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Autore: Atomic Chiken    22/01/2014    1 recensioni
Un gatto.
Già, un semplice gatto.
" Non le manca Jeb? ". Aveva messo da parte i ferri per cucire e mi aveva guardata sorridendo
" Jeb non è morto tesoro, è sempre qui, con me ".
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivevo in un piccolo quartiere circondato interamente dal bosco. Da meno di una settimana erano cominciati dei lavori di abbattimento di alberi. Avrei voluto fermarli, dopotutto il bosco era l'unico motivo per cui non ero ancora scappata da quel posto del cazzo, ma la proprietà era stata comprata da un riccone.
Scesi dall'abitacolo stringendo la gabbia che per poco non cadde e mi avviai verso il portone, seguita da una madre impazzita. Portai il gatto in soggiorno e poggiai la gabbia a terra. Rimasi a guardarlo, chiedendomi se avrei dovuto lasciarlo lì per un pò o aprirgli la strada verso il suo nuovo mondo. Feci un altro tentativo ed infilai il dito tra le sbarre. Si mosse impercettibilmente e tornò subito al suo fare indifferente. Con una nota di rabbia aprii la gabbia e lo incitai ad uscire. Non ne voleva sapere. Decisi allora di lasciarlo da solo e, richiudento la gabbia, raggiunsi mia madre in cucina.
" Come lo vuoi chiamare? " mi chiese
" Eh? Ah, il nome..Non ci avevo pensato ".
Aprii il frigo e presi la bottiglietta della panna montata
" Pensavo a..Jeb, ti piace? "
" Jeb? Che razza di nome è Jeb?! " disse quasi urlando.
Rimisi a posto la panna montata dopo essermela pappata e guardai quel frigorifero vuoto di schifezze
" E' carino invece, e dal momento che lo dovrò accudire io anche il nome è una mia scelta. Non trovi che sia giusto così? "
Lanciandomi uno sguardo furtivo tornò a pulire i piatti
" Sì..Daccordo, Jeb..Per Dio, che nome stupido! ".
Ignorando le sue lamentele tornai dal gatto speranzosa. " Jeeeeeb " intonai. Il gatto non c'era. Guardai nella gabbietta, vicino al divano, dietro l'armadio e le tende.
" Mamma! " urlai ansiosa. Fu allora che vidi la sua sagoma nel corridoio. In punta di piedi gli arrivai dietro e lo presi in braccio. Con un movimento allucinante mi graffiò il volto e corse sotto al letto della mia stanza in fondo al corridoio.
" Merda " dissi toccandomi la ferita. Sanguinava.
Corsi nella camera e guardai sotto il letto. Vidi i suoi occhi brillare nell'oscurità. Venni percossa da un brivido lungo la schiena. Quegli occhi...Avevano qualcosa di strano. Jeb fece un altro miagolio e si mise in posizione fetale. Presi dal comodino una pallina e cominciai a batterla a terra. " Jeb, guarda cosa c'è qua! ".
Miagolò di nuovo. " Cazzo amico, esci da qui subito! ".
Fece di nuovo quel verso agonizzante e tornai a sentire la stessa oppressione che avevo provato un paio di ore prima. C'era qualcosa, no..Qualcuno.
O forse stavo semplicemente impazzendo. Contro la mia volontà tornai a guardare verso Jeb. Il colore degli occhi era diverso, quasi azzurrognolo.
Sbattè gli occhi.
Occhi azzurri..Com'era possibile che potessero cambiare colore?
Un altro battito.
Feci andare il pomo su e giù. Allungai la mano verso gli occhi e fu allora che Jeb si svegliò aprendo i suoi. Rimasi con la mano a mezz'aria e la bocca aperta in quello che sarebbe dovuto essere un urlo. Il gatto miagolò senza abbandonare il mio sguardo pietrificato. Finalmente trovai la forza di urlare e lo feci come non mai. Non mi accorsi dell'arrivo di mia madre e dei suoi richiami disperati. L'unica cosa che vedevo erano quegli occhi azzurri. Quegli occhi che appartenevano a....Nessuno.


" Cole..Nicole! ". Rinvenni dopo quella che mi parve un'eternità passata a volare nel vuoto. Ero distesa a terra con mia madre che buttava goccie d'acqua sul volto. Era impallidita. " Grazie a Dio stai bene " borbottò senza voce. Con la vista offuscata lanciai uno sguardo perso a Jeb. Occhi gialli. Niente occhi azzurri. Azzurro. Avevo sempre odiato quel colore di merda. Dovevo aver avuto un'allucinazione bella e buona. Mi alzai tenendomi a mia madre e caddi sul letto.
" Come ti senti? " domandò sedendosi accanto. Non l'avevo mai vista tanto preoccupata.
In effetti non l'avevo mai vista preoccupata.
" Sto..Sto bene. E' solo un piccolo mal di testa "
" I mal di testa non ti fanno urlare come una matta e perdere i sensi, Nicole " disse rimproverandomi
" Senti mamma..Sto..Bene, è stato un mal di testa forte..Ok? ".
" Sai che non ti credo, ma se la metti così.." si alzò " Bevi dell'acqua, ti farà rianimare per bene "
" Va bene ".
Presi il bicchiere e ingurgitai lentamente acqua dal sapore insipido. Occhi azzurri. Avevo davvero avuto un'allucinazione?
NO.
Balzai in piedi rompendo il bicchiere in mille pezzi. " Nicole, che succede?! ".
Respirai grandi boccate d'aria " Mi è scivolato il bicchiere..Ora pulisco ".
Chi ha parlato?
Stavo davvero avendo le allucinazioni.
Diedi un calcio alla gamba del letto e uscì dalla stanza mentre mandavo a fanculo Jeb.
Solo allora un pensiero terrificante mi passò per la testa.
Chi aveva aperto la gabbia?
  
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