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Autore: TheDoctor1002    23/01/2014    3 recensioni
Gli scosto i capelli rosso fiamma dal viso. Ora non è certo difficile capire perchè lo stessero inseguendo. Faccio scorrere le dita lungo la giugulare e, incredibile, ma c'è battito. Flebile e tenace, come a gridargli che per lui non è ancora venuto il momento di andarsene. Ho le traveggole: quell'indice si è davvero mosso? No, certo che no, è stata solo un'impressione. Deve esserlo anche quel leggero tremolio della palpebra: dovrei dormire più a lungo.
"Si sta riprendendo!" Constata Lance subito dopo.
Ma che diamine...?

Nota: la storia presenta forti divergenze dal fumetto
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: Rieccomi! Sono finalmente riuscita ad aggiornare, pasticci con l'HTML a parte! Ho visto che alcuni di voi hanno recensito il capitolo precedente e volevo appunto ringraziare Tsunabe e Becky710, grazie davvero! Vi lascio il secondo capitolo, spero vi piaccia! See yah!

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"Killjoy! Killjoy!"
Una voce allarmata sale dal piano inferiore e mi scuote dal torpore che iniziava ad avvolgermi. Il sole è sulla linea dell'orizzonte e colora tutto di una tinta ambrata, perfino il viso affilato del ragazzetto che ora è davanti a me, stremato. Cerca di riprendere fiato, balbetta qualcosa che a chiunque risulterebbe incomprensibile. 
"Problemi..." Ansima infine "problemi nel distretto di Nord-Nordovest. Una mezza dozzina di draculiani. Si stanno avvicinando" 
Prima che termini la frase sono già lanciata giù per le scale. Afferro al volo la giacca, lasciando che la stoffa logora scivoli sulle braccia. "Hai allertato qualcun altro?"
"No, Killjoy, solo te."
Un sorriso mi si dipinge sulle labbra. "Ottimo"
Afferro il fucile abbandonato in un angolo di quella che per un po' sarà la mia stanza. È rattoppato, un mezzo Frankenstein, fatto da pezzi di armi varie trovate qui e là e saldate alla meglio, ma è un fucile d'assalto di tutto rispetto. Scendo lungo il corrimano delle scale mobili -che, ironia della sorte, sono ferme- e faccio un fischio a Lance, salutandolo muovendo appena le punte delle dita. I suoi occhi neri mi individuano subito e due leggere fossette incrinano la pelle scura ai lati della bocca. 
"Dove vai così di fretta?" Mi grida prima che varchi le porte d'ingresso. Gli sorrido a mia volta
"Sto partendo per un'avventura!" 

Viaggio a tavoletta verso nord-Nordovest per circa cinque minuti. La zona in cui arrivo è facilmente riconoscibile perchè dal terreno emergono numerose rocce, come scogli vicini alla riva. Non ne conosco la provenienza, ma sembrano i denti di una gigantesca creatura sepolta, è piuttosto suggestiva, come area. La chiamiamo la Bocca perchè oltre a questi "denti" si possono trovare dei canyon profondi che possono facilmente ricordare delle gole. C'è qualcosa che non va, il vento non solleva mai tanta polvere, ma il mistero è presto svelato: da lontano vedo il muso di un'auto sfasciata avanzare sull'asfalto sporco sollevando nuvoloni di terra secca. Freno bruscamente e la moto tende per un secondo verso destra. Sollevo gli occhialini per vedere meglio, stringo gli occhi: dietro alla prima vettura ne spuntano altre due, nere e tirate a lucido, con degli stemmi sulle fiancate. 
"Better living" 
Carico i colpi in canna, il vecchio fucile che riflette gli ultimi bagliori del sole morente, e dò un giro all'acceleratore, ma prima che riparta accade qualcosa di inaspettato. All'improvviso da dietro la carrozzeria della prima auto spuntano le ruote posteriori, facendo capolino prima da destra, poi da sinistra. 
Merda.  
Riparto a tutta velocità e pochi istanti dopo la vettura fa un testacoda pauroso, prima di schiantarsi contro una roccia. In men che non si dica i draculiani gli sono dietro. Ammazzeranno il conducente senza pensarci due volte, se solo ne avranno il tempo. Sparo due colpi, vedo le pallottole fendere l'aria. Una riga la carrozzeria all'altezza delle maniglie, l'altra colpisce il guidatore in pieno viso da una distanza di un centinaio di metri scarsi. 
La seconda auto nera si ferma di scatto e ne escono quattro uomini vestiti di un bianco impeccabile, altri tre si uniscono a loro imprecando mentre si tolgono dalle giacche le schegge di vetro. 
"Scenda dalla vettura, deponga le armi e si consegni" questi sono gli ordini che mi impartiscono. Ma c'è una ragione se tre quarti della Resistenza non mi sopporta: io non rispetto mai le consegne. 
Metto il cavalletto, con un'ampia circonduzione scendo e metto subito mano al fucile. Appoggio il calcio alla spalla, la mano destra corre automaticamente al grilletto, mentre la sinistra sfiora leggermente la canna forata e lucida, prima di posizionarsi. Anche le loro armi caricano, si sentono i sottili ronzii dei chargers. Difficilmente spareranno per secondi, sono in superiorità numerica e mi colpirebbero all'istante, ma dopo una manciata di secondi non succede ancora niente. Pochi istanti e avverto il terreno scricchiolare sotto lo stivale di un draculiano. Prima di accorgersene
ha già un fiore purpureo appuntato alla giacca bianca. 
Bum. Quarantatré secondi e otto di Terza Guerra Mondiale. 
Minuscoli dardi che brillano di luce propria si mischiano all'iridescenza dei proiettili vecchio stampo, mentre schivo meccanicamente, sentendomi parte di quell'esplosione di energia come una molecola in una perdita di gas. 
Tutto, assolutamente tutto è parte di me e viceversa. Sento la polvere che si fonde al sudore. Il rumore assordante delle lasergun che si coordina con il battito del mio cuore fino a che l'adrenalina non li rende un unico, palpitante suono. L'arma come un prolungamento di me stessa, i proiettili come se viaggiassi sull'aria, fendendola a centinaia di chilometri orari per attraversare la pelle e i muscoli, inarrestabile e terrificante. 
Dopo quei quarantatré secondi e otto è tornata la calma più assoluta. Lo stesso silenzio che regnava in quella breve fase di stallo, interrotto solo dal lontano cigolio di un furgone in arrivo. 
   
 
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