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Autore: Lou Asakura    06/06/2008    6 recensioni
-Rukia… sei proprio sicura di voler andare?-
-Si. Io… non posso fare altrimenti-
Abbassò il capo e i ciuffi neri le coprirono gli occhi lucidi, ormai prossimi alle lacrime.
-mi capisci, Renji… ormai non c’è più niente per cui io debba restare qui…-
-Si, invece! Ci sono io qui!- la sua voce si addolcì un attimo. –non ti basto, forse?- [...]
Renji chinò il capo per un attimo, fissò la neve che gli ricopriva le scarpe.
-Te lo ripeto. Rukia, sei sicura?-
-Si, Renji. Andrò a Tokyo-
***
La mia prima AU di bleach. [IchiRuki] [Soft RukiRen]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Byakuya Kuchiki, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Renji Abarai
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Never let me go, part two

 

 

 

Never let me go, part five.

Never forget his smile

 

 

 

 

Il vento soffiava, delicatamente, come una musica, agitava il mare le cui onde si abbattevano spumose sugli scogli.

Le note dolci di una canzone si confondevano con il suono della natura, del vento, del mare, del canto lieve degli uccelli in volo.

Era una magnifica sensazione quella del vento [freddo] sui capelli, degli spruzzi d’acqua [congelata].

[Beh, infondo era sempre Aomori]

Ma Rukia cantava, stretta la sciarpa al collo, le mani coperte dai guanti e le dita intrecciate fra loro.

Cantava una canzone senza nome e senza origine, dalle parole ogni volta diverse.

Quando la musica nella sua testa si arrestò, smise di cantare e sospirando riprese fiato.

Due mani le si posarono sugli occhi e una voce volutamente alterata le chiese “Chi soono?”

-Kaien-senpai-

Mormorò, come d’abitudine.

Il ragazzo sbuffò e le comparve al fianco.

-Dannazione, Kuchiki. Com’è che mi riconosci sempre?-

-Forse perché mi fai sempre scherzi del genere, Kaien-senpai?-

Lui ridacchiò e risistemò la sciarpa al collo della ragazza.

-Non hai freddo? Se ti verrà male alla gola non potrai più cantare-

Rukia si rivolse verso l’alta scogliera, osservò il mare perdersi verso l’orizzonte.

-Lo so, ma… desideravo tanto vedere come si sarebbe propagata la mia voce attraverso il mare. Magari arriverà alle persone di qualche altro continente, che dici?-

Risero entrambi.

“Ha proprio un bel sorriso, Kaien-senpai

 

 

Rukia non immaginava che quel sorriso che amava più della sua stessa vita sarebbe presto appassito.

I fiori appassiscono, non i sorrisi.

[Un sorriso non poteva appassire.]

 

Fuori il sole era splendente, come sempre. Non pioveva da mesi e, nonostante fosse solo inizio primavera, l’estate si era già insinuata nei cuori di tutti, portando con se quel clima indescrivibile di gioia ed eccitazione che caratterizza i primi giorni di caldo.

Ma dopotutto, era ovvio che facesse caldo. Questa era Karakura, non Aomori.

“Sono sicura che al mio paese ci sarà ancora la neve. Li ce n’è sempre

Era quasi arrivata al punto di odiarla, la neve.

Per un attimo sentì una morsa soffocante al cuore, pensando a Renji. Lo immaginò al loro paese, solo, in mezzo alla neve, in quella piccola casa di campagna nella quale avevano trascorso innumerevoli pomeriggi a scaldarsi davanti alla stufa.

Si sentì improvvisamente molto egoista ad essere andata via. Ora viveva in una grande città, insieme a suo fratello, ai nuovi amici, lontana dai ricordi.

Ma Renji?

Pensò di telefonargli, ma ricordò che in quel maledetto villaggio la linea telefonica era stata interrotta a causa di una tempesta violentissima.

Altro salto al cuore.

A causa di quella tempesta, si ritrovò a pensare.

Se quel maledetto giorno la neve avesse deciso di non cadere e il vento di non soffiare, Kaien-senpai sarebbe ancora vivo?

Domande come questa le erano inevitabili, e si susseguivano nella sua testa l’una dopo l’altra, come un disperato bisogno di raccogliere certezze.

Pensò che fosse meglio andare da Byakuya, lui avrebbe certamente saputo cosa dire. L’orologio segnava le 5:44.

“Sarà gia sveglio, di sicuro”

Invece, in cucina Rukia non trovò nessuno. E neppure in salotto, in camera, addirittura in bagno.

Notò un bigliettino spiegazzato sul tavolo, accanto ad un piatto colmo di onigiri.

Sono andato a svolgere una commissione importante. Mangia gli onigiri e comprati qualcosa per pranzo”

Si lasciò cadere su una sedia e portò un onigiri alla bocca.

“Non torna neppure per pranzo? Ma dove cavolo è andato, niisan?”

 

 

 

 

-Kuchiiiiki-saaaaaan!-

Inoue si affrettò a raggiungere l’amica, sbracciandosi come una forsennata perché la notasse.

-Ohayou, Inoue-san-

-Ohayou a te Kuchiki-san! Ti va se facciamo la strada insieme?-

Rukia tirò un sospiro di sollievo; quando era presa dalla tristezza proprio non riusciva a restare da sola.

-Certo Inoue-san, arigatoo!-

La via che conduceva al liceo era colma di studenti urlanti. Tutti se ne stavano in gruppetti a confabulare fra loro. Non c’era nessuna faccia preoccupata, probabilmente perché essendo i primi giorni di scuola non ce n’era motivo.

Un po’ più avanti delle due ragazze, Ichigo (con la solita espressione annoiata) camminava al fianco di un ragazzo dai capelli scuri e un paio di occhiali poggiati sul naso. Parevano chiacchierare animatamente riguardo ad un libro che tenevano in mano.

Notando che Rukia li osservava, Inoue sorrise compiaciuta.

-Non perdi tempo, neh Kuchiki-san? Già ad adocchiare i ragazzi?-

-Ma che dici, Inoue-san!- Rukia fu scossa da un fremito. -Non…non li stò mica guardando- Si affrettò a precisare.

Non c’era nessun ragazzo che le interessasse. Come avrebbe potuto? Lei aveva conosciuto l’amore, quello vero. Un amore che le era stato strappato, ma che avrebbe fatto parte della sua vita per sempre. Cosa volevano saperne le ragazzine che confondevano stupidamente l’ammirazione con l’amore?

Strinse i pugni, e tentando di essere forte, affrettò il passo.

        Quando Orihime l’aveva vista rabbuiarsi improvvisamente aveva temuto di averla ferita.

Quella ragazza era talmente un mistero… la conosceva da una settimana ormai, ma non le aveva mai parlato di se, ed allo stesso modo aveva evitato ogni domanda che potesse rimandare al suo passato.

Era come se ci fosse qualcosa che desiderava dimenticare, e probabilmente lei glie l’aveva in qualche modo ricordato. Si impose di evitare rigorosamente l’argomento “ragazzi”.

La seguì in silenzio, rodendosi il cervello alla ricerca di qualcosa da dire, qualcosa che avesse potuto risollevarla.

-Hemhai studiato per oggi?- Domandò alla fine, non trovando niente di meglio da dire.

-Beh, si. Anche se quelle cose di chimica proprio non riesco a farmele entrare in testa…-

-A chi lo dici!- scattò Orihime. –Magari lo chiediamo a Tatsuki-chan, lei è un genio in queste cose!-

Si guardò in torno e avvistò la ragazza passeggiare qualche metro dietro di loro.

-TAAAATSUKI-CHAAAAAAAN!-

Rukia si tappò le orecchie giusto in tempo per evitare la perdita perenne dell’udito, ma gli studenti nelle vicinanze non furono altrettanto previdenti. Per fortuna Tatsuki si avvicinò prima che Orihime potesse urlare di nuovo. (in seguito tutti la ringraziarono per questo)

-Eccomi- mormorò, seccata. –Mi avevi chiamata, Orihime?- domandò, con una punta di sarcasmo. Cosa che forse la povera Inoue non percepì.

-Ah, certo! Io e Kuchiki-san abbiamo avuto qualche difficoltà con gli esercizi di chimica, ieri. Dato che tu sei un genio in queste cose ci potresti dare una mano?-

Arisawa si passò una mano sul volto e sospirò.

-Scusa, Orihime, ma ieri non ho potuto studiare a causa degli allenamenti… lo sai che il torneo è fra pochi mesi, no? Comunque l’ho già detto all’insegnante, quindi sono giustificata.-

Inoue scosse il capo, afflitta. -Vuol dire che ce la caveremo da sole. Vero, Kuchiki-san?- .

Quando si voltò verso la compagna, fu sicura che stesse di nuovo osservando Kurosaki.

Stavolta però, preferì tenere la bocca sigillata.

 

 

 

Quando Rukia entrò in classe, Kurosaki era già seduto al suo posto. Fu attraversata da un fremito di gioia nel vederlo li, come ogni giorno, immerso nella lettura di un qualche libro, ed in volto l’espressione di uno per cui il mondo esterno non abbia assolutamente alcun valore.

In qualche modo, Rukia cominciava a trovare familiare quell’immagine. Si scoprì a ricordare quanto fosse bello aspettare ogni giorno un momento speciale, un qualcosa che si ripeteva sempre, come una certezza, come a dire “io sarò qui anche se il mondo dovesse finire in pezzi”.

La trovava una cosa tanto rassicurante da sentirsi immediatamente meglio, e dimenticare il sogno di quella notte, la canzone senza nome, il sorriso di Kaien-senpai

Si bloccò.

No, non poteva dimenticare il sorriso di Kaien-senpai, neppure per un attimo!

Quando però Ichigo guardò nella sua direzione, capì. Capì che, no, non aveva dimenticato quel sorriso…. …perché era lo stesso che vide sul volto di Kurosaki in quell’istante.

-“Giorno, Ichigo!- lo salutò, affrettando involontariamente il passo per raggiungerlo. Si sistemò al suo posto e tirò fuori i libri dallo zaino.

-Che abbiamo alla prima ora?-

Lui ci pensò su un attimo. –Chimica, credo-

-Cheee?!- si tappò la bocca.-Ehm, scusa… è solo che avuto qualche problema con gli esercizi, ieri...-

-Mah, io li ho svolti senza problemi-

Rukia strabuzzò gli occhi. –Senza problemi? Ti piace la chimica, allora?-

Il ragazzo sollevo un sopracciglio, interrogativo. -Maddai! Mi è indifferente, come la maggior parte delle materie che studiamo!-. Sfogliò distrattamente le pagine del libro che teneva fra le mani. –Tu sai cosa vorrei fare davvero nella vita, no?-

Rukia annuì lusingata, consapevole di essere l’unica a conoscenza di quel suo segreto. –Lo so-

-E io so cos’è che vorresti fare tu-. Ichigo parlò con una tale semplicità da lasciarla senza parole, spiazzata. Non immaginava che lui l’avesse capita cosi a fondo, semplicemente sentendola cantare. Intuì in quel momento che con lui non sarebbe stato necessario fingere  in alcun modo… a lui avrebbe potuto raccontarlo, avrebbe potuto raccontargli tutto senza timore.

Aveva una voglia terribile di parlare di note, voci, canti e musiche, ma un qualcosa dentro di se, come un grumo oscuro, le impediva di proferire parola e rivelare ad altri la sua passione per il canto.

Ci fu un momento in cui stava per dirlo, stava per raccontargli tutto, quando ancora una volta fu colta da quella sensazione di terribile disagio -si sentì troppo oppressa- e capì di non essere ancora abbastanza forte [non ancora] per poterne parlare tranquillamente.

Il ricordo di quegli avvenimenti era ancora talmente vivido da spaventarla. Le pareva di percepire ancora la sensazione della neve sulla pelle, il respiro di Kaien sul suo viso, la voce allegra di Renji… e sentì la testa pulsarle tanto da scoppiare.

Posò una mano sulla fronte e la accarezzò lentamente, tentando di alleviare quella sensazione di disagio che pareva, lentamente, stritolarla.

Ichigo era li, in paziente attesa di una risposta. Sfogliava le pagine del suo libro distrattamente, senza però recepire neppure una delle parole che gli scorrevano davanti agli occhi. Percepiva qualcosa di grave e terribilmente triste nella ragazza che gli stava di fronte, qualcosa che forse gli altri non avrebbero mai potuto capire… ma lui si. Lui l’aveva sentita cantare. Le aveva letto nell’anima, fin nel profondo, e aveva capito che ciò che si portava dentro era un peso troppo grande, un macigno che avrebbe rischiato di stritolarla, prima o poi.  

Le parole di Rukia furono precedute da un suono incerto e inarticolato, che indusse Kurosaki a voltarsi.

-Non me la sento-. Parlò con voce terribilmente bassa e roca, mentre si tormentava le mani strette in grembo. –Non ce la faccio. Non ancora, almeno-.

Ichigo socchiuse gli occhi, sfregò le dita sulla superficie liscia del banco. –Intendi che non vuoi più cantare?-

-Io… non lo so-.

Gli ultimi studenti cominciarono ad accalcarsi all’interno dell’aula, coprendo con i loro schiamazzi le parole dei due. Fu per questo che Ichigo parlò, sicuro di non essere udito da altri al di fuori che lei.

-Ha a che fare con quello che è successo al tuo ragazzo?-

 Non appena quelle parole raggiunsero le sue orecchie, prima ancora di poter rendersene conto, Rukia sentì un dolore sordo all’altezza del petto e un improvviso calore sfiorarle le guance.

La professoressa aveva già raggiunto la cattedra, probabilmente stava parlando alla classe, ma tutto ciò che percepiva erano suoni vaghi ed indistinti. Sentì chiamare il suo nome, sollevò il capo tentando di apparire normale.

-Tutt’a posto, Kuchiki? Stai bene?-.

Si rese conto solo in quell’istante di essere rimasta impalata al centro dell’aula.

-Mi scusi tanto, professoressa. Ho solo un po’ di mal di testa-. Raggiunse con passi incerti il suo banco, rassicurò i compagni che le chiedevano come si sentisse, e si concentrò sulla lezione.

     Quando qualche ora dopo l’ultima campanella segnalò la fine delle lezioni, furono i mormorii che si levarono a scuoterla dal suo stato di catalessi.  Aspettò che tutti fossero usciti dall’aula per decidersi finalmente ad alzarsi e sistemare le sue cose. Tutto le appariva sfocato, come in un sogno… perciò quando percepì una presenza in piedi accanto a se, quasi credette di star sognando;

Kurosaki, sorridendo, la osservava.

-Ti andrebbe di cantare?-

 

 

 

 

Quella volta, cantammo fino a sera.

Io suonavo la chitarra, e intanto cantavo insieme a lei, e le nostre voci si fondevano come un unico grido colmo di tristezza. Per un attimo guardando i suoi occhi mi parve di rivivere quel periodo della mia vita… quei giorni lontani in cui mia madre morì, e io, ancora bambino mi ritrovai a conoscere l’odore della morte sulla mia pelle… quello stesso odore che percepivo stando vicino a lei.

Chiudendo gli occhi ed ascoltandola cantare ricordo di aver pensato, in quel momento, a come la sua voce fosse perfetta.

Era come se quella ragazza fosse nata per cantare.                  

{ Kurosaki Ichigo }

 

 

 

 

 

 

 

**************

Finalmenteee *____________*

Che fatica finire questo chap ù__ù a dire la verità, negli ultimi giorni non ho avuto per niente ispirazione… infatti, l’unica scena convincente è quella finale,fra Rukia e Ichigo, per la quale mi sono imposta di impegnarmi. Forse un chap transitorio, ma ho in mente grandi cose per questa fic +_+

Rukia è cosi dannatamente fragile… e anche Ichigo, nonostante non lo dia a vedere. Quando scrivo provo ad immaginare una Rukia distrutta dalla morte di Kaien, avvenuta appena un mese fa… perché in effetti, nel manga è avvenuta anni fa e lei non si è ancora totalmente ripresa.

Direi basta chiacchiere, spero di riuscire ad impegnarmi dall’inizio per il prossimo chap ù_ù

 

Benny: debole per i chitarristi? Ma non hai detto che non ti piaceva Ren? XD comunque grazie Benny, spero che ti piaccia questo chap *_*

Lynn: Onee-chan, arigatoo gozaimasu *W* (grazie anche per avermi incoraggiata via msn durante la scrittura di questo chap *___*). Ichigo che sorride, in effetti, fa strano anche a me. Forse questa fan fic è fantascientifica ù_ù

Yue: Ma tu devi  ascoltarla quella canzone °O° (anche se giuro di avertela fatta gia ascoltare ò_ò). Comunque te l’avevo detto che mi sarei ispirata a Nana, no?XD Quindi la musica era inevitabile <3

Queen: *____* Sai che ti dico? Grazie *_____* grazie perché hai capito perfettamente ciò che ho voluto esprimere con quel capitolo, e se ti ha trasmesso queste sensazioni vuol dire che sono riuscita nel mio scopo *__* le tue recensioni sono sempre bellissime, Queen *_* mi incoraggiano tantissimo *O*

Alessandra: Beh, che Rukia nel manga amasse Kaien è più che ovvio XD E dato che lei rivede Ichigo in Kaien, basta fare due più due… °w°

Kuroko: In effetti me lo immagino a suonare davanti al falò XD davvero le canzoni di Nana ci stanno bene? <3 ma arigatoo *__*

Kaggu: affie kaggucciaaaa °O° ricordati sempre della statua, neH? XD (scherzo ù.ù). Comunque sono felice che ti piaccia la ficcia *O* anche io adoWo le cose malinconiche *_______*

Tak: sii, un sogno che si avvera *__* almeno in questa ficcina ho potuto realizzarlo,anche se purtroppo Kaien muore sempre ç.ç (ci avrà fatto l’abitudine, ormai? XD).

 

 

Ringrazio chi ha commentato la mia fan ficAnd then, the rain is falling”, e chi l’ha aggiunta ai preferiti *____*
Arigatoo
gozaimasu minnaH °ç°

  

 

 

   
 
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