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Autore: Lau_McKagan    22/01/2014    3 recensioni
“…ho solo bisogno di stare da solo per un po’, lontano da qui, da tutto questo… ho fatto un bel casino”
“E stai scappando dalle conseguenze”
“Si, lo sto facendo”
“Forse non è stata una buona idea”
“Forse avrei dovuto farlo da un pezzo, non credi?...”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora, oggi abbondiamo proprio, due capitoli eh! Poi non dite che sono cattiva perchè vi lascio col fiato sospeso u.u
Comunque, ho postato ora perchè domani non riuscirò ad aggiornare, ecco.
Quindi beccatevi questo e ci risentiamo tra qualche giorno (spero pochi!)
Ah, chiedo sempre umilmente perdono per il finto napoletano XD daltrone oh, che ne so io che vengo dalla parte ooposta dello stivale?
Baci!


***

Al contrario di quel che pensava aveva dormito benissimo e parecchio in quel letto morbido, aveva persino lasciato aperte le imposte perché gli piaceva una volta sveglio guardare il mare. Sorrise mentre si stiracchiava. Solo l’aria di quel posto lo metteva di buon umore. Ma non si era dimenticato del motivo per cui si trovava li.
Si alzò pigramente e si sistemò, mettendosi dei semplici jeans e una felpa. Di solito si specchiava sempre prima di uscire giusto per controllare che tutto fosse a posto. Gli piaceva avere quell’aria disordinata ma curata. E quel giorno ci mise un po’ più del solito. Sciocco voler essere perfetti per una persona che probabilmente l’avrebbe respinto, o chissà cos’altro.
Scese di sotto per la colazione, non faceva che guardarsi in giro, perché se Colin era li, era facile incontrarlo. Era li per quello dopotutto. Il problema era che non riusciva proprio a pensare qualcosa di decente da dire. Pensò che si sarebbe lasciato trasportare dal momento. In fondo era stato anni senza di lui…. Cosa cambiava adesso? Se le cose fossero andate male, sarebbe tornato alla vita di sempre e basta. Una triste vita per la verità, ma almeno andava avanti in qualche modo. E poi, che cosa voleva davvero da quell’incontro? Tornare con Colin? O solo parlare con lui e riuscire a riacquistare per lo meno un rapporto decente? Bella domanda. Non lo sapeva nemmeno lui.

“Weeeee Mister Giaro bensvegliato!”
Ernesto lo accolse con una pacca sulla spalla che quasi lo tramortì “Jared” disse facendogli notare l’ovvia pronuncia sbagliata del suo nome.
“E io che ho detto? Giaro Giaro… io mi chiamo Ernesto, lo sai dire ja?”
Jared rise, aveva capito cosa intendeva, così provò, sorvolando sul fatto che il suo nome non l’avrebbe probabilmente mai detto giusto “Ernesto” pronunciò piano con uno spiccato accento americano.
“Ma bravo! Ernesto, si bravo… sei sceso per riempirti la pancia eh? Mia moglie fa delle sfogliatelle che sono una bomba!” Jared  non aveva capito un’accidente, ma da come gesticolava stava parlando del cibo che vedeva  sulla tavola nella sala da pranzo. E adesso come faceva a dire che preferiva mangiare vegano? Decise che finche fosse stato li avrebbe sorvolato “Vieni vieni” disse prendendolo  per un braccio “Ti presento mia moglie Maria”
“Uhhhh questo è l’altro americano? Piacere, sono Maria” la donna cicciuta gli tese la mano e lui la strinse ripetendo il suo nome “Mamma mia che bello uaglione! Sti americano sono proprio dei babbà! Bello! Si bello!”
Ok, aveva capito anche quello, così rise “Grazie” indicò la tavola giusto per capire che voleva mangiare.
“Prego prego! Marì, a questo qui le femmine nun ce piacciono!” disse alla moglie una volta che Jared si fu allontanato.
“E perché dici così Ernè?”
“Tieni i capelli lunghi!”
“Ma vaffangul” fece dando una spinta al marito.
 
Colin si era svegliato presto, l’aria di mare gli stava davvero facendo bene, e con il fatto che ancora nessuno si era accorto di lui, si stava rilassando parecchio. Aveva staccato il contatto con tutti, se non con Eamon e Claudine. A proposito di Eamon… l’aveva sentito la sera prima e gli era sembrato piuttosto strano… forse aveva litigato con Steven, o chi lo sa. Come tutte le mattine da quando era li era sceso in spiaggia a correre, era un’attività che lo distendeva e allontanava per un po ‘i pensieri. E poi doveva mantenersi in forma, Maria cucinava così bene che se non faceva un po’ di movimento sarebbe uscito da li rotolando. Aveva in poco tempo imparato a comunicare con loro, qualche parola di italiano la sapeva, ed Ernesto gli aveva persino insegnato qualche parola in napoletano. Erano persone semplice e cordiali, e soprattutto, non sapevano chi fosse. Per loro era solo il bell’americano, o mister Colin. Questo giocava a suo vantaggio. Quando rientrò decise di andare subito a fare colazione, perché aveva una fame boia, si sarebbe lavato dopo. Ora si asciugò giusto il sudore con l’asciugamano che teneva in spalla. Si era messo una fascia per tirare indietro i capelli, e portava dei pantaloni di cotone comodi lunghi e una canotta, nonostante il tempo, ma correndo sudava sempre un sacco.
“Mister Colin! Ancora a correre?” Colin diede una pacca ad Ernesto “Venghi venghi, Maria ha fatto le sfogliatelle stamattina, fresche fresche! E ci sta pure un suo compaesano sa?”
Quando entrò in sala non fece subito caso al nuovo arrivato, seduto di spalle che si era irrigidito solo a sentire il suo nome.
Jared sentì il cuore che gli scoppiava nel petto. Era li, e l’avrebbe visto, non poteva più scappare.
“Davvero?” stava dicendo Colin in un pessimo italiano “Allora vado subito a presentarmi”
“Vada vada, anche perché detto tra noi, mica lo capisco troppo a quello li… almeno ci fa da interprete eh?”
“Ok, ok…”
Jared sentiva la sua presenza sempre più vicina, il suo odore, quello del suo dopobarba misto al suo sudore, alla sua pelle. Chiuse gli occhi e la sfogliatella che stava mangiando gli cadde dalle mani quando sentì la sua mano posarsi sulla spalla.
“Salve, posso disturbarti?” Colin doveva essersi chiesto come mai era così rigido e fermo, e quando si mise meglio al suo fianco guardandolo, lo capì. Non poteva crederci. S e quello era uno scherzo del destino, era stato uno scherzo davvero meschino! “E tu che cazzo ci fai qui?!” urlò, tanto da far voltare Ernesto e Maria, che seguivano la scena senza capire, chiedendosi che cavolo stesse succedendo.

***

Ok, forse un po' perfida lo sono :P

 
   
 
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