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Autore: paoletta76    22/01/2014    1 recensioni
..un seguito e tutto ciò che non s'era ancora detto in "A million other things"
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Il buio avvolgeva di nuovo la Stark Tower, dopo il giorno dell'addio.
 
Erano rientrati senza scambiare una parola, avvolti dal terribile senso di vuoto e sconfitta che accompagna la perdita di un amico.
 
Sif non aveva voluto dormire in quella stanza, in quel letto che ancora profumava di lui.
Le avevano fatto fare tardi, cercando di distrarla con un film condiviso sul divano. Aveva pianto, silenziosa, davanti alla più divertente delle commedie all'americana.
 
S'era rannicchiata sotto quel vecchio plaid a quadrettoni, tirando le gambe sul divano e raccogliendosele contro il petto. Aveva appoggiato la testa sul bracciolo ed ascoltato a lungo il respiro tranquillo di sua figlia che dormiva.
 
Presto gliel'avrebbe dovuto dire. Papà è volato in cielo..
 
Se solo quel giorno non avesse pronunciato la formula del sigillo..
 
Chiuse i pugni stringendo gli angoli della coperta e raggomitolandocisi un po' di più. Non avrebbe mai più provato neppure l'emozione ed il calore di quell'abbraccio.
 
Ecco che le lacrime tornavano a traboccare oltre la barriera delle palpebre socchiuse. Non aveva neanche la forza di asciugarle col dorso della mano. Un respiro si fece gemito, e strinse la coperta un po' di più.
 
Oltre la vetrata, New York continuava ad essere fredda ed indifferente al suo dolore.
 
All'improvviso, un rumore, un fruscio. Spostò gli occhi, riuscendo a vedere solo macchie di colore in una nebbia indistinta. Le luci della città, lontane, oltre le vetrate del salone.
 
Katie continuava a dormire, tranquilla. Poteva sentire il suo respiro.
 
Di nuovo, quel fruscio. C'era qualcuno.
Non si mosse, continuando a spostare lo sguardo fin dove il campo visivo da quella posizione glielo permetteva. Poi asciugò le lacrime con una mano, e si sollevò appena oltre il bracciolo.
 
C'era davvero qualcuno.
Una figura alta, molto alta. Immobile, non sembrava neanche reale. In controluce rispetto a lei, osservava il profilo della città e sembrava desiderarne la vita. Una mano sollevata, a sfiorare il vetro. L'altra libera, lungo i fianchi.
Strizzò appena gli occhi per metterlo a fuoco. Sì, era decisamente un uomo, e non sembrava vestito come un midgardiano.
 
Katie!
Scivolò lontana dal divano, ed il suo movimento attirò l'attenzione dell'intruso.
 
Non accendere la luce.
 
Quella voce, cupa e leggera, la bloccò ad un passo dalla culla.
- Cosa vuoi..?
- Non voglio farvi del male.- l'uomo sembrò anticipare i suoi pensieri.
- Vattene, o..
- Non farò del male a te o a Katie, Sif. Volevo solo vederti.
 
Il cuore le salì in gola.
Chi è..? Come conosce i nostri nomi..? E' un'altra forma di Thanos? Credevo l'avessimo eliminato.. o un suo emissario? Non toccherà la mia bambina.
 
- Vattene. Avete ottenuto quello che volevate, adesso vattene.
La voce le tremò, mettendosi fra quel corpo in controluce e la culla, lasciando scivolare la mano sotto i cuscini e raggiungendo il coltellino che Thor aveva dimenticato la sera prima. L'uomo continuava ad avanzare.
 
Le sembrò di vederlo sorridere.
 
Il tuo compito è difendere nostra figlia..
 
Un passo, un altro. Sif chiuse gli occhi e raccolse il respiro, aspettando che fosse abbastanza vicino per colpirlo.
- Questo non ti servirà..- l'uomo le arrivò addosso, le posò una mano sul fianco e con l'altra le sfilò l'arma dalle dita, andando ad appoggiare la propria fronte contro la sua. La sentì tremare.
 
Quel tocco delicato.
 
Quella pelle leggermente fredda.
 
Sono io, Sif..
 
Non serviva neanche che lo dicesse.
 
Lei si piegò appena contro il suo petto, come aveva fatto solo una manciata di notti prima, lasciando che un gemito le sfuggisse dalle labbra.
Quel cuore batteva.
Sto sognando..
 
Eppure era un sogno così reale..
 
- Tu.. tu sei..- sollevò gli occhi, incontrando il rubino di quelli del marito.
-..Esattamente.- replicò lui, leggero.
La vide allontanarsi, appoggiargli entrambe le mani sul petto, come a verificare che non fosse un'illusione.
Il suo sorriso si aprì maggiormente.
- Non sono un sogno, Sif. Tutto è possibile, agli dei.
- Ma tu..
- Io no. Il padre sì. E ci doveva ancora un regalo di nozze.
 
Quei ciuffi corvini, liberi e ribelli, incorniciavano un viso smagrito, leggermente sofferente. Nonostante tutto, appariva sereno.
 
Raccogliere il respiro, lentamente, mentre quel viso cercava il suo, mentre le sfiorava le labbra con un bacio.
 
Il desiderio di vederlo, chiaramente e senza più la  barriera di quella penombra, le invase il cuore. Si scostò appena, scivolando verso il divano.
 
Raccolse il piccolo telecomando fra le dita, e quando la luce invase il salone quell'immagine non c'era più.
 
  
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