Cap
10
Tyra.
Loki. Non riusciva a credere ai suoi occhi.
Come aveva potuto essere così cieco, come? Richiuse
lentamente la porta, stando
attento a non farsi sentire, e percorse in fretta il lungo corridoio
che
portava alla zona notte. Solo quando fu solo, al sicuro nella sua
stanza,
lasciò che la sua rabbia prendesse il sopravvento.
Assestò un pugno al muro più
vicino, incurante delle ossa che scricchiolavano e della crepatura che
aveva
preso a correre lungo tutta la parte. Persino il sangue che scorreva
lungo le
nocche non gli dava alcun fastidio, non avvertiva il minimo dolore.
Era
un idiota, un perfetto imbecille. Sapeva
benissimo di non essere la mente più sveglia di Asgard, o il
pensatore più
fino, ma avrebbe dovuto rendersi conto di quello che stava accadendo,
proprio
sotto i suoi occhi, tra suo fratello e Tyra. E pensare che gli aveva
persino
chiesto di aiutarlo, che razza d’idiota! Gli sembrava quasi
di riuscire a
sentire le risate che Loki doveva aver trattenuto quando gli aveva
fatto quella
richiesta.
-
Ehy, che succede? –
La
voce di Sif, che lo fissava con uno strano
miscuglio di incredulità e preoccupazione, si fece largo tra
la bruciante furia
che l’aveva assalito.
-
Hai deciso di fare a pezzi la stanza? – insistè,
avvicinandoglisi e posando una mano sull’avambraccio
muscoloso.
-
Se anche fosse, sei forse venuta a impedirmelo? –
-
Non ci sono molte cose che ti si possono impedire,
ma almeno vorrei sapere il perché. Sono tua amica, Thor,
puoi confidarti con
me. È successo qualcosa? –
La
fissò furente, con una durezza negli occhi
azzurri che non gli aveva mai visto. Sembrava pronto a compiere
qualsiasi gesto
e, per una volta, Sif si sorprese a scoprire cosa dovevano provare i
nemici quando
durante la battaglia rivolgeva loro quell’occhiata. Paura,
perché quello non
era lo sguardo di un uomo sano, ma di qualcuno che aveva completamente
spento l’interruttore
della lucidità. Si stava comportando come un animale feroce
gravemente ferito,
e quello che era peggio era che non aveva la minima idea di come farlo
rinsavire, renderlo almeno un po’ meno furibondo.
-
Se è successo qualcosa, è questo che vuoi sapere?
Non è successo nulla. Ho appena visto Loki e Tyra in
biblioteca, che
scherzavano e si baciavano, e non sembrava nemmeno che fosse la prima
volta. Mio
fratello e l’unica ragazza che sia mai riuscita a farmi
provare qualcosa di
così forte stanno insieme, facendomi passare per un perfetto
idiota. Ma non è
successo nulla, tranquilla. – sbottò.
Sif
sussultò, avvertendo una sgradevolissima stretta
al cuore sentendo quelle parole. “L’unica ragazza
che sia mai riuscita a farmi
provare qualcosa di così forte.”
Che
Tyra non fosse solo lo sfizio di una notte lo
aveva capito da tempo, ma sentirselo dire così, dalla sua
voce ferita e
infuriata, era tutta un’altra storia. Faceva male, dannazione
se faceva male.
-
Thor, io … Non so che dire. – ammise, sconfitta.
Avrebbe
voluto trovare le parole giuste, spiegargli
che non era poi così grave se Tyra non lo ricambiava. Lei
era lì, al suo
fianco, e ci sarebbe sempre stata. Era pronta a prendersi cura di lui,
l’avrebbe
aiutato a dimenticare, se solo le avesse permesso di farlo.
-
Se posso fare qualcosa per farti stare meglio,
dimmelo. – aggiunse, accarezzandogli delicatamente una
guancia e venendo
solleticata dalla peluria dorata.
-
Se vuoi aiutarmi, potresti darmi una mano a
prendere a calci Loki. Anzi no, sarà più
soddisfacente occuparmene da solo. –
si corresse, avanzando deciso verso la porta.
Sif
si frappose fra lui e il battente.
-
Aspetta, credi che picchiare Loki ti aiuterà a
superare tutto questo? Anche pestandolo, non riuscirai a cambiare le
cose. –
provò a farlo ragionare.
-
Hai ragione, ma mi aiuterà sicuramente a sentirmi
meglio. E ora, fammi passare, Sif. – replicò,
spostandola dalla sua strada di
peso e tornando verso la biblioteca a passo di carica.
-
Thor, andiamo, non puoi farlo. Non servirebbe a
nulla. –
La
ignorò, non gli importava quello che aveva da
dire, non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea.
-
Thor, dannazione, fermati un attimo. – esclamò,
indispettita.
L’accontentò,
voltandosi indietro.
-
Se hai qualcos’altro da dire, Sif, fallo adesso. –
Farlo
adesso. Già, sembrava così semplice detto da
lui, ma il suo dilemma morale non le dava tregua. Era giusto dirglielo?
Nascondere la verità ancora avrebbe solo complicato le cose
ancora di più. Ma
quale sarebbe stata la sua reazione, le avrebbe creduto? Decise di
provarci,
non le restava più molto da perdere, comunque.
-
Sì, una cosa da dirti ce l’ho, e dopo che
l’avrò
fatto potrai fare ciò che vuoi. –
assicurò.
Un
lieve cenno del capo le fece capire che era in
ascolto.
-
Anche se non fosse per Loki, non potresti mai
avere Tyra. E non perché non ti ricambia, ma per qualcosa
che nessuno può
cambiare, nemmeno Odino. Thor … Tyra è tua
sorella. –
Sussurrò
le ultime quattro parole, rendendosi conto
di come suonasse assurdo detto ad alta voce. Tuttavia era la
verità.
-
Cosa? –
La
domanda era giusta, ma la voce era sicuramente
quella sbagliata. Troppo delicata, femminile e maledettamente
familiare.
Si
voltò in fretta verso l’ingresso della biblioteca
dove, l’uno accanto all’altra, si erano fermati
Loki e Tyra. Passò in rassegna
le espressioni sui volti dei tre ragazzi.
Thor
sembrava sconcertato, passava lo sguardo da se
stesso a Tyra, come se dovesse ancora metabolizzare la notizia.
Loki
era rimasto in silenzio, il volto più pallido
del solito e la consueta maschera impenetrabile sostituita da
un’espressione
incredula.
E
Tyra. Bè, lei la fissava con gli occhi sgranati,
quella domanda ancora sulle labbra e negli occhi la speranza che quello
di Sif
fosse solo uno scherzo di pessimo gusto.
-
È così, me l’ha detto Sybil. Mi
dispiace. –
mormorò.
Ed
era la verità, le dispiaceva sul serio. Aveva
visto come si guardavano lei e Loki, c’era amore nei loro
occhi e quella
scoperta non avrebbe infranto solo le speranze di Thor, ma anche le
loro. Si
sentiva in colpa per essere l’artefice della fine della loro
relazione, ma quel
segreto non avrebbe potuto essere nascosto un giorno in più.
-
Sono … Sono tua … tua … –
Tyra
non riuscì a finire la frase, spostando lo
sguardo sul ragazzo al suo fianco. Lo fissò, ripensando a
tutti i momenti che
avevano condiviso in quei giorni, e un attacco di nausea
l’assalì. Scappò via,
infilandosi nella sua stanza e sbarrando la porta dietro di
sé.
Suo
fratello, Loki era suo fratello. E lei era … era
…
Era
stata insieme a suo fratello, anzi,
a entrambi
i suoi fratelli.
Un
nuovo conato l’assalì, spingendola a trovare
rifugio
in bagno. Solo quando fu certa di non sentirsi più male, ed
ebbe rimosso il
rancido sapore dalla sua bocca grazie a una generosa dose
d’acqua, si lasciò
cadere sul letto a baldacchino e si rintanò sotto le
coperte.
Aveva
baciato suo fratello. Era stata a letto con
entrambi i suoi fratelli. Amava Loki, suo fratello.
Adesso
tutto aveva più senso, anche la loro
incredibile somiglianza. Ci scherzavano sempre tutti su, come se fosse
qualcosa
d’impossibile, e invece era vero. Erano fratello e sorella.
Avvertì
le lacrime che cominciavano a scorrere dai
suoi occhi, ma non fece nulla per cercare di arginarle. Si era
guadagnata il
diritto di andare in pezzi, almeno per quella volta.
Si
addormentò tra le lacrime, venendo svegliata da un
bussare insistente e sempre più vigoroso. Non sapeva dire
con esattezza quanto
avesse dormito, forse minuti, ore o magari giorni. L’unica
cosa che sapeva con
assoluta certezza, era che avrebbe voluto rimanere in quello stato di
torpore
sonnolento per il resto della sua esistenza, in questo modo non sarebbe
stata
costretta a pensare, a ricordare.
-
Tyra, apri, giuro che non me ne vado finchè non mi
fai entrare. –
La
voce di Loki le giunse attraverso le spesse porte
di quercia. Lo conosceva bene, sapeva che non lo stava dicendo tanto
per dire.
Con uno sbuffo, e la sensazione di star facendo violenza a
sé stessa, si alzò
dal letto e andò ad aprirgli. Ritrovarselo davanti, i
capelli scompigliati come
se si fosse passato centinaia e centinaia di volte le dita tra le
ciocche, in
preda allo stress, e gli occhi chiari spaesati come quelli di un
bambino, le
fece venire voglia di trarlo a sé e stringerlo.
Incrociò le braccia al petto
con risolutezza, mettendo fine a quell’istinto tanto intenso.
Non poteva farlo,
non era giusto.
-
Entra. – sussurrò, facendosi da parte per farlo
passare.
Quando
il braccio del ragazzo sfiorò il suo,
sussultò come se il tocco l’avesse ustionata.
-
Ci credi a quello che ha detto Sif? – le chiese a
bruciapelo, fissandola con intensità.
Abbassò
lo sguardo, le riusciva incredibilmente
difficile annullare il desiderio di correre tra le sue braccia e
lasciarsi
stringere, sentirlo rassicurarla dicendo che non era possibile, che era
tutto
un gigantesco malinteso.
-
Sì, Sybil non sbaglia mai. – ammise a malincuore.
-
Già. Però, hai poi tutta questa importanza?
–
Lo
fissò, perplessa. Non capiva dove volesse
arrivare.
-
Insomma, è vero siamo fratelli, ma ci amiamo. Il fatto
che tu sia mia sorella non cambia ciò che provo per te.
– chiarì,
avvicinandolesi.
Tese
una mano verso di lei, accarezzandole una
guancia.
Fremette
al suo tocco, mordendosi le labbra per
costringersi a non lasciarsi scappare nemmeno il più lieve
sospiro. Non doveva
incoraggiarlo, non doveva.
-
Siamo fratelli, Loki, non è possibile. –
replicò,
allontanandosi da lui e sottraendosi al suo tocco.
-
È possibile, basta solo volerlo. Io lo voglio, e
tu? Tu, Tyra, lo vuoi? –
Lo
voleva? Sì, certo che sì.
Era
giusto? No, era terribilmente sbagliato, e lo
sapeva bene.
Vedendo
che non rispondeva, tornò ad avvicinarlesi,
chinandosi e portando le labbra a un paio di miseri centimetri dalle
sue. Si avvicinò
lentamente, dandole tutto il tempo di allontanarsi e respingerlo se
l’avesse
voluto, confidando nella sua reazione positiva. Dopotutto, appena la
notte
prima, aveva detto di amarlo, no?
-
Loki, per favore, non rendere tutto più difficile.
– replicò, frapponendo una mano tra di loro e
respingendolo con gentilezza.
Le
stava costando tutta la sua forza di volontà
rifiutarlo, ma non poteva fare altrimenti.
Le
rivolse un’occhiata ferita, arretrando di un
passo.
-
Solo poche ore fa hai detto di amarmi e ora, per
qualche goccia di sangue in comune, mi respingi? –
domandò incredulo.
Non
ricevendo risposta, tornò alla carica,
stringendola in un angolo tra il muro e il suo petto.
-
Dimmi che non mi ami, che non provi nulla per me.
Dimmi che rinunciare a noi non ti fa soffrire, che puoi farlo
tranquillamente.
Dimmelo e me ne andrò, la smetterò di insistere.
– la sfidò, fissandola negli
occhi.
Tyra
distolse lo sguardo, incapace di pronunciare
quelle parole. Non l’avrebbe detto, non guardandolo negli
occhi per lo meno.
-
Loki, ti prego, non puoi chiedermelo sul serio. –
-
Dimmelo! – esclamò, colpendo con forza il muro al
lato della sua testa.
Tyra
sgranò gli occhi, spaventata da quell’improvviso
scoppio di violenza, e negli occhi del ragazzo passò un
lampo colpevole. Non
voleva spaventarla, non voleva che avesse paura di lui, voleva solo
sentirle
dire la verità.
-
Dimmi che quando ti sono vicino i tuoi battiti non
accelerano, che se ti bacio non senti nulla. –
Catturò
le sue labbra in un bacio carico di rabbia,
desiderio e frustrazione. Ne spiò la reazione con la coda
dell’occhio. La vide
serrare i pugni e costringersi a respingerlo e a non ricambiare il
bacio.
-
Non sento nulla. – mormorò, fissando il pavimento.
Le lacrime brillavano nei suoi occhi di ghiaccio. Si sentiva malissimo
nel dire
quella che, probabilmente, era la bugia più grande della sua
intera vita.
-
Dillo guardandomi negli occhi. –
Sospirò,
facendo appello a ogni oncia della sua
forza di volontà, e lo guardò negli occhi.
L’avrebbe fatto, glielo avrebbe
detto.
-
Non sento nulla. – ribadì, fissandolo negli occhi.
Vide
le iridi di ghiaccio del ragazzo farsi lucide
per le lacrime, arrossando la pupilla, e una sensazione di disagio mai
provata
prima l’avvolse. Lo stava facendo soffrire, mentiva per stare
dalla parte del
giusto e faceva soffrire l’unica persona che avesse mai amato
in tutta la vita.
-
Stai mentendo, lo so. Non puoi dire sul serio, non
puoi. – mormorò scuotendo la chioma corvina.
-
Siamo fratello e sorella, Loki, non può esserci
nient’altro tra di noi. – disse, la voce rotta per
lo sforzo di non scoppiare a
piangere, - Ora lasciami, per favore. –
Sembrava
non averla sentita, o forse l’aveva fatto
ma era deciso a ignorarla. Stava di fatto che la sua presa sui polsi
non
diminuì, ma anzi s’intensificò fino a
diventare dolorosa.
-
Stai stringendo troppo. – lo informò, cercando di
sottrarsi alla presa. Nulla da fare, le sembrava di essere prigioniera
di una
morsa di ghiaccio.
-
Loki, mi stai facendo male. – insistè.
Quelle
parole sembrarono essere magiche, perché come
le ebbe pronunciate la presa sui suoi polsi scomparve.
-
Non volevo. – mormorò, fissandola negli occhi.
Tyra
notò che un paio di lacrime erano sfuggite al
suo controllo e gli avevano bagnato gli zigomi affilati.
-
Lo so, non mi faresti mai del male, non
volontariamente. –
-
Già, non lo farei mai, sorella. –
confermò,
pronunciando l’ultima parola come se fosse il peggiore
insulto che potesse
venirgli in mente. Poi si allontanò da lei, uscendo dalla
stanza e richiudendo
con forza i battenti dietro di sé.
Sorella.
Era
incredibile come una parola tanto innocua suonasse così
sbagliata.
Spazio
autrice:
Eccoci
con il nuovo capitolo, spero che vi piaccia e
che sia valso l’attesa. Finalmente il tanto atteso momento
della rivelazione.
Che ne pensate, torneranno insieme o no? Io questo già lo
so, ma non ve lo
dico, perché sono cattiva u.u
Ne
approfitto per ringraziare tutte coloro che
recensiscono e mi scuso se non rispondo singolarmente, ma al pc ho i
minuti
contati e riesco ad accedere solo quando ho pronta la trama per
scrivere il
nuovo capitolo (con tutti questi impegni che ho, certe volte mi sembra
di
essere diventata una trottola e di girare da una parte
all’altra). Poi vorrei
anche ringraziare le 9 persone che preferiscono la storia, le 4 che la
ricordano e le 28 che la seguono nonché le centinaia di
lettori silenziosi. Grazie
molte, sono davvero contenta che la storia abbia riscosso
così tanto successo.
Infine, dato che sono in periodo sondaggi, ho una domanda per voi
lettori: Vi
piacerebbe un sequel ambientato durante The Avengers?
Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt