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Autore: Peppe_97_Rinaldi    22/01/2014    4 recensioni
L’organizzazione paramilitare del Red Ribbon… e la sua distruzione ad opera di un misero ragazzino.
Quello fu l’inizio di tutto… Quello portò alla nascita di due efferati cyborg…
"Idiota": questo è quello che C-18 pensa di Crilin, inizialmente. Eppure arriveranno a sposarsi, e ad avere anche una famiglia. Come? Perchè? E C-17... cos'è lui per la bella C-18?
Il dottor Gelo li trasformò in cyborg, privandoli della loro umanità: perchè? Su 19 androidi, gli unici due ad avere base umana: qual è la ragione di ciò? In questo stato di robot, ha ancora senso la vita?
E cos'è la vita, l'amore? Dove sono nati? Avevano una famiglia come tutti?
“Dunque quella missiva è stata inviata dal Red Ribbon, o meglio… da uno dei sopravvissuti…”
Il ki… E’ un bene saper controllare questo potere?
Ma il dottor Gelo… fece tutto ciò solo per pura vendetta? Qual era il suo scopo?
“Se lo conoscevo, dici? Ovvio. Era il mio androide numero 13!”
“Mamma… papà… Mi mancate…”
Segreti da svelare, occultate verità, riscoperta dei valori, nuovi personaggi... e soprattutto uno strano ragazzo porteranno questi giovani a scoprire il loro presente, passato e futuro... quali misteri si celano nelle loro figure?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, 18, Dr. Gelo, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un magico dipinto di soffici pennellate che si divertono ad accarezzare la timida tela del cielo: ecco, così appariva l’alba. C – 17 spiava l’orizzonte, come a volerne comprendere l’immensità. Stupendo… Era quella la natura, una costante magia che manteneva in vita la Terra… e lui l’aveva sempre disprezzata. Come aveva potuto?
“Questa è l’alba di una nuova era!” si disse. “E della nostra nuova vita. Oggi scoprirò tutto! Il passato, il presente e il futuro… cosa sono per noi?”
Poi si voltò verso C – 16, intento a salutarsi con una marmotta. << Andiamo! Puntiamo a Orange Town! >>

Nei medesimi istanti, anche C – 18 era pronta per partire. Osservava l’alba a testa alta, senza fiato per l’emozione.
Chichi esclamò: << Eccoci qua! Un po’ di puro shopping ci farà bene! Eh, che… >> ma si interruppe vedendo il cyborg. Notò una lacrima felice rigarle dolcemente il viso.
<< E’ stupefacente >> commentò senza voltarsi. Chissà, magari aveva già assistito a quello stesso spettacolo, molte altre volte, emozionandosi a quel modo insiemi a dei suoi cari, persone che ormai erano sparite… Non sapeva quanto tempo fosse passato, ammesso pure che ciò fosse vero. Ma ora era lì, con altri cari con cui condividere gioie.
“Gli anni passano, ma l’amore persiste…” pensava.
Una delicata brezza di aria mattutina le accarezzò lievemente la guancia, rassicurante come una mano fraterna. Ripensò al terrore che provava mentre andava via dal Palazzo del Supremo.
<< Ho detto “Ci vediamo…” Ma cosa mi è saltato in mente? >> si era detta. Per giunta, qualcuno le aveva parlato come nella mente: “Era la voce del tuo cuore!” In preda all’agitazione, era diventata furiosa, inorridita al pensiero che qualcuno potesse conoscere le sue più intime debolezze. Ora invece sapeva di chi fosse quella voce.
Alzò gli occhi al cielo. << Allora anche io ho una coscienza! >> mormorò.
Poi si rivolse a Chichi, grata. Forse, sarebbero potute diventare… amiche. << Sono pronta. Quindi, dove andiamo? >>
<< Allora >> spiegò la donna alzando l’indice << c’è un centro commerciale che personalmente adoro! E’ fornitissimo, c’è di tutto! Anche se è un po’ distante da qui... E’ ad Orange Town, e… >> si fermò a riflettere, ma presto esclamò: << Sì ecco, esattamente in Kori Steet! >>
Un tuffo al cuore. C – 18 si massaggiò ansiosamente la tempia.
      Kori Street.
Una misteriosa aura era racchiusa in quel nome… aveva l’impressione di averlo già sentito da qualche parte, ma quando? Eppure, aveva una strana sensazione.
Chichi le poggiò preoccupata una mano sulla spalla. << Ehi, stai bene? >> chiese.
<< Sì, tranquilla, non è niente, è solo… lascia stare. Senti, non c’è una città più vicina? >>
<< Bè sì. Possiamo andare anche alla Città dell’Ovest. Lì abita Bulma >> spiegò << sono esperta della città! >>
E fu così che optarono per quest’ultima. Quando stettero per salire sulla navicella di Chichi, questa ebbe un leggero sbandamento. << Oh, non ti preoccupare >> si affrettò a dire. << Prima ho avuto un po’ di nausea, ora è solo stanchezza mattutina! >>
C – 18 non ne sembrò convinta, ma volle crederle. Salirono, mentre la biondina chiese a Gohan se volesse partire con loro.
<< Emh… no grazie. Ecco, francamente non credo che mi divertirei molto >> rispose frettolosamente.
E dunque… due mete, una sola anima. Nelle strade del cielo, senza saperlo, entrambi i cyborg volavano verso opposte direzioni, ma questo era solo il primo passo per il loro futuro.

C – 17 e C – 16 atterrarono all’unisono, con il sole alto nel cielo. Guardandosi intorno, notarono una grande statua in lavorazione al centro di una piazza, con lunghi striscioni che correvano per tutta la città aventi un’unica grande scritta: “Satan City!”
<< Che storia è questa? >> borbottò il cyborg.
C – 16 si avvicinò a un cartellone pubblicitario, e esasperato alzò gli occhi al cielo. << Quello sarà il nuovo nome della città >> spiegò divertito. << E’ plausibile che gli umani credano veramente che Mr. Satan sia il loro salvatore, e così a quanto pare stasera ci sarà una grande festa in suo nome, e addirittura la città verrà ribattezzata! Roba da non crederci… >>
Eh già, a volte va veramente così il mondo, e con il voler assiduamente credere una cosa si finisce con il considerarla tale. Ma ciò non è da considerarsi una colpa: è semplicemente una delle tante sfaccettature della mente umana. Aspetto che, però, C – 17 proprio non riusciva a concepire. “Forse, perché non sono un umano” pensò. O forse, perché non tutti gli uomini ragionano alla stessa maniera, pensava anche.
Si trovavano in una strada solitaria, quasi alla periferia. In quella zona ancora non si ergevano i grandi palazzi del centro, e le abitazioni erano più modeste, seppur sfarzose alquanto.
Sollevando lo sguardo, si ritrovò ad analizzare quello che doveva essere il retro di una grande casa.
La prima impressione che ebbe fu quella di una costruzione veramente recente. Tutto era curato nei minimi dettagli: un silenzioso prato correva intorno alla casa, permettendo spesso a fiori e ad alberi non ingombranti di emergere con flessibile slancio dal terreno. Il tetto a spiovente conferiva una certa eleganza al tutto, elevandosi ulteriormente in un raffinato comignolo sprezzante del vento impetuoso. Il suo numero civico era 18.
<< Scusa >> chiese a un ragazzino che passava di lì << mi sapresti dire dove si trova Kori Steet? >>
<< Kori Steet? >> Il ragazzino sembrò stupito. << Bè, è la via qui davanti. Basta girare questa grande casa, e ci sei dentro! >>
Così vicina? Dunque era già arrivato a destinazione, doveva solo girare intorno alla costruzione che lui stesso stava osservando. Pochi passi, e si sarebbe ritrovato nella via della verità.
Svoltarono l’angolo.
Il vento soffiò dolcemente, come la carezza di un genitore.
Si scoprì di nuovo a osservare quella casa raffinata e stupenda, ma stavolta le era davanti. Il giardino era un garbuglio di colori, e le farfalle svolazzavano copiose, e le api trasportavano il polline con cura materna, e…
     17.
Il cyborg fissò d’improvviso il numero civico che affiancava il portone centrale.
Fu in un istante. La sua vista ricoprì l’intera abitazione, e ogni dettaglio gli apparve chiaro. Un bambino gli si figurò nella mente. Era magro, e... cos’era quello? Un sorriso? Aveva capelli… forse corti, oppure lunghi? L’immagine era sfocata, non riusciva a distinguere nulla. Incorniciavano però dei bellissimi occhi vivaci, pieni di aspettative, limpidi e cristallini come il ghiaccio…
<< C – 17! >> C – 16 gli si era precipitato affianco, vedendolo per un attimo come sofferente in un disperato tentativo, scrutando i suoi occhi gelidi.
Il cyborg si massaggiò ansiosamente la tempia. Cos’era stato? Voleva ricordare più dettagli, ma ogni volta che ci provava un muro come di metallo lo ostacolava. Aveva una strana sensazione.
C – 16 gli poggiò preoccupato una mano sulla spalla. << Ehi, stai bene? >> chiese.
<< Sì, tranquillo, non è niente, è solo… lascia stare >> . Poi osservò ancora la casa. << Senti, proseguiamo >> concluse. Una morsa allo stomaco, qualcosa gli dominava i pensieri… ma cosa?



Bene, eccoci al nuovo capitolo ^_^
Finalmente sto pubblicando questi capitoli ^^ Personalmente, direi che questi sono tra i miei preferiti della storia uu xD Bene, che dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate :D
Tra l'altro, non riesco a impostare il colore rosso per quest'ultima parte, per questo sto scrivendo in grassetto ^^" Vabbè, il mio computer è strano... xD xD
Tanti saluti :3 A presto!!!!!! :DD

Appuntamento al prossimo capitolo: "Incontro" !!!!!! ^__^
   
 
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