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Autore: skaterboy    23/01/2014    1 recensioni
All’età di cinque anni pensavo spesso al mio futuro, a cosa sarei diventata da grande, se avrei avuto dei figli, come li avrei chiamati, come sarei diventata fisicamente e, soprattutto, chi sarebbe stato mio marito.
All’età di diciassette anni, invece, fantastico su come potrebbe essere il mio futuro accanto alla persona che in questo momento è fra i miei pensieri, ma che non sarà mai realmente affianco a me per tutta la vita.
Ciò mi porta a pensare… come sarà la mia vita fra cinque anni?
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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capitolo uno.

Da: Niall.
Stasera a casa mia, festa di compleanno da urlo.
Non puoi mancare.

Nia

-Mh…-.  Aprii lentamente gli occhi e voltai lo sguardo verso il comodino, dove si trovava quell’odiosa sveglia che ogni mattina mi buttava a malavoglia giù dal letto.
Sette e mezza, ciò significava che avrei avuto massimo venti minuti per lavarmi, vestirmi, prendere l’autobus in tempo e arrivare a scuola.
Ottimo, come iniziare meglio il primo giorno di quinta liceo?
Mi alzai dal letto distrutta e con ancora i vestiti della sera precedente, tutti impregnati di alcol e fumo, e uscii dalla camera per poi dirigermi verso il bagno che, come al solito, era occupato da mio fratello.
-Muoviti William!-. Urlai con la poca voce che mi rimaneva, battendo i pugni contro la porta di legno per farmi  sentire ulteriormente da lui.
Ma, al contrario di quel che credevo, non ottenni alcuna risposta, se non quando, finalmente, aprì la porta, permettendomi di entrare.
-Ti devo coprire per ieri sera?-. Mi guardò con la coda dell’occhio lavandosi i denti affianco a me.
Annui accennando un sorrisetto e lo abbracciai; ecco a cosa servivano i fratelli.
-Levati leccaculo-. Rise spingendomi via da lui per poi uscire dal bagno e andare da mia madre.
Lo seguii velocemente con ancora lo spazzolino in bocca, ma mi ritrovai faccia a faccia con lei.
-Signorina, abbiamo fatto tardi ieri sera?-. Mi fissò con un perfido sorrisetto stampato sul volto; non vedeva l’ora di segregarmi in casa togliendomi cellulare, pc, internet e tutto ciò a cui più tenevo.
Per fortuna arrivò il mio caro fratellino che, come al solito, mi coprì. -Devo essere sincero, ieri ha fatto piuttosto presto ‘sta stronzetta-. Mi spintonò cercando di essere il più naturale possibile per non dare troppo all’occhio.
..ma, giustamente, non funzionò.
-Telefono, prego-. Mi guardò lei porgendomi la mano.
Cazzo, proprio oggi che ci sarebbe stata una festa a casa di Niall.
Dopo avermi ritirato tutto, mia madre mi accompagnò a scuola per assicurarsi che non facessi qualcosa che, secondo lei, sarebbe stato scandaloso.
-Buona giornata, ah, e ricordati che oggi pomeriggio hai le prove per il saggio di danza-. Mi urlò abbassando il finestrino, dato che ormai mi ero allontanata abbastanza da non sentire più la sua voce.
-Ciao Ash, com’è andata con tua madre?-. Mi abbracciò Effy, la mia migliore amica, sorridendomi.
Scossi la testa facendole capire cosa era successo pochi minuti prima e la guardai sospirando. Forse, anzi, sicuramente, non sarei dovuta andare a quella festa il giorno prima.
-Ma lo sai che stasera Niall da una festa? E’ la tua occasione!-. Rise dandomi un colpetto sulla spagna con un pugno.
-Occasione per cosa? Stupida-. La spinsi leggermente all’indietro voltandomi, quando mi ritrovai davanti al diretto interessato.
-Ma chi si vede, la ballerina verrà al grande evento questa sera?-. Si rivolse a me cercando di imitare qualche passo di danza classica ma, data la sua scoordinatezza, fallendo.
-No, mi dispiace per te, ragazzo skater-.  Alzai le spalle e mi voltai verso Effy per poi andare ai bagni femminili, naturalmente seguita da Niall e, di conseguenza, dai suoi amici.
-Dai, come no?-. Sbuffò seguendomi con lo skate, per poi fermarsi appoggiando un piede per terra.
-Punizione-. Lo guardai con la coda dell’occhio sciogliendomi i capelli davanti allo specchio.
-Mh… sai che stai bene con i capelli sciolti?-. Sorrise mordendosi il labbro, un classico per rimorchiare.
Infatti ci stava riuscendo, e lo stava facendo anche molto bene.
L’unica cosa di cui non riuscivo a capacitarmi era: perché me?
Sorrisi inevitabilmente ma tornai subito seria.  –Beh, ci si vede Horan-. Cercai di essere più indifferente possibile, ma mi riuscì piuttosto male dato il mio carattere abbastanza dolce.
-Ciao ballerina-. Sorrise salendo sullo skate per poi andare lontano da me.
Mi trattenni qualche secondo, giusto per non correre il rischio che lui sentisse, poi mi voltai felicemente verso la mia migliore amica, che anche lei mi guardava con lo stesso sguardo.
-Ashley, cosa aspetti a sbatterlo contro il muro e baciarlo, oddio!-.
-Hey, calma, calma. Mi staresti dicendo che io dovrei fare il primo passo? Non ci penso nemmeno!-. Uscimmo dal bagno insieme, continuando a sorriderci.
-Lo sai che quel punk non lo farà mai-. Mi guardò quasi supplicandomi di fare ciò che mi aveva detto qualche secondo prima.
-Se solo potessi venire stasera…-. Sussurrai guardandomi intorno alla ricerca dei suoi occhi che parevano un immenso oceano.
Sì, ero completamente, follemente, pazzamente cotta di lui.
Ormai ci conoscevamo da anni, eravamo troppo diversi per essere amici, eppure lo eravamo, ma tra di noi non sarebbe mai potuto nascere niente di più che una semplice amicizia.
-Mi dispiace, perché non provi a scappare? Fatti coprire da tuo fratell…-
Non le feci finire la frase che la interruppi immediatamente. –Secondo te sarei in punizione se quel coglione fosse riuscito a coprirmi decentemente?-.
-Dai, ti copro io! Diciamo alle nostre mamme che andiamo a dormire fuori. Ci parlo io con la tua, ci stai?-.
Non ero completamente sicura, appunto per questo rifiutai il suo aiuto.
Non volevo cacciarmi in altri guai, ne ero già piena fino al collo.
-Come vuoi, ci vediamo domani-. Arricciò il naso leggermente dispiaciuta e mi diede un bacio sulla guancia andando verso la sua classe.
Io ed Effy frequentavamo la stessa scuola, ma, sfortunatamente, non eravamo nella stessa classe.
Ci conoscevamo da quando eravamo piccole, ormai mia madre la considerava parte della famiglia, proprio per questo si fidava ciecamente di lei e di ogni cosa che le diceva, ma questa volta non ne ero completamente sicura, avrei preferito restare a casa e non rischiare.
Il prossimo anno avrei finalmente compiuto diciotto anni, finalmente sarei diventata maggiorenne.
All’età di cinque anni pensavo spesso al mio futuro, a cosa sarei diventata da grande, se avrei avuto dei figli, come li avrei chiamati, come sarei diventata fisicamente e, soprattutto, chi sarebbe stato mio marito.
All’età di diciassette anni, invece, fantastico su come potrebbe essere il mio futuro accanto alla persona che in questo momento è fra i miei pensieri, ma che non sarà mai realmente affianco a me per tutta la vita.
Ciò mi porta a pensare… come sarà la mia vita fra cinque anni?

   

  
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