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Autore: Deep_Strife    06/06/2008    1 recensioni
...non so se possa definirsi soprannaturale...inquietante, magari. Enjoy, e ditemi se volete che lo continui.
Genere: Malinconico, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Julian



Quando sento la chiave che gira nella toppa so già chi è, non mi serve voltarmi.

So riconoscere i piccoli segnali che sono diventati la chiave del nostro dialogo in 13 anni di convivenza…pardon, 14 con questo. La chiave che gira nella toppa ha un ritmo incalzante, nervoso, che mi fa capire che è stata una giornata pesante per lei; non le piacerà trovarmi seduto sul divano in orario scolastico.

- Julian…?- il tono, più che titubante, è sorpreso. Che ci faccio qui, sul divano del soggiorno, immerso in una penombra spettrale ottenuta grazie alla chiusura di tende e persiane? Sono pochissimi i raggi di luce che riescono a farsi spazio in questa stanza chiusa e buia.

Come prevedevo, è già corsa ad aprire le finestre per fare entrare luce ed aria, e adesso è seduta vicino a me, mi prende il viso tra le mani e lo osserva nella luce quasi abbagliante del mezzogiorno di aprile.

- Ma che cosa…- si morde le labbra e non completa la frase a parole, ma passandomi delicatamente i polpastrelli dei pollici sotto gli occhi chiusi. Quando sento che una mano mi sta scostando una ciocca di capelli dalla fronte e l’altra si è soffermata sulla guancia, sollevo le palpebre. Mia madre è davanti a me, e mi sta fissando con i suoi strani occhi color indaco; l’espressione che hanno le sue sopracciglia aggrottate è severa, ma vedo uno spettro che le attraversa le iridi. E’anche preoccupata, benone.

- Che ci fai qui?

- Ho saltato scuola.

- Non me n’ero accorta.- rimbecca con tono puntiglioso, stando poi zitta e aspettando una spiegazione

- Non ho dormito bene.

Bè, questo è un eufemismo. Ho dormito malissimo; ma mia madre sembra accettare questa spiegazione, infatti si alza e scompare nel corridoio.

Quelle che prima ha tastato con tanta delicatezza erano le mie occhiaie, viola e livide come un pugno sotto i miei occhi bronzei.

A metterci vicini e a lanciarci un’occhiata non ci scambierebbero mai per parenti: lei con i capelli color ebano, la pelle chiarissima e gli occhi indaco. Io, di un castano dorato e carnagione un pochino più scura della sua. Osservandoci un po’ di più, però, ci si accorge che siamo praticamente identici: stessi lineamenti dolci che donano più a lei che a me, stessa corporatura minuta, stesso naso dritto e stesse labbra sottili. Capelli lisci e folti la cui unica differenza sta nel colore e nella lunghezza: i miei cadono fino al collo, i suoi, sfangiati e sfoltiti, fino a metà schiena.

Più che madre e figlio sembriamo fratelli, penso stendendomi sul mio letto, al buoi della mia camera.

Con i suoi 25 anni non sembra adatta a fare da madre a un adolescente, ma la verità è che ci sta riuscendo bene.

…se solo potessi dormire in pace…







Natalie



Lo sento girarsi nel suo letto senza riuscire a dormire.

Che cosa gli succede?

Saranno almeno due settimane che ogni notte (bè, quasi ogni notte) sguscio via dalle braccia di Louis per trovare mio figlio in due condizioni: sveglio, che fissa il soffitto con gli occhi spalancati e gocce di sudore freddo che gli colano dal viso, oppure che si agita con aria tormentata tra le copetre leggere, pronto a svegliarsi (e a svegliare il resto della casa addormentata con lui) con un grido agghiacciante.

Quasi ogni notte lo vado a controllare; ma ogni notte grida.

Ormai lo vedo dimagrire giorno dopo giorno. Le sue occhiaie sono sempre più scure, i capelli opachi. Sul suo viso leggermente androgino, la pelle è ormai pallida quanto la mia, se non di più,e le guance incavate fanno risaltare gli zigomi.

Fisicamente, mi limito a guardare sperando che gli passi.

Psicologicamente, sto deperendo con lui.

Quanto sono terribili gli incubi che ti tormentano?







Juliann



Persino Louis se n’è accorto; stamattina, vestito con gli stessi indumenti con cui l’avevo visto arrivare la sera prima, si è scostato dalla fronte una ciocca di capelli mossi e neri e mi ha detto che gli sembrava che non stessi molto bene.

- te ne ha parlato mia madre?

Un cenno di diniego, un sorso di caffè

- No. Difficile non accorgersene, sai. Praticamente ogni notte che passo qui ti sento quando ti svegli. Incubi?

Annuii senza dilungarmi in spiegazioni, riflettendo sugli stupidi doppi sensi che gli adulti riescono a creare in ogni discorso. Ogni notte che passo qui è tranquillamente traducibile in ogni notte che mi scopo tua madre.

O forse sono io l’unico che si preoccupa di cercare (e anche trovare, se è per questo) doppi sensi.

- Senti.- aggiunse a bassa voce – Nat è preoccupata, e…-

- Non è colpa mia!- esplosi, scagliando la tazza che avevo in mano nel lavello e mandandola in frantumi.

Louis non si scompose. Cento punti per lui!

- Nat – ripetè - è preoccupata. Sta pensando a uno psicologo; sei salvo solo perché non ha, anzi non avete abbastanza soldi. Ma appena li troverà…-

Non c’era neanche bisogno di continuare la frase.

- Io non ti ho detto niente.- aggiunse, alzandosi in tutto il suo metro e ottantasei di statura e uscendo dalla porta.

Se la mamma lo viene a sapere, nel loro rapporto si romperà qualcosa, lo so. E so anche che Louis, dicendomi questo, si sta giocando la sua fiducia.

Vorrei poter far finta di nulla, ma questa continua tortura notturna mi sta esaurendo. Non sono sogni campati in aria, sono troppo collegati e nitidi per esserlo.

Sento urla di donna, più disperate e scomposte di quanto potrei mai immaginare. Una camera vuota illuminata dalla luce cruda di una lampadina…uomini che non ho mai visto mi vengono incontro; sento tutto quello che mi fanno, anche al risveglio. Provo un dolore lancinante al basso ventre, senti i graffi sul petto e sulla schiena, sebbene ogni volta, da sveglio, mi sollevi la maglietta e trovi solo pelle immacolata. Sento gli strattoni ai capelli ricevuti. Sento il liquido caldo che mi scende lungo la coscia.

Non ci sono danni fisici, ma….provo tutto il dolore che si può provare. E’ la verità.

Se è vero che mi sveglio urlando, allora la cosa da fare è una: stare sveglio. Tutto pur di sfuggire alle torture del mio mondo onirico. Vincere, o dormire nel tentativo…ahahah.


Negli incubi tutti quanti siamo vittime delle nostre energie rinnegate. La paura allora diventa un espediente usato dalla psiche per agganciare la nostra attenzione su qualcosa che ha bisogno di essere portato alla luce.










Natalie



Louis è vagamente spagnolo. Sarà per i capelli mossi color petrolio, che fanno contrasto sulla pelle bronzea? Per il fisico, le spalle larghe, la vita stretta, le gambe lunghe? O forse per i suoi occhi. Gocce nere sul viso scuro.

Quelle “gocce nere” hanno saputo guardare dentro di me come nessuno prima. Hanno saputo cancellare un passato disastroso e tirar fuori la parte di me nascosta, schiacciata dagli eventi. Esco con Louis da sei mesi, e ci vado a letto da due; a ogni rapporto, sento di avvicinarmi di più a lui. Si, lo so che Julian pensa che vada con lui dalla prima sera…ma Julian è un ragazzo troppo disilluso per la sua età.

Né con Louis né con Julian, tuttavia, ho instaurato un rapporto di completa sincerità; meno ne sa Julian dei primi anni della sua vita, meglio è. Ma Louis…se poi non mi volesse più?

No, non saprà. Non ora.Tra un po’. Ha accettato il fatto che ho un figlio già grande, ma non è pronto ad accettare come l’ho avuto. Nonono.

Essere stata per 5 anni una prostituta di strada per ogni pedofilo che passava mi sembra una cosa un po’ pesantuccia.

I miei genitori sono morti quando avevo 11 anni, e da subito ho capito che c’era ben poco da fare per poter guadagnare. Niente parenti, né amici così volenterosi da volermi in casa. Ero abituata alle botte di mio padre, per cui pensavo che sarebbe stata una cosa da niente. Ebbi Julian a 12 anni….da chi, poi? Non lo so. Non lo saprò.

Smisi a 16 anni, quando mi resi realmente conto che stavo distruggendomi….no, che balle vado a raccontare: smisi perché mi resi conto che certa gente, più che guardare me, guardava il mio bambino. A quel punto, hop! Feci fagotto e addio strade.

In ricordo di quel periodo ho molti segni…bruciature di sigaretta sotto il seno, un taglio sottile sullo zigomo sinistro…più importante, cicatrici di frustate sulla schiena.

La prima volta che avevamo fatto l’amore, Louis, senza dire una parola, aveva fatto scorrere le dita sui segni bianchi, quindi mi aveva fissato aggrottando le sopracciglia. Io avevo risposto con > scrollata di spalle

- Te lo dirò.- promisi. Lui, con un sospiro, mi aveva accarezzato i capelli e si era steso vicino a me, fine.

Giuro che glielo racconterò…a tutti e due. Lo giuro. Dopo che Julian mi avrà raccontato dei suoi incubi.

Sospiro. Sono proprio una vigliacca.







Hey, amigos ^^ questo è il mio primo racconto originale, di solito scrivo fan fiction sui miei manga preferiti!! Spero che la storia per il momento vi piaccia….ditemi se vorreste vederla andare avanti, sennò mi fermerò qui e pace xD xD

Lo ammetto, per i personaggi mi sono ispirata a personaggi dei manga. Eeeeeeeecccoooooliiii quiii, per voi!


Julian [Dietrich von Lohengrin]
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Louis [Tyki Mikk]
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…e per natalie, sinceramente non ho pensato a un personaggio….lei è uscita dalla mia testolina xD xD au revoir, amici!! Spero che vi piaccia ^^
  
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