Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: ChiaPayne_    23/01/2014    0 recensioni
Winter, ragazza diciottenne che lascia il suo paese per problemi famigliari. Arriva a Londra e nota un manifesto del gruppo musicale che amava quando era più giovane. Decide di andare al concerto e nota che sono rimasti sempre gli stessi.
Harry, ragazzo complicato e affranto, innamorato ancora del suo migliore amico, che però non lo accetta.
Winter e Harry, due ragazzi diversi, ma che cercano una sola cosa, aiuto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 1

Londra, finalmente la mia meta e il mio sogno da adolescente si era avverato. Londra era la mia meta, il posto dove volevo vivere e crearmi una famiglia. Londra era il posto ideale per divertirsi e per vivere gli ultimi anni della tua adolescenza. Avevo appena finito un corso di psicologia, che mi garantiva un lavoro ben pagato e una vita dignitosa. Il mio insegnante mi aveva detto sin dall’inizio che sarei dovuta andare all’estero, sia  per fare nuove esperienze in campo lavorativo, sia nuove esperienze personali. Era da circa mezz’ora che il taxi percorreva le strade più belle e famose di Londra di sua spontanea volontà. Si chiama Timoty ed è il primo conoscente di questa mia nuova città e vita. In dieci minuti mi ha raccontato tutta la storia della sua vita e ho apprezzato molto, perché non avrei mai pensato che la gente potesse essere così aperta ai nuovi arrivi. –Aspetta un attimo, frena- quasi gli gridai, ma ero troppo sconvolta, quel cartellone aveva attirato la mia attenzione. Non avrei mai pensato che fossero ancora uniti, cioè sono passati circa 6 anni, tutti dicevano che non c’era speranza per loro, che la fama gli avrebbe condotti allo scioglimento, ma loro avevano dimostrato il contrario, rimanendo sempre ai primi posti delle classifiche mondiali. I miei idoli, quelli che mi avevano sentita piangere, gridare, quelli che io mi immaginavo quando mi sentivo sola, quelli che mi aiutavano a dimenticare il passato e a guardare avanti. Quelli stessi ragazzi, giovani, belli, attraenti, comparivano ora su un cartello pubblicitario, più uniti che mai. Non gli seguivo più da 3 anni circa. La scuola, lo studio, il corso di psicologia, la mia famiglia…Questi tre anni erano stati un incubo per me, erano opprimenti. Non avrei mai pensato che la vita fosse così dura. All’età di 13-14 anni mi lamentavo di soffrire, dei troppi compiti, delle separazioni da amici ecc, ma andando avanti col tempo tutto si faceva più difficile, più complesso, e se pensavo a cosa dicevo prima, mi incacchiavo con me stessa. Io sono la prova vivente che la vita è dura, ma che da tutto ci si può rialzare. I miei si sono divorziati, sono stata ricoverata per un trauma cranico, mio fratello ha subito un trapianto polmonare e mio padre ha rischiato la morte sul lavoro. Sono stati i tre anni più brutti di tutta la mia vita, ma ora sto meglio anche se non ho più le due persone che una volta avevo. Il rapporto con le mie due migliori amiche è rovinato, non ricordo nemmeno più come sia successo. Mi pare che quella che aveva rovinato tutto ero stata proprio io, come sempre. Ero sempre la solita a combinare disastri, a soffrire e a pentirsi delle azioni compiute. Io ero quella che ci rimaneva male, ma che nonostante tutto si era sempre alzata, forse è per questo che mi sono sentita in debito con me stessa, prima di decidere di frequentare il corso di psicologia e di venire qui. Quel corso mi ha appassionato sin dalla prima volta, mi sono sentita protetta, in un qualche modo anche completa. Il cuore e la mente mi dicevano che ero al posto giusto al momento giusto, è stato quello a portarmi sin qua. Vorrei tanto che Caty ed Erin, fossero qui, che loro mi stessero accanto in questo periodo tutto nuovo per me, ma ormai è cambiato tutto e per questo, devo ringraziare proprio me stessa. Ho sempre pensato che essere altruisti è una cosa bellissima, che riempie il cuore di gioia alle altre persone, continuo a crederlo, anche se ultimamente rifletto molto sul mio passato. Se solo avessi pensato un po’ più a me, ora sarei più felice, non avrei il cuore distrutto. Ma la vita non è fatta di se e come si dice, gli errori aiutano a crescere. E’ questo che sono? Sono realmente cresciuta?
Timoty mi lasciò davanti all’hotel, dicendomi che se volevo potevamo uscire qualche volta. Acconsentii decidendo di dargli il mio numero, mi era sembrato sin dall’inizio un ragazzo ok e che saremmo potuti essere amici. Durante il viaggio verso l’hotel mi parlò della ragazza che amava follemente da una vita e dalla sua cotardaggine che lo ferma sempre dal confessarsi. Io gli parlai di questo concerto, mi feci spiegare dove sarei dovuta andare sia a comprare i biglietti che ad assistere, mi spiegò tutto senza far trasparire la sua indifferenza; era proprio una persona degna di essere rispettata.  Arrivata all’hotel si offrì di accompagnarmi al concerto che si sarebbe svolto tra due giorni. Non riuscivo ancora a capacitarmi di come ero riuscita ad ottenere questi biglietti. Ricordo benissimo che qualche anno fa era impensabile entrare in un negozio o andare su internet e chiedere un biglietto degli One Direction. Se andavi in un negozio le commesse o i commessi ti ridevano in faccia, stessa cosa faceva il computer, se solo avesse avuto un anima. Arrivata alla mia stanza mi lasciai cadere a peso morto sul mio gigantesco letto. Mi feci una doccia e poi svuotai le mie valige, penso che sarei rimasta qua per un bel po’. Mi avevano informato delle difficoltà che avrei assunto a trovare un appartamento, i soldi per pagarmi la stanza non erano certo un problema, per ora. Mi misi in pigiama e mi sedetti a gambe incrociate, davanti alla finestra. Londra era così illuminata, ero distante dal London Eye, ma la sua grandezza incombeva anche da qua. Londra era un sogno, il mio sogno che si avvera. Bussarono alla porta, era la cena. Ringraziai e mi misi sul letto a mangiarla. Prima di andare a letto telefonai a Carter, mio fratello. Nonostante tutto ero molto legata a lui, era molto importante, era il custode dei miei segreti e delle mie pare mentali. Ora aveva 15 anni e non poteva essere qua con me. MI disse che tra mamma e papà c’erano ancora problemi, nonostante la separazione avvenuta tempo fa, e che non vedeva l’ora di essere qua con me, lo stesso provavo io. Finita la chiamata con Carter chiamai Mat, mio cugino. Aveva anche lui 15 anni e era un gran figo. Mi ero sempre promessa che lo avrei portato con me solo per andare a un concerto del mio gruppo preferito. Vi starete chiedendo perché, ma la storia è troppo lunga da raccontare, l’unica cosa che dovete sapere è che mio cugino ha i capelli come quelli di Niall, tranne che per una differenza, quelli di mio cugino sono naturali. Avevamo scherzato molto su questo argomento e c’eravamo veramente divertiti. Quando lo informai che sarei andato a questo concerto, fece finta di rimanerci male, anche se sapevo che non era affatto offeso. Parlammo per circa due ore, poi decisi di salutarlo, anche perché mi informò che doveva uscire con la sua ragazza, e che quindi non la doveva fare aspettare oltre. Chiusi la chiamata e ridendo ancora, mi addormentai.
Il giorno seguente lo passai con Tommy in giro per negozi. Mi obbligò ad adattarmi al look tipico londinese dicendomi che il look italiano era troppo appariscente. Lo mandai diverse volte a fanculo e lui rispose con molta enfasi all’invito. Mi parlò molto di più di questa ragazza che le piaceva, ma avevo come il sospetto che non fosse una ragazza, so benissimo che mi devo fidare delle persone, ma a volte preferisco fidarmi di più del mio istinto. Non potevo provare che Tommy fosse gay, ma poco mi importava, era stato la persona più dolce che abbia mai incontrato, sin dal nostro primo incontro e di certo non avrei “rovinato tutto” semplicemente per la sua inclinazione sessuale. Sì, la sto facendo decisamente troppo pesante.
Il giorno del concerto arrivò presto e la mia ansia adolescenziale uscì dai suoi meandri tetri. Frugai nella valigia per trovare i miei pantaloncini di jeans e vi trovai una lettera. Quel mascalzone di Cart proprio non poteva mettersi le mani a posto, lo avevo pregato di non frugare tra la mia roba, ma evidentemente nessuno mi ascolta. Era la lettera che tempo fa avevo dedicato e scritto per Harry, sperando prima o poi di fargliela leggere e di  ricevere magari una risposta. Rileggendola mi resi conto di quanto ero stata ridicola, anche se devo ammettere che le mie stesse parole mi avevano toccato come quella volta che le scrissi. Parlava di Louis e chiedeva ad Harry di essere forte e di non far caso a quelli che non credevano in loro. Decisi, nonostante tutto, di portarla con me, forse gliela avrei finalmente consegnata?
Ero emozionata al massimo, le gambe tremavano e non riuscivo a formulare, dopo anni di studio, una frase in inglese capibile. Anche se avevo 18 anni mi sentivo ancora come queste ragazzine urlanti al mio fianco. Mostrai il mio biglietto e l’imminente figura nera, si spostò per lasciarmi entrare. I posti erano tutti pieni e mi venne un tuffo al cuore quando vidi che il mio posto, nonostante fosse il 158esimo era in prima fila. Affianco a me c’era una ragazzina più o meno alta come me, i capelli li teneva legati da una semplice coda alta, e gli occhi erano ornati da un ombretto porpora. Mi ricordava molto Erin, Dio quanto mi mancava, questo doveva essere il nostro sogno, lei doveva essere qua con me, insieme a me a vivere questa esperienza, ma logicamente il destino  me lo aveva impedito. Quel fottuto mercoledì io non dovevo sbagliare così, non dovevo arrabbiarmi tanto. La ragazza mi sorrise e scambiammo due parole prima dell’inizio del concerto. Scoprii che i suoi genitori erano tedeschi e lei era qua solo da qualche anno. Mi confessò che con la lingua non si era trovata molto bene, siccome i suoi genitori non erano molto ricchi, di mestiere facevano i contadini, non aveva potuto seguire tutte le materie che davano alla sua scuola. Qui avevano trovato vita migliore ed erano ritornati a sorridere, a vivere. Mentre mi raccontava la sua triste storia leggevo nei suoi occhi tutta la tristezza che aveva provato, tutta la sofferenza e la malinconia che provava per la sua vecchia vita. In due anni è difficile ambientarsi, soprattutto ad una vita così diversa. Io non ero di certo la persona più fortunata del mondo, ma lei, lei era un'altra prova che la vita si va avanti, che si può combattere per avere una vita migliore.
Il concerto incominciò e rischiai un infarto quando vidi sbucare il ragazzo che mi aveva fatto innamorare tanto tempo fa. Non era cambiato a parte un po’ di barbetta in più e un diverso taglio di capelli, nei suoi occhi leggevo ancora l’espressione del Liam giovane e spensierato. Gridai come una pazza insieme alla ragazza che poco fa avevo conosciuto. Quando la voce era finita mi soffermai a guardare se i miei adorati Larry si fossero finalmente dichiarati, ma quello che vidi erano solo sguardi strozzati dal dolore. Gli occhi di Harry erano spenti e sempre rivolti a Louis. Louis era più forte anche se ogni tanto lasciava sguardi ad Harry del tipo ‘ti prego voglio solo un tuo abbraccio ‘ . Mi faceva stare male, tremendamente sola in una folla di persone che non conoscevo, persone che non capivano, che semplicemente non la pensavano come me. Mi sentivo un insettino piccolo piccolo, e dopo mesi, rincominciai a sentirmi come persa, insignificante. Il bisogno di non farmi vedere era forte, ancora di più era quello di scappare e di rifugiarmi nel letto dell’albergo, sotto le coperte e non pensare a tutto questo grande che non mi comprendeva. Deglutii in fretta e cercai di non piangere, ero grande e dovevo smetterla di stare male. Ero venuta qua anche per incominciare una vita nuova, lontano dai problemi e dai ricordi, lontano da persone che mi conoscevano e che mi giudicavano per niente.
Il concerto era ormai giunto al termine e il ricordo era un dolce dolore impresso nel mio cuore. Era un sogno che avevo da molto tempo e non potevo credere che fosse durato così poco. Loro erano quelli di sempre anche se l’età si faceva ormai sentire. Erano sempre loro stessi anche dopo tutti questi anni. Volevo dimostrare a tutti quelli che non credevano in loro che si sbagliavano, perché gli One Direction non sono stati sperimentati per fare soldi, loro sono stati sperimentati per farci sognare, ridere, piangere, combattere, crescere, aiutarci. E’ proprio questo il motivo che gli ha spinti a cantare canzoni così profonde, così toccanti e ciò mi rende orgogliosa perché questa è la cosa più giusta che io abbia fatto nella vita, credere in loro, e lo farò per sempre. Ormai c’era solamente poca gente, scoprii che quella ragazza si chiamasse Kim, avevamo programmato di rivederci, e ci speravo veramente. Lasciai la mia lettera in mezzo a quell’enorme palco e me ne andai, sperando solamene di non aver commesso un altro sbaglio.
 
Salve a tutti.
Questa è solo l'introduzione di una nuova storia che ho in mente di scrivere. Non badate al primo capitolo, per capirne di più dovrete leggere anche il secondo :)
Accetto qualsiasi critica e consiglio per migliorarla o toglierla del tutto.
Mi scuso per eventuali errori di ortografia.
Baci Chià <3
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ChiaPayne_