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Autore: Martaxoxo    24/01/2014    0 recensioni
Un compleanno tra dieci anni.
Ci avevate mai pensato?
Come sarà la nostra vita tra dieci anni?
E i sogni. I sogni li lasceremo in un cassetto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ten years Later
 
 


 
Marta cammina per le strade di Londra con la solita borsa di pelle nera a tracolla e i soliti anfibi verdi slacciati. Il trench nero la avvolge fino a sopra le ginocchia, il mento e le labbra sono coperte dal girocollo di lana nera che vorrebbe alzare ancora un po’ sul viso, ma non vuole rendersi più ridicola del solito. I capelli, del solito colore e con lo stesso taglio fin dalla prima superiore, le ricadono sopra il girocollo, le punte biondo ramato e la parte superiore castana si confondono nel buio pesto della mattina presto di un tristissimo giorno di gennaio a Londra.
Estrae dalla tasca il cellulare, giusto prima di svoltare l’angolo. Lo schermo si illumina fornendole l’ora. Si ferma davanti alla pensilina del pullman e aspetta due minuti soltanto mentre guarda continuamente l’ora sul telefono.
Arriverà leggermente in ritardo, almeno secondo i suoi calcoli.
Entra dalla porta del pullman prima degli altri ma non riesce a prendere posto.
“Come al solito” pensa tra sé e sé mentre attacca le cuffiette bianche al cellulare e accende una canzone a caso.
E’ sempre successo, per tutta la vita lei è stata quella in piedi. E’ che proprio non ce la fa a spingere via con le mani gli sconosciuti.
Non ce la fa, è più forte di lei.
Mentre le porte si riaprono per la terza volta si accorge della sua attesa, quella attesa che la accompagna sempre, ogni mattina.
E lui entra, entra con la solita faccia stanca e il solito cappello blu alla moda calato sulla fronte.
La valigetta ventiquattrore in una mano e il cellulare nell’altra.
Sempre professionale, impegnato.
Distaccato dal mondo.
Marta si passa una mano tra i capelli mentre lo guarda con la coda dell’occhio sperando di essere notata, per tipo la decimillesima volta nella sua vita, da dieci anni, o forse undici.
E succede quello che succede ormai da sempre, lui la guarda, le fa un cenno, e ritorna sullo schermo del cellulare.
Le porte si aprono, è la sua fermata.
Marta sorride sollevata.
E’ tornata a casa, dopo un weekend di lavoro duro a New York è appena tornata a casa.
Gira nella strada a destra e poi percorre quella più lunga sulla sinistra. Quasi corre, non le è mai piaciuto camminare da sola.
Dopo circa quindici minuti si ritrova davanti ad una villetta a schiera uguale alle altre, una di quelle con il tettuccio spiovente e le grate colorate alle finestre, una di quelle che, a Kensington, spopolano.
Cerca le chiavi nella borsa e si accalda non trovandole. Tutto come al solito.
Le trova dopo averle sentite tintinnare sul fondo.
Le gira nella toppa della porta di legno che apre davanti a lei facendole emettere un rumore sordo.
E’ ancora tutto come l’ha lasciato, ma del resto è passato solo un weekend.
Sorride mentre vede le coperte per terra e la tv spenta davanti alla quale è addormentata, sul divano, la sua migliore amica.
Si siede nel poco spazio libero sul divano facendo sussultare la ragazza.
Apre gli occhi e si trova davanti Marta sorridente e ancora in cappotto.
“Sei arrivata!” esclama ancora leggermente addormentata.
“Sì, il viaggio è stato più breve del previsto, niente turbolenze. Sono ancora intera.” Dice quella mentre si toglie la sciarpa dal collo e si apre il trench.
“Ah e… Buon Compleanno!” dice poi travolgendo l’altra con un abbraccio.
“Già, grazie” dice l’altra sorridendo.
Marta sa che le deve essere venuto un colpo credendo di non poter festeggiare il compleanno per colpa del suo stupido viaggio di lavoro.
“Ora abbiamo la stessa età!” dice la mora ridacchiando e appoggiando il cappotto all’appendiabiti.
“Lo dici tutti gli anni” dice l’amica con tono cantilenante.
“E tu mi dici tutti gli anni che io ho mezzo anno in più.” Risponde l’altra sempre sorridendo.
“Sai vero che è lunedì mattina?” aggiunge poi la mora guardando la bionda ancora in pigiama.
“O mio dio… Che ore sono?” chiede quella presa da un’agitazione improvvisa.
“L’ora di una doccia per me, e per te sono…” dice guardando l’orologio appeso davanti al bancone della cucina. Come al solito si è dimenticata di tirare indietro l’ora, ma aspetterà che arrivi l’ora solare, così non dovrà fare fatica.
Anche Camilla sta guardando l’orologio e, facendo un velocissimo calcolo mentale si rende conto di essere terribilmente in ritardo.
Impreca in qualche lingua sconosciuta alla mora e si fionda in camera.
Marta sbuffa leggermente quando si rende conto di quanto, in realtà, Camilla sia in anticipo per prepararsi. Almeno per i criteri della mora.
Dal canto suo si sdraia sul divano senza muovere un muscolo e si rende conto della puzza d’aereo che ha addosso, ma c’è un unico bagno, e cercare di convincere la bionda ad aspettare sarebbe alquanto impossibile.
Non è’ questo che si sarebbe immaginata di fare dieci anni dopo dalla prima superiore.
Si sarebbe immaginata già ricca sfondata a Miami Beach, con Camilla.
E invece eccola qui, sdraiata sul suo normale divano con addosso i suoi normali vestiti.
Ma è felice, è felice perché, magari, i suoi sogni non si sono ancora avverati del tutto, magari non ha ancora conquistato il ragazzo della sua vita e, magari, non ha ancora i capelli che sognava, ma è qui.
Lontana dalla banalità che avrebbe vissuto a casa, lontana anche dal lusso sfrenato di Miami beach, ma sempre vicina a Camy.
Ed è questo che importa, ce la stanno facendo, insieme.
E è vero, è riuscita a comprarle solo un paio di pantaloni di tuta di Victoria Secret, per il suo ventiquattresimo compleanno, ma è felice.
“Mi stanno da Dio” esce dal corridoio sorridente Camilla indicandosi le gambe.
“Uno schianto!” dice sincera Marta.
Camilla prende la borsa bianca e se la mette sulla spalla dopo aver chiuso la cerniera del giubbetto blu.
“E ora” dice prendendo lo smartphone “Ho un evento da organizzare” dice facendo l’occhiolino a Marta sdraiata ancora sul divano.
Neanche lei avrebbe mai pensato di trovarsi qui, dopo diciannove anni d’amicizia, di trovarsi a vivere insieme a Londra e ad avere una laurea in economia in mano, un contratto di lavoro ancora traballante e un compleanno passato ad organizzare la festa di uno sconosciuto.
Ma è felice, perché le piace tutto questo.
Non è come se lo erano sognate, ma è proprio questo il bello.
E’ diverso dalle solite cose, diverso dai soliti sogni.
Lancia un ultimo sguardo apprensivo alla ragazza ancora sdraiata che non intende fare un mossa per alzarsi di lì.
Oggi niente lavoro, ma se lo merita, è stata una settimana della moda stancante, e quando una fa la modella come secondo lavoro, o terzo, dipende da come lo si vuole intendere, è sempre stanca.
Le sorride mentre Marta sorride a lei.
“Oggi non devo andare a fare la shopping assistano di nessuno, risparmia quella faccia.” Dice atona sforzandosi di rimanere immobile.
“Che faccia?” chiede Camilla confusa.
“La faccia da –alzatidalì-“ dice quella ridacchiando e facendo ridere anche la bionda.
“Ti hanno presa per la sfilata di settimana prossima?” chiede poi mentre si gira verso lo specchio per controllare i capelli.
“Non lo so, mi arriverà la conferma, o la data per il prossimo colloquio” dice lei troppo stanca per essere entusiasta.
“Ah… so dove andare stasera” aggiunge poi velocemente.
“Ci divertiremo!” esclama l’altra felice.
“Non vedo l’ora che arrivino le dieci allora” dice l’altra sorridendo leggermente, è troppo esausta per esclamare qualcosa.
Camilla sorride e manda un bacio all’altra chiudendosi la porta alle spalle.
Marta, dal canto suo, sbuffa visibilmente mentre cerca il telecomando sotto la sua schiena.
Si sente normale, e forse è questo che è sempre stato il suo sogno.


Angolo Autrice
Cara Camilla, questa è dedicata a te. Non ho mai scritto un racconto che non sia sui nostri idoli, ma, a dire il vero, tu potresti fare benissimo parte della categoria "idoli" se non fossi la mia migliore amica.
E care lettrici, questa era per la mia migliore amica, ci conosciamo da nove enni, e oggi è il suo compleanno.
Se lo merita.
Si merita anche un futuro migliore di quello di questa storia, ma credo che quello possa bastare ad entrambe.
Se avete una migliore amica fatele leggere questa storia, e cambiate i nomi, rideteci sopra o fateci sopra grandi progetti.
Il miglior modo di prevedere il futuro è crearsene uno con le proprie mani.
TANTI AUGURI, TI VOGLIO BENE.
Martaxoxo
   
 
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