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Autore: elena_98g    23/01/2014    0 recensioni
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Amo lui. E quel libro. Quel libro che mio fratello Josh mi ha regalato per Natale. E' qualcosa di magico.
Con quel libro ho capito veramente che cosa significa la parola 'amare'. Amavo e amo tutt'ora il mio ragazzo, poi però è arrivato lui, e mi ha cambiata.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Si, la seguo subito.” Dico riferendomi alla cameriera con una voce molto insicura. Vedo Jasmine allontanarsi da me e mi affretto a seguirla. Mentre la raggiugevo, rivolgo un ultimo sguardo al ragazzo che mi aveva salvata ieri notte. Anche lui mi rivolge uno sguardo, sempre con quel sorriso sulla faccia, e con gli occhi che brillavano. Non credo di aver visto uno spettacolo così bello. Il suo sorriso, splendente e luminoso, pieno di sicurezza. Appena io e Jasmine giriamo l’angolo la magia che si era formata tra me e Richard svanì di colpo. Una vocina, tranquilla, mi ronza nelle orecchie. “Si, ha proprio ragione. E’ un bel ragazzo.” Probabilmente la cameriera si era accorta dell’intesa e la ricerca degli occhi da parte sia mia sia del padrone di casa. “Eh, si..” dico con un filo di voce, pensando agli occhi del ragazzo. Probabilmente Jasmine stava parlando, a vuoto perché io avevo la testa da un’altra parte. Sentivo una voce ronzarmi nell’orecchio, ma non mi interessava. Non capita, infondo, di ritrovarsi in un corridoi del 700. Il corridoi, illuminato da delle candele che seguivano il percorso, dei quadri, che probabilmente rappresentavano gli antenati di famiglia. Una luce in fondo al corridoio. Probabilmente una stanza, con un letto enorme al centro, un focolare, che emanava un forte calore e un senso di tranquillità. Un armadio. Enorme. “Ecco, vede, qui vengono raccolti i migliori abiti di questo secolo. Questa è la camera della stilista personale della casa di famiglia.” “wow, sono davvero bellissimi, posso provare questo?” “Certamente! Salve, io sono Alexia.” Un’altra voce, femminile, con un simpatico e dolce accento francese. Mi girai verso la porta, da dove veniva la voce, e una simpaticissima signora con i capelli bianchi, lunghi, con dei boccoli che ricadevano sotto le spalle, si stava dirigendo verso di me. “Salve, io sono Jennifer.” “Si, so già tutto. Mi ha mandata Richard qua, mi ha già spiegato che hai bisogno di un vestito e Jasmine ti ha accompagnato qua-si fermò, posando gli sguardi da me a Jasmine e viceversa-bene, direi che adesso possiamo scegliere un vestito che fa più per te. Grazie jasmine.” “Non si preoccupi. Buon lavoro” “Anche a te.” Rispose la stilista. Quando la cameriera fu abbastanza lontana, si girò verso di me. “Bene, adesso a noi. Uscirai di qui e nessuno di riconoscerà, sicuro!” “Perfetto.” Risposi, un po’ titubante. Mi sorrise e si diresse verso il meraviglioso armadio a cercare qualche vestito che mi potesse stare bene. Per qualche minuto, che sembrava un eternità, poi, tirò fuori la testa urlando qualcosa in francese. “ Bene, abbiamo trovato il vestito di cui avevi bisogno, mon amour.” Era un abito veramente bellissimo, azzurro, con delle rose d’argento sul corsetto. Il retro, dei nastri che univano due parti. Bellissimo. “Jennifer, dovresti indossarlo” Mi disse lei, e io, con un sorriso immenso sulla faccia, che partiva da un orecchio e arrivava all’altro, accettai più che volentieri. “Wow, è stupendo.” Con un giravolta mi guardai allo specchio, un’ enorme specchio, che rifletteva la luce che emanava la finestra. Mi venne quasi da piangere. Ho sempre sognato un abito così, quello che potevo vedere solo su Internet. “Perfetto. Adesso toglilo.” “C-Come scusi?” “Toglilo. Non vorrai mica andare in giro senza neanche un velo di trucco e con quei capelli, spero. Dovri essere perfetta. Il tuo principe azzurro potrebbe essere ovunque. Bisogno essere pronte!” “Certo, ha proprio ragione.” Mentre mi sistemava i capelli con quelle mani d’angelo, cominciammo a parlare. Le raccontai tutto ciò che mi era successo, che avevo già il principe azzurro, e che prima di ritrovarmi nel divano verde, ero a casa mia, nella poltrona blu con i ricami d’oro, mentre leggevo un bellissimo libro. “Wow. Che storia entusiasmante.” “ Lo so, è una cosa veramente entusiasmante, ma alquanto triste. Non so, che diranno le mie migliori amiche, il mio ragazzo.. e tutte la gente che mi conosce? Ad un certo punto non ci sarò più!” “Senti Jen, qual è il libro che stavi leggendo?” “One day, una ragazza si innamora di un ragazzo e mentre si stanno per baciare lui la.. uccide. Poi, mi sono ritrovata qua.” “Aspetta, aspetta, stai dicendo che è questo libro?” Si allontanò da me lasciandomi delle strane cose che probabilmente servivano per fare i capelli, avvicinandosi ad un comò in legno intarsiato, di quercia, probabilmente. “ E’ questo?” Disse lei tirando fuori un libro, con la copertina rosso fuoco, un coltello e una ragazza, con una scritta in oro al centro. One day. “Si..” “Penso sia abbastanza vecchio come libro.” “Si, lo penso anche io.” Rimesso il libro a posto, Alexia tornò ad occuparsi dei miei capelli che da lisci si stavano trasformando a boccoli. Bellissimi boccoli. Non sembravano neanche i miei capelli. “Wow, sono bellissimi.” Mi avvicinai allo specchio ammirando la mia immagine riflessa. “Sembro quasi.. un’altra persona..” “Sei bellissima, mon amour.” “Grazie, Alexia.” “Non ti preoccupare, è il mio lavoro! Sono sicura che sarai bellissima per il pranzo. Sarai stupenda.” “Grazie.” Mi infilai il vestito, era stupendo. “Sei più bella di prima.” “Grazie.” “Adesso andiamo. E’ già ora di pranzo, Ric sarà già a tavola ad aspettarti!” “Certo.” Alexia si avvicinò alla porta, poi, si girò verso di me e mi fece cenno di seguirla. La seguii, il corridoio che arrivava fino alla sala era sempre meno illuminato fino a quando una luce, mi invase gli occhi e mi impedì quasi di vedere. Le forme e i colori che decoravano la stanza diventavano sempre più nitidi ogni passo che facevo. Arrivata nella sala, dei bellissimi quadri la ornavano e degli affreschi rossi e oro ornavano il soffitto, dei simpatici candelabri di cristallo scendevano da esso come gocce d’acqua. Un divano rosso e oro era appoggiato sul fondo della sala, insieme a quattro poltrone he andavano in sintonia con il divano. Al centro del piccolo salotto, un tavolo con una teiera e delle tazzine da the di porcellana con delle decorazioni rosa e rossa sopra. Dall’altra parte c’era un tavolo. Un lunghissimo tavolo, apparecchiato dalle due parti opposte. E poi, c’era lui. Con un giornale in mano, era intento a capire ciò che c’era scritto perché si vedeva, il suo pensiero era un altro. “Eccolo li. In tutto il suo splendore. Vi lascio.” Alexia mi rivolse un ultimo sguardo prima di entrare nella cucina e avvicinarsi a Jasmine per parlare. “Ehi.. Ric!” Dissi io, rivolgendo un sorriso a Richard che subito mi sorrise e si alzò dalla sedia. “E’ sempre un piacere vederti!” Mi disse lui, con gli occhi che brillavano. Si avvicinò a me, allargò le braccia, come per abbracciarmi e poi, ad un passo da me, fece un inchino. Ci rimasi malissimo. Si avvicinò a me. “ C’è ancora tempo per mangiare, mi concede questo ballo?” “Certo.” Risposi. Non so ballare, in un tratto partì la musica e tutto sembrò più accogliente e sapeva di casa. A metà della parete, si affacciava una terrazza dove era situata l’orchestra. Prima non l’avevo notata. Quando la musica si fermò, entrambi ci guardammo negli occhi, come due innamorati. Tutto era tranquillo. Sembrava una scena di un film. Noi due, in mezzo alla sala, come due innamorati che ballavano insieme, da soli, in un bellissimo palazzo. I nostri sguardi si cercavano, gli angoli della sua bocca erano inarcati in un sorriso. Una piccola fossetta si era formata sulla guancia destra. Le nostre bocche si stavano avvicinando, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, il calore che emanava il suo corpo. Era tutto perfetto. “Sei bellissima.” Mi disse lui, prima che le nostre labbra si avvicinavano di nuovo, fino a quando chiusi gli occhi, e tutto il resto venne da se.
  
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