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Autore: thehurtlocker    22/01/2014    1 recensioni
'Alto, atletico, con la pelle dorata, i capelli color bronzo e due occhi incredibili'.
Questa era l'impressione che Finnick Odair dava ai suoi folli amanti di Capitol City.
'Affascinante, sensuale, con delle dure braccia, un petto muscoloso e una forza indescrivibile'.
Questa era l'impressione che Finnick Odair dava ai suoi compagni di Distretto, e a tutti gli abitanti di Panem.
Ma quanto dell'acclamato Finnick Odair pensate di conoscere davvero?
La risposta? Entrate nella sua testa, nei suoi giochi, nella sua vita.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Mags, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 2

- Finn? Tutto posto? - la voce di Annie è calma, rassicurante, solida, reale.
Il suo sguardo è confuso, la sua bocca è corrucciata, non capisce perché Finnick è impassibile, perché non l'abbraccia, perché non la bacia, perché non l'ascolta né la guarda.
Finnick è distratto: il mondo, i suoni, tutto è ovattato.
Riesce a percepire quella vocina pronunciare il suo nome, ma è così distante, così opaca..
Poi d'un colpo il terrore lo assale; spalanca gli occhi in preda al panico, ricordando tutte quelle donne sopra il suo corpo; donne false, donne violente, donne affamate, donne che mormorano il suo nome durante la notte, mentre gli mordono il collo, gli toccano i pettorali, gli graffiano le gote, giocano col suo corpo come un regalo sotto l'albero di Natale, e poi lo gettano nell'oblio, come un tributo nell'arena.
'Finnick.. Finnick.. Oh Finnick..'
- FINNICK! - grida infine Annie mollandogli uno schiaffo sul divino viso abbronzato.
Il mondo, i suoni, tutto torna nitido.
- Ma che diamine ti è preso?! - la voce di Annie è agitata, ansiosa, instabile, irreale.
Il suo sguardo è deciso, la sua bocca tende un sorriso, un flebile sorriso; capisce qualcosa, capisce che Finnick non era lì prima, prima c'era Odair.
Si avvicina all'orecchio del suo amato, proprio come aveva fatto Coveigne la sera precedente, ma il modo in cui lo fa Annie Cresta è diverso, è aggraziato, è innamorato.
- 'Perdiamoci nel mare dove loro non potranno mai trovarci..' - Annie comincia a cantare, e Finnick si sveglia lentamente; vede quegli occhi che tanto ama venirgli incontro, come un'onda anomala su una tranquilla spiaggia - 'Abbiamo le stelle che ci guideranno nella notte'.
Quindi realizza, capisce cosa è importante, cosa era venuto a fare lì in quell'angolo di spiaggia, in quel nido segreto.
Mentre Annie è impegnata a canticchiare i versi della loro canzone, Finnick prende il suo viso tra le mani e la bacia intensamente, senza neanche prender respiro.
Infine, come ha fatto lei, posa le labbra sulle sue orecchie e lascia che il respiro dica un sonoro 'ti amo', e rimbomba, rimbomba dentro il corpo di Annie come l'eco d'una voce in alta quota.
Lei annuisce incastrata tra quelle potenti mani, poi le abbassa e guardando il suo ragazzo dritto negli occhi dice: - Ti va di fare un bagno?
A quella domanda Finnick sorride, sorride con sincera gioia, con infinita felicità, sorride tendendo tutti i muscoli del viso: sorride.
Comincia a svestirsi; indossa ancora il completo della sera prima, ancora impregnato del pizzicante profumo di Coveigne. Si toglie gli abiti con una velocità tale, ansioso di liberarsi dai ricordi della notte trascorsa; Annie fa lo stesso, si sfila l'abitino azzurro che ha addosso, il medesimo che portava il giorno che lei e Finnick si sono incontrati; ha sempre mantenuto un peso forma, per cui può ancora indossare i vecchi abiti.
Mentre Finnick la guarda spogliarsi e rimanere in intimo davanti ai suoi occhi, nella sua mente sbocciano come fiori immagini del momento in cui Annie Cresta è entrata a far parte della sua vita.
In realtà, Finnick e Annie si conoscevano già di vista: il Distretto 4 non è molto grande, tutti si conoscono gli uni con gli altri, e le loro case non distavano di molto prima che Finnick vincesse gli Hunger Games e andasse a vivere con Mags nel Villaggio dei Vincitori.
I suoi genitori abitarono lì ancora per un po', ma due anni dopo la 65esima Edizione sparirono, e nessuno seppe nulla, eccetto ovviamente Finnick, che non ama toccare l'argomento.. quando gli chiedono della sua famiglia cerca sempre di sviare la cosa; Annie stessa ci ha provato mille volte, ma dopo i suoi di Hunger Games anche lei ci ha perso piacere nel tentare.
In ogni caso, Finn e Annie frequentavano anche la stessa scuola; lui era il più ambito e famoso, ogni ragazza gli moriva dietro, e lui stava al gioco, ci provava con tutte. Annie lo odiava, o meglio, non riusciva a sopportare la sua presenza, perché portava con sè sempre un gruppetto urlante di ragazze modaiole per nulla simpatiche, e il suo fare era alquanto altezzoso e provocante.
Ogni volta che s'incrociavano nel corridoio, Finnick le mandava un saluto ammiccante, ma lei lo evitava, lo riteneva ignorante e accecato dalla fama guadagnata con la vincita degli Hunger Games a quattordici anni; da quel momento cambiò e divenne il famoso divo che il mondo conosce.
Tutti lo volevano, men che Annie cresta.
E Finnick Odair, invece, voleva lei.
La prima volta che si parlarono davvero era estate e mancavano due settimane alla mietitura per i 70esimi Hunger Games; Finnick aveva diciannove anni e aveva pescato una diciassettenne Annie nel mare, letteralmente.
Annie indossava quel vestitino complessivamente azzurro che andava sfumando dal blu, al celeste, al bianco panna, come le onde.
Rimasta in costume, si gettò nei meandri dell'acqua, il suo elemento, l'elemento del suo distretto.
L'impatto fu come un toccasana, la superficie era fresca e linda, e Annie si sentì immediatamente a suo agio. Il clima ultimamente si faceva afoso, e per le strade del Distretto 4 il caldo e il sudore impazzavano, perciò le spiagge erano affollate, ma Annie aveva trovato una zona di mare abbandonata a Est del Villaggio dei Vincitori.
Era una piccola porzione di spiaggia, circondata da una boscaglia fitta e grossi scogli grigiastri su cui le onde s'infrangevano violentemente.
Nessuno passava mai di lì, era troppo pericoloso e vietato, essendo zona riservata ai Vincitori, ma Annie voleva starsene da sola con ciò che più ama: l'acqua.
Mentre si teneva a mollo, coi piedi schiacciò un qualcosa di duro che scattò via al tocco con le sue piccole dita, e d'improvviso si ritrovò impigliata in un'articolata rete da pesca costituita da forti nodi ben intrecciati fra loro.
'Una trappola, accidenti', pensò.
Fu in quel momento che una figura imponente si fece avanti: alto, atletico, con la pelle dorata, i capelli color bronzo e due occhi incredibili.
Eh già, Finnick Odair.
D'altronde però, Annie doveva aspettarselo; aveva infranto le regole, era entrata nel territorio esclusivo dei Vincitori.. e lei non lo era.
Finnick saltò giù dallo scoglio in cui si trovava e l'aiutò a togliersi la rete di dosso, e poi, con sguardo seducente, le tese la mano per farla alzare.
Annie scrutò quella mano alcuni secondi indecisa sul da farsi; temeva che le avrebbe fatto un altro scherzo e l'avrebbe rigettata in acqua.. Con grande sorpresa però, Finnick si dimostrò abbastanza gentile, e non ci fu nessuno scherzetto.
- Ho pescato il mio bel pesciolino! - aizzò facendo un gesto ammiccante con l'occhio e le labbra.
- O forse io ho beccato il peschereccio sbagliato.- sbraitò Annie.
- Sono Finnick Odair - fece lui per presentarsi, ma lei lo interruppe bruscamente.
- Non ce n'è bisogno, tutti sanno chi sei.
Esaminò il suo viso in cerca dei segni delle operazioni chirurgiche, o i baci delle sue amanti, ma nel volto di Finnick c'erano solo due grosse occhiaie sotto gli stanchi occhi e due piccole e affascinanti fossette a contornarne i tratti perfetti.
- E tu? Tu invece chi sei, ragazza del mare? - si avvicinò, mentre lei indietreggiò quasi disgustata.
- Sparita. - fece come per scappare, per chiudere col gran finale quella stupida e insignificante chiaccherata, ma Finnick la prese per un braccio e l'avvinghiò a sè, stringendola con le muscolose braccia al nudo petto.
- E acciuffata. - sussurrò sensualmente nelle sue orecchie.
- Mollami!
- E perché? In fondo, sono solo un pescatore con la proprio preda..
Annie lo guardò atterrita; lei non era una delle sue oche o delle prostitute di Capitol City che pagava fior di quattrini per passarci la notte!
- Come osi?! Io non sono la preda di nessuno! - cercò di liberarsi da quelle braccia, ma il tentativo fu vano, Finnick era troppo forte per il suo corpicino snello.
- Però ti ho catturata, ammettilo. Il sorriso di Finnick metteva Annie a disagio, contribuito dal fatto che il ragazzo indossava soltanto dei pantaloncini blu abisso che risaltavano il suo corpo bronzeo e statuario: sembrava una divinità greca.
- Ma che vuoi da me?!! - domandò con irruenza.
Finnick sorrise ancora di più, evidenziando i bianchi denti perfettamente allineati; - Se mai, la domanda sarebbe 'Perché voglio te?' - avvicinó il viso a quello di Annie, lei aveva il fiato corto e il cuore in gola.
Proprio mentre le dolci labbra di Finnick si adagiavano su quelle salate di Annie, quest'ultima urlò, divincolandosi dalla stretta e fuggendo in costume, lasciando l'abito azzurrino senza vita sulla cinerea sabbia.
Finnick la guardò schizzare via con fare divertito, rise; non si era sentito così bene per troppo tempo..
Uscì dall'acqua e arraffò il grazioso vestito, portandoselo sotto al naso cautamente, annusandone il fresco aroma marino.
- Tu sei Annie Cresta. - confidò infine al mare.
Così la coppia di sfortunati amanti del Distretto 4 aveva avuto inizio.
Prendendo la rincorsa, i due si gettano nel mare tenendosi per mano; si sentono uniti, si sentono a casa, lì, immersi nell'acqua fino al collo. Si baciano ancora e ancora, completamente persi nel loro amore; niente e nessuno riuscirebbe a staccarli l'uno dall'altra.
Finnick la guarda, Annie lo guarda, ed entrambi sorridono, pensano che se ci fosse stato un amore più forte e tormentato di tutti, allora doveva essere il loro.
Lui, costretto alla prostituzione per proteggere le uniche due vere donne della sua vita, costretto a mentire loro per paura di deluderle, costretto a marchiarsi il corpo di cicatrici piene di vergogna, costretto ad indossare una maschera di sorrisi e sguardi seducenti ogni momento dal giorno in cui il suo splendido nome è uscito da quella stupida boccetta.
Lei, obbligata a vedere il suo ragazzo infelice e incapace di aiutarlo, obbligata a mantenersi in piedi quando vorrebbe solo cadere a terra e gridare rovinosamente il suo odio represso, obbligata a tapparsi le orecchie quando i ricordi tornano in preda ad un dolore involontario, obbligata a rifugiarsi in un mondo d'isterismo fittizio che è cominciato quando hanno estratto il suo bellissimo nome da quella crudele boccetta.
Tengono gli sguardi fermi ancora per un po'; capiscono di star pensando la stessa cosa.
Cominciano a piangere, si abbracciano, ritornano uniti, e lasciano che le lacrime alimentino quell'oceano di pianti, pianti di altri amanti, altri deboli, altri forti, altri vinti, altri vincitori.

  
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