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Autore: Will Darklighter    23/01/2014    40 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 2 - Una vita per la Causa

Leia



Seduta sul letto di una cabina della nave ospedale della flotta Alleata, Leia cercava qualcosa nel suo bagaglio personale. Aveva chiesto che trasferissero tutte le sue cose a bordo della Redemption perchè desiderava restare il più possibile vicino a Luke: non era in pericolo di vita, quello almeno no grazie alla Forza, ma aveva contusioni su tutto il corpo e poi la mano destra gli era stata tagliata, con precisione quasi chirurgica come le aveva detto il droide medico. 
Aveva provato a svegliarlo durante il viaggio da Bespin al rendez-vous della flotta ma era stato tutto inutile; stava male, lo aveva capito subito e si agitava sebbene fosse incosciente continuando a farfugliare parole come " perché non me lo hai detto ?" e a pronunciare il suo nome " Leia, Leia...". Lui l' aveva chiamata anche prima, aveva sentito con chiarezza la sua voce nella testa come se fosse li di fianco a lei. E lei sapeva esattamente dove cercarlo. Doveva essere una abilità Jedi.
 Purtroppo non aveva potuto fare nulla se non stargli vicino e sperare che il Falcon, guidato da Lando Calrissian e Chewbacca riuscisse a condurli sani e salvi via di li ; speranza che si era realizzata e non certo soltanto grazie all'abilita dei piloti o di R2-D2, che finalmente aveva riparato il guasto all'iperguida del malandato mercantile corelliano.
La flotta imperiale aveva smesso di punto in bianco di seguirli e di dar loro la caccia. La cosa non aveva alcun senso. Li avevano in pugno eppure... ma continuare a pensarci non l'avrebbe certamente aiutata a stare meglio.
 Finalmente trovò nel borsone quello che stava cercando: un registratore olografico portatile che aveva al suo interno una registrazione vecchia di più di vent'anni e che aveva visto e rivisto decine di volte.
Leia lo accese: le immagini trasmesse provenivano dall'interno del Senato della Repubblica, il giorno che cominciò a chiamarsi Senato Imperiale. Palpatine, sfigurato e deforme, teneva un discorso colmo di menzogne e di inesattezze: le accuse lanciate agli Jedi, l'attentato alla sua vita da parte degli stessi e la proclamazione dell'Impero.
Conosceva quel discorso parola per parola ma guardarlo aveva lo scopo di ricordarle contro chi stavano combattendo e perché non le fosse consentito cedere, per nessun motivo nell'Universo... vedere il volto di quell'uomo, corrotto nel fisico quanto nell'animo, aveva sempre l'effetto di darle maggiore determinazione quando la tristezza e la sofferenza per tutto quello che aveva passato dalla fondazione della Ribellione ,sembravano diventare insopportabili. Non poteva permettersi di mostrarsi debole e incerta: lei era la principessa Leia Organa di Alderaan, ex senatrice della Repubblica e Ministro di Stato dell'Alleanza Ribelle, la numero due di quel piccolo movimento di resistenza nato pochi anni prima per contrastare e mettere fine alla tirannia dell'Impero Galattico. Doveva essere forte, per tutti gli uomini e le donne che combattevano per provare a realizzare quel difficilissimo obiettivo.
La fuga da Hoth l'aveva fiaccata nella mente, nel corpo e... spense all'improvviso il registratore olografico, cominciando a respirare più forte. Si stava agitando per via di un ricordo specifico, qualcosa di assolutamente imprevisto che le era capitato durante la difficile permanenza a bordo del Falcon.
Han... idiota che non sei altro! Non potevi aspettare a dirmi quelle cose ?!"
Ma il corelliano non aveva atteso, come era suo stile e aveva fatto breccia nel suo cuore. E lei gli aveva dichiarato quello che sentiva da tempo senza mai riuscire ad ammetterlo, in un momento ancora peggiore: davanti a Carlissian, Chewbacca,  a un intero plotone imperiale capeggiato da Vader e al cacciatore di taglie Boba Fett, come se non ci fosse già abbastanza pubblico. Ah già, c'erano anche i droidi!
Ti amo, Han - così gli aveva detto poco prima che il capitano del Falcon venisse congelato nella graffite. Non prima però di risponderle in maniera tanto assurda, da farla infuriare ora che ci ripensava.
Lo so... che razza di risposta è, lo so ?! - si mise in piedi, cominciando a passeggiare nervosamente per la cabina.
Luke, maledizione! Che aspetti a riprenderti? Ho bisogno del tuo aiuto! - non ce la faceva più a stare li ad aspettare, figurarsi a riposare come le aveva consigliato il droide medico, subito appoggiato da Carlissian e Chewie.
" A proposito, quei due dovrebbero essere tornati a bordo del Falcon - e meditava già di raggiungerli per scoprire se avevano ideato un piano per salvare Han.  
Il trillo del suo comlink la richiamò da quei pensieri. " Si ? - rispose.
" Vostra Grazia - era la voce metallica di C-3 PO - Padron Luke si è svegliato. Mi avevate chiesto di..."
" Arrivo - rispose Leia spegnendo subito dopo il comlink e si precipitò a passo svelto fuori dalla cabina, verso l'infermeria.  
Trovo l'amico sveglio, nel letto e con la schiena appoggiata al cuscino mentre il droide medico testava con punteruolo i ricettori di dolore della nuova mano di Luke: notò avvicinandosi che era già stata ricoperta di pelle sintetica, praticamente impossibile da distinguere da quella del resto del corpo.
" Ahi ! - gemette il giovane  dai capelli biondi, il quale era completamente assorbito da quell'analisi da non accorgersi nemmeno del suo arrivo. 3 PO era poco distante intento a tenere bada R2 D2 il quale stava approfittando della distrazione di 2-1B per esaminare con la solita curiosità ogni strumento dell'infermeria.
" Come ti senti ? - disse Leia , sollevata dal vederlo finalmente sveglio - sono stata molto in pensiero per te, sai ?"
Il ragazzo sollevo lo sguardo ad accoglierla con un largo sorriso. " Molto meglio adesso. Grazie a te. Ma per quanto tempo sono stato svenuto ?"
" Sono quasi 12 ore, Luke - disse Leia, con voce provata anticipando il medico - ma ne avevi bisogno, eri più  morto che vivo!" Cercò di sdrammatizzare , parlandogli con un tono un po' più allegro.
" Già - disse il suo interlocutore prendendo un lungo respiro  e socchiudendo per un istante gli occhi - tu invece non hai riposato per niente." Una cosa che non era molto difficile da capire, bastava guardarla in volto.
" E se io dovessi riposare, chi si prenderebbe cura di te e di quell'altro impiastro  ? - l'ironia gli uscì così spontaneamente, si trovava bene a parlare con Luke, poteva essere se stessa.
Lui le sorrise per un istante per poi farsi subito serio e preoccupato. " Vedrai che lo tireremo fuori dalle grinfie di Jabba... 3-PO mi ha raccontato tutto."
" Ora non preoccuparti di questo - era sempre il solito, pensava sempre agl'altri anche se si era appena ripreso da un intervento chirurgico - guarisci presto, ok ?"
Leia - lui abbassò il tono della voce - vorrei parlarti in privato se non ti dispiace...
Quella richiesta la sorprese, in fondo erano già in privato... a guardarli c'erano soltanto tre droidi ma non le andava di ironizzare su quella strana richiesta, in fondo Luke si era appena ripreso e doveva essere ancora molto intorpidito dai medicinali.
" Come vuoi - gli rispose - 3 PO, R2 lasciateci."
Il droide dorato dovette letteralmente spingere via R2 alle prese con un bisturi di precisione, fuori dall'infermeria.
" Muoviti, stupido ammasso di ferraglia! - sbraitava l'unità protocollare ricevendo per risposta fischi molto poco educati dall'astrodroide.
2-1 B, il medico, si limitò a spegnersi in autonomia.
La ragazza andò a sedersi vicino all'amico, sul suo letto.
" Allora, cosa c'è che non va ? - le disse lei dolcemente. " Nulla - le rispose di rimando, per poi avvicinarsi a lei e abbracciarla. Leia si lasciò sprofondare in quel gesto tanto delicato tanto inatteso, ricambiandolo. Ne aveva bisogno, si che ne aveva bisogno.
Stette così per un po' di tempo, in silenzio. Si sentiva protetta, al sicuro e non aveva  bisogno di mostrarsi forte a tutti i costi.  Non pensava più a niente.
Fu lui a prendere la parola, spezzando anche se involontariamente quel istante di serenità.
" Sai che ti ho sognata ? - lei non si mosse - ricordi quando ci siamo visti per la prima volta ?
" Non sei un po' basso per fare parte delle truppe d'assalto ? - mimò la voce piena di sarcasmo che gli aveva rivolto quando se le era visto entrare nella cella di detenzione sulla Morte Nera.
Si accorse del movimento del suo petto, che Luke aveva cominciato a ridere.
" Già - la sua risata si chetò - restai imbambolato a guardarti per un paio di secondi prima di riuscire a sfilarmi l'elmo per presentarmi."
Lei restò ferma, un sorriso le si affacciò sul volto. Nemmeno un ricordo tanto brutto come quella lugubre cella riuscì a strapparle la tranquillità che finalmente riusciva a passare. Stava per staccarsi un attimo da lui per ringraziarlo , quando lui prese a stringerla un po' più forte.
" Eri bellissima, Leia - il battito del cuore di Luke prese a farsi più forte - sei bellissima..."
E tutto quell'incantesimo svanì d'incanto per venire  sostituito da una confusione più grande persino di quella che la principessa aveva provato mentre passeggiava nervosamente nella sua cabina.
Sollevò lo sguardo incerta a fissare gli occhi del ragazzo, occhi blu pieni di speranza e qualcos'altro, ora se ne rendeva conto. E non poté che sentirsi almeno un po' in colpa. Aveva baciato Luke su Hoth, forse dandogli una brutta illusione ma credeva fosse chiaro che lo aveva fatto unicamente per fare un dispetto a Han. Gli voleva bene, certo; lo considerava un amico, un amico vero ma...
Tutto avvenne velocemente: il volto del giovane si stava avvicinando al suo col chiaro intento di baciarla ma lei girò la testa di scatto, sciogliendosi subito dopo da quell'abbraccio.
" Scusami - riuscì solo a dire senza trovare il coraggio di guardarlo ancora negli occhi.
Lui esitò a trovare una risposta, e stettero in quella brutta situazione per qualche secondo.
" Lasciami solo. - disse infine a bassa voce. Lei trovò il coraggio finalmente di guardarlo. " Luke... mi dis..."
Il ragazzo sollevò la sua nuova mano, era deluso e molto triste, era evidente . " Non aggiungere altro. Vai adesso. Voglio riposare ancora un po' ".
E senza aspettare replica, si sdraiò sul letto dandole la schiena.
Si mise in piedi lentamente, uscendo dall'infermeria quasi in punta di piedi. Stava male e già le lacrime stavano per offuscarle gli occhi quando venne distratta ancora una volta dal trillo del comlink.
Ricacciò indietro il suo dolore come era abituata a fare e rispose.
" Principessa - era la voce di Carlissian - ho fatto le mie indagini e ho contattato un paio di amici. Ho un piano. Pensi di poterci raggiungere al Falcon ? Non c'è troppa fretta. Puoi anche impiegare un po' di tempo a farti più bella !"
Il giocatore aveva voglia di scherzare, lei invece no.
" Arrivo subito, e non prenderti tutte queste confidenze. Ricorda che ci hai tradito - e chiuse ancora una volta senza aspettare replica.  Si diresse verso la nave, dove prese ad ascoltare i dettagli di quanto l'ex amministratore di Cloud City aveva in mente. L'uomo non sembrava essersela minimamente presa per la sgarbatezza che gli aveva dimostrato, e a lei stava bene così. Non aveva alcuna voglia di scusarsi, ancora.
Chewie accompagnava spesso con un ringhio di approvazione le parole dell'uomo che un tempo era stato il proprietario del Falcon. Il piano era ardito ma poteva funzionare. Richiedeva buone capacità di sotterfugio, di persuasione e naturalmente una buona dose di fortuna. Entrare nel palazzo di uno dei più famigerati Hutt del Cartello Criminale di Nal Hutta non era cosa semplice e richiedeva l'aiuto di Luke, naturalmente. Anzi il suo doveva essere il ruolo decisivo. Dopotutto lui era cresciuto su Tatooine e conosceva molto bene quel remoto pianeta. Questo, ammesso e concesso che il cacciatore di taglie si fosse diretto sul pianeta deserto di buona lena e senza perdere tempo.
" Bene - l'uomo concluse con un battito di mani l'esposizione del suo piano, vivamente compiaciuto per esserne stato l'ideatore - ora non resta che dirlo a Skywalker."
" Ci penso io - rispose con voce neutra Leia. Voi due partite pure e cominciate i preparativi, ci vediamo su Tatooine."
" Non pensavo fosse possibile ma la tua bellezza supera quella delle stelle quando sei imbronciata, principessa - rise di gusto Carlissian.
La giovane donna si limitò a guardarlo torvo mentre scendeva dalla nave per fare ritorno all'infermeria. Cosa gli avrebbe detto ? Come avrebbe trovato le parole giuste per spiegargli la situazione?
" Ehi Luke. Abbiamo un piano per salvare Han. Solo che c'è una cosa che devi sapere:  sono innamorata di lui." No troppo indelicato, forse sarebbe stato meglio non dire tutto subito. " Presto salveremo Han e quando tutto sarà finito, devo parlarti". No no, erano parole che potevano essere fraintese e dargli un'altra inutile speranza.
Certo che era proprio una gran diplomatica se aveva così tanti problemi a trovare le parole giuste per spiegare una cosa tanto semplice... perché LUI aveva rovinato tutto, mettendola in difficoltà in quella maniera? Ma forse le sue erano solo inutili elucubrazioni: Luke era un ufficiale dell'Alleanza, coscienzioso e responsabile e lei come era suo pieno diritto secondo la gerarchia della Ribellione gli comandava di partecipare ad una missione di salvataggio di un suo commilitone nonché caro amico. Si, non ci sarebbe stato alcun tipo di problema. Ritrovato tutto il suo contegno, era giunta dinanzi alla porta dell'infermeria per poi aprirla senza battere ciglio.
Non fu contenta di quello che vide: il letto era vuoto, l'armadietto dove erano state messe tutte le cose di Luke era aperto e nulla era rimasto al suo interno. Il droide medico era ancora spento, quindi sarebbe stato perfettamente inutile chiedergli dove fosse andato a finire il suo paziente ancora convalescente.
" Dove sei finito ?! - preoccupata accese il comlink e provò a contattarlo ma era spento.
In quel momento udì la porta alle sue spalle aprirsi e già si stava preparando a rimproverare l'amico per quello stupido scherzo ma quando si voltò non vide chi stava cercando.
" Generale Rieekan - disse Leia in tono formale salutando l'ufficiale di mezz'età che aveva guidato le forze di difesa della base Echo su Hoth. Se non fosse stato per il suo comando attento e capace , le perdite per l'Alleanza avrebbero potuto essere ben più elevate e persino la fuga rocambolesca a bordo del Falcon avrebbe potuto essere molto più difficile.
" Principessa - l'uomo la salutò formalmente. Era Alderaaniano come lei, uno dei pochi sopravvissuti a seguito della distruzione del loro pianeta di tre anni prima e la cortesia e l'educazione erano sempre al primo posto per ogni buon abitante di Alderaan. " Il Comandante Skywalker era abbastanza certo che vi avrei trovata qui; mi ha accennato qualcosa in merito al cattura del Comandante Solo e mi ha detto che poteva servirvi il mio aiuto."
Un momento.  Ma Luke cosa aveva combinato? Perché aveva disturbato un ufficiale colmo di impegni e di urgenze come Rieekan per chiedergli aiuto? Come tutti gli altri del resto. Le forze delle Alleanza erano esigue e ancora più esigui erano i comandanti. Chissà da quale importante missione Rieekan era stato distolto per andare a parlare con lei.
" Generale, vi chiedo scusa a nome del Comandante Skywalker ma credo abbia commesso un eccesso di zelo contattandovi per coinvolgervi nella ricerca del Comandante Solo. Ho già approntato una squadra di pochi ma validi elementi per non distogliere altre forze dove possono essere più utili che in una semplice missione di recupero come questa."
Semplice non sarebbe stata affatto, anzi. Ma non poteva fare un'eccezione, nemmeno per Han. Erano in quattro senza considerare anche i droidi. Un numero più che sufficiente per fare quello che andava fatto. L'Alleanza non poteva permettersi di più.
" Vi chiedo scusa, Principessa ma vorrei farvi una domanda - il tono del Generale era sempre impeccabile, senza tradire la minima emozione -  tra questi validi elementi contate anche il comandante Skywalker ?"
Rimase costernata a quella domanda. " Certamente - rispose - sempre che non sia richiesto in altre mansioni più importanti di questa."
La seconda parte della sua risposta uscì con grande difficoltà dalle labbra di Leia. Era quello il problema dunque? L'Alleanza voleva servirsi di Luke altrove? Se così fosse stato avrebbe capito estremamente a malincuore. Era pur sempre l'ultimo degli Jedi e c'erano cose che soltanto lui poteva e sapeva fare.
" Il Comandante Skywalker mi ha chiesto di essere esonerato dal servizio attivo fino al completamento del suo addestramento come Jedi. Ritengo prioritario un tale impegno da parte sua e come suo diretto superiore, ho acconsentito."
Fu come ricevere un pugno allo stomaco.  Si , per la Ribellione era fondamentale che Luke progredisse come Jedi ma... era stato lui a chiedere di essere esentato?! Non poteva credere alle sue orecchie.
" Generale - la voce della donna si caricò di gravità - in qualità di Ministro di Stato, vi chiedo di revocare tale esonero e di mettere il Comandante Skywalker alle dirette dipendenze dell'Esecutivo.
E l'Esecutivo erano lei e Mon Mothma, il Capo di Stato. Mai prima di quel momento aveva fatto uso dei poteri speciali che il Trattato Corelliano, ossia l'atto istitutivo dell'Alleanza , le concedevano ma... aveva bisogno di lui per salvare Han! Come poteva aver fatto una cosa del genere?
Il volto dell'uomo si corrucciò per un istante in un'espressione contrariata.
" Temo sia troppo tardi per questo, Altezza - il contegno cortese di Rieekan si era trasformato in rigida formalità - il Comandante Skywalker ha già lasciato la flotta per dirigersi in una destinazione top secret, ad unica conoscenza mia e del Capo di Stato. Ho già provveduto ad informarla di questa decisione."
Leia era sconvolta , letteralmente ma non lo diede a vedere...  parlarne con Mon Mothma? No, lei avrebbe appoggiato Rieekan in quella decisione: all'Alleanza serviva uno Jedi ben addestrato e quello aveva la precedenza su tutto. Ma andarsene via così, senza neanche salutarla? Era ferita e non poteva far altro che nasconderlo.
" Vi chiedo scusa, Generale - tutta la gravità di qualche istante prima era svanita - avete certamente preso la decisione migliore. Il vostro aiuto sarà indispensabile ed estremamente gradito."
Un lievo sorriso di comprensione si affacciò sul volto del conterraneo di Leia. " Non vi preoccupate, Altezza. Comprendo la vostra insistenza. Ora illustratemi pure i dettagli riguardo il piano di recupero per il Comandante Solo."
   
 
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