Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: TeenAngelita_92    23/01/2014    4 recensioni
- "Non possiamo, tutto questo non deve accadere" le disse mentre cercava di allontanarsi, ma i suoi occhi l'avevano incastrato, non aveva la forza di allontanarsi da quel meraviglioso viso distante pochi centimetri dal suo.
"So che lo vuoi anche tu, sono certa che hai aspettato questo momento tanto quanto me." gli sussurrò ed il suo respiro lo fece rabbrividire.
"Io non... non posso provare queste cose per te! Non devo provare ciò che sto provando in questo momento."
"Perchè? Perchè non puoi dare ascolto a ciò che senti?" le sue labbra erano sempre più vicine, troppo.
"Perchè io sono tuo fratello" -
E se Demi Lovato scoprisse ad un tratto di avere un fratello? Se per caso lo incontrasse ed allo scuro di tutto si innamorasse di lui a tal punto da aver bisogno delle sue carezze, delle sue mani, dei suoi occhi e del suo bellissimo viso? Cosa succederebbe?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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5.
Vederla? Averla ancora una volta davanti, a pochi centimetri dal suo corpo e non poterla abbracciare? Andrew rimase in silenzio. Non ce l'avrebbe fatta stavolta, non sarebbe riuscito a controllarsi, non sarebbe riuscito a respingere via tutti i normali e leciti sentimenti che avrebbe sicuramente provato.
"I-io... s-si, va bene." riuscì solo a balbettare non rendendosi neanche conto di aver accettato.
"Perfetto." gli rispose lei con voce tranquilla e leggermente soddisfatta.
"D-dove ci vediamo?" trovò il coraggio di chiederle, ormai non poteva tirarsi indietro.
"Per te va bene se ci vediamo qui, all'albergo dove alloggio? Sai dov'è, no?"
"Si, si certo."
"Bene, ti aspetto"
"S-si, arrivo" fu l'ultima cosa che disse prima di staccare la chiamata e prendersi a schiaffi.
Non aveva mai balbettato cosi tanto in vita sua, quelle poche volte che succedeva era solo quando era davvero agitato, ma cosa centrava con Demi? Perchè ogni volta che sentiva solo il suo nome o la sua voce, il tremolio alle mani si faceva sempre vivo?
Pensò di tornare a casa, cambiarsi o sistemarsi magari, ma capì che avrebbe fatto troppo tardi, così si aggiustò il cappotto coprendosi da quel freddo venticello della sera, respirò profondamente e si incamminò. Ad ogni passo il battito del cuore accelerava.
"Dio, devo smetterla" si disse respirando "La vedrò, ok, va tutto bene" continuava a ripetersi.
Mentre i suoi passi continuavano quasi veloci e man mano i pensieri si facevano sempre più numerosi e fitti nella sua mente, non si accorse di essere quasi arrivato.
Si fermò davanti all'insegna dove era scritto il nome dell'hotel dove alloggiava Demi, segnava la direzione. Quando ci era andato con Mattew non si era minimamente accorto di quel cartello, forse perchè era troppo agitato per pensarci. 
Respirò profondamente ancora una volta ma si pentì. Il freddo che prima non gli dava alcun fastidio, ora gli aveva gelato il corpo, soprattutto il naso. Come sempre, la sua chioma bionda era completamente spettinata dal vento e sul suo viso leggermente bianco spiccava il naso rosso. Si sistemò la sciarpa e continuò per la direzione che segnava l'insegna dell'hotel. Pochi minuti ci vollero e si ritrovò una seconda volta davanti a quel grande edificio. Gli sembrava stranamente nuovo, forse non aveva prestato minimamente attenzione alle sue tante caratteristiche quando ci era andato con Mattew per l'intervista. 
Lentamente si avvicinò all'entrata, aveva quasi paura di entrarci. Fortunatamente non c'erano i bodyguard della prima volta, tirò un sospiro di sollievo. Si chiuse con cura la parta alle spalle per non farla sbattere e girandosi si accorse che l'androne era praticamente pieno rispetto a come l'aveva visto la prima volta. Si sentiva a disagio, inadatto, quasi un intruso, quello non era il suo solito posto. Titubante si avvicinò alla reception e gentile chiese informazioni.
"M-mi scusi" disse rivolgendosi all'uomo abbastanza anziano che si trovò davanti. 
"Mi dica, come posso aiutarla?"
"I-io sono qui p-per la signorina Demi Lovato, dovevamo vederci e..." provò a continuare balbettando.
"Ah certo, la signorina la sta aspettando. Stanza n° 110"
"Grazie mille" rispose quasi sollevato che l'uomo fosse stato cosi gentile con lui.
"Di niente."
Si avviò per le scale ancora spaesato mentre il suo sguardo si posava su ogni persona che vedeva. Dovevano essere tutte ricche famiglie, nobili magari, pensò subito. Percorreva ogni corridoio cercando il numero "110" a caratteri cubitali su ogni porta, sembrava quasi ansioso di trovarlo. Dopo tanto camminare su e giù, finalmente lo trovò. Si fermò davanti alla porta ancora indeciso se bussare o scappare improvvisamente via mandando tutto all'aria.
"Calma" provò a dirsi. 
Si decise. Appoggiò lentamente il pugno chiuso sulla porta ed iniziò a battere. 
"Arrivo" urlò leggermente una voce tranquilla dall'altro lato. Dopo pochi secondi la porta si aprì rivelando la splendida figura della ragazza.
"Hey Andrew! Entra pure" lo invitò lei.
"G-grazie" a stento riuscì a dire lui mentre le sue mani tremavano. Non sapeva se era per il freddo o per l'agitazione. 
"Hai freddo?" chiese vedendolo tremare.
"N-no, non ho freddo" il suo corpo stava dicendo esattamente il contrario.
"Vieni, di qua si sta meglio" 
Lo condusse in un'altra stanza, molto spaziosa ma non troppo. Le prime cose che lo colpirono furono il camino, unica fonte di luce e calore, un divano abbastanza grande proprio davanti ad esso ed infine, una grande finestra posta sulla destra della stanza. Il paesaggio di luci e palazzi nel nero della sera che si poteva benissimo vedere, era a dir poco meraviglioso. 
"Accomodati. Dai a me il cappotto, vado a prenderti una coperta." gli disse vedendolo ancora rabbrividire.
"Non ce ne bisogno, davvero" disse togliendosi lentamente l'indumento ancora stupito della meravigliosa stanza in cui si trovava.
"Lo fai con tutti o solo con me?" gli chiese ridendo.
"A cosa ti riferisci?"
"Dici esattamente il contrario di ogni cosa e diventi rosso, non credo che questo dipenda dal freddo"
"Oh no, cioè voglio dire..." provò a motivare quella sua strana reazione ma non fece altro che peggiorare le cose.
"Hey tranquillo. Sai, sei carino quando sei in imbarazzo" disse sorridendogli. Prese il suo cappotto ed andò ad appenderlo all'attaccapanni che si trovava all'entrata. 
Carino? Gli aveva davvero detto di essere carino? Andrew rimase un attimo a pensare, il respiro gli mancò. Non era normale essere cosi tanto felice di un complimento del genere fatto dalla propria sorella, non lo era per un fratello.
"Eccomi" disse sedendosi accanto a lui. Gli aveva davvero preso una coperta. L'aprì e delicatamente gliela poggiò sulle spalle.
"Ma non ce ne era bisogno." 
"Sai un altra cosa? Parli troppo ragazzo" gli disse ridendo.
Per la prima volta, in quei lughi e difficili mesi che era li, anche lui sorrise. La sua risata, pensò subito, la sua meravigliosa risata. Improvvisamente sentì il grande bisogno di accarezzarle il viso, anche solo sfiorare leggermente la sua pelle proprio come aveva fatto il giorno dell'intervista. "Dio ma che mi succede? Perchè voglio accarezzarle il viso?"
"Allora" disse lei prendendo vari fogli da un piccolo tavolino proprio davanti a loro. "Ho chiesto aiuto ad un mio amico che si intende di queste cose. Gli ho dato il nome che mi avevi detto e beh, sembra che di ragazze che si chiamano cosi ce ne siano molte."
Allison Scott, già, il nome che si era involontariamente inventato. Odiava mentirle, odiava doverle dire bugie su bugie, ma non poteva dirle la verità, non ora che avevano iniziato a creare un rapporto cosi bello, proprio ora che lei era disposta ad aiutarlo. 
"Qui ce ne sono alcune per esempio." disse porgendogli i vari fogli "Tu non l'hai mai vista, vero? Voglio dire, non sai neanche com'è di aspetto."
"N-no, io non l'ho mai vista." gli rispose mentre ogni parola pronunciata gli procurava cosi tanta vergogna. Iniziò a sfogliare i vari documenti che Demi gli aveva appena dato. Lui non sapeva neanche chi fossero tutte quelle persone, non sapeva neanche da dove gli era venuto il nome "Allison Scott". Non sapeva perchè era li, perchè tutto all'improvviso sembrava cosi difficile e strano, non sapeva perchè sentisse ancora il bisogno di stringerla tra le braccia e dirle tutto ma allo stesso tempo, perchè sentisse il bisogno di accarezzarle il viso e non come un fratello. 

How To Save A Life - TheFray
Step one you say we need to talk 
He walks you say sit down it's just a talk 
He smiles politely back at you 
You stare politely right on through 
Some sort of window to your right 
As he goes left and you stay right 
Between the lines of fear and blame 
You begin to wonder why you came 
Fai un passo, dici, abbiamo bisogno di parlare 
lui cammina, tu dici: "Siediti, è solo una chiacchierata" 
lui ti sorride educatamente come risposta 
tu lo fissi educatamente dritto negli occhi 
c'è una sorta di finestra alla tua destra 
mentre lui va verso sinistra e tu te ne stai 
in mezzo tra paura e senso di colpa 
e cominci a chiederti perché sei venuto 


Demi notò la sua strana espressione, il suo sguardo quasi spaesato ed impaurito davanti a tutte quelle identità.
"Hey va tutto bene, tranquillo." gli disse con voce più tranquilla possibile, mentre una sua mano si posò delicatamente sul suo braccio. 
"S-scusa" posò i tanti fogli sullo stesso tavolino di pochi istanti prima strofinandosi il viso. 
"E' normale che tu abbia paura, che tu ti senta spaesato, soprattutto ora davanti a tutte queste persone che neanche conosci" provò a dirgli per cercare di tranquillizzarlo, ma facendo attenzione alla sua reazione, capì che non servì a molto. Si toccò nervosamente il colletto della giacca che all'improvviso gli sembrava troppo stretto.
"Andrew, hey." lo chiamò cercando la sua attenzione. "Da quanto tempo la stai cercando?"
"Sono mesi." le rispose guardandola negli occhi, erano leggermente lucidi e lei se ne accorse subito.
"Stai bene?"
Quante volte gli avevano fatto quella famosa domanda? E quante volte aveva saputo mentire proprio come un attore professionista?
"Sto bene" le rispose cercando di riprendersi dall'improvviso alzarsi della sua temperatura. 
"Non ti conosco da molto, ma è abbastanza per capire che mi stai mentendo."
"Voglio solo poterla abbracciare, solo poterle dire la verità, capisci? Poterle dire che lei è mia sorella e che è tutto ciò che ho al mondo, ma non potrò mai farlo..." le disse tutto d'un fiato. Stava dicendo cose che non avrebbe dovuto dire, le sue emozioni avevano preso il totale controllo su di lui e la paura che da un momento all'altro le avesse detto tutto, si faceva sentire.
"Perchè questo 'mai'? Andrew, c'è qualcosa che ancora non so?"
Il ragazzo prese a fissare il piccolo fuoco del camino proprio davanti a loro, quasi come se quelle fiamme potessero dirgli cosa fare, come se in esse potesse trovare la soluzione o la spiegazione a tutto. 
"Non sarei dovuto venire, non avrei dovuto metterti in questa storia, scusa" le disse in fretta alzandosi ma lei lo fermò avvolgendogli il corpo con le braccia. 
"Non pensare minimamente che io ti lasci andare via ora" gli sussurrò in un orecchio mentre le sue braccia lo strinsero forte a se.
Andrew rimase immobile, sconvolto da quel suo meraviglioso gesto. Strinse gli occhi come per ricacciare dentro di se le lacrime che sicuramente sarebbero venute. Alzò le braccia intorno al suo corpo e stranamente non ebbe paura di stringerla forte a se, di "abbracciarla" come tanto desiderava, di abbracciare sua sorella. Per la prima volta si sentiva completo, felice, anche se sapeva che per lei forse era solo un normale abbraccio, uno di quelli dati per compassione o per consolazione. 
"Non è l'abbraccio che tanto desideri, non sono tua sorella, ma spero di averti sollevato, anche solo un po'." gli sussurrò ancora.
No, lei era sua sorella, era lei e quello era l'abbraccio che tanto desiderava. Perchè era tutto cosi difficile? Perchè non poteva dirglielo?
"E' questo l'abbraccio di cui avevo bisogno" le rispose senza neanche rendersene conto.
"C-cosa?" chiese stranita lei, ma non sciolse l'abbraccio, non ne aveva alcuna intenzione.
"V-voglio dire" tossì lui allontanandosi "Avevo solo bisogno che qualcuno mi a-abbracciasse, ecco"
"Ti va se stasera sono io la giornalista?" gli chiese sorridendo.
"Che vuoi dire?"
"La prima volta sei stato tu ad intervistare me, stasera vorrei farlo io a te."
Andrew la guardò sorridendo "Io non ho niente da dire, non sono nessuno"
"Oh no. Tu sei Andrew ed io voglio sapere tutto di te."
Dopo quella sua ultima affermazione, entrambi si guardarono negli occhi. Intorno a loro solo il silenzio ed il leggero scoppiettio della legna nel camino che li illuminava. Sembrava che non avessero bisogno di parlare per capirsi, poteva sembrare forse un momento di imbarazzo, uno di quelli in cui di solito non si sa cosa dire, ma non lo era. 
"Perchè vuoi aiutarmi? Voglio dire, hai deciso di farlo senza neanche pensarci due volte eppure non mi conoscevi e tutt'ora non mi conosci."
"Quando ne ho la possibilità, cerco sempre di aiutare le persone, perchè non dovrei farlo con te?" gli chiese e a quella domanda, lui rimase stupito. I suoi occhi continuavano a fissarla mentre dentro di lui avrebbe voluto abbracciarla di nuovo.
"Beh poi non è vero che non ti conosco, per esempio so che diventi rosso e le mani ti tremano quando sei in imbarazzo, oppure che inizi a balbettare quando..."
"No, no d'accordo, ho capito, ho capito" la fermò ridendo.
"Oh ma volevo continuare" gli disse ridendo.
Entrambi risero di nuovo ed Andrew non si rese minimamente conto di averlo fatto per due volte di fila, era troppo impegnato a guardare quel fantastico sorriso della ragazza che si disegnava sul suo volto.
Per tutta l'intera serata, si misero a parlare e come Demi aveva deciso, stavolta il ruolo di giornalista spettò a lei. Voleva conoscerlo meglio, sapere di più su di lui ma Andrew non era mai stato molto bravo a parlare di se stesso, per qualche motivo gli risultava difficile e soprattutto quando arrivò l'inaspettata domanda "Come è morto tuo padre?"
Era ovvio che prima o glielo avrebbe chiesto, ma se anche era passato un anno, lui non riusciva ancora a parlarne o forse non voleva ancora accettarlo. Senza aver bisogno di spiegazioni, Demi lo capì subito. Sembrava incredibile ma non ebbe bisogno niente di più di uno sguardo per capire tutto, per capire che non ne avrebbe parlato, o almeno non quella sera.
"Credo si sia fatto tardi e tu domani avrai sicuramente tante cose da fare."
"Già, ma non credi sia un po' troppo buio ora per tornare al tuo albergo? E poi non ha smesso un solo attimo di piovere. So che sei a piedi e, perdonami ma non mi sentirei per niente sicura a lasciarti andare pensando che è cosi buio e sta piovendo a dirotto li fuori."
"Hey, ho quasi 20 anni, so badare a me stesso" le rispose con fare ironico.
"Ah, ma mi prendi in giro?" gli chiese sorridendo "Lo so che hai quasi 20 anni e sai badare a te stesso ma preferirei che questa notte la passassi qui. Mi sentirei più tranquilla."
Passare la notte con lei? Dormire in quella camera d'albergo con lei? Con Demi Lovato?
Era un sogno o uno scherzo?
"Addirittura?" il ragazzo d'istinto spalancò gli occhi "Va bene, visto che la signorina Lovato non si sente tranquilla, appena arrivo all'albergo la chiamo. D'accordo?"
"Cosa c'è? Hai paura di dormire qui percaso?" gli chiese con lo sguardo stranamente sorridente.
"Perchè dovrei?" le rispose lui, in evidente difficoltà.
"Allora cosa ti costa?"
Andrew abbassò lo sguardo sorridendo per nascondere l'evidente rossore in viso.
"Tu sei strana, lo sai?"
"Io strana? Sto solo offrendo di dormire qui ad un ventenne biondo che sa badare a se stesso. Cosa c'è di strano?" rise lei.
"D'accordo, accetto." accettò lui sorprendendo anche se stesso. La conversazione era diventata molto più fluida e soprattutto divertente a tal punto che Andrew si aprì completamente come mai prima d'ora aveva fatto con qualcuno. 


Spazio Autrice:
Buona seraa. Finalmente ho aggiornato e si, chiedo davvero perdono se ci ho messo tanto ma con la scuola ho avuto molto da fare. Spero con tutto il cuore che vi piaccia e per farmi perdonare, avevo intenzione di postarne un'altro di capitolo entro stasera ma solo se vedo qualche recensione. Buona lettura e grazie infinite per la pazienza.

Baci.
TeenAngelita_92


  
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