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Autore: Birra fredda    23/01/2014    1 recensioni
“Dimmi Matt” disse.
“Brian Val... Val... oddio...”
Brian si mise a sedere. Matt era emozionato, quindi o Valary gli aveva detto di sì per il matrimonio o era uscita la nuova versione di Call Of Duty.
“Matthew, respira. Calmati, rimetti in ordine le idee, costruisci un discorso sensato nella testa e poi parla” continuò Brian mettendo il vivavoce per far sentire la conversazione anche agli altri che si erano raccolti attorno a lui, curiosi più che mai.
“Avanti Matt non tenerci sulle spine” lo esortò Jimmy. “Cos’è successo?”
“Valary è incinta.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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Ventitré novembre duemilatredici, Zack se ne stava spaparanzato comodamente sul divanetto del backstage di fianco a Johnny mentre Brian parlava al telefono con Michelle e Matt scaldava la voce camminando per la stanza. Quella sera avrebbero suonato a Milano, in Italia, ed erano un sacco eccitati per via del caos micidiale che si sentiva.
“Dovremo far alzare il volume del microfono” commentò Johnny saltando in piedi dal divano con un sorriso enorme stampato sul viso.
Matt sorrise a sua volta. “Qualcosa mi dice che sarà una serata speciale” commentò.
Anche Brian aveva addosso quella sensazione, ma tacque. Salutò Michelle e, meno di cinque minuti dopo si ritrovò a seguire i suoi compagni sul palco.
Sorrise fieramente alla folla, Synyster Gates, cominciando a suonare e lasciando che l’urlo di tutti i ragazzi presenti gli sfondasse i timpani. Facevano proprio un sacco di casino, quegli italiani!
Lasciò vagare uno sguardo sulle prime file mentre esplodeva il boato per l’entrata sul palco di Matt e, proprio in quel momento, senza preavviso, la vide.
Lei.
Cresciuta, con i capelli rossi raccolti disordinatamente dietro la testa, schiacciata in prima fila con un sorriso enorme rivolto a lui, gli enormi occhi azzurri ricolmi di gioia e le braccia bianche lasciate scoperte.
Denise.
Proprio Denise.
Dopo due anni.
Denise.
Brian rimase per un momento paralizzato, a quella vista, ma si riprese non appena lei lo salutò con la mano. Le sorrise, un sorriso che fece urlare come due oche in calore le compagne di transenna della rossa, e lei gli strizzò l’occhio.
 
Denise alzò timidamente lo sguardo su Brian. Ora che sapeva chi fosse le faceva un po’ strano averlo così vicino e quasi non si capacitava del fatto che proprio Synyster Gates l’avesse aiutata ad uscire dall’autolesionismo.
Pensare che un qualsiasi giorno di due anni addietro aveva avuto una conversazione col primo chitarrista degli Avenged Sevenfold era stranissimo, e pensare che un tipo della sicurezza era andata a dirle, a fine concerto, che doveva andare con lui nel backstage, l’aveva fatta arrossire più dei suoi capelli.
Cioè, non solo Brian l’aveva riconosciuta all’inizio dello show e le aveva rivolto un’infinità di sguardi per tutto il tempo, ma voleva anche rincontrarla.
“Cosa ti ha portata in Italia?” le chiese lui aprendosi una birra.
“La voglia di continuare a vivere” rispose lei con un filo di voce stringendosi nelle spalle. “Dopo l’incontro con te sono diventata una persona nuova e ho smesso di tagliarmi” continuò, mostrandogli le braccia immacolate.
“Raccontami un po’, sono molto curioso” le disse lui sedendole accanto sul divanetto.
“Ahm, okay” disse lei un po’ imbarazzata, grattandosi la nuca con una mano e sentendo chiaramente le guance andare a fuoco. “Sono uscita dall’ospedale un paio di mesi dopo averti incontrato, dopo un po’ sono diventata maggiorenne, ho preso il diploma e mi sono fidanzata. È stato amore a prima vista, con Paul, è stato qualcosa di... non so come descriverlo... qualcosa di immenso, quando stavo con lui mi sentivo protetta, nel posto giusto... e ogni volta che lo guardavo negli occhi ripensavo alle tue parole, Brian, e pensavo che l’amore di cui mi avevi parlato doveva per forza essere in quel modo. Paul è stato la mia roccia, senza di lui, probabilmente, sarei tornata a tagliarmi. È stato tutto quello di cui avevo bisogno. Poi ho scoperto gli Avenged Sevenfold. Un giorno io e Paul eravamo a casa del suo migliore amico, che vi segue da anni, e lui stava ascoltando Dear God, così ti ho riconosciuto nel video, poi sono andata a cercare informazioni su di voi e ho capito che So Far Away è una vostra canzone e che, quando mi hai parlato della persona che l’ha scritta e della sua sofferenza, stavi parlando di te stesso. Vi seguo da un po’, insomma, siete la mia band preferita” disse l’ultima frase sorridendo con gli occhi, puntati in quelli del chitarrista. “Poi io e Paul abbiamo deciso di trasferirci qui a Milano. Voglio dire, avevamo il sogno di girare il mondo insieme e lui ha rimesso in sesto il vecchio camper di suo padre. Per ora abbiamo deciso di restare a Milano per un po’, ma non appena saremo messi decentemente con i soldi andremo in Inghilterra; guadagniamo quello che ci serve per vivere facendo lavoretti in giro. Robe un po’ così... sai, tipo vado a stirare per alcune signore, o a pulire le case, e anche Paul accetta di tutto, se proprio non trova nulla se ne sta nelle metropolitane ad aiutare i turisti che non sanno come organizzarsi e chiede un paio di euro, a volte sono anche gentili...”
Denise abbassò gli occhi e li puntò a terra, si vergognò di aver detto a Brian cosa erano costretti a fare lei e Paul per mangiare e avere un minimo di vita decente.
“Insomma, io e lui ora stiamo qui a Milano da quasi sei mesi e... dio, quando ho scoperto che avreste suonato qui ho saltato i pasti pur di avere i soldi per avere il biglietto per il vostro concerto!”
Brian sospirò. Non se lo aspettava proprio un racconto così. Denise sembrava aver trovato l’amore vero e sembrava felice, eppure sentirle dire che aveva dovuto saltare i pasti per mettere da parte i soldi per il biglietto del concerto gli aveva provocato una contrazione allo stomaco.
“Denise, senti, se hai bisogno di soldi io non avrei nessun problema...”
“No, Brian, grazie. Me la cavo” gli disse lei sforzandogli di sorridergli. “Tu, invece, come stai?”
Synyster scrollò le spalle e si concesse un altro sorso di birra. Le raccontò un po’ della sua famiglia e dei bambini che crescevano e che gli mancavano tantissimo, le fece vedere le loro foto e le raccontò un po’ i progressi che ognuno di loro stava facendo.
Non le disse nulla di Zack, non voleva che lo vedesse come un uomo che aveva sposato una donna solo per coprire la sua omosessualità. Non voleva che lo vedesse come un mostro che tradiva sua moglie da sempre e che aveva avuto tre figli da un amore incompleto, dopo averla aiutata tanto.
Le disse che quella sera ritrovarsela davanti agli occhi in transenna era stata una bellissima sorpresa e le disse che l’aveva osservata spesso, durante lo show, e gli erano venuti i brividi a vederla che cantava ogni parola di ogni canzone mettendoci tutta l’anima e la forza delle sue corde vocali.
“Mi hai salvato” ammise lei quando lui finì di parlare. “Senza le tue parole non so dove sarei adesso, potrei anche essere morta.”
Brian allungò una mano a prendere la sua, senza risponderle. Aveva salvato una vita, proprio lui, proprio l’ubriacone degli Avenged Sevenfold, il chitarrista che tradiva sua moglie e che aveva avuto tre figli con lei senza mai amarla per davvero.
Aveva salvato una vita.
“E anche i Sevenfold mi hanno aiutata tantissimo. Siete stati il mio sostegno, siete stati la mia forza. Senza la vostra musica non so se avrei avuto il coraggio di rimboccarmi le maniche in una città straniera e di lavorare per pochi spiccioli pur di portare avanti il sogno mio e di Paul.”
“Ti ho solo consigliato di lottare per riprenderti ciò che era tuo di diritto: la felicità.”
L’uomo sentì la mano della ragazza tremare contro la sua. “Ora sono felice, ora so che posso farcela. Ho superato tutto, la rabbia, la depressione, l’odio verso me stessa, l’autolesionismo, e sono qui con Paul e viviamo alla giornata e siamo felici.”
“Lotta sempre per i tuoi sogni, Denise” sussurrò lui, quasi senza rendersi conto di aver abbassato il tono di voce. “Nulla è importante quanto i sogni, nella vita di ogni persona, quindi difendili, e non permettere a niente e nessuno di mettersi in mezzo tra te e loro.”
Denise aprì la bocca per rispondere, ma la comparsa di Zack la interruppe. Zacky sembrava piuttosto intimidito dalla situazione, i suoi occhi chiari guizzavano continuamente da Brian a Denise.
“Hey” lo salutò Brian aprendosi in un enorme sorriso spontaneo. “Vieni qui” aggiunse subito dopo, allungando un braccio e invitandolo a sedersi sulle sue ginocchia.
Zack non se lo lasciò ripetere due volte, andò svelto verso i due e sedette in braccio al primo chitarrista avvolgendogli le spalle con un braccio.
“Denise, ti presento il membro più inutile della band, dopo Johnny ovviamente” disse Brian alla ragazza, facendola ridere.
Zack fu sul punto di mollare una gomitata nelle costole all’altro, ma non appena la vide ridere si immobilizzò. Era esattamente come se l’era immaginata, piccola e piena di paure. Senza una corazza a farle da scudo contro i mali del mondo.
“Piacere, io sono Denise” disse lei, tendendo una mano.
“So bene chi sei, Brian ci ha parlato molto di te” rispose Zack guardandola finalmente negli occhi.
Quegli occhi che avevano incantato Synyster Gates dal primo momento. Quegli occhi fottutamente identici a quelli di Jimmy. Il chitarrista ritmico boccheggiò, sprofondando nello sguardo di quella ragazza come se un’onda ghiacciata dell’oceano l’avesse colpito in pieno viso.
E capì perché Brian, quel giorno di due anni addietro, avesse deciso di aiutarla.
Perché quegli occhi, esattamente come quelli del Rev, erano nudi, limpidi e puri, scoperti, senza maschere, indifesi dalla cattiveria delle persone.
E capì che Brian aveva dato a Denise la forza di affrontare il mondo a sguardo alto e senza timore che le serviva e che nessuno, prima di Syn, aveva capito le servisse.










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Vi dico da subito che questo è l'ultimo capitolo della Fan Fiction prima dell'epilogo e... boh, già mi manca questa storiella ma intanto mi sto auto-consolando scrivendo una Jalex un po' tanto diversa dal solito xD se vi va andate a darci un'occhiatina che non fa mai male.
Ebbene, imploro recensioni
as always,
Echelon_Sun

 
  
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