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Autore: Lux_daisy    24/01/2014    4 recensioni
"Perché? Perché è andato a finire tutto così? Era solo una stupida scommessa! Io… io non posso fare una cosa del genere… Gokudera… non posso fargli questo… non a lui…"
Takeshi rimase lì, immobile, le spalle chine, la mazza impugnata debolmente che toccava terra e gli occhi fissi nel vuoto.
Cosa succederebbe se Yamamoto fosse costretto a mentire a Gokudera a causa di una scommessa? E cosa succederebbe se le conseguenze di questo gesto cambiassero il rapporto tra i due?
La mia seconda 8059 dopo un anno circa :3
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Nuovo Personaggio, Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Al Luna Park




La prima tappa del loro pomeriggio al luna park fu “La Casa degli Orrori”. Gokudera ovviamente si lamentò, ritenendo l’attrazione una  << scemenza per bambini e ragazzine >>, ma Yamamoto lo convinse ad entrare e il Guardiano della Tempesta, forse solo per non sentirlo parlare, si rassegnò riluttante.
Seguendo piccole luci rosse a terra che segnavano un percorso altrimenti completamente buio, i due ragazzi, insieme agli altri visitatori, attraversarono una casa abbandonata, un ospedale psichiatrico, una vecchia prigione e un cimitero. Ognuno di questi luoghi era arredato nel modo più terrificante possibile, con voci, grida e rumori di ogni tipo che accompagnavano le apparizioni di zombie, assassini con seghe elettriche, infermiere con affilati coltelli, mummie, vampiri e anche Hannibal Lecter. Comparivano all’improvviso, gridando e minacciando i visitatori che non potevano trattenere gridolini di sorpresa e paura. A differenza di tutti gli altri, Yamamoto riuscì a mantenere le sue labbra piegate nel suo tipico sorriso, nonostante i suoi muscoli si irrigidissero ogni volta che uno degli attori faceva la sua comparsa. Gokudera invece, che tanto spavaldo si era mostrato all’inizio, aveva lentamente accorciato la distanza tra lui e il moro e quando Freddy Krueger gli era d’un tratto spuntato a fianco, aveva letteralmente arpionato il braccio di Yamamoto, il quale, dal canto suo, non si era potuto impedire di pensare a quanto fosse adorabile quel suo modo di fare.

Una volta fuori, il bombarolo aveva immediatamente riacquistato il suo solito atteggiamento freddo e scostante. << Come avevo detto io, una scemenza per bambini e ragazzine >> dichiarò arrogante. Al che Takeshi sorrise divertito.
<< Che hai da ridere? >> sbottò l’altro con sguardo truce.
<< Niente, niente. È solo che là dentro ha cominciato a farmi male il braccio a un certo punto, come se qualcuno o qualcosa me lo stesse… beh, stritolando >> insinuò il moro sornione.
Gokudera sbarrò gli occhi per un attimo e le sue guance si colorarono, ma si sforzò di riacquistare velocemente la sua tipica espressione da duro. Sbuffò, fingendosi seccato. << Sarà stata una tua impressione >>.
<< Forse hai ragione tu >> gli concesse Yamamoto, il sorriso che non abbandonava il suo volto. D’altronde vedere Gokudera imbarazzato non era cosa da tutti i giorni.
“Dannazione a quell’idiota con gli artigli! Mi ha preso alla sprovvista!” pensò stizzito, maledicendosi per essersi mostrato debole proprio di fronte all’idiota del baseball.
<< Allora, che ne dici di andare a farci un giro alle bancarelle dei giochi? >> propose allegro il moro, deciso a sfruttare ogni momento di quel pomeriggio.
 

Essere un esperto nel lancio di dinamite ed essere un abile giocatore di baseball si rivelarono abilità fondamentali per vincere tutti i giochi del parco, tra cui “tiro al bersaglio”, “Colpisci la rana”, “Birilli Matti” e simili. La forza e l’ottima mira di entrambi consentirono loro di portarsi a casa diversi premi, quasi tutti peluche, che decisero di regalare ai bambini che incontravano per strada. L’unico pupazzetto che Yamamoto decise di tenere fu la mascotte del luna park: l’avrebbe mostrato a Tamamura come prova.
Dopo una pausa snack, proseguirono con le varie attrazioni fino a quando Takeshi si rese conto che avrebbe dovuto procurarsi altre prove, dato che di sicuro il suo senpai non si sarebbe accontentato di un misero peluche.

<< Facciamo un giro sulle montagne russe! >> esclamò, appena passarono davanti la fila per le “Storm Rider”. Verso la fine del giro, le camere piazzate sul percorso avrebbero scattato loro una foto ricordo: se l’avesse comprata e mostrata a Tamamura, sarebbe stata una prova inequivocabile che lui e Gokudera erano stati insieme al luna park. “Chissà se sarà sufficiente?”
Vide l’altro sollevare lo sguardo verso l’imponente struttura di binari che curvavano e si attorcigliavano su loro stessi e un lampo di esitazione attraversare i suoi occhi.
<< Dai, sarà divertente! >> insistette il moro con un ampio sorriso, spingendo leggermente l’altro verso la fila, << non aver paura >>.
A quelle parole Gokudera si voltò e lo incenerì sul posto con una delle sue occhiatacce più micidiali. << Come se potessi avere paura di una simile stupidaggine! >> replicò stizzito e si sistemò in fondo alla coda, in attesa. L’altro lo raggiunse e lo affiancò, sorridendo.

Dopo circa una quindicina di minuti, trascorsa in silenzio, arrivò finalmente il loro turno di salire sul treno.
Già alla prima discesa l’aria si riempì delle grida eccitate dei visitatori alle quali Yamamoto si unì con quella sensazione di adrenalina e frenesia a cui era difficile resistere. Gokudera, invece, rinforzò la stretta sulla sbarra di metallo che fungeva da protezione e si morse le labbra pur di non urlare, comportamento che lui riteneva inammissibile, persino in una situazione simile.

Dopo ripide salite e discese, curve paraboliche e anche un giro della morte, il treno passò davanti all’obiettivo per scattare la foto che Takeshi acquistò una volta sceso dall’ottovolante: il moro aveva gli occhi chiusi e la bocca aperta in un grido misto a un sorriso, mentre il volto di Hayato era contratto in un’espressione di paura, gli occhi e le labbra serrate, le spalle e le braccia tese, ancorate alle protezioni.
<< Perché diavolo hai speso dei soldi per quella foto? >> gli chiese dopo un po’ l’argenteo, fissandolo scocciato. Si erano allontanati dalle “Storm Rider”, fermandosi in uno slargo vicino ad un chiosco e Gokudera stava compiendo un grande sforzo per mostrarsi indifferente, quando invece aveva l’impressione di non avere neanche un organo al posto giusto.
“Che vergogna! Io, il braccio destro del Decimo, il Guardiano della Tempesta, che si sente male per delle stupide montagne russe!” pensò con imbarazzo, deciso per questo a non mostrare proprio all’idiota con lui il suo stato fisico.

Il moro alzò lo sguardo dalla fotografia e sorrise. << Per ricordo >>. Anche se in realtà avrebbe dovuto mostrarla a Tamamura come prova, gli piaceva l’idea di poter conservare qualcosa che gli ricordasse quel pomeriggio trascorso con l’amico e non poteva fare a meno di sorridere.
L’argenteo sbuffò, irritato, ma non replicò. Non aveva le forza per scontrarsi con l’ottimismo e l’idiozia di Yamamoto.
Avendo visto il pallore sul volto di Gokudera, Takeshi pensò fosse meglio riposarsi un po’, ma sapeva di non poter essere diretto a causa dell’orgoglio dell’altro, così d’un tratto, sempre con un sorriso, disse: << Sto morendo di sete! Vado a prendere da bere, tu vuoi qualcosa? >>.
Hayato scrollò le spalle e annuì, borbottando un grazie.
<< Faccio in un attimo >> esclamò, per poi andare al chiosco là vicino.

Gokudera intanto si sedette su una panchina, sentendosi subito meglio. Non era mai stato sulle montagne russe, ma non credeva lo avrebbero scombussolato così tanto e la cosa che più lo irritava era il fatto che Yamamoto sembrava non averne risentito neanche un po’.
Strinse i pugni e grugnì irritato, ma quando il moro fece ritorno, si rilassò e si godette la bibita. Bibita che l’idiota del baseball insistette per pagare lui, nonostante le rimostranze di Gokudera.
 
 
 
<< Ah-ah-ah, il grande Lambo-san vuole andare sulle montagne russe! >>.
<< Lambo, sei troppo piccolo per quella giostra. Che ne dici di salire sulla ruota panoramica? >>.
<< Noooo! Lambo-san vuole le montagne russe! >>.
<< Lambo! Non fale il bambino capliccioso! >>.
 
 
Non appena alle sue orecchie giunsero quelle purtroppo inconfondibili voci, Gokudera imprecò e maledisse la sorte avversa. Scorse i proprietari ad alcuni metri davanti a lui e, senza pensarci un secondo di troppo, afferrò Yamamoto per il polso e iniziò a trascinarlo il più lontano possibile da quelle calamite ambulanti di guai.
<< Gokudera… >> lo chiamò il moro perplesso, mentre si lasciava tirare dall’altro, << che succede? >>.
Continuando a marciare come un soldato, disse: << Ho appena visto quell’insopportabile scemucca con I-Pin e le loro babysitter >>.
<< Intendi Haru e Kyoko? >>.
<< Ovvio, stupido idiota del baseball! Chi altro sennò? >>.
Un sorriso divertito comparve sul volto di Takeshi, ma Hayato non poté vederlo, dato che gli dava le spalle << E c’era proprio bisogno di scappare? >>.
<< Assolutamente! Non voglio avere niente a che fare con quella peste irritante di Lambo! Quindi vieni con me e non fare storie! >> esclamò irritato. Sentì Yamamoto ridacchiare, ma decise di ignorarlo: l’ultima cosa che voleva era doversi subire le lagne della scemucca. Certi momenti si chiedeva come facesse il Decimo a viverci insieme.
“Beh, lui è il Decimo” si rispondeva, fiero e orgoglioso delle numerose e incredibili qualità del suo Boss.

D’un tratto, notò lo spadaccino, si stavano avvicinando a una di quelle cabine fotografiche dove le coppiette e gli amici si divertivano a farsi immortalare e un’idea gli balenò in mente. Si liberò della presa di Gokudera per poi afferrargli a sua volta il braccio e portarlo verso il suo obiettivo.
<< Ehi! Che cavolo stai facendo? >> si lamentò il bombarlo, ma non oppose resistenza e in brevissimo tempo si ritrovò all’interno della cabina fotografica.
Con l’idiota del baseball.
Nascosti da tutto e tutti.
<< Si può sapere che ci facciamo qua dentro? >>.
L’altro sorrise serafico. << Ho pensato che ci saremmo potuti nascondere per un po’ >>. In realtà non era quello il vero motivo, ma aveva deciso di far suo il detto “due piccioni con una fava”.
Hayato lo fissò con la sua migliore espressione accigliata. << E da quando tu “pensi”? >>.
Il sorriso non abbondonò le labbra del moro. << Restiamo qua solo fino a quando il pericolo non sarà passato >>.
L’argenteo strinse le labbra, palesemente infastidito. << Questa è l’idea più stupida che potessi avere! >> esclamò e fece per uscire, quando udì di nuovo le solite inconfondibili voci, troppo vicine.
 
<< Lambo-san vuole andare sulle montagne russe! >>.
<< Lambo, ti ho già detto che non puoi: sei troppo piccolo >>.
Un pianto disperato e capriccioso fece sobbalzare Gokudera. “Irritante scemucca!”.
 
<< Lambo, basta! >>.
 
<< Ahah, sembra che oggi il piccolo Lambo  sia più attivo del solito >> scherzò Yamamoto.
Hayato sbuffò, irritato. << È l’essere più fastidioso sulla faccia del pianeta >>.
<< È solo un bambino >> rispose il moro con il suo tono calmo e allegro.
 
<< Lambo, se non la smetti di piangere ce ne torniamo subito a casa! >>.
 
<< Merda! Mi sa che dovremmo seguire la tua idea per questa volta >> si arrese il bombarolo con l’ennesimo sbuffo.
Takeshi sorrise ancora e solo allora Gokudera si accorse di quanto lo spazio in cui si trovavano fosse troppo stretto per i suoi gusti. Seduti su un piccolo sedile, i lati dei loro corpi erano praticamente attaccati, dalle spalle alle gambe e nessuno dei due aveva molto spazio di manovra.
Quell’eccessiva vicinanza lo fece sentire stranamente a disagio e il desiderio di accendersi una sigaretta per calmare i nervi divenne quasi insostenibile.
Sospirò di nuovo e tirò fuori il pacchetto di sigaretta dalla tasca del giubbotto: ne estrasse una e se la portò alla bocca, ma si bloccò quando vide Yamamoto inserire delle monete nell’apposita fessura di fronte a loro.
<< Che stai facendo? >> s’informò con voce stizzita.
Il moro cliccò alcuni pulsanti sullo schermo e si voltò a guardarlo con un leggero sorriso sulle labbra. << Visto che siamo qua, approfittiamone per farci qualche foto >>.
La bocca di Gokudera si schiuse per la sorpresa e per poco non gli cadde la sigaretta per terra. << Perché mai dovremmo fare una cosa del genere? >>.
<< Beh, ecco… le faremo vedere a Tsuna! >> rispose l’altro, senza smettere di sorridere.
<< Al Decimo?! >>. Perché l’idiota del baseball aveva tirato fuori il Decimo?
<< Gli farà piacere vedere che noi due andiamo d’accordo, così non si preoccuperà >> disse con voce tranquilla, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
L’amo era stato gettato, ora bisognava solo aspettare che la preda abboccasse.
 
Le sopracciglia dell’argenteo si aggrottarono. << Che vuoi dire? Il Decimo è preoccupato? >>.
<< Beh, no… cioè, non lo so, forse… insomma, di sicuro non è felice quando noi due discutiamo, ma se gli portiamo una prova del fatto che possiamo passare del tempo insieme senza problemi, sono convinto che si tranquillizzerà >>.
Il bombarolo rimase alcuni secondi in silenzio, riflettendo sulle parole dell’idiota.
Possibile che lui si fosse accorto di qualcosa che riguardava il Decimo, mentre il suo braccio destro no?
Era davvero preoccupato del fatto che loro due non andassero d’accordo? Conoscendo il cuore grande e gentile del Decimo, era un’opzione plausibile.
Ma farsi delle foto insieme a Yamamoto?
 
Alla fine sbuffò, rassegnato. << Lo faccio solo per il Decimo >>.
 
Lo spadaccino sorrise, grato che il suo piano avesse funzionato; del resto, quando si trattava di Tsuna, Gokudera diventava prevedibile e facilmente manipolabile.
 
Si sistemarono sul sedile come meglio poterono e guardarono verso l’obiettivo, Takeshi con il suo tipico sorriso e Hayato con la sua solita espressione annoiata.
Quando d’un tratto il moro gli passò un braccio attorno alle spalle, il viso del bombarolo si fece subito sorpreso e i suoi occhi si posarono su di lui proprio nell’istante in cui la macchinetta scattò loro l’ultima fotografia.
Subito dopo Yamamoto si staccò dall’altro e raccolse dall’apposito scomparto le foto appena stampate che risultarono essere davvero poco romantiche: le guardò alcuni secondi e giunse alla conclusione che non erano per niente romantiche, anche se quella in cui Gokudera lo guardava con aria stupita si sarebbe potuta interpretare come una forma di imbarazzo.
Si chiese se sarebbero andate bene a Tamamura e sperò con tutto il cuore di sì, perché era sicuro che se avesse chiesto altro ad Hayato, le conseguenze sarebbero state spiacevoli.
Si rese allora conto di avere un gran paura che l’altro potesse scoprire la verità sulla scommessa e su tutte le bugie che era stato costretto a raccontargli e la sola idea che Gokudera arrivasse ad odiarlo gli sembrò terribilmente spaventosa.
 
L’espressione seria che comparve sul volto del moro mentre osservava le foto, anche se breve, non sfuggì all’argenteo, che si stupì nel notare come Yamamoto sembrasse completamente un’altra persona quando non sorrideva come al suo solito.
Proprio in quel momento Takeshi si voltò verso di lui e i loro occhi si incrociarono; per un motivo a lui stesso incomprensibile, il Guardiano della Tempesta abbassò lo sguardo, sentendosi quasi colpevole, come se fosse stato beccato a fare qualcosa che  non doveva.
E non poté ovviamente evitare di darsi dell’idiota.
Da quando lui abbassava gli occhi di fronte a Yamamoto?
 
<< Sono sicuro che Tsuna sarà felice di vederle! >> esclamò il moro con tono soddisfatto, sventolando le foto nella sua mano.
Gokudera riportò lo sguardo su di lui ed ecco di nuovo le sue labbra curvate in quel sorriso che sembrava essere parte integrate dello spadaccino. Per un attimo si chiese se la serietà che aveva visto prima fosse stata solo un’allucinazione, ma rinunciò subito a darsi una risposta.
Del resto non era affar suo quello che passava per la testa dell’idiota del baseball.
 
 
 
 
Una volta scampati al pericolo “scemucca”, i due ragazzi uscirono dalla cabina fotografica e continuarono il loro pomeriggio al luna park.
A dispetto delle sue previsioni negative, Gokudera finì per divertirsi davvero tra un’attrazione e l’altra, nonostante continuasse a trovare tutta la faccenda terribilmente assurda.
Stava sul serio trascorrendo del tempo insieme all’idiota del baseball, trovandolo addirittura piacevole?
“Forse sto impazzendo” si ripeté più volte, ritrovandosi a lanciare di tanto in tanto inconsapevoli occhiate all’altro che non sembrava neanche un po’ giù per aver dovuto rinunciare all’appuntamento con la ragazza che gli piaceva.
Anzi rideva e scherzava come sempre, quasi come se non gli importasse di essere al luna park in compagnia di un ragazzo.
“Forse è lui quello pazzo…” si disse alla fine Hayato, rassegnato all’idea di trovare una spiegazione logica a tutto quello.
Almeno su una cosa, poi, doveva dare ragione a Yamamoto: il Decimo sarebbe stato felice di scoprire che loro due sapevano andare d’accordo e in quanto braccio destro, il Guardiano della Tempesta non poteva certo deludere il suo Boss.









Eccomi di nuovo a voi, bella gente!!!! ^^ cavolicchi, ho notato che è da più di 1 mese che non aggiorno questa fic... vi chiedo scusa per il ritardo, ma la sessione d'esami invernale è peggio che essere presi a tonfate da Hibari.... T.T spero che non vi siate dimenticati della mia piccola storiella e che qst cap vi sia piaciuto <3 ci siamo goduti il finto-semi appuntamento dei nostri piccioncini :3 e non so xkè, ma mi è piaciuto immaginare Gokudera un pò deboluccio di cuore e di stomaco XD *perdonami, Goku-chan! ma Takeshi doveva trovarti adorabile* u.u spero che non decida di farmi saltare in aria.... ^^''
dal prossimo cap si entrerà nel vivo della storia e x la vostra gioia tornerà Tamamura X) ringrazio come sempre tutti voi che avete commentato e messo la storia tra le seguite <3 <3 vi voglio bene! un bacione a tutti e alla prossima ;)

 
  
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