Capitolo primo

Edward mi guardò sottecchi, attendendo una mia reazione. Respirai profondamente, poi partii all’attacco.
“Edward, ” cercai di rimanere calma “Amore.. mi vorresti gentilmente spiegare perché accanto alla tua auto c’è una bmw?”
Mi si avvicinò, le sue mani scivolarono lentamente sui miei fianchi, mi tirò a se portando il suo viso a pochi centimetri dal mio, le farfalle nel mio stomaco presero il volo, al solito.
“Non ne ho idea” rispose sfoderando il suo micidiale sorrisetto sghembo “Anzi, non so proprio a cosa ti riferisci”
Dopo essermi faticosamente concentrata, riuscii a distogliere il mio sguardo dai suoi occhi magnetici, e tornare al punto della mia discussione.
“Quindi non hai nulla a che fare con la macchina, vero?”
Si allontanò lentamente e con un salto si mise a sedere sul ripiano della piccola cucina. Cominciò a dondolare le gambe e abbassò lo sguardo.
“Non so, forse si… forse no”
Lo odiavo, quando faceva così.
“Ed, che motivo c’era di comprarmi una macchina? Sai benissimo che sono affezionata al mio pick up, e soprattutto non c’è motivo di spendere soldi”
“A dire il vero un motivo ci sarebbe”
Lo guardai confusa.
Alzò lo sguardo sorridendo timidamente.
“Oggi sono due anni al nostro primo bacio”
Rimasi senza parole.
“L’anno scorso cadde nel periodo in cui ero.. come dire.. in viaggio di piacere in Italia.. invece quest’anno”
Diventai rossa all’istante, abbassai lo sguardo, come avevo potuto dimenticarmene?
“Ed.. hai ragione.. scusa.. sono imperd..”
Non riuscii a finire la frase. Il suo bacio mi colse alla sprovvista, dolce, imprudente come non era mai stato, distruggendo qualsiasi limite o confine, la reazione del mio corpo non fu decisamente delle migliori. Dovevo concentrarmi e ricordare di respirare, le guance mi s'infiammarono e sentii un fortissimo nodo allo stomaco. Chiusi gli occhi e cercai per un attimo di pensare a quella giornata, era come se fosse stato ieri, ma ora bisognava vivere il momento.
Si stacco lentamente “Non preoccuparti, in fondo sei solo un’umana”
Sbuffai, non mi piaceva per niente che scherzasse sulla mia “mortalità” anche perché sapeva benissimo che prima o poi avrei raggiunto il mio scopo, non mancava poi molto al matrimonio.. e se io lo sposavo, oltretutto, mi spettava di diritto anche qualcosa di più..”fisico”..
“In ogni caso non mi va che tu spenda soldi, sai benissimo che io continuerò a usare il mio pick up”
Feci la finta offesa, già con in mente un piano ben preciso. Se fossi riuscita ad avere un regalo extra a mia scelta..
“Bella.. Bella.. non riuscirai ad avermi con l’inganno..”
Mi girai di scatto
“Ma come cavolo..”
Scoppiò a ridere e mi sfiorò la guancia, sentii un brivido lungo la schiena, ma non era il freddo..
“No, non ti leggo nel pensiero, semplicemente ti conosco bene..”
Il mio piano era decisamente fallito. Uffa. Ora pretendevo le coccole.
“Ok mister autocontrollo.. allora adesso mi spieghi perché per trasformarmi si, e per quello no!”
Mi allontanai e misi il broncio, con le braccia conserte come una bambina a cui non vogliono comprare le caramelle.
Lui sorrise, divertito dalla mia scena, poi mi diede un bacio in fronte
“Fino al matrimonio Bella, aspetta fino al matrimonio”
Poi col suo solito sorriso sghembo tirò fuori da qualche tasca – si muoveva così in fretta che non riuscii a vederlo- una busta color avorio, che mi sventolò sotto il naso.
“Sai cos’è questo?”
Rabbrividii.
Certo che lo sapevo, e non era nulla che mi avrebbe fatto piacere.