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Autore: slytherin ele    22/01/2014    1 recensioni
Questa storia è una “fanfiction on demand” richiesta da Valerie90
Jonathan esce di galera, la sua vita è distrutta o almeno quella che faceva prima. Decide di riparare a Rimini, dove trova un lavoro come porta lettini. Lì gli avvenimenti si susseguono e tra un fratello scomparso, un amico irrintracciabile, un gruppo scombinato e storie da una notte, Jonathan conoscerà una ragazza, che gli farà cambiare idea sulla vita...
Spero che vi piaccia e ricordate le recensioni sono il pane quotidiano dei lettori. Quindi, non fatemi morire di fame.XD
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Nonostante i suoi buoni propositi e i suoi sforzi era stato difficile smettere di pensare a Danny. Non poteva essere certo che quell’uomo fosse suo padre o che non volesse fargli del male. Era insicuro, frustrato dalla situazione, tanto che non si era ancora deciso a mandare l’indirizzo a quel numero.

In secondo luogo, i suoi approcci con Nicole erano risultati vani: un po’ perché la ragazza non era una facile, un po’ perché Thomas le stava attaccato come una stella marina allo scoglio, ma non si voleva arrendere.

Così aveva deciso di prendere il toro per le corna e invitarla a fare una passeggiata sulla spiaggia quella sera stessa. Dopo essersi assicurato che Tom fosse andato via, le si era avvicinato.

“Ehi, Nicole… sembri preoccupata qualcosa non va?” le aveva chiesto, vedendola assorta nei suoi pensieri da un quarto d’ora buono, tanto che Angela, una amica di Giò si era stufata di parlare al vento e se n’era andata, sbuffando.

“Ehi, niente tranquillo… ho un po’ di problemi a casa, tutto qui! Nulla di grave, però… passerà!” disse la ragazza, poco convincente, cercando di sorridere e sembrare al meglio.

Jonathan ci pensò su qualche secondo e decise che non era necessario portarsi aletto tutte le ragazze che vedeva con qualcuna poteva anche parlarci e Nicole sembrava avere bisogno di qualcuno che l’ascoltasse veramente e che non avesse doppi fini. Decise di chiudere ermeticamente i suoi ormoni e di fare l’amico. Non sarebbe morto nessuno, se per una volta avesse fatto il bravo ragazzo, anzi forse cambiare un po’ non gli avrebbe fatto male, visti i risultati della vecchia vita. Sospirò, attirando l’attenzione della ragazza e si buttò.

“Se ti serve qualcuno con cui sfogarti… io ci sono, tutti abbiamo dei problemi e non è facile essere solo ad affrontarli. Ti lascio il mio numero se vuoi.” Nicole sembrò illuminarsi, ma poi la sua espressione cambiò: Jonathan vide nei suoi occhi la lotta fra il bisogno di comprensione e la paura di fidarsi. Seppe che aveva vinto il primo, quando tirò fuori il suo smarthpone e glielo porse.

Jonathan sorrise, memorizzando il numero per poi tornare al lavoro. Si alzò giusto in tempo per vedere un furioso Tom andargli in contro. Lo fermò ancor prima che iniziasse a lamentarsi. “Amico, Tom! La tua ex ha bisogno di un amico, non di un coglione che cerchi di portarsela a letto! Stai lontano da me, è un consiglio, perché mi stai sulle palle dal primo giorno… e se andiamo avanti così, va a finire che ti pesto!” Tom rimase di sasso, vedendolo andare via.

Quando fu ormai lontano, prese il cellulare e lo guardò a lungo, riaprendo il messaggio dello Slavo? Non ne era ancora sicuro, però… avrebbe potuto essere Serbo, Croato… Scrollò le spalle, non era quello che importava, che cos’era un'etnia alla fine? Dan era sempre suo fratello e quel messaggio era solo la conferma di quanto sua madre potesse essere puttana.

Gli venne da ridere, mentre inoltrava il messaggio al padre, togliendone alcune parti e rendendone più crude e letali delle altre, ci pensò un secondo prima di inviarlo e far separare quei folli, ignobili genitori che lo avevano ripudiato e avevano obbligato Daniele a stargli lontano. Si disse che era la cosa giusta da fare, ma prima che potesse premere il pulsante d’invio. Gli arrivò un mail: l’aprì, trovandoci dentro la foto di un uomo biondo dagli occhi chiari, c’era anche una breve didascalia.

“Questo sono io, Viktor Ivan Vilkic, il padre di Daniel. Non credo ti risulterà difficile notare la somiglianza tra me e il tuo fratellino. Non sto mentendo, Jonathan.”

Le ultime parole gli sembrarono quasi una supplica. Quell’uomo non voleva obbligarlo, né condannarlo, né tantomeno portargli via suo fratello, voleva essere aiutato.
Ancora prima di pensarci realmente, Jonathan inviò un messaggio a quel numero straniero con il suo indirizzo, poi tornò sul testo, scritto per suo padre, allegò immagine e descrizione e scrisse un’ultima nota personale: “ Non sto scherzando, cornuto… hai vissuto nella menzogna fin ora, facendo soffrire sia tua moglie che i tuoi figli. Sei stato il padre peggiore che si possa avere e quando spaccherai un piatto arrabbiato o darai uno schiaffo a mia madre, dille che la ringrazio di aver messo al mondo Dan… e che ringrazio entrambi per avermi diseredato… sono fiero di non essere più vostro figlio!” Inviò all’istante con un ghigno sadico sul volto, alzandosi per andare a casa da MD.

Quella era stata una delle giornate migliori da almeno quattro anni e non vedeva l’ora che suo padre rispondesse. Sperava anche che Nicole gli scrivesse, ma faceva fatica ad ammetterlo.

 

 

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Il padre di Daniel ( o Daniele, facciamo di Dan, così sono tutti d'accordo XD) 

 

 

A.A.

Mi spiace per l’enorme ritardo e so che il capitolo è davvero corto, ma se avessi aspettato ancora a pubblicare, ci sarebbero voluti mesi… Scusa >.<

Ps: mi sono presa un impegno e lo porterò a termine, ma non so dirti se sarò puntuale con gli aggiornamenti, spero almeno di scriverne uno al mese.

   
 
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