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Autore: Firewhisky    24/01/2014    2 recensioni
Una raccolta di fan fiction partecipante alla Swan Queen Week di tumblr, yay, nonché la mia prima Swan Queen. Mi scuso per eventuale OOCness, non sono abituata a utilizzare i personaggi. Inizierò dal lunedì invece che dalla domenica, spero non sia un problema!
Lunedì: Divorced
Martedì: Hostage
Mercoledì: Teacher
Giovedì: Evil!Emma
Venerdì: Out of Storybrooke
Sabato: Movie Plot
Domenica: Blind Date
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Swan Queen Week WARNING: LA FRASE FINALE E' TRATTA DALL'ULTIMO EPISODIO USCITO. FATE ATTENZIONE.
Last Friday Night, I was writing like a fool... *canticchia* Hola, compagni! Bentornati all'inferno. Spero di aver realizzato bene questo prompt, anche se non l'ho ambientata proprio 'fuori da Storybrooke'. Sì, sono un danno, scusatemi. Enjoy!



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"Chi attraversa la linea del confine, ritorna nuovamente sotto l'effetto della maledizione."

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"Signorina Swan, ha finito di compilare i documenti che le ho chiesto?" chiese Regina, sedendosi di fronte allo sceriffo. La maledizione era stata spezzata, ma gli abitanti di Storybrooke erano ancora intrappolati nella città: nessuno sapeva il perché.
"Sì, signor Sindaco."
"Perfetto, li consegni domani mattina. Sono molto urgenti." Regina fece per alzarsi, quando Emma la interruppe.
"Ho una domanda però: lei non ha mai subito la maledizione, cosa succederebbe se lei attraversasse il confine?"
"Non lo so, e non mi interessa scoprirlo." detto questo, si alzò e lascio Emma sola con i suoi pensieri. Effettivamente, poteva essere una buona idea. L'unica pecca è che il piano avrebbe potuto fallire. Ma aveva fiducia, per la prima volta in vita sua, così decise di chiamare Henry con il suo walkie-talkie.
"Hey, ragazzo, mi senti?" chiese Emma, sperando che il ragazzo fosse ancora in pausa pranzo.
"Forte e chiaro, Emma. Cosa c'è? Riguarda l'operazione Cobra?"
Emma sorrise: l'operazione Cobra è sempre stata fondamentale, ma ora...? Doveva inventarsi in fretta un nome per l'operazione che avrebbero portato a termine.
"No, è una nuova operazione... Incontriamoci a casa mia, fatti accompagnare da Mary-Margaret. Si chiama operazione... Regale" lo sceriffo cercò di trattenere una risata: all'improvviso l'idea le sembrava stupida e ridicola, ma avrebbe fatto un tentativo. Per Henry.
"Regale? Che razza di nome è? La prossima volta lascialo scegliere a me!" disse Henry ridendo "Sì, va bene, ci vediamo dopo."

Emma cercava di controllare il suo tic nervoso all'occhio: ok, forse non avrebbe dovuto coinvolgere Henry in questo bizzarro piano, ma infondo era per il suo bene. Funzionerà. All'improvviso, la porta dell'appartamento si aprì e Henry entrò correndo per abbracciare la madre. "Allora, voglio sapere tutto dell'operazione Regale!" disse Henry curioso. Il suo sorriso era la cosa più bella del mondo, così solare e innocente. Voleva vederlo più spesso, e questo l'avrebbe aiutata.
"Senti Henry, cosa pensi succederebbe se tua madre attraversasse il confine?" chiese Emma, sperando che la risposta del figlio assomigliasse alla sua. Henry sgranò gli occhi per poi rispondere "Non lo so, la maledizione non ha mai avuto effetto su di lei."
"Ma se ce l'avesse? Cosa succederebbe?"
"Niente più Regina Cattiva, immagino. Perché me lo chiedi?"
Emma prese coraggio e fece sedere Henry sul divano, accanto a lei. La sua reazione era impossibile da immaginare, meglio essere cauti.
"Ho un'idea. Lasciamo Storybrooke: io, te e Regina."
"COSA? NO! Non puoi lasciare Storybrooke, tu sei la salvatrice!" disse Henry contrariato. Emma sapeva in cuor suo che non avrebbe mai accettato, ma era fiduciosa che sarebbe riuscita a convincerlo.
"Pensaci, Henry! Regina non è mai stata sotto l'effetto della maledizione quindi potremmo crearle delle nuove memorie, vivere assieme, essere felici!"
"...Tu, io e la mamma?"
"Sì, Henry. Tua madre ti ama, e anch'io ti voglio bene. Voglio avere l'occasione di conscerti meglio, di conoscere la vera Regina e di dare sia a te che a lei l'opportunità per essere finalmente felici." disse Emma, sperando di aver dato abbastanza argomentazioni. Il bambino era buono e intelligente, avrebbe capito.
"E che ne sarà degli abitanti di Storybrooke?"
"Continueranno a vivere qui! Anzi, con la sparizione di Regina potrebbero perfino riuscire a tornare nel loro mondo."
Henry chiuse gli occhi: non riusciva a decidere. Da una parte, una vita con le sue due mamme lo avrebbe reso felice... Ma dall'altra, era preoccupato per i cittadini di Storybrooke.
"Emma, sei sicura di volerlo fare?" chiese Henry, cercando di guadagnare tempo per decidere. Era pur sempre un bambino, un bambino che aveva bisogno d'affetto. E pensare di poterlo finalmente ricevere...
"Sì, Henry. Ne sono sicura. Gli abitanti di Storybrooke se la caveranno, Biancaneve sa già della mia scelta."
"E mia madre?"
"...Lei è il vero problema: non riuscirò mai a convincerla. Per questo ho bisogno del tuo aiuto."
"L'unica soluzione è metterla KO, Emma. Non verrebbe mai di spontanea volontà."
"Allora dovresti distrarla mentre io... Beh, la metto KO." disse Emma, alzandosi per prendere la giacca.
"Emma... Non credo di riuscirci." sussurrò Henry, spaventato dall'idea di ciò che potrebbe fare la Regina Cattiva.
"Fallo per lei, per la sua felicità" lo incoraggio la bionda, prendendo Henry per mano "è la cosa giusta."
Henry annuì e si alzò, per uscire dall'appartamento. Assieme, si diressero verso la casa del signor Sindaco, Emma aveva solo un pensiero in mente: "Spero di aver ragione..."

La casa di Regina era silenziosa, fatta eccezione per il rumore di pentole e padelle: stava preparando la cena per lei e Henry, quando il ragazzo entrò prontamente in azione.
"Mamma, posso chiederti una cosa? Cosa ti rende felice?"
La madre congelò e guardò Henry stupefatta. "Henry, perché me lo chiedi?"
"Voglio renderti felice."
Regina guardò il bambino con una strana emozione negli occhi: finalmente non la vedeva più come la Regina Cattiva. "Questa tua frase mi ha reso molto più felice di quanto tu possa immaginare."
La donna corse ad abbracciare suo figlio, gli occhi pieni di lacrime. Non si accorse dello sceriffo, la quale ne approffitò per colpirla e farla svenire. "Mi spiace, Regina. Mi spiace davvero." disse Emma, facendosi aiutare da Henry a portarla in macchina. "Henry, ti spiace andare a prendere un po' del suo guardaroba ed effetti personali? Io ho già tutto in auto. Prendi anche le tue cose."
Il ragazzo annuì e salì le scale, dirigendosi nella camera della madre. Nel frattempo, Emma aveva posizionato Regina sul sedile posteriore, sdraiata. Non sapeva quando di sarebbe risvegliata, ma sperava di avere abbastanza tempo. Poco dopo, Henry urlò il nome di Emma: aveva bisogno di aiuto con i vestiti della madre, che erano decisamente troppi per il povero bambino. Emma aprì il baule e vi ripose il tutto, cercando di essere il più ordinata possibile (il che voleva dire un disordine meno caotico del solito). Emma controllò che fosse tutto al suo posto e chiuse il baule. Guardò Henry, che la fissava con uno sguardo misto di speranza e preoccupazione. "Andrà tutto bene?" chiese, sapendo già che Emma non aveva una riposta: voleva solo essere incoraggiato.
"Sì, Henry, sta' tranquillo. Andrà tutto bene." Salirono in macchina e dopo aver ingranato la marcia, Emma accellerò sperando di poter lasciare Storybrooke per sempre.

Erano quasi al confine quando Emma iniziò a preoccuparsi seriamente "E se non funziona? E se Regina non si sveglia?" pensò, sperando di non far trasparire la sua preoccupazione. Emma chiuse gli occhi e scosse la testa, come se volesse liberarsi di quei pensieri. Henry le strinse la mano e le sorrise: mancava poco e avrebbero potuto avere una vita assieme. Solo in quel momento, si ricordo di non aver nemmeno salutato Biancaneve. Non poteva tornare indietro, ormai Regina si sarebbe svegliata da un momento all'altro.
Il cartello 'Leaving Storybrooke' si faceva sempre più vicino ed Emma trattenne il fiato nel momento in cui passarono la linea di confine. Non sentì niente di particolare, se non una strana scossa nel suo corpo e si girò per controllare Regina. Era avvolta nella stessa magia che aveva avvolto il povero nano qualche giorno prima, ma non sembrava riportare danni. Poco dopo, anche questa traccia di magia svanì, lasciando Regina addormentata.
"Dove andiamo, adesso?" chiese Henry "A Boston?"
Emma non ebbe il tempo di rispondere alla domanda perché uno sbadiglio la distrasse. "Che è successo...? Dove sono...?" chiese Regina, ancora mezza stordita.
Era giunto il momento per Emma di sfoderare tutta la sua dote di bugiarda: sperava solo di convincere la donna. 
"Amore, hai sbattuto la testa e sei svenuta... Stiamo andando a casa, ora non ti preoccupare..."
"...Emma? Sei tu?"
Henry e Emma si scambiarono uno sguardo preoccupato: possibile che si ricordasse ancora tutto?
"Mi gira la testa... Henry, ci sei anche tu...?"
Emma frenò e si girò verso Regina: sembrava la solita, nulla di diverso eppure... "Sdraiati un attimo, sei ancora stordita dalla botta..." suggerì Emma sorridendole.
"Non ricordo di aver preso una botta... Anzi, in realtà non ricordo niente se non il mio nome e il vostro..." borbottò Regina, chiudendo gli occhi.
"Non preoccuparti, avrai tutto il tempo per iniziare a ricordare... Per adesso, ti basta sapere che io sono Emma Swan, la tua compagna, questo è Henry Swan-Mills, nostro figlio adottivo -in parte- e come ultima cosa... questo potrebbe essere il nostro lieto fine.
Regina si alzò e guardò la sua compagna e il figlio: più li guardava e più sentiva di provare veramente qualcosa per loro, non le stavano mentendo. Sorrise e si massaggiò la fronte "Un lieto fine, eh?"
"Esattamente. Io, te e il ragazzo pazzo."
Henry colpì la sua madre biologica "Hey, non sono pazzo. E se lo sono, è colpa vostra, mi avete educato così."
Regina scoppiò a ridere, facendo sorridere anche gli altri due. "Sì, Regina, il lieto fine che hai sempre sognato." pensò Emma, facendo partire nuovamente l'automobile.

-

"My gift to you is good memories, a good life for you and Henry"

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A/N: Sì, non proprio il migliore capitolo del mondo, ma ho fatto del mio meglio. Ci vediamo domani con il prossimo, che fra l'altro mi causerà molti problemi. Oh, beh, auguratemi buona fortuna!
   
 
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