a eliminarvi tutti e due!”

Fece per sparare un forte raggio violaceo come se fosse stato a una gara di lancio del disco, ma Gohan si frappose fra i due allargando le braccia come a formare una croce.

“Ti avverto, non sono un Vampiro” lo avvertì Majin Freecell.

“Non cercare di fare lo spiritoso” disse Gohan, decisamente non in vena di celie, anche perché era ricoperto di sangue rappreso, del suo stesso sangue rappreso, fattogli uscire da Majin Freecell stesso. “Prima di raggiungere mio padre, dovrai passare sul mio cadavere!”

“E ora come mai questo affetto filiale?” chiese il demone, incuriosito. “Qui nessuno tiene alla vita?”

“Sono concetti ai quali non puoi arrivare, mi spiace” rispose Gohan, ansimante. I colpi ricevuti gli dolevano ancora, gli serviva innanzitutto una lunga riabilitazione e soprattutto una lavata, ma in quel momento era la sua anima a parlare.

Un’anima pronta a lasciare il corpo poteva essere imprevedibile persino per il guerriero più forte della Galassia.

“Grrr… ma sì, alla fine che m’importa? Eliminerò te!”. Lanciò comunque la sfera violacea e colpì Gohan, il quale venne carbonizzato al momento dell’impatto, che lasciò illeso Son Goku.

Aiutato dal fatto che non era  nelle condizioni migliori, l’ultimo colpo ricevuto da Gohan fece un effetto maggiore di quello sperato.

Gohan cadde a terra con una lentezza impressionante, evidentemente c’era una depressione che frenava la caduta.

Oppure era solo un’impressione del padre di lui?

Atterrito, non riusciva a pensare ad altro. Ripercorreva nella sua mente i bei momenti passati con lui. Fra le lotte e i giorni chiusi in casa a studiare non erano stati molti, ma la giornata passata al lago poco prima del Cell Game era stata davvero una bella giornata padre/figlio.

Era triste pensare che non ve n’erano più state da allora. E non ce ne sarebbero più state in ogni caso.

Il suo primogenito, il suo figlio preferito, aveva offerto la sua vita, e adesso riposava non lontano da Ub, Tensilin e Diciotto, gli altri morti in quell’orribile battaglia.

“Gohan… grazie.” Mormorò Goku, a bassa voce e tenendo i pugni chiusi. Ormai niente gli sembrava bello, niente gli sembrava valido da difendere.

Ormai vedeva lui e Majin Freecell, che diventava sempre più forte. E chi si aspettava che stava usando solo parte della sua potenza e adesso che la stava usando tutta ormai non c’erano più speranze?

Chi si aspettava tutto il male che stava fabbricando? Per assurdo, Broly, considerato il guerriero più forte dell’Universo dalle leggende, non aveva portato nell’Aldilà con sé nessuno, e invece i vecchi nemici che tanto avevano fatto temere la gente innocente durante la loro vita ed essere stati sbattuti all’inferno per quel motivo, erano tornati in vita per tornare a spargere terrore.

“Goku sta affrontando la prima sconfitta della sua vita… non so se riuscirà a rialzarsi. È una brutta batosta, fin ora aveva sempre vinto o al massimo pareggiato” commentò Piccolo.

“Dici che adesso abbiamo meno speranze?” chiese Vegeta.

“Non ne abbiamo mai avuta una, Vegeta” rispose il namecciano. “Sono addolorato per la morte di Gohan, ma mi consolo pensando che fra poco toccherà anche a noi”

“Ormai i nostri sogni si sono infranti tutti… Gotenks e Vegeta sono Super Saiyan di quarto livello, ma ormai possono ben poco, a meno di non ucciderlo a pizzicotti. Goku è caduto in uno stato inaspettato di depressione e Piccolo non ha la forza di sostituirli. È finita, a meno che non usiamo la Fiala. Kaiohshin, mi sa che ci hai pensato tu, non è vero?” chiese il Sommo.

Kaiohbith mostrò la boccetta al Sommo. “Quando potrò scendere a somministrargliela?”

Il Sommo deglutì: non era una domanda alla quale sapeva rispondere.

“Non adesso” rispose, prendendo tempo. “Voglio vedere se succede il miracolo, anche se la speranza è stolta ora come ora”

In quel preciso istante, Goku fissò ad occhi sbarrato e vagamente folli Majin Freecell, che a braccia conserte aspettava un attacco dai tre ultimi contendenti.

“Hai ucciso mio figlio… “disse. “HAI UCCISO MIO FIGLIO! ME LA PAGHERAI MOLTO CARA!”

“Aspetta, padre!” intervenne Gotenks. “Voglio essere io a vendicarlo.. mi rimane poco tempo per rimanere in questo stato e voglio usarlo tutto per dargli una bella lezione!”

Goku guardò Gotenks molto attentamente: era ricoperto di lividi e la sua aura raggiungeva all’incirca la metà di quella che poteva avere effettivamente, ma alla fine concesse quella possibilità, confidando le Quarto Livello versione Fusion, che poteva essere pieno di sorprese.

Così il guerriero nato dalla danza di Metamor si fece avanti con fare sicuro.

“Ho trovato una mossa risolutrice che distruggerà senza appello questo bastardo!” annunciò agli astanti.

“Meno male…” commentò fra sé il Sommo. “Possiamo non usare l’Acqua... speriamo, speriamo!”

“E di che tecnica stai parlando?” chiese il demone.

Gotenks non sapeva come rispondere, ma traendo un profondo respiro disse “Lo Squarcio Lucente della Tartaruga!” (che in giapponese risulta Kame no kagayaku namida, ndr)

Giunse le mani che si illuminarono all’istante, creando una specie di spada.

“Che stai facendo?” chiese Majin Freecell, vagamente allarmato.

La spada aveva raggiunto i quattordici pollici di lunghezza. Andava bene, per il momento.

Dalle mani giunte, intrecciò le dita come se la stesse impugnando e ciò ne conseguì una maggiore lunghezza .

Era pronto a fendere il colpo.

Majin Freecell scosse la testa. “Forse non hai capito che le armi non funzionano contro di me, ho la scorza dura come l’acciaio Kaccin” (l’acciaio Kaccin si dice che sia il metallo più duro dell’Universo, ndr)

Gotenks rispose “Oh, ma questa non è una spada come tutte le altre… questa è la spada di Metamor che si tramanda da secoli!”

Non era assolutamente vero, ma per fare impressione qualunque cosa andava bene.

“Sarà interessante vanificare anche questo colpo!” rispose allora sardonico Majin Freecell.

“Non ci riuscirai! È più forte della Genkidama!”

Abbassò la lama e in un fendente violento che squarciò l’aere circostante, provocando una violenta esplosione.

Nessuno avrebbe previsto quell’effetto, che coinvolse un diametro di diversi chilometri.

E nemmeno Majin Freecell, che spaventato non si aspettava quella devastazione.

Una grande coltre di fumo nascose per un attimo l’esito.

   
 
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