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Autore: MightyZuzAnna    22/01/2014    1 recensioni
"Non ti è nemmeno mai piaciuto il freddo, ma sei lì, senza mantello, con indosso un semplice vestito lungo e nero, in segno del tuo recente lutto.
Non piangi. Non urli. Rimani impassibile, senza riuscire a mostrare il tuo profondo dolore, senza sapere come fare e sentendoti incredibilmente vuota, come se d’un tratto non avessi più un motivo per andare avanti, per cui vivere."
[...]
"Senti distintamente la gola bruciare, i polmoni implorare pietà, il cuore pulsare forte e dolorosamente contro la cassa toracica, come se volesse sfondarla, le lacrime che rigano come lava incandescente le guance pallide ed esangue."
Spero sia sufficiente ad attrarvi e spingervi a leggerla (anche perché non ho altre idee XD)
Spero di vedervi in molti a leggere o recensire :)
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stai lì ferma, altera, in piedi a osservare la lapide ai tuoi piedi mentre piccoli fiocchi di neve cadono lenti depositandosi e ricoprendo con il loro candore il cimitero che, quest’ora tarda di notte, assume un’aurea spettrale.
Non ti sono mai piaciuti i cimiteri. Non ti è nemmeno mai piaciuto il freddo, ma sei lì, senza mantello, con indosso un semplice vestito lungo e nero, in segno del tuo recente lutto.
Non piangi. Non urli. Rimani impassibile, senza riuscire a mostrare il tuo profondo dolore, senza sapere come fare e sentendoti incredibilmente vuota, come se d’un tratto non avessi più un motivo per andare avanti, per cui vivere. Ma sai bene che c’è un motivo, ed è una piccola bambina che porti in grembo da tre mesi.
E per un attimo ti preoccupi che tutto quel freddo possa farle male, e ti porti istintivamente le mani sul ventre, come in un inutile tentativo di riscaldarla.
Sorridi al pensiero di quella piccola creatura, sorridi di fronte al futuro che ti presenta davanti, e sorridi amaramente quando ti rendi conto che in quel futuro mancherà più di una figura.
E torni bruscamente alla realtà. Fissi la tomba ammutolita e spaesata, come se ti ritrovi ad affrontare all’improvviso quella mancanza. Ma sai bene che non è così. Hai avuto giorni e giorni per piangere, per urlare, ma non l’hai fatto in quella stupida dimostrazione di orgoglio o incapacità di esprimere i tuoi sentimenti.
Guardi la lapide e la disprezzi. Disprezzi chi ti ha tolto le persone a te più care; disprezzi quell’incisione che sembra ridere beffarda di te, sbattendoti in faccia quella data che vorresti dimenticare e allo stesso tempo non farlo.
Disprezzi semplicemente ciò che il destino ti ha tolto.
Il rumore di aria, come di un risucchio, spezza il silenzio e, in un turbine di neve e di quelli che sembrano molecole a forma di frammenti di vetro, appare una figura ammantata di nero.
Ti si avvicina lentamente, con passi lievi ma che con la neve, la quale scricchiola sotto i suoi piedi, e lo spostamento d’aria sembra fare un terribile frastuono per le tue orecchie.
Sposti di un poco lo sguardo, per controllare chi è appena sopraggiunto e, appurato di non dover temere qualcosa, ritorni a concentrarti sulla lapide.
La figura ti poggia sulle spalle un mantello e senti immediatamente un’onda di calore avvolgerti gli arti. Rabbrividisci per la prima volta dopo un po’ di tempo e con le mani gelide e impossibilitate al movimento provi ad avvolgerti tutta.
Viene in tuo soccorso il tuo salvatore, avvolgendoti attentamente nel mantello e abbracciandoti, dopo un po’, teneramente.
Appoggi la testa sulla sua spalla, osservando ostinatamente la data dell’altro giorno, quella della loro morte, e ti lasci cullare.
E vorresti, lo si legge nei tuoi occhi appannati, cedere. Cedere in quell’abbraccio caldo e consolatorio, cedere al dolore, cedere semplicemente e lasciarti andare. Ma sai che non lo farai.
La morte si è portata via così tante persone a te care. Prima il padre della bambina che porti in grembo, poi i tuoi migliori amici, la tua famiglia.
Abbracciata a colui che ti ha fatto conoscere tuo marito, piangi finalmente, sopraffatta dai ricordi passati con lui e con loro.
Pensare anche solo ai loro nomi ti provoca dolore, acute fitte mirate al petto, lì dove c’è il cuore. Eppure non smetti un attimo di focalizzare quei tre nomi, accompagnati da ogni momento passato.
Il primo incontro con tuo marito, la vostra prima risata, il vostro primo appuntamento, il primo mazzo di fiori, la vostra prima volta, il vostro matrimonio, la scoperta che aspettate un bambino.
Il primo incontro con i tuoi migliori amici, quando eravate solo dei bambini, ancora troppo piccoli per poter andare all’asilo, la prima marachella, la prima sgridata collettiva, la prima volta che avete saltato la scuola, la prima volta in cui vi siete ubriacati, i vostri compleanni di maggiore età, il vostro primo viaggio, il matrimonio dei tuoi migliori amici, la notizia che aspettano anche loro un bambino, la nascita del piccolo James.
E scoppi irrimediabilmente a piangere, con i forti singhiozzi che ti scuotono le spalle e ti impediscono di respirare. Le gambe non ti reggono più e ti senti sprofondare in quell’abisso di dolore e ti aggrappi con disperazione alle spalle del tuo amico che accompagna dolcemente la tua caduta e ti stringe tra le braccia, lottando anch’egli contro le lacrime.
Tu ti sei arresa e piangi, piangi disperatamente, come una bambina, urlando tutto il tuo dolore, rimanendo senza fiato.
Senti distintamente la gola bruciare, i polmoni implorare pietà, il cuore pulsare forte e dolorosamente contro la cassa toracica, come se volesse sfondarla, le lacrime che rigano come lava incandescente le guance pallide ed esangue.
E urli un’altra volta, facendo disperdere il tuo urlo tra le vie acciottolate, tra le lapidi, tra le cappelle, tra le statue di angeli della morte.
E non ti importa della neve che ti inizia a bagnare i capelli e i vestiti. Non ti importa più di nulla. Vuoi solamente che questa tortura finisca, che ti svegli nel tuo caldo letto con il tuo bellissimo marito accanto che dorme ancora, con il suo possente petto che si alza e abbassa a un ritmo regolare.
Ma sai che non sarà più così. Sai tante cose tu.
E sai che il tuo futuro, ora che sei completamente sola, sarà ancora più difficile, che più di una volta avrai paura perché, te ne rendi conto adesso, avrai una bambina che dipenderà completamente da te. Una bambina che è l’unica cosa che ti lega ormai a tuo marito e preghi che assomiglia a lui, e preghi che nasca bella e forte, e preghi che non debba mai e poi mai provare ciò che stai provando tu in questo momento.




Angolo della Sadica:
Salve ragazzuoli... Se siete giunti fin qui vi debbo ringraziare, anche perché questa One-shot nasce mentre leggevo un libro davvero squallido affidatomi dal mio professore di italiano (che ringrazio vivamente se mai leggerà questa nota, e spero vivamente di no... :D) e mi veniva voglia di scrivere qualcosa per far almeno leggere ai miei poveri occhi malandati qualcosa di decente...
Purtroppo sono una tipa impaziente e quando mi ritrovo una chicca del genere tra le mie manine la pubblico al volo, quindi... Probabilmente ci saranno molti errori XD
Ringrazio in anticipo tutti coloro che hanno letto, recensito (se mai ci saranno... *incrocia le dita*), messe tra le preferite/ricordate/seguite (*incrocia nuovamente le dita*).
Spero di vedervi a leggere altre mie storie :3

La vostra Sssssssadica Preferita
  
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