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Autore: bolt    24/01/2014    0 recensioni
Nella città dell’amore qualche anno prima dei tumulti abitava una bella ragazza con la sua piccola e dolce figliola. Kurenai camminava per le vie della città sconvolta dagli avvenimenti degli ultimi giorni. Doveva trovare al più presto un posto dove stare con sua figlia e una maniera per provvedere a lei.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il giorno dopo la cena a casa Hatake
Hinata si era recata di nuovo al parco per vedere Naruto.
Quel giorno era più bello che mai, vestito più elegante del solito, sorriso splendido e occhi che ti catturavano.
Quando Naruto vide Hinata ci mancò poco che non svenisse. Il cuore batteva a mille e non riusciva a guardare che verso la sua figura. Aveva un meraviglioso vestito viola con merletti e un cappellino in testa. Sembrava un angelo appena uscito da un dipinto di Michelangelo.
Naruto la raggiunse e le regalò dei fiori che aveva acquistato poco prima.
-Naruto grazie. Sono bellissimi. Come sapevi che l’iris bianco è uno dei miei fiori preferiti?
-Ieri tuo zio ne aveva un mazzo in mano quando è venuto a casa tua. Ho pensato che fossero un regalo per te.
-Sì, lo zio mi regala sempre dei fiori. Sa che mi piace decorare la casa con dei fiori in ogni stanza. Grazie per averlo notato. Oggi dove mi porti?
-Si va a Notre Dame. Se lei vuole, signorina.
-Con piacere signor Uzumaki. Ritorneremo al luogo del nostro primo incontro e sono sicura che sarà bello come la prima volta.
-Ne sono sicuro anche io. Con te non riesco mai a annoiarmi.
I due ragazzi si incamminarono verso la cattedrale parlando allegramente de vari libri.
Intanto a casa Hatake
-Shizune dove è andata Hinata?- domandò Kakashi.
-Signore le ha detto che andava al parco con il signor Naruto. Non se lo ricorda.
-Accidenti di nuovo quel ragazzino. Mia figlia ha perso la testa per lui e io non posso impedirle di vederlo. Lei diventerebbe triste e io non voglio deluderla.
-Se permette signore. Il signor Naruto è un bravo ragazzo, non farebbe mai soffrire la signorina. È un ragazzo garbato e di buona famiglia. Vostra figlia non poteva fare scelta migliore.
-Come mai lei e Asuma siete sicuri che quel ragazzino sia un bravo ragazzo.
-Il mio è sesto senso femminile. Mentre il signor Asuma parla per esperienza. In questi anni si è occupato di molti ragazzi che prendevano cattive strade e li ha aiutati. Credo che sappia riconoscere un bravo ragazzo da un furfante.
-Grazie per le vostre parole signora Shizune. Tenterò di fidarmi del ragazzo.
A Notre Dame
I due ragazzi erano arrivati davanti la cattedrale e si erano seduti su una panchina lungo il fiume per godersi il panorama. Si tenevano teneramente per mano mentre parlavano dimenticando anche l’imbarazzo.
Hinata aveva scoperto che Naruto aveva una zia molto premurosa e che voleva conoscerla. Era onorata che un parente di Naruto volesse incontrarla e presto sarebbe arrivato il momento giusto per andare a casa Uzumaki.
Hinata già pensava a un regalo da portare alla zia del ragazzo. Forse avrebbe potuto preparare una torta di mele. Ormai era brava a farla, Shizune le aveva mostrato tutti i trucchi per renderla deliziosa.
-Scusa la domanda Naruto. A tua zia piacciono le torte di mele?
Naruto scoppiò a ridere, non riusciva a smettere. Hinata aveva fatto quella domanda in modo così serio. Non la conosceva neanche sua zia e già si preoccupava dei suoi gusti. Era davvero una ragazza adorabile, dolce come una zucca.
-Ho fatto una domanda inappropriata?
-No, Hinata. È che mi hai posto la domanda con quel tono serio. Non conosci mia zia e ti preoccupi di cosa le piaccia di più. Sei unica. Nessuno domanderebbe i gusti della zia.
-Vuol dire che ho detto qualcosa di sbagliato?
-No, mi ha fatto piacere. Vuol dire che ci tieni a me. Hai intuito che io tengo tanto a mia zia e ti sei preoccupata per i suoi gusti. A mia zia piace tutto.
-Meno male.
Poi davanti a loro si mise un uomo vestito di nero che li fissava.
-Lei è la figlia del signor Hatake, se non sbaglio?- disse l’agente Obito.
-Sì, sono io. Lei è un amico di mio padre?
-Più o meno. Sa dirmi dove si trova in questo momento?
-Sta lavorando a casa. Perché me lo chiede? Ha un appuntamento con lui?
-No, semplice curiosità. Se le facessi un paio di domande su vostro padre, vi risentireste?
-Può farle a lui. Sarà lieto di invitarla a casa sua.
-Non mi interessa parlare con lui. Sono più contento a interrogare voi.
-Mi perdoni signore. Perché le sta facendo il terzo grado?- domandò Naruto.
-Niente ragazzo. Mi chiedevo come facesse una fanciulla così dolce e garbata a vivere con un uomo con un passato incerto. La signorina non è turbata dai misteri che nasconde suo padre?
-Signore, lei sta spaventando la mia amica. La prego di smetterla con le sue domande inopportune.
-Ragazzo dovresti stare attento a chi frequenti, il padre potrebbe farti sparire.
-La prego la smetta di parlare in quel modo di mio padre. Lui è un uomo buono.- disse Hinata turbata e in lacrime.
-Signore la prego se ne vada. Non può parlare male di una persona così altruista. Se è geloso o ha risentimento per il padre se li tenga per sé.  Non ci si rivolge a una signorina come ha fatto lei.
-Ragazzo io me ne vado. Ma tu vedi di non metterti più sulla mia strada.
Obito si allontanò.
Naruto abbracciò Hinata e la confortò. Non aveva mai visto nessuno trattare una ragazza innocente e pura come Hinata in modo così rude.
-Tranquilla Hinata, non è più qui.
-Grazie mille. Mi hai salvato ancora una volta.
-Sei un angelo, non posso sopportare che qualcuno ti tratti così male. Quel signore era spregevole e maleducato. Mi chiedo perché tutte quelle domande su tuo padre. Perché doveva trattarti in quel modo, non ha senso. Non ti preoccupare, ci sono io qui con te.
-Grazie Naruto.
Naruto strinse la mano di Hinata e la trascinò dentro la cattedrale. Finalmente la sua Hinata tornava a ridere. Non sopportava di vederla soffrire e piangere. Solo un bruto poteva prendersela con una ragazza tanto adorabile.
Quel bastardo di certo non era lì per caso. Secondo Naruto aveva importunato Hinata per ciolpire indirettamente il signor Hatake. Anche se non ne capiva i motivi.
Solo un vile poteva prendersela con una ragazza. Naruto non avrebbe permesso a una persona del genrere di rovinare la sua giornata con il suo angelo.
Naruto spiegò a Hinata tutta la storia e le leggende sulla cattedrale.
Hinata lo ascoltava volentieri e sognava di sposarsi con lui in una grande chiesa. Che andava a pensare proprio in quel momento. All’improvviso la ragazza arrossì di colpo.
-Hinata ti senti bene? Sei tutta rossa.
-Sto bene Naruto.
-Ora ti porterò a mangiare uno dei dolcetti più buoni di Parigi.
-Grazie. Non vedo l’ora di assaggiare questa delizia. Tu mi stai viziando. Spero che in futuro potrò fare qualcosa per te.
-Già fai tutto per me. La tua compagnia è la cosa più bella che mi potresti concedere. Più tempo passo con te e più mi sento sereno.
-Per me è lo stesso. Non potrei stare troppi giorni senza vederti.
Naruto e Hinata passarono il resto del pomeriggio seduti al tavolino di un caffè parigino. Hinata assaggiò quattro diversi tipi di pasticcine mentre Naruto la guardò divertito. Per lui sembrava una bambina che si impasticciava e che per la prima volta provava dei dolci. Hinata mentre mangiava faceva delle facce buffissime e allo stesso tempo manteneva il suo fascino.
Era un momento magico. Naruto non riusciva a distogliere lo sguardo da lei.
Iniziato il tramonto Naruto accompagnò Hinata a casa e le disse che si sarebbero potuti vedere il giorno dopo.
Lui sarebbe andato a prenderla per poi portarla in riva alla Senna. In più le avrebbe fatto conoscere il suo migliore amico.
Hinata acconsentì e lo salutò.
Rientrata a casa Hinata salutò suo padre e Shizune e andò a cambiarsi per la cena.
Raccontò a Kakashi tutto quello che aveva fatto Naruto.
A metà discorso la ragazza si incupì.
-Hinata è successo qualcosa di brutto mentre eri fuori casa?- domandò preoccupato Kakashi.
Per lui era strano vedere Hinata così triste e pensierosa. In quei giorni era sempre sorridente e piena di energie. Qualcosa o qualcuno l’aveva turbata.
-Papà oggi ho incontrato un uomo vestito di nero che mi ha fatto un sacco di domande su di te. Non mi piaceva per niente. Parlava di te come di un criminale. Se non fosse stato per Naruto, quel signore mi avrebbe costretta a rispondere a molte più domande. È stato molto villano e Naruto mi ha protetta. L’uomo lo ha anche minacciato in un certo senso.
-L’uomo era alto, capelli scuri, occhi scuri e indossava un cappotto nero.
-Sì, ha anche detto che ti conosceva. Sai chi è?
-Sì, tu non ricordi forse, l’abbiamo incontrato qui a Parigi più volte da quando ci siamo trasferiti qui. È un agente della polizia di Parigi. Ogni volta che mi incontra dice che assomiglio a un suo vecchio conoscente. Non ho capito bene se mi vuole conoscere perché vuole avere delle informazioni su qualcuno o se mi ha scambiato per un’altra persona. Comunque appena lo incontro gli dirò di non farti più un interrogatorio senza di me. Hai avuto paura?
-Un po’. Ma Naruto mi ha tranquillizzata subito. Grazie a lui l’uomo vestito di nero non mi ha fatto pressioni.
-Quando lo incontro ringrazierò Naruto. Ora sei al sicuro Hinata. Mangia e poi ritirati in camera tua.
-Come vuoi papà. Ti voglio bene. Sappi che non ho creduto neanche a una parola del signore. Tu resterai sempre il mio buon papà.
Hinata finì di mangiare e si ritirò in camera sua per leggere e poi dormire.
Anche Kakashi si ritirò nella sua stanza. Doveva riflettere. Non capiva perché dopo tanti anni, Obito si ostinasse tanto a rincorrerlo. Ormai era un uomo diverso e non avrebbe permesso a nessuno di turbare la vita di sua figlia. Come Naruto anche Kakashi aveva intuito che Obito era andato a fare quelle domande a Hinata per spaventarla e colpirlo. Come osava spaventare una fanciulla innocente. I metodi di Obito non erano cambiati per niente. Se non raggiungeva il suo scopo non si arrendeva e usava ogni mezzo per trovare una soluzione.
Il mattino seguente
Shizune tornando dal mercato trovò davanti la porta il signor Obito che stava per bussare alla porta.
-Signore cercate qualcuno?
-Sì signora. Lei abita qui?
-Io sono la governante.
-Cerco il signor Hatake. Dovrei rivolgergli alcune domande importanti. È in casa?
-Credo di si. Prego si accomodi. Vado a chiamare il signore.
-Vi aspetterò qui.
Mentre Shizune era via, Obito iniziò a cercare indizi per tutta la sala.
-Signore, giù in sala c’è il signore vestito di nero che le vuole parlare.
-Grazie Shizune. Per favore prepari del tè per tutti. Sapevo che sarebbe venuto prima o poi. Porti anche dei biscotti.
-Se permette signore, l’uomo nella sala non mi piace per niente. Mi incute molta paura.
-La capisco Shizune. Non si preoccupi, andrà via prima dell’ora di pranzo.
-Grazie signore. Tra poco vi porterò il tè nella sala.
Mentre Kakashi scendeva in sala, Hinata trovò Obito che frugava negli scaffali della biblioteca.
-Signore cercate qualcosa?
-Voi siete la ragazzina di ieri. No davo solo un occhiata a questi splendidi libri.
-Allora perché avete aperto anche i cassetti del mobiletto di fianco alla libreria. Non negate perché vi ho visto io stessa.
-Signorina le brave ragazze non dovrebbero ficcare il naso in cose che non le riguardano.
-Questa è casa di mio padre signore. Lei non dovrebbe curiosare nei mobili altrui. Se cerca qualcosa basta chiedere a mio padre che la aiuterà se possibile. Ma se permette, secondo me lei cerca solo una scusa per far accusare un uomo altruista. Non capisco perché ha preso di mira mio padre.
-Signorina le ripeto di non ficcare il naso. Se ne vada nella sua camera a ricamare. Quello è il lavoro per le bambine viziate come lei.
-Signor Obito come si permette di entrare in casa mia e rivolgersi a mia figlia con un tono tanto aspro- disse Kakashi molto alterato.
-Finalmente è arrivato signor Hatake. Avvertivo solo sua figlia che le bambine buone non si impicciano degli affari altrui.
-Non potete entrare in casa mia e trattare male mia figlia. Qualsiasi cosa volete dovete rivolgervi a me e a nessun altro della mia famiglia.
-Siete molto protettivo nei confronti di vostra figlia.
-Non lo fareste anche voi. Mia figlia è la persona più importante nella mia vita.
-Forse l’avete cresciuta dandole un po’ troppe libertà.
-Non vi premetto queste insinuazioni. Hinata è molto educata e vi ha risposto solo perché voi mettevate le mani nelle mie cose. Ispettore avete un’autorizzazione per perquisire la mia proprietà?
-No, non sono qui per accusarvi di qualcosa. Sono venuto solo per fare una chiacchierata amichevole.
-In tal caso vi prego di non mettere in disordine le mie cose. Cosa volevate dirmi?
-In questi giorni ci sono moti criminali che si aggirano per la città, quindi state attenti a dove andate e chiudete bene porte e finestre. In più molti giovanotti si sono messi in testa di organizzare disordini per ribaltare le regole del paese. Sono dei sognatori che vogliono più libertà e desiderano aiutare la povera gente. Un po’ come fate voi signor Hatake. Ora devo andare, mi aspettano alla centrale. Arrivederci a tutti, ci rivedremo presto.
-Arrivederci signor Obito- disse Kakashi.
- Un’ultima cosa per sua figlia. Signorina stai attenta a non fare brutti incontri quando passeggi con il tuo spasimante. Arrivederci.
Obito uscì da casa Hatake.
Hinata corse in camera sua e si stese sul letto. Il signor Obito l’aveva veramente spaventata. In quel momento voleva solo vedere Naruto per essere rassicurata. Solo stringere la sua mano la faceva sentire al settimo cielo e protetta.
Poi con il permesso di suo padre andò a fare una passeggiata ai giardini. Aveva avvertito che sarebbe tornata a casa solo in serata.
Quel giorno sarebbe andata un po’ in giro con Naruto e avrebbe chiesto un suo consiglio.
Hinata attese l’arrivo di Naruto ai giardini per due ore. Era andata prima per rilassarsi. Non voleva che Nauto la vedesse troppo agitata e si preoccupasse per lei.
Finalmente era arrivato l’orario dell’appuntamento.
Naruto arrivò puntuale e subito si accorse che Hinata aveva qualcosa che non andava.
-Hinata è successo qualcosa?
-Ricordi il signore che abbiamo incontrato ieri, questa mattina è venuto a casa a parlare con mio padre. Gli ha dato degli avvertimenti sui criminali in città. La cosa più strana è che l’ho visto frugare tra le cose di mio padre. È come se avesse qualcosa contro di lui.
-Ti ha di nuovo importunata?
-Sì, ma è intervenuto mio padre.
-Di certo l’uomo nasconde qualcosa.
-Mio padre ha detto che è un ispettore di polizia. Forse voleva solo avvertire mio padre sui criminali che girano per la città. Ma mi ha molto spaventata. Ogni volta che ripenso alle sue parole inizio a tremare.
-Tranquilla, ci sono io. Ogni volta che hai paura pensa a qualcosa di bello e tutto passerà.
-Allora posso pensare a te? Quando penso a te smetto di tremare. Forse è poco consono ma non riesco a smettere di pensarti.
-Sono felice di essere nei tuoi pensieri perché tu sei nei miei. Ti sogno anche la notte.
Hinata divenne rossa e si coprì la faccia per la vergogna.
-Sono una sciocca, parlo sempre a sproposito.
-Tranquilla. Non hai parlato a sproposito. Le tue parole mi hanno fatto piacere. Non coprirti la faccia, sei bellissima quando arrossisci. E poi anche io parlo troppo. Quando sono con te mi sento libero di esprimermi come mai nella mia vita. Sono sempre stato costretto a tenermi tutto dentro. Poi sei arrivata tu e mi sono sentito subito libero di poter parlare di ogni cosa. Tu mi ascolti e non critichi le mie scelte. Sei una persona importante per me.
-Grazie. Sappi che anche per me tu sei importante. Non ho mai incontrato un ragazzo tanto gentile e altruista. Sei speciale, non dimenticarlo.
I due ragazzi si incamminarono mano nella mano verso il lungo Senna, lì avrebbero incontrato il miglior amico di Naruto.
-Deve essere buona se è un cliente fisso.
-La più buona della città. Eccolo lì, il ragazzo seduto al tavolino a destra.
I ragazzi si avvicinarono e Naruto divenne subito rosso per l’imbarazzo. Era un po’ che voleva far incontrare Hinata a Shikamaru e ora si vergognava.
-Naruto sei in ritardo.
-Mi sono fermato a parlare con lei ai giardini. Shikamaru lei è Hinata.
-Buonasera signorina.
-Buonasera signor Shikamaru. È un piacere conoscerla. Naruto parla spesso di lei.
Shikamaru scoppiò a ridere, non riusciva a trattenersi.
-Naruto la tua ragazza è veramente formale e divertente. Non potevi trovare fanciulla più adatta a te.
-Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato?- domandò Hinata a bassa voce verso Naruto.
-No, lui è un po’ particolare e non ride mai in quel modo. Mi dispiace Hinata, non so cosa gli è preso.
-Non è fastidioso. Sono felice che rida.
-Piccioncini sedetevi e prendete qualcosa. Se continuate a bisbigliare tra voi, mi prenderanno per un guardone.
Naruto e Hinata ordinarono due tazze di cioccolata e iniziarono a raccontare a Shikamaru delle loro uscite.
Hinata era felice di conoscere un amico di Naruto, così avrebbe capito bene i luoghi che frequentava e cosa preferiva fare durante le sue giornate.
-Signor Shikamaru conosce Naruto da molto tempo?
-Sì, è un bravo ragazzo. Anche se ogni tanto è un po’ troppo imbranato. E poi adesso è innamorato di una ragazza molto bella. Non fa che pensare a lei. Ha sempre la testa fra le nuvole.
-Capisco.
Hinata iniziò a aggiustarsi le pieghe del vestito con le mani. Si sentiva molto agitata. Ora sapeva che non avrebbe mai avuto un futuro con Naruto.
-Signorina scusi. Forse mi sono espresso male. La ragazza che piace a Naruto è lei. Ve lo dovevo dire perché lui è troppo timido e vi lascerebbe scappare via.
Hinata arrossì di colpo e si agitò ancora di più. Non riusciva a tranquillizzarsi. Aveva il cuore che batteva a mille.
-Shikamaru non sono cose che si dicono in questo modo.
-Tu te la saresti fatta scappare via. Ora lo sa. A quanto pare ti ricambia. È tutta rossa.
-Scusate la mia reazione- disse Hinata abbassando la testa.
Naruto le afferrò la mano e le sorrise. Hinata si tranquillizzò subito. Era contenta che Naruto le volessse tanto bene. Non si era illusa, aveva trovato un ragazzo veramente speciale.
Finita la cioccolata, Naruto e Hinata salutarono e ringraziarono Shikamaru e se ne andarono verso casa di lei.
-Grazie per la bella giornata Naruto.
-Sei tu che rendi tutto più bello. Grazie. Ci vediamo fra due giorni. Domani ho molto lavoro da fare. E il giorno seguente ho una riunione con degli amici.
-Non ti preoccupare. Sono contenta che il tuo lavoro proceda bene. Ci vediamo presto.
Arrivati davanti casa Hatake, Naruto strinse Hinata e le mise un fermaglio decorato tra i capelli.
- Guardando questo oggetto potrai pensare a me.
Poi le donò anche una lettera sigillata in una busta.
-Grazie. Non dovevi disturbarti.
-Quando ti senti sola rileggi la lettera, ti sentirai meglio. È una lettera di dieci pagine in cui descrivo la mia vita, le mie emozioni e perché sei importante per me.
-Grazie. Sono commossa. Sei un ragazzo fantastico.
I due innamorati si salutarono. Hinata rientrò in casa e raccontò tutto a Shizune.
Le due passarono tutta la serata a parlare di Naruto.
Poi Shizune avvertì Hinata che suo padre era partito per lavoro e che sarebbe tornato fra due giorni. La ragazza non si aspettava che suo padre dovesse partire di nuovo. Ma non poteva impedire la sua partenza perché voleva passare più tempo con lui e parlare. Suo padre partiva per lavoro e lo faceva per riuscire a mantenerla al meglio. Quando pensava a quanti sacrifici faceva si sentiva triste di non poter aiutarlo. Poi ripensava alle parole di suo padre che la tranquillizzava e tornava serena. Sapeva che Kakashi era felice quando lei stava bene.
Arrivata ora di andare a dormire Hinata si ritirò in camera e si mise a leggere la lettera di Naruto. Ogni riga che leggeva le faceva sentire la sua vicinanza.
Hinata non sapeva che nei prossimi giorni avrebbe vissuto dei brutti momenti.
  
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