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Autore: ShinyDarkF    23/01/2014    0 recensioni
Christine...ci sarebbero moltissime parole per descriverla, studente, ragazza seria, pazza, malinconica... Questa è una raccolta dei suoi pensieri, di quello che sente, di come vede il mondo, il tutto attraverso i suoi occhi, gli occhi di una splendida ragazza bionda.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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She was like april sky, sunrise in her eyes.
La musica non era forte, ma bastava per isolarla dal mondo intero. 
Christine era in treno. Il mondo intorno a lei era scomparso. Quello che contava era solo la musica nelle sue orecchie. Note dolci, soavi. Guardava di sfuggita gli altri passeggeri, ogni tanto qualcuno sembrava accorgersi di lei e ricambiava lo sguardo.
Era strano. Si sentiva sola in mezzo a tante persone. Tanti respiri, tanti cuori che battevano all’unisono eppure il suo sembrava diverso, sembrava avere un suono proprio, un suono che non si accordava con quello del resto del mondo.
Si metteva una mano tra i capelli dorati e ogni tanto portava una ciocca dietro l’orecchio per scoprire il viso. Lo faceva automaticamente, per abitudine, non perché voleva essere notata. Non gliene importava niente di essere notata. Ogni tanto qualcuno passava, qualche ragazzo, qualche assistente e lei lo guardava, sperando che qualcuno si accorgesse di lei. Ma nessuno sembrava degnarla di uno sguardo.
Era come una moneta in un lago. Brillante, ma sola.
La canzone era finita. Un’altra sarebbe iniziata e avrebbe portato con sé altre emozioni, altri ricordi.
La ragazza chiuse gli occhi e si lasciò andare al corso dei suoi pensieri.
Dove stava andando?
Certo, sul suo biglietto c’erano scritti distintamente due nomi, due città, la partenza e il luogo d’arrivo, eppure lei non sapeva dove stava andando.
Era iniziato per Christine un viaggio, un cammino lungo e tortuoso che non l’avrebbe portata né a Roma, né a Firenze, tantomeno in Germania, a prescindere dal nome in neretto sul suo biglietto.
Christine voleva andare a casa.
Non un luogo fisico, non quattro pareti ed un tetto.
Si dice che casa è dove è il cuore, secondo un detto. Ecco, questo era quello che intendeva per casa.
Voleva trovare un posto che fosse interamente suo, un posto dove porre radici, un posto in cui avrebbe guardato i muri e avrebbe esclamato “Eccomi, sono a casa mia”.
Voleva trovarla, anzi ritrovarla. Una volta l’aveva, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, eppure qualcosa dentro di lei si era ribellato alla squallida monotonia del normale e aveva deciso di tentare l’impossibile. Sapeva che sarebbe stato difficile, ma lo aveva fatto. Credeva che il dolore si sarebbe alleviato presto, ed invece il dolore era più forte di quello che si aspettava.
Forte, straziante.
Aveva preso una scelta: lasciare tutto per seguire il suo sogno.
E ci stava riuscendo, stava diventando ciò che era destinata ad essere, ciò che il suo cuore e la sua mente volevano che lei fosse. Il suo destino si stava compendo.
Ma il prezzo era troppo alto.
Aveva perso il contatto con la realtà, con tutto ciò che aveva amato.
Aveva perso la sua casa.
Aveva perso se stessa. Doveva ritrovare se stessa, ecco la sua vera missione.
Si svegliò improvvisamente dal suo stato di trance, dai suoi pensieri malinconici. La canzone era finita, di nuovo. Non sapeva quale tasto cliccare. Improvvisamente, nel corso dei suoi pensieri, anche la musica aveva perso quel meraviglioso fascino. Non sapeva più cosa ascoltare ma, sicuramente, l’unica cosa che non voleva ascoltare era la voce dei suoi pensieri. Voleva mandarla via, ritornare in uno stato di oblio, dimenticare tutto.
Perché a volte, sono i pensieri che ci fanno male. Siamo noi che ci uccidiamo da soli.
Ma Christine si era risvegliata dal suo stato di agitazione.
Aveva capito. Finalmente aveva capito.
Tanto tempo fa aveva lasciato tutto per salire su quel treno, da cui sapeva avrebbe fatto ritorno, ma non come prima. Qualcosa in lei si era rotto, ora il suo compito era quello di aggiustarlo.
Andarsene, in un certo senso, le aveva fatto bene. Aveva lasciato tutto, aveva perso se stessa.
Ora doveva solo ritrovarsi.
Scelse una canzone, la sua preferita e chiuse gli occhi, abbandonandosi alla musica, alle note melodiose che risuonavano nella sua testa.
Il suo viaggio era appena iniziato.

Note dell'autore: La canzone nella prima riga si chiama "October and April" di The Rasmus ft. Annette Olzon
   
 
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