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Autore: Iburninyourheart    24/01/2014    1 recensioni
L’aria era gelida, non ero pronta a tutto questo, non mi andava di stare in mezzo alla gente. Non mi andava di sentirmi osservata ed abbassare lo sguardo per la soggezione.
Era tutto troppo vuoto, senza di lui. Tutto troppo monotono.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I brought candels for you.
 
Le mani di un ragazzo immerso nell’oscurità mi presero per un braccio, ebbi solo il tempo di leggere una scritta su di un muro alla mia destra, poi il ragazzo mi portò nell’oscurità con lui.
Chiusi gli occhi, coprendomi il volto con le mani. Perché il mio nome era scritto con il sangue sul muro? Di chi era quel sangue? Come faceva a sapere il mio nome? Chi era?
Il misterioso ragazzo mi tolse delicatamente le mani dal viso.
“Prendi la candela e l’accendino nella tua tasca destra”, mi sussurrò nell’orecchio.
Lo feci, e li trovai per davvero.
Alzai lo stoppino e lo accesi con l’accendino, che era leggermente difettoso.
 
Appena accesi la candela, mi guardai attorno, il ragazzo non c’era più.
C’erano solo scatole e libri, per terra. Libri familiari, molto familiari. Accesi una lanterna che trovai per terra e spensi la candela, poi presi un libro, uno che mi apparteneva, lo sentivo mio ma non ne sapevo il motivo.
Era un libro particolarmente usurato, era rilegato ed aveva particolarissime decorazioni in oro ed argento.
Aprii la prima pagina, ed anche lì trovai il mio nome, sembrava fosse il nome del libro. Saltai al primo capitolo, ma le pagine erano tutte bianche.
Cercai una pagina che non fosse bianca, e senza essermene accorta, affannai il respiro e mi agitai piangendo. Sembrava un incubo.
Urlai.
Il ragazzo comparve e si avvicinò a me in fretta.
“Lilith, non piangere, sono qui. Lo sarò sempre” mi abbracciò, ed io lo guardai in faccia smettendo di urlare.
Era lui.
Lo abbracciai forte anche io, chiudendo gli occhi.
 
Quando li riaprii non ero più in quella stanza buia ed impolverata, ma ero nel mio letto con le lacrime fino agli angoli della bocca. Era troppo difficile andare avanti senza di lui.
Mi strofinai gli occhi più volte, erano troppo appannati dalle lacrime. Poi mi asciugai le guance e osservai la mia camera, ricominciai a piangere. Era piena di ricordi, mi stavano soffocando.
In quel momento entrò mia madre e mi guardò con tristezza, poi si avvicinò piano a me e mi accarezzò la guancia con delicatezza, come se avesse paura di distruggermi.
“Tesoro, stai così ancora per lui?” sospirò.
Annuii impercettibilmente, ma lei capì comunque.
“Se vuoi oggi puoi vederlo, posso accompagnarti” mi guardò accennando un sorriso.
Uscì dalla stanza dopo avermi dato un bacio sulla guancia e chiuse la porta lasciandomi nella mia malinconia.
Mi alzai piano dal letto, respirando affannosamente e con le lacrime agli occhi. Anche i respiri mi ricordavano lui. Mi mancava tanto, e ci sarebbero voluti anni per dimenticare un amore come il nostro. Forse, sarei dovuta restare con lui fino alla fine.
Forse sarebbe cambiato qualcosa.
Strinsi me stessa in un abbraccio, immaginando che fosse lui a farlo, come se fossi in un sogno.
Perché io ti avevo visto, eri lì, mi abbracciavi, ma il risveglio mi catapultò nella triste verità.
Tu non c’eri.
Non più.
Ero sola.
 
Non ero nelle condizioni di andare a scuola, ma dovevo. Mancavo da molti giorni, dovevo andare avanti.
Mi misi un leggins grigio, una felpa enorme con su scritto “Believe it”, e le vans grigie.
Nulla di speciale, non mi truccai, non feci una particolare acconciatura ai miei capelli, non ne valeva più la pena.
Uscii dalla stanza ed andai all’ ingresso prendendo il cappotto nero appeso all’appendiabiti mogano.
“Mamma, vado a piedi” le dissi alzando il tono della voce.
Lei acconsentì alla mia richiesta, ma come al solito mi chiese di farle uno squillo appena arrivavo a scuola. Non si era mai preoccupata così tanto, iniziò a farlo solo dopo quell’accaduto.
La salutai ed uscii di casa, chiudendomi la porta alle spalle.
L’aria era gelida, non ero pronta a tutto questo, non mi andava di stare in mezzo alla gente. Non mi andava di sentirmi osservata ed abbassare lo sguardo per la soggezione.
Era tutto troppo vuoto, senza di lui. Tutto troppo monotono.
Presi le cuffie e le attaccai al cellulare, poi me le infilai nelle orecchie.
Mi allontanai da casa con la malinconia nel cuore, ma con una maschera sul viso.
La maschera di ciò che non ero.
Felice.

 

 
 
Ehilà.
Molti di voi forse non l'avranno notato, ma ho cancellato delle storie. Il perchè? Semplicemente non mi va di continuarle, non sono dell'umore adatto.
Io scrivo per esprimere le mie emozioni, e da mesi e mesi non provo più nulla. 
Quindi ho iniziato un' originale che esprime come sto realmente.
Spero vi piaccia.
Critiche e consigli sono ben accetti.
-Iburninyourheart
  
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