Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: GioTanner    22/01/2014    5 recensioni
[Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo]
«Non mi credi, vero? Vero, vero è proprio così.
-Ho sognato di MORIRE, Benvolio. Che traditrice la Regina Mab!»
«Morire? Come morire? -piegò le labbra in una smorfia il ragazzo, riavvicinandosi -Non era forse la Regina che aspettavi ogni notte? Quella dei tuoi sogni? Colei che venendoti a far visita ti procurava solo gioie?»
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«Aspetteremo Romeo.- Benvolio lo lasciò alle sue fantasie e deliri, cercando di cambiare i suoi pensieri con qualcuno che potesse destarlo dalle sue idee. Si mise a braccia conserte e accennò un sospiro. -E come vorrei che io fossi lui solo per dirti: non fare follie. Sì, proprio a te: “non fare follie”. E tu mi ascolteresti quanto si ascolta un fratello o un amante.»

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Ispirato al Musical di David Zard 'Romeo e Giulietta- Ama e Cambia il mondo' ecco una piccola One Shot. È il giorno del Duello, ma ancora niente è accaduto.
È mattino presto quando Mercuzio si ritrova a svegliarsi dopo un sogno di morte...
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sognai; e senza sogni non vivrei.

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Al dì, come ogni dì, due o più ore dopo il canto dell'allodola Mercuzio si destava dal letto con la bell'amata intenzione di spendere e sfruttare al massimo tutto il resto della giornata che gli spettava.

S'alzava, scansava le tende e con un tonfo si sedeva nuovamente sul letto sfatto, intorpidito ancora dal sonno e dalla luce che dalle vetrate piano illuminava la stanza.

Passava una mano sul volto e poi su i capelli ricci e spettinati, chiamando in fine una delle ancelle -la prima di cui si ricordasse il nome-, per farsi portare la bacinella d'acqua con cui darsi una sciacquata e degli abiti da indossare.

E così cominciava, ogni medesima volta, la giornata; che, seppur tutto si potesse dire di Mercuzio tranne che fosse abitudinario e di vita piatta, non si sottraeva da quel mattutino tran-tran.

Era come se in quei momenti seduto a rimirar le fronde degli alberi dalla finestra, si stesse caricando di nuovo di tutto il suo carattere folle ed esaltante che, come ogni notte, veniva oppresso e deriso, posseduto dall'amabile quanto rude Regina Mab. In balia delle sue dolci catene, ogni mattina, ne veniva liberato per tornar ai suoi strani tormenti e bassi desideri.

«Oggi ho sognato,- esordiva poi, incontrando i suoi migliori amici ed elargendo sorrisi, quasi fosse un miracolo, quasi fosse qualcosa di inaudito che aspettasse con cura da sempre, quasi fosse un avvenimento che non era accaduto mai, ma proprio mai, in vita sua -oggi io, ho sognato!» ribadiva avvicinandosi e abbracciando Romeo o Benvolio, a turno o come più gli aggradava. Braccando e fermando in seguito i due ragazzi a lui più cari, con le sue storie guizzanti di non senso nel bel mezzo di vicoli e piazze.

Gli occhi dilatati e le mani tremolanti, solo di un poco, come fosse sorpreso lui stesso di aver, ancor una volta e una volta in più, “sognato”.


Ma non quel giorno.

Non quello.

Mercuzio si era svegliato certo, anche quel dì. Ma l'allodola era ancora alta nel cielo cantando il buon mattino quando si destò.

S'era ritrovato con gli occhi appena appena lucidi e un'insana e forte voglia di gridare. Gettò all'aria le lenzuola e s'alzò barcollando qua e là, appoggiandosi subito dopo sulla parete più vicina per poi scivolare giù sino a sedersi toccando il pavimento freddo. Bestemmiò i Capuleti e il color rosso del suo sangue lo disprezzò mai come prima d'allora.

Solo poche centinaia di metri più in là Romeo, stava dando il buon giorno e ultimo saluto alla sua Giulietta per quella giornata, dopo averle promesso amore eterno* quella stessa notte. Giurando sì, amore, al nome del nemico antico.


«Cos'è quello sguardo avvilito, Mercuzio?» gli aveva chiesto Benvolio trovandolo a camminar di malavoglia con due suoi compagni Montecchi che invano cercavano di intavolar festosi discorsi col parente del Principe. E dire che Mercuzio era il Re, quanto a baldoria e scoppiettanti vizi.

Benvolio, che solo Dio sapeva quanto fosse affezionato a lui e a Romeo, sua unica e vera famiglia, lasciò da parte le chiacchiere di cui stava discorrendo con alcuni ragazzi della sua casata e gli venne incontro.

Gli recò una mano sulla spalla, gesto che abitualmente gli faceva proprio Mercuzio cogliendolo di sorpresa insieme a Romeo per ciarlar dei suoi discorsi. E bisognava starlo a sentire quando iniziava, ah se si doveva! Non era forse quello il compito degli amici?

«Ho sognato.» gli rispose, sedendosi sulle scale della piazzola e attorcigliando intorno al dito indice un ciuffo di capelli biondi, con aria di chi con scherno sapeva ferire.

Benvolio era un amico paziente, e ai buonumori e malumori di Mercuzio v'era quasi abituato: «Dimmi, non t'ha fatto forse visita la Regina Mab?» chiese, senza l'ombra di derisione nei suoi confronti.

«Oh, no, no! -alzò di tono acuto la sua voce, con intenzione – E Romeo? Dov'è Romeo? Vorrei parlare con lui... Romeo?» urlacchiò.

«Non ti basta importunare me?- lo canzonò, spintonandolo -Romeo non l'ho veduto, ma cos'è che devi dirgli?»

«Che ho sognato! Ho sognato.»

«Racconta.» s'inginocchiò, prendendo posto accanto a Mercuzio sulla scalinata. I due altri Montecchi intanto erano andati a far gruppo poco più in là, per parlar delle buone nuove o andando infamar la famiglia avversaria, abitudine dura a morire e che divertiva i giovani quanto addolorava i veterani d'odio.

«Oh, non sai... proprio non sai quanto odio provi in questo momento. E disprezzo, e sputerei, se potessi, veleno dalle labbra. - alzò le mani mimando zampe con artigli affilati e spalancò gli occhi, quasi avesse visto qualcuno, chissà dove -E devo avvertir Romeo. Perché anche lui m'ha abbandonato? Non bastava lei?»

«Lei chi?»

«Ma lei, lei, la Regina, la mia Regina Mab! Lei che è di tutti, colei che mi ha tradito!»

Benvolio s'alzò: alle grida di Mercuzio in mezzo alla folla s'era sì fatto una ragione, ma se lo guardava sempre un poco dall'alto e a ben distanza, perché in momenti come quelli solo Romeo aveva il modo di intenerirlo e placarlo.

«Non mi credi, vero? Vero, vero è proprio così.

-Ho sognato di MORIRE, Benvolio. Che traditrice la Regina Mab!»

«Morire? Come morire? -piegò le labbra in una smorfia il ragazzo, riavvicinandosi -Non era forse la Regina che aspettavi ogni notte? Quella dei tuoi sogni? Colei che venendoti a far visita ti procurava solo gioie?»

«Mi ha avvertito. Mi ha anche abbandonato. Ma cosa può far un sogno, in fondo, se non renderti felice? E se non ho neanche più quello, è proprio vero che la sorte mi tocca. Ed è colpa dei Capuleti, stammi a sentire Benvolio!»

«Quest'odio ti rovinerà. Stammi a sentire tu.»

«No, tu non capisci! Non sei Romeo, è vero. Lui certamente quest'oggi con me ucciderà qualche Capuleti. Di nostra mano prenderemo la vita di chi ci tormenta. Di chi ci affligge. Dobbiamo farlo, dobbiamo davvero! E la minaccia non incomberà più, e io sognerò di nuovo.

-E io non morirò.

-Perché se dovessi morire* non avrei più neanche un sogno, Benvolio. Anche questo, anche quello, anche altro, mi ha tolto questo strazio. Questa urgenza, questa smania che non tace! E la Regina Mab non viene più da me, mi vuole morto anche lei ora, perché ci sono i Capuleti! Per colpa loro!» con impeto si sporse mettendo mano al collo dell'amico. Venne però scansato repentinamente e a forza da Benvolio, abbassando così le braccia e digrignando i denti. Anche i lineamenti sembrarono più grotteschi di un ragazzo qual era e gli occhi, ah gli occhi erano piangenti, come di chi piange per disperata follia.

«Vaneggi, piangi, ti disperi! Mercuzio, il Principe lo ha vietato, non dire assurdità; non ti circondar di idiozia, amico.» gli mise una mano sul petto dalla camicia bianca sbottonata, come a tenerlo a bada.

«Ma a chi parli? Lo dici a me, davvero? -ridacchiò, alzandosi per scendere due gradini -Io non seguo il tuo cuore e la pace mi sta bene quanto a un uomo fa piacere esser rubato della propria donna dal suo guerriero più fidato. E se sei tu, Benvolio che di fedeltà, di fedeltà ti macchi, certo non ti ascolto.»

«Ecco, non sei più diverso da un Capuleti, quando mi rinfacci.»

«Giuro, hai ragione, ecco cosa accade! Ecco. Io ho sognato! Ed è una condanna. Permettimi di tardare l'ora della mia morte. Almeno fino a domani. Ho voglia della mia Regina, ma sono morto! E non voglio morire anche qui*, senza prima aver sognato ancora... e ancora!»

«Aspetteremo Romeo.- Benvolio lo lasciò alle sue fantasie e deliri, cercando di cambiare i suoi pensieri con qualcuno che potesse destarlo dalle sue idee. Si mise a braccia conserte e accennò un sospiro. -E come vorrei che io fossi lui solo per dirti: non fare follie. Sì, proprio a te: “non fare follie”. E tu mi ascolteresti quanto si ascolta un fratello o un amante.»

«Romeo... -lo interruppe- Ecco, son già più impavido. Morirò domani, o anni ancora mi rimarranno, almeno ancora sogni ne avrò.»


...


Chi raccoglierà i sogni che avevi?...


Non sapeva Romeo che quando Mercuzio morì quindi, non morì con degli ideali, dei desideri, dei sogni. La Regina Mab glieli aveva già strappati, rubati, uccisi. Lo aveva rinnegato, in sogno morì perché a morte certa stava andando in contro. Mai, quanto lui, un corpo fu annientato.

E il tradimento venne sullo spirito dalla sua Regina...

E il tradimento venne sulle membra dal suo Romeo.




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*amore eterno: la notte in cui in gran segreto Romeo e Giulietta si sposano. Notte stessa in cui Mercuzio si addolora.
*morire: perché se 'dovesse morire' PRIMA di NON aver ucciso nessun Capuleti, lui non avrebbe più neanche un Sogno (cosa che infatti è accaduta, morendo senza aver ucciso Tebaldo). Quando in realtà pensa Mercuzio che, per far tornare la Regina Mab da lui e poter rivivere di nuovo nei suoi sogni, bisognerebbe solamente uccidere l'avversario...
*qui: ovvero la realtà.

La citazione ultima in corsivo è ovviamente di Romeo, nel musical, proprio dopo la morte di Mercuzio.


'SERA GENTE! C:

Ora, sì, io solitamente scrivo un poco contorta, ma su Mercuzio ho esagerato di proposito. A dire il vero mi piaceva che le sue frasi si 'capissero e non' ,e di scriver del suo carattere “volubile”. Ma che un senso fra 'il non senso' si capisca, lo spero x') :)

Sì, ovviamente Mercuzio è interpretato da Luca Giacomelli Ferrarini e Benvolio da Riccardo Maccaferri, ma ciò di cui ho scritto è solo e prettamente come i due personaggi li ho recepiti e come li ha 'concepiti' il musical 'Romeo e Giulietta- Ama e cambia il mondo.'

{Tralasciando che adoro la 'fedeltà/cugino e amico fedele' che Shakespeare ha dato come tratto a Benvolio, awh.


Spero in qualche modo che vi piaccia e se vi va di lasciarmi una recensione. Enjoy.

   
 
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