Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: darkroxas92    22/01/2014    2 recensioni
E se ci fosse stata una sesta persona oltre alle cinque Puella Magi che conosciamo? E se fosse un ragazzo in grado di vedere le streghe e Kyubey? Come agirà l’Incubator?
Una rivisitazione della storia originale, dal punto di vista di un personaggio originale, che potrebbe essere in grado di cambiare il corso degli eventi… Cosa riuscirà a fare Otokonoko Muri?
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Homura Akemi, Kyubey, Madoka Kaname, Nuovo personaggio, un po' di tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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06: Un sacrificio necessario Capitolo 06: Un sacrificio necessario
“Ancora nessuna notizia sulla misteriosa morte della studentessa Sayaka Miki. La polizia sta continuando a sentire i suoi amici e famigliari per-”
Il presentatore non fece in tempo a terminare la frase che la televisione venne spenta.
“E non si sa più niente nemmeno di Kyoko… posso immaginare che sia stata coinvolta nella battaglia contro Sayaka…” sussurrò Otokonoko Muri, osservando in silenzio l’apparecchio, per poi voltare lo sguardo fuori dalla finestra.
Le nuvole avanzano minacciose sopra la città, anticipando quella che gli esperti avevano previsto essere una delle tempeste più forti della storia, tanto che era già stato emanato l’ordine di evacuare le abitazioni e dirigersi in punti di raccolta.
Ovviamente non sapevano la verità dietro a quel cataclisma annunciato.
Il ragazzo si voltò a guardare la sua camera, per poi sorridere triste.
“È stato bello finché è durato…” mormorò, per poi uscire dalla stanza, avanzando lentamente attraverso la casa, finché non si ritrovò fuori. “Ma tutto ha una fine.”
Non si preoccupò nemmeno di accostare la porta, tantomeno si girò una sola volta. Si mise le mani in tasca, allontanandosi sempre di più.
 
Mentre si dirigeva al rifugio, si fermò lungo la strada, voltandosi a guardare Homura, che gli stava dando le spalle, osservando il fiume di fronte a sé.
“Te ne vai quindi?” chiese lei.
“Non ti preoccupare. Ti raggiungerò presto. Prima però ho delle questioni urgenti da sbrigare.”
“Tieni sott’occhio Madoka per me. Io probabilmente non potrò più vederla.”
“Mi spiace, ma anch’io ho intenzione di combattere. Semplicemente, prima devo parlare con una persona. Dopodiché… porterò a termine il mio destino.”
“Cos’hai intenzione di fare?” chiese la ragazza, voltandosi a guardarlo.
Muri restò in silenzio, per poi sorridere e riprendere il suo percorso.
“Voglio finalmente esprimere il mio desiderio.” Rispose, lasciando Homura a guardarlo sorpresa.
 
I vetri della palestra dove erano stati fatti evacuare i cittadini di quella zona tremarono sotto la forza del vento.
Muri restò seduto in silenzio sulla coperta a lui assegnata, osservando gli altri attorno a lui.
Il suo sguardo però continuava a fermarsi su Madoka e la sua famiglia, che si trovavano poco più lontano da lui.
A un certo punto la rosa si alzò, dicendo qualcosa ai suoi genitori e allontanandosi di corsa.
“Quindi hai deciso… Kaname Madoka.” Mormorò, chiudendo gli occhi. “La tua scelta ti fa onore.”
Dicendo ciò si alzò anche lui, dirigendosi verso un’altra uscita, deciso a fare il giro più lungo per raggiungere la ragazza.
Quando la raggiunse, vide Kyubey allontanarsi, lasciandola da sola in lacrime.
“Dunque hai fatto la tua scelta.” Fece senza salutarla, costringendola così a voltarsi.
“Sì…” rispose lei, non troppo sorpresa nel vederlo. “Ci ho pensato a lungo, e ho finalmente capito cosa voglio fare.”
“So perfettamente cosa chiederai a Kyubey.” Disse lui, guardandola negli occhi. “Sei sicura di volerlo?”
“Tu come-”
“Io ho finalmente compresa tutta la verità su di me.” Rispose subito Muri, senza lasciarle il tempo di concludere la domanda. “Ora mi è tutto chiaro. Perciò te lo chiedo ancora: sei disposta a compiere questo sacrificio per un mondo del genere?”
“E il mondo per cui Sayaka e molte altre maghe hanno combattuto e si stanno ancora battendo. Devo farlo per loro. Homura sta affrontando nuovamente la Notte di Walpurgis, ed è da sola, visto che tu sei qui.”
Muri annuì.
“Allora vai! La tua migliore amica, la tua vera migliore amica, sta aspettando il tuo aiuto! Lei e tutte le altre vittime di Incubator. Io vi raggiungerò presto.”
Madoka sorrise, per poi voltarsi e correre via.
“Madoka!” urlò una voce, mentre una donna dai capelli rosa usciva dalla porta della palestra, correndo verso la ragazza.
Ma il braccio di Muri interruppe la sua corsa.
“Le farebbe solo più male.” Disse, voltandosi a guardarla triste. “Sua figlia ha preso la decisione più coraggiosa di tutte.”
“Tu… Tu chi sei?” chiese la donna.
Muri sorrise rassegnato.
“Io sono un ragazzo impossibile. Un ragazzo che non dovrebbe esistere. E sua figlia… è la mia salvatrice. Mia e di tutto il resto del pianeta. E forse dell’universo.”
“Che cosa vuoi dire?”
“Ciò che sto per dirvi potrà sembrare assurdo… ma non importa. Perché questo universo presto scomparirà per sempre.”
La donna sgranò gli occhi, mentre il ragazzo cominciò a spiegarle tutto sulle Streghe e delle Maghe, di quello che era successo a Sayaka Miki, e della vera natura di quella tempesta.
Alla fine la madre di Madoka crollo in ginocchio a terra.
“La mia bambina… sta per affrontare un simile mostro…? E potrebbe diventarlo anche lei-”
“No.” La interruppe il ragazzo. “Sua figlia non diventerà una strega. Ma la sua scelta sarà altrettanto dolorosa. Mi dispiace, ma non rivedrà mai più Madoka. A nessun essere vivente ordinario sarà più possibile incontrarla. Perché sua figlia sta per trascendere il nostro piano dell’esistenza, diventando qualcosa di superiore. Sovrascriverà l’intera storia, e nessuno si ricorderà più di lei.”
“Tu che lo sai… perché non le impedisci di compiere questa follia?!” gli urlò contro la donna. “Perché non prendi il suo posto?!”
“Perché io non posso desiderare una cosa del genere. Se lo facessi, condannerei all’oblio tutta l’esistenza. Però… ho intenzione di aiutare Madoka con tutto me stesso per far sì che il suo desiderio diventi realtà.”
“Cosa vuoi dire?”
“Sua figlia ha la volontà… ma non ha sufficiente energia. Gliela fornirò io, consumando la mia stessa essenza per far sì che Madoka riesca nel suo obiettivo.”
Dicendo ciò si voltò verso le vetrate della palestra, che mostrarono attraverso di loro un palazzo poco lontano crollare sotto la furia della strega mascherata da tempesta.
“Mi è piaciuto vivere da umano.” Continuò, guadagnandosi lo sguardo incuriosito della donna. “Non lo avevo mai provato prima… Peccato sia durato poco tempo.”
“Tu… Tu chi sei davvero?”
Muri la guardò, per poi sorridere.
“Io sono…”
 
 
Homura trattene un lamento di dolore.
Un pezzo del palazzo le era caduto sopra il piede, immobilizzandola.
La Notte di Walpurgis si avvicinò, continuando a ridere, mentre gli edifici attorno a lei crollavano sotto la sua forza.
La mora portò la mano destra sullo scudo, facendolo girare parzialmente, per poi fermarsi, lasciando cadere sconsolata le braccia.
In quel momento, la Soul Gem incastonata sul dorso della sua mano cominciò a diventare nera.
Ma prima che potesse scurirsi del tutto, una mano la strinse, interrompendone il processo.
Homura guardò sorpresa e spaventata Madoka, che si trovava in piedi di fronte a lei.
“Adesso basta.” Le disse lei, sorridendo. “È ora di fermarsi, Homura.”
“Ma… Madoka…” mormorò la maga, osservando l’amica girarsi verso la Strega, mentre al suo fianco appariva come dal nulla Kyubey.
“Madoka… non dirmi che…”
“Ha fatto la sua scelta.” Rispose Muri, raggiungendole. “E non puoi fare nulla per impedirglielo.”
“Otokonoko… pensavo che tu… fossi dalla mia parte…”
“Infatti. È per questo che sto appoggiando la decisione di Madoka Kaname.”
“Non pensavo saresti venuto anche tu, Muri.” Fece Kyubey.
“Sono venuto a reclamare ciò che mi devi. Il mio desiderio.”
“Lo sai che non appena lo esprimerai, la tua Soul Gem diventerà un Grief Seed, vero? Finora non è mutata solo perché non avevi ancora espresso il tuo vero desiderio.”
“Così lo hai capito, eh?” replicò freddo il ragazzo, fissando l’Incubator. “Allora dovresti esserne felice. Così l’Entropia riceverà sufficiente energia.”
“Dunque avete deciso di offrire le vostre anime per il bene dell’universo. Sono felice di sentirvelo dire.”
“No.” Disse Madoka. “Noi abbiamo in mente altro.”
“Già. Effettueremo un passaggio di testimone.”
“Come?”
“Che cosa volete dire?” domandò Homura, cercando inutilmente di togliersi le macerie di dosso.
“Forza Madoka. È il momento.” Continuò Muri, guardando la ragazza dai capelli rosa, che sorrise.
“Kyubey!” esclamò lei, prendendo fiato. “Io desidero… eliminare tutte le streghe prima che vengano generate. In tutto l’universo. Voglio che le streghe del passato e del futuro spariscano.”
“Eh?” fece Kyubey.
“E così sia allora!” urlò Muri, chiudendo gli occhi e alzando le braccia verso l’alto.
In quel preciso momento, dal petto di Madoka cominciò a scaturire della luce.
“Madoka Kaname… l’Entropia rispetta il tuo desiderio e lo condivide!” continuò a parlare il ragazzo riaprendo gli occhi, mentre il suo tono cambiava, moltiplicandosi con quello di centinaia di voci diverse.
La luce avvolse completamente la ragazza, per poi esplodere e coprire tutti i presenti.
Quando si affievolì, Madoka riemerse con addosso un costume simile a quello di Homura, semplicemente di colore rosa, con in mano uno scettro con una rosa sopra, che si allungò, fino a prendere la forma di un arco.
“Impossibile! Un simile desiderio distruggerà tutte le leggi dell’universo!” esclamò Kyubey, per poi voltarsi verso il Puer, che ricambiò lo sguardo. “Tu chi sei davvero, Otokonoko Muri?”
“Kyubey… mi hai deluso.” Rispose lui, continuando a parlare come prima. “Ti ho lasciato molti indizi per capirlo. Il mio nome in primis.”
“Che cosa vuoi dire?”
“Sono venuto su questo pianeta per vedere l’operato di voi Incubator. Ho scelto un aspetto umano, cancellandomi la memoria per poter osservare in maniera imparziale. E ora che ho recuperato la mia identità, non sono per nulla felice di ciò che avete fatto.”
“Chi sei?” richiese Kyubey, con più decisione nella voce.
“Io sono colui per cui tu hai fatto tutto questo. Io sono l’Entropia.” Rispose infine Muri.
“Che cosa?!” esclamò incredula Homura, mentre Madoka creava una freccia di energia, che puntò contro la Notte di Walpurgis.
“Non puoi dire il vero! L’Entropia è solo una forma di energia! Non può avere una sua volontà!”
“Posso e ce l’ho, Incubator.” Continuò il ragazzo, per poi tendere verso di lui il braccio con la Soul Gem. “E ora, tu esaudirai il mio desiderio.”
“Che cosa può volere uno come te? Se sei chi dici chi essere, puoi tutto!”
“No… c’è un’unica cosa che non posso essere… Per questo desiderio di diventare umano nel nuovo universo che Madoka Kaname sta per creare.”
“Che cosa?” esclamò Kyubey, sgranando gli occhi e esprimendo per la prima volta incredulità.
In quel preciso momento la maga dai capelli rosa scoccò la freccia, che colpì il cielo.
Dal punto in cui esplose, le nubi scomparvero all’instante, mentre l’energia si divise in migliaia di raggi, che si dispersero per tutto il pianeta, e anche oltre.
“Le streghe stanno per scomparire.” Disse Madoka, abbassando l’arco e voltandosi verso Muri. “Questa realtà è giunta alla fine.”
“Bene.” Rispose lui, mentre una nuova luce li avvolgeva. “Sono contento… di averti dato tutta la mia energia per questo tuo desiderio.” Concluse tornando a parlare normalmente, prima di dissolversi assieme a tutto il resto.
 
 
Quando Muri riaprì gli occhi, si ritrovo sdraiato a terra, in un luogo non definito.
Di fronte a lui, in tutta la sua maestosità, si mostrava la Terra.
“La storia sta venendo riscritta.” Disse una voce, anticipando Madoka Kaname, la quale adesso indossava una lunga tunica bianca, avvicinandosi al ragazzo. “Le streghe non saranno mai esistite. Ed io mi prenderò tutta la loro sofferenza.”
“Mi dispiace.” Disse lui, sorridendole. “Alla fine hai dovuto prendere il mio posto.”
Lei scosse la testa. “È stata una mia decisione. Tu non hai nulla da rimproverarti.”
“Invece sì. Se non avessi lasciato agire liberamente gli Incubator, loro non si sarebbero convinti che mi serviva ulteriore energia. Non avrebbero mai cominciato a creare le streghe.”
“Ora è finita. Gli Incubator continueranno il loro compito, ma in maniera totalmente diversa. Il sacrificio che le maghe hanno fatto… i loro desideri… non li cancellerò.”
“Quindi ti farai carico di questa scelta.” Commentò Muri. “In effetti, molte maghe hanno offerto la loro anima solo per aiutare il prossimo. Sarebbe scorretto nei loro confronti cancellare ciò.”
Madoka annuì.
“Ti ringrazio per aver spiegato la situazione a mia madre. Io non ne avrei avuto il coraggio.”
“Dovevo portare a termine i miei ultimi compiti. E volevo rendere più semplice il passaggio alla mia erede.”
“Mi dispiace per Homura. Ha riscritto il tempo così tante volte che è impossibile anche per me cancellarle la memoria. Continuerà a soffrire, pensando di essere la causa della mia condizione.”
“Cercherò di aiutarla io. Grazie al mio desiderio, ho perso quasi tutte le mie capacità. Sarò un semplice ragazzo di nome Otokonoko Muri che frequenta la scuola, esce a giocare con gli amici… e controllerà il destino di quattro ragazze a te particolarmente care, giusto?”
Madoka annuì. “È l’unica cosa che ti chiedo.”
“Credo sia il minimo che posso fare. Allora… ci si vede la prossima volta?”
“Sì. Ti auguro una buona vita… Muri.”
“Mi auguro che lo sia. Ho qualche miliardo di anni di noia da dimenticare. Grazie ancora di tutto, Madoka.”
Dicendo ciò, le mostrò un sorriso, per poi cominciare a correre verso il pianeta blu, finché non saltò verso esso, dissolvendosi nel nulla.


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“Uff, che barba… questi test sono una vera e propria tortura!” sbuffò Muri, spegnendo lo schermo e disattivando la tastiera. “Preferirei qualcosa di più pratico.”
“Non posso darti torto…” concordò un suo compagno, stiracchiandosi le braccia. “Allora, vuoi andare da qualche parte? Ho sentito che hanno aperto una nuova sala giochi e-”
“Mi spiace, ma oggi sono già impegnato.” Lo interruppe subito il ragazzo, sorridendo. “Ho un appuntamento.”
“Oh… capisco!” replicò l’altro, ghignando. “E fortuna che dicevi che non era la tua ragazza, eh?”
Muri cominciò a borbottare qualcosa, mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso.
“Su, su, non preoccuparti. Dopotutto, non arriverà di certo una tempesta a distruggere la sala giochi! Divertiti!”
Dicendo ciò corse via, quasi scontrandosi con una persona sull’uscio della porta. “Ah, si parla del diavolo… ciao Homura!” la salutò, senza fermare la sua corsa.
“A che cosa si riferiva?” domandò la ragazza, mentre Muri si avvicinava.
“È il solito idiota. Si fa sempre troppi film mentali.”
“In proposito a che cosa?” domandò lei, fulminandolo con lo sguardo.
“A-A niente Homura… Gli ho solo detto che oggi dovevo uscire con te, perciò non potevo accompagnarlo alla sala giochi.”
“Hai davvero detto solo quello?” chiese conferma Homura, fissandolo negli occhi.
“E che cos’altro avrei dovuto dire? Allora, andiamo o restiamo qui?” rispose lui, cercando subito di cambiare argomento.

I due si fermarono sopra un ponte, restando a guardare l’acqua scorrere sotto di esso.
“Sai… a volte mi chiedo se sia stato tutto un sogno…” mormorò Homura, sorridendo triste e portandosi una mano sul fiocco rosa che teneva tra i capelli. “Madoka, intendo…”
“Noi due siamo gli unici a ricordarla.” Disse Muri, osservando il suo riflesso. “Siamo gli unici a sapere la verità. È stata lei a decidere così.”
“Dimmi… tu che ci sei passato, com’è quell’esistenza?”
Il ragazzo sorrise.
“Ti da un sacco di mal di testa.” Rispose, portandosi una mano sulla fronte. “Sei un tutt’uno con ogni singolo essere vivente. Credo che alcuni potrebbero definire Madoka una dea, piuttosto che una rappresentazione dell’Entropia. E forse non hanno tutti i torti. Ha riscritto l’intero universo secondo la sua volontà.”
“Madoka… spero di rivederla un giorno.”
“Madoka è qui. Sarà sempre con te. Lo è sempre stata. E seguirà tutti noi in ogni singolo momento della nostra vita.” Rispose Muri, per poi portarsi una mano sotto il mento. “Però mettendo la questione sotto un punto di vista diverso, è come essere costantemente vittime di stalking. Si potrà denunciare una dea?”
“Così la fai sembrare malvagia!” esclamò la ragazza, mettendo il broncio. “Madoka non lo farebbe mai! Almeno, credo…
Vedendola in difficoltà, Muri scoppiò a ridere di gusto.
“Smettila!” protestò Homura, diventando rossa. “È tutta colpa tua e delle tue uscite!”
“Scusa, scusa…” disse lui, scuotendo la mano e cercando di calmarsi. “Però sono contento. Finalmente posso vedere la vera Homura Akemi.”
“Ehi, piccioncini!” urlò una voce a loro ben conosciuta, che li costrinse a voltarsi verso Kyoko Sakura, con in bocca il suo solito bastoncino di cioccolato. “Avete finito o dobbiamo aspettare ancora a lungo?”
“Suvvia Kyoko… lasciali un po’ in pace.” Fece una ragazza dai capelli biondi al suo fianco, ridacchiando. “Non è gentile da parte tua interromperli così.”
“Ehi, si può sapere da che parte stai Mami?!” replicò la rossa, fissandola in cagnesco. “Le Bestie Magiche non aspetteranno di certo i loro comodi!”
“Potresti anche essere un po’ più calma.” Disse Muri, avvicinandosi assieme a Homura. “So che sei ancora scossa per Sayaka, ma ti assicuro che adesso si trova in un posto migliore.”
“Mi piacerebbe sapere da dove viene questa tua sicurezza.”
“Diciamo solo che ho avuto le mie fonti.”
“Su, su, non c’è bisogno di agitarsi.” Fece Kyubey, camminando in mezzo a loro. “Le Bestie Magiche non attaccano spesso con la luce del sole. Quindi non abbiamo tutta questa fretta.”
“Sempre a dargli ragione, eh?” commentò Kyoko, sbuffando.
“Non è colpa mia se dice il vero. Anche se sono sempre più curioso di scoprire come fa.”
“Segreto professionale. Diciamo solo… che ho avuto un contatto in alto.” Disse enigmatico, indicando il cielo, mentre Homura scuoteva sconsolata la testa, per poi sorridere. “Un contatto… con la nostra speranza.”
   
 
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