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Autore: Whyatt    23/01/2014    0 recensioni
Non sempre tutte le storie iniziano con un bacio, un'incontro inaspettato alla fermata del tram o tra i banchi di scuola, a volte basta una giornata iniziata male e delle bottiglie colme di alcolici.
Tra situazioni imbarazzanti, disastri e... carte di divorzio inizia la "storia" di Gaia e Marco, ma quando ci si mette di mezzo l'amore, può succedere di tutto dando il via ad un pasticcio d'amore!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«SONO IN RITARDO!!»
Non posso crederci, arriverò di nuovo in ritardo al lavoro, finirò con l'essere licenziata.
Marta mi guarda mentre fa colazione e scuote la testa.
«Sei la solita, dovresti andare a letto presto la sera»
Invece rimango alzata fino a tardi a vedere la televisione, poi la mattina me ne pento.
Marta è la mia coiquilina nonchè migliore amica da dieci anni, viviamo insieme da due, era il nostro sogno riuscire ad andare a vivere insieme un giorno, certo prevedeva festini, via vai di ragazzi e notti alcoliche clamorose, ma niente di questo si era realizzato visto i nostri lavori a tempo pieno lei come chef in un hotel in centro e io come assistente sociale e visti i nostri rispettivi fidanzati!
Viviamo in una mansarda di 90 mq a Firenze, in un quartiere molto tranquillo con un simpatico portinaio, Paolo, sulla sessantina e che segue le storie di tutti noi della palazzina come in una soap stile Beautiful -con meno sveltine familiari.
«Buongiorno Gaia, in ritardo come sempre» mi dice sorridendo.
«Se non ti dai una regolata finirà che lo perdi il lavoro, sei così una cara ragazza, dai il meglio di te» E' come un nonno protettivo per tutti noi «Hai ragione Paolo» gli stampo un bacio sulla guancia e scappo in macchina.
Giro la chiave, nessun segno di vita!
Accipicchia.
Citofono subito a Marta «mi dispiace tesoro, la mia è dal meccanico non ricordi?»
Cavoli!>br> Corro con tutto il fiato che ho alla fermata dell'autobus e dopo una buona mezzora sono alla mia scrivania in piedi mentre il capo mi rifila una bella ramanzina.
«Signorina Mattei è a dir poco allucinante il suo costante ritardo, ogni mattina la stessa storia, lei...» blablabla.
Dopo l'ennesima sgridata finalmente mi butto sulla mia vecchia sedia sgangerata e mi metto al lavoro ripensando alla multa di quaranta euro che mi sono beccata stamattina dal controllore, beccata in pieno senza biglietto! Perchè sono così sfortunata?!
Almeno in amore va meglio: sono fidanzata con Carlo da tre anni, quattro tra sei mesi.
Lui è uno stimato avvocato superfigo, idolo di tutti i colleghi e il sogno di ogni ragazza, con i suoi bei capelli biondi e gli occhi verdognoli - per non parlare del fisico- Ci siamo conosciuti su lavoro, durante un caso in tribunale per un minore mal menato dai genitori, da li (nonostante la circostanza e la brutta situazione) è stato amore.
«Era ora che ti sistemavi! Tua sorella ci ha gia pensato da un pezzo, fortuna che hai ancora venticinque anni, più fai passare il tempo più gli uomini non ti vorranno, a nessuno piace sposare le vecchie!» aveva detto mia madre dopo la mia notizia.
Io per lei ero sempre stata la figlia sfigata che nessuno mai prenderà come moglie, ma con l'arrivo di Carlo si è ricreduta sulla sua teoria.
«Servirà molto tempo e tanto impegno per organizzare tutto il matrimonio» mi diceva per telefono tutta esaltata, ma in realtà Carlo non mi aveva chiesto di sposarlo -non ancora.
Quest'ultima settimana i suoi comportamenti sono stati molto strani, così a mano a mano comincio a pensare che stia decidendo in quale modo super romantico farmi la proposta, magari sarà proprio oggi a pranzo visto che abbiamo un'appuntamento.
Il telefono vibra, un messaggio, Carlo.
"Ciao piccola, pranzo rimandato!
Ci vediamo stasera a casa mia, mi farò perdonare."
Quanto lo amo!
Oggi la mia pausa pranzo la impiegherò saggiamente chiamando un meccanico così da portargli la macchina e mangiando un hambuger e patatine fritte alla faccia della dieta.
Dopo essere salita almeno di tre taglie e dopo essermene pentita raggiungo il chiosco di caffè stile Sturbuks dietro l'angolo.
«Un cappuccino da portare via grazie» Adoro il cappuccino e visto la giornata un pò fresca non c'è niente di meglio.
«Scusi ho dimenticato lo zucc...»
Bam!

«Cos'abbiamo?»
«Ustione da cappuccino bollente dottore»
«Sarà meglio controllare»
«Guardi dottore, è piatta come una tavola da stiro!» e clamorose risate per tutto il reparto.

«Brucia brucia BRUCIA!» la mia camicia bianca è ridotta uno schifo per di più mi sono ustionata quel poco di seno che mi ritrovo!
Accipicchia.
«Scusi, davvero non l'ho fatto apposta» mi dice allungando un fazzoletto per asciugarmi.
«Sei anche un maniaco?! Che tocchi» gli scanso il braccio.
«Ci fosse qualcosa da toccare...» fa anche il sarcastico questo qui «Ti do i soldi per la lavanderia e pace fatta» coglione.
Me ne vado senza prendere un soldo - che razza di tipo - e torno al lavoro con una macchia gigantesca e con i sogghigni di sottofondo dei miei colleghi.
Dopo aver compilato un sacco di scartoffie e aver sentito Marta che finalmente ha di nuovo la sua macchina evisto che dall'aria fresca dell'ora di pranzo si è scatenato un'acquazzone spaventoso, esco ad aspettarla, cinque minuti e vedo delle luci avvicinarsi... un pò troppo velocemente, così velocemente da inondarmi d'acqua da capo a piedi «Figlio di...»
Grrr, che nervi!
«MALEDETTA SMART!» e mentre mi strizzo la giacca vedo un bel sassone, lo prendo e miro ad alta velocità la smart blu elettrico.
Frena, beccata in pieno nel vetro del bagagliaio. Mi butto dietro un grosso cespuglio, troppo tardi mi ha visto ma riesce a salvarmi Marta che arriva al momento giusto, ingrana subito la terza e sfreccia via «Tu sei pazza, se ti prendeva e ti denunciava?!» io rido «Oggi mi è capitato di tutto Marta, prima il tipo che mi ha fatto rovesciare il cappuccino addosso, poi questo qui che mi ha lavato in pieno, devo sbrigarmi a tornare a casa e farmi una doccia, che stasera vado a cena da Carlo» mi si illuminano gli occhi al solo nominarlo.
«Sei ancora convinta che ti chiederà di sposarlo?» mi dice scocciata «Ho fiducia» sorrido.
Arrivate a casa vediamo Paolo occupato in un accesa conversazione fuori dal portone del palazzo.
«Cavoli, chiunque sia stato ha davvero uno bella mira!»
Oh no... «Anche se ho visto chi è stato non so minimamente chi sia, la vedo dura. Speriamo che l'assicurazione copri lo stesso i danni»
No no no no no!
Mi abbasso piano piano e cerco di nascondermi ma capisco che è troppo tardi... mi sento troppo osservata.
Cavoli Marta vai più veloce, scappiamo FAI QUALCOSA.
«Sorry darling ci ha beccato!» mi ha letto nel pensiero.
Mi alzo con una faccia da culo più dolce che non si può per fare compassione alla mia vittima.
«Ti chiedo scusa davvero io non intendevo tirare quel sass... TU SEI IL TIPO CHE MI HA ROVINATO LA CAMICIA NUOVA E USTIONATO!»
«TU MI HAI SPACCATO IL VETRO DELLA MACCHINA»
«Come hai fatto a trovare dove abito?! Sei davvero un maniaco allora, ben ti sta per la macchina te lo meriti» Scendo furiosa e mi metto faccia a faccia con lui.
«IO QUI CI VIVO» dice.

ACCIPICCHIA!

   
 
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