Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Alex96_    24/01/2014    10 recensioni
La storia di una ragazza attraverso tre canzoni.
Believe in me.
Skyscraper.
Warrior.
Il suo percorso. La sua crescita. La sua rinascita.
Questa è la mia storia.
Storia partecipante al concorso "Lacrime. {Multifandom + originali .}" indetto da Syria_ (FaithObscure su Efp)
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I'm losing myself
Trying to compete
With everyone else
Instead of just being me
Don't know where to turn
I've been stuck in this routine
I need to change my ways
Instead of always being weak.

- Demi Lovato, Believe in me


 
Si stava perdendo. Eppure, non poteva fare altrimenti. C’era quel terrore assoluto, quella paura che la consumava dall’interno che le impediva di muoversi, di pensare, di respirare al di fuori dei suoi confini. Ormai era intrappolata in una gabbia dalle sbarre di ferro che non le avrebbero mai permesso la fuga. Ma lei, in fondo, l’avrebbe voluta? Fuggire da quella prigione che aveva recintato intorno a se stessa l’avrebbe resa un bersaglio facile, una preda. Lei non era pronta. Non poteva sopportare l’idea di restare sola a combattere contro il mondo. Quello dove viveva era un universo crudele, pieno di insidie e decisamente non fatto per essere affrontato da sola. Perché è così che sarebbe stata se fosse fuggita. Non avrebbe avuto nessuno al suo fianco, nessuno con cui condividere le proprie giornate, nessuno pronto a schierarsi dalla sua parte, nessuno a difenderla.
Avrebbe avuto un bersaglio sulle spalle che tutti si sarebbero divertiti a colpire. Così aveva rilegato il suo spirito idealista in quella gabbia e aveva continuato ogni giorno a fingere sorrisi, ad assecondare idee che non condivideva, per restare con gli altri. Eppure sapeva di dover cambiare.
Sapeva che non sarebbe riuscita a mantenere a lungo quella che, in fin dei conti, era e sarebbe stata sempre e solo una recita. Ma era troppo debole per spezzare le sbarre, troppo spaventata dai suoi stessi pensieri e desideri.

 
I don't wanna be afraid
I wanna wake up feeling beautiful..today
And know that I'm okay
Cause everyone's perfect in unusual ways
So you see, I just wanna believe in me.

- Demi Lovato, Believe in me


 
Non era mai riuscita ad accettarsi, Dio solo sapeva quanto ci avesse provato. Ma come poteva, in fin dei conti, accettare se stessa? Era orrenda. Non aveva niente di bello. Assolutamente niente. Aveva dei capelli color topo privi di spessore e luminosità, dei lineamenti anonimi, un corpo assolutamente detestabile.
Tutti le dicevano che sarebbe diventata uno splendido cigno crescendo, che si sarebbe trasformata e la sua bellezza sarebbe sbocciata, ma lei non ci credeva. Non voleva aspettare. Sognava di essere bella. Voleva essere bella ad ogni costo e non aveva tempo da perdere.
Il cambiamento era stato radicale e talmente travolgente che, spesso, si era ritrovata a corto d’ossigeno a boccheggiare in cerca d’aria. Il suo volto si era tramutato in una maschera, i suoi lineamenti si erano distorti e i capelli avevano cambiato taglio e colore. Ma per il suo corpo non sarebbe bastato un corso accelerato di make up e un buon parrucchiere, per quello avrebbe dovuto lavorare davvero, ma l’avrebbe plasmato ugualmente. L’avrebbe fatto alla vecchia maniera.
Così i piatti avevano iniziato a lasciare il tavolo sempre più pieni, le sue doti di bugiarda si erano affinate in maniera esponenziale e lei era riuscita a inventare scuse sempre più creative per rifiutare di ingoiare un singolo boccone.
Odiava il solo pensiero di doversi sedere al tavolo a mangiare, odiava il suo corpo per mostrare i segni della fame, la sua debolezza e la caparbietà del suo stomaco che a notte fonda si metteva a brontolare impedendole di dormire. Lo odiava, ma dopo tanti sacrifici era riuscita a ottenere quello che voleva. Era finalmente magra.
Eppure non riusciva a vederlo: per lei non era abbastanza. Non era mai abbastanza. Se solo avesse creduto in quello che le dicevano gli altri, se solo avesse creduto in se stessa…

 
The mirror can lie
Doesn't show you what's inside
And it can tell you you're full of life
It's amazing what you can hide
Just by putting on a smile.

- Demi Lovato, Believe in me


 
Si odiava ora. Per anni aveva odiato quel corpo, non l’aveva accettato come suo e gli aveva dato guerra. Aveva provato a distruggerlo, ma ciò che aveva distrutto era se stessa. La sua anima. Tutti quegli anni aveva usato una maschera – il suo volto gliene aveva fornita una perfetta –, aveva mentito e ingannato chi aveva intorno a sé fingendo di stare bene. Era riuscita persino a imbrogliare se stessa. Per un periodo aveva creduto di stare davvero bene, di avere tutto sotto controllo, di poter essere in grado di risolvere tutto da sola. Ma non era stato così. E la maschera era crollata.
Si era ritrovata distrutta, in pezzi come una bambola di porcellana gettata malamente a terra. Era piena di lividi e ferite, ammaccata e dolorante. E odiava quello che aveva fatto al proprio corpo e alla propria anima, come era riuscita a distruggersi da sola, senza l’aiuto di nessuno. Non poteva essere arrabbiata con altri all’infuori di se stessa. Non poteva scaricare la sua frustrazione su nessuno. Perché se ora era costretta a rialzarsi da terra con le guance rigate di nero, le labbra viola dallo sforzo di trattenere i singhiozzi e l’animo in mille pezzi era solo ed esclusivamente colpa sua. Ma non poteva pensarci. Doveva pulirsi il viso e indirizzare un sorriso allo specchio, rendersi nuovamente presentabile e continuare a fingere come aveva sempre fatto.
 
 
I'm quickly finding out
I'm not about to break down
Not today
I guess I always knew
That I had all the strength to make it through
Not gonna be afraid
I'm going to wake up feeling beautiful..today
And know that I'm okay
Cause everyone's perfect in unusual ways
So you see, now, now I believe in me.

- Demi Lovato, Believe in me


 
Credeva che sarebbe stato troppo tardi. Pensava di non avere più possibilità e che quell’odio accecante per se stessa l’avrebbe accompagnata in tutti gli anni della sua adolescenza, ma non era stato così. Aveva scoperto di avere in sé più forza di quanta avesse creduto, aveva imparato che, per tutto quel tempo, aveva riversato su se stessa l’odio che provava per la persona che era diventata.
Una persona effimera e superficiale, qualcuno di cui non poteva andare fiera. Ormai era uscita dalla sua gabbia, era stata abbastanza coraggiosa da farlo e, nonostante continuasse ad avere paura ogni giorno, sapeva che era stata la scelta giusta. Doveva pensare a sé. Doveva dare ascolto alle parole dell’unica persona al mondo che l’amava davvero: sua madre. Così aveva seguito il suo consiglio e la bellezza del mondo – la propria bellezza – le si era aperta davanti gli occhi.
Aveva sempre preferito ignorare la sua forza, non ci aveva voluto credere perché ammettere di essere abbastanza forte avrebbe significato ammettere che non aveva bisogno delle persone di cui si era circondata e, pertanto, allontanarsi da loro. E lei temeva la solitudine. L’ombra che si insinuava dentro di lei quando non aveva nessuno a fianco, quando era abbandonata ai suoi pensieri.
Questo avveniva solo perché non aveva mai abbracciato quell’ombra, non aveva voluto comprenderla e quando, dopo anni, era riuscita a farlo, aveva capito che non c’era niente di cui aver paura. Anche le zone d’ombra erano parte di sé. Lo sarebbero sempre state. Erano quelle che le impedivano di crollare: aggrapparsi al suo dolore, alle ingiustizie che aveva subito, ai traumi che avevano accompagnato la sua infanzia e che lei aveva sempre spinto negli angoli più reconditi della sua mente, le aveva insegnato a credere in se stessa.
Ad avere quella consapevolezza di essere perfetta a modo suo e di non dover punire il suo corpo per delle colpe che non aveva. Non poteva sfogare il suo dolore in quel modo malsano. Non poteva e non doveva distruggere se stessa. Così aveva smesso, per il momento, e si era rialzata su delle gambe inaspettatamente forti che l’avevano sostenuta senza farla vacillare neanche un attimo. Non sarebbe crollata, almeno non quel giorno…

 
Skies are crying, I am watching
Catching teardrops in my hands
Only silence, as it's ending, like we never had a chance.
Do you have to make me feel like, there's nothing left of me?

You can take everything I have
You can break everything I am

Like I'm made of glass
Like I'm made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper, like a skyscraper.


- Demi Lovato, Skyscraper


 
Credeva di non dover dimostrare ancora la sua forza. Sbagliava. La vita l’aveva messa di fronte a una nuova sfida nel momento in cui si era ritrovata a dover sostenere gli sguardi carichi d’odio delle persone che la circondavano. Quegli stessi sguardi che una volta erano carichi d’affetto e d’ammirazione ora si erano trasfigurati in orridi ghigni. Le mani che l’avevano accarezzata e abbracciata, ora la strattonavano e ferivano. Sembravano divertirsi a vederla cadere. Sembravano provare gioia nel vedere i suoi occhi terrorizzati.
Avrebbe voluto affrontarli, difendersi e scappare insieme. Ma non riusciva a fare nulla e così restava sempre immobile a subire. Il suo corpo si paralizzava, la sua lingua non sembrava in grado di articolare alcuna parola e lei diventava una statua di ghiaccio di fronte a quelle stesse persone che aveva amato a sua volta e che non avrebbe mai creduto in grado di farle del male. Per cosa poi? Qual era la motivazione per la quale veniva punita? Forse per credere in se stessa, o per aver iniziato a prendere delle decisioni con la propria mente.
Aveva avuto bisogno di molto tempo, ma alla fine aveva capito: lei non aveva colpe. Non aveva fatto assolutamente nulla per meritare il trattamento che aveva ricevuto, non c’era niente di sbagliato in lei che meritasse derisione, odio e scherno da parte di altri.
Erano loro quelli deviati, sbagliati. Erano crudeli e senza morale. Volevano spezzarla a tutti i costi, volevano vederla in pezzi per gioia personale, ma lei non gliel’avrebbe permesso. Non avrebbe garantito una tale rivincita a nessuno.

 
All the pain and the truth
I wear like a battle wound
So ashamed so confused, I was broken and bruised.

Now I'm a warrior
Now I've got thicker skin
I'm a warrior
I'm stronger than I’ve ever been
And my armor, is made of steel, you can’t get in
I'm a warrior
And you can never hurt me again.


- Demi Lovato, Warrior


 
Quel dolore che avrebbe dovuto avere il potere di distruggerla l’aveva fortificata. Le aveva insegnato a combattere per ciò in cui credeva, per i suoi ideali e per la verità. Non per questo l’aveva ferita o incrinata di meno, ma non era riuscito a spezzarla. Aveva indossato con fierezza quell’armatura che la vita le aveva imposto per difendersi. Un’armatura alla quale lei non era abituata – troppo pesante e impenetrabile ma assolutamente necessaria – ma che aveva iniziato ad apprezzare giorno dopo giorno.
Sapeva che ci sarebbero sempre state persone che avrebbero voluto buttarla giù, persone con l’unico intento di avvicinarsi a lei per ferirla. Per molto non era riuscita a capire il perché: cos’aveva lei di tanto detestabile da costringere qualcun altro a usare ogni mezzo a sua disposizione per abbatterla? L’aveva capito in seguito: lei era diversa. Era unica.
Non condivideva gli interessi della maggior parte dei suoi coetanei, la vita era stata più dura con lei che con chiunque altro conoscesse e l’aveva temprata contro il suo volere. Così era cresciuta più in fretta di quanto avrebbe dovuto. Era questo a renderla un bersaglio facile per gli altri.
Le persone erano intimorite da ciò che non capivano dai tempi dei tempi e una ragazza come lei generava nella società in cui era cresciuta paura e timore. Non c’era nulla che lei avrebbe potuto fare per cambiare il loro giudizio. Non poteva tornare indietro nel tempo. Non poteva cancellare i traumi, gli avvenimenti e il dolore che aveva subito. Non poteva influenzare i cambiamenti che quelle stesse esperienze avevano avuto sulla sua crescita. Non poteva cambiare il passato e non avrebbe nemmeno voluto farlo.
Quelle stesse traumatiche esperienze l’avevano cambiata profondamente, l’avevano resa una persona completamente diversa. Una persona migliore. Più forte. Più determinata.

 
I've got shame, I've got scars
That I'lll never show
I'm a survivor
In more ways than you know.


Cause all the pain and the truth
I wear like a battle wound
So ashamed so confused, I'm not broken, or bruised.


- Demi Lovato, Skyscraper


 
Aveva superato gli ostacoli messi sulla propria strada uno dopo l’altro. Aveva affrontato ogni problema con la forza di cui era capace. Non era stato sempre così però. Non sempre era stata in grado di gestire le emozioni, il dolore, la delusione, l’umiliazione e la paura. Aveva trovato un metodo per fuggire da quelle sensazioni ma, come aveva scoperto, non era così facile.
Non poteva scappare da se stessa ma aveva bisogno di liberare ciò che sentiva dentro. In lei era nata una necessità sempre più impellente e bruciante di rilasciare le emozioni. Non sapeva però che quella sensazione di liberazione era effimera, non poteva ancora comprendere come il dolore sarebbe tornato a sconquassarle l’animo con un’intensità moltiplicata alla decima potenza.
Avrebbe capito che ciò che faceva era completamente inutile e senza senso solo quando il suo corpo si sarebbe riempito di cicatrici permanenti per ricordarglielo. Promemoria indelebili delle battaglie affrontate nella sua vita. Lotte contro un nemico imprecisato che, il più delle volte, era rappresentato proprio da lei stessa. Non era riuscita sempre a sconfiggere quel nemico e si era arrabbiata – infuriata – con la sua incapacità. Ma poi aveva capito: lei non aveva niente da rimproverarsi.
Ciò a cui era stata sottoposta era troppo grande per essere affrontato da quella che, in fin dei conti, era solo una ragazza. Non poteva continuare ad odiare se stessa per non essere stata in grado di gestire ciò che provava. Doveva perdonarsi.

 
There's a part of me I can't get back
A little girl grew up too fast
All it took was once, I'll never be the same
Now I'm taking back my life today
Nothing left that you can say
Cause you were never gonna take the blame anyway.


- Demi Lovato, Skyscraper


 
Non sarebbe più tornata ad essere la stessa persona di un tempo. Quella bambina cresciuta senza padre e quella ragazza derisa e maltrattata che era stata abusata dagli altri e odiata da se stessa non potevano esserle restituite. Erano morte. Erano state distrutte e i loro fantasmi vivevano dentro di lei ricordandole che quello che era successo non sarebbe dovuto ricapitare mai più.
Nessuno avrebbe avuto il potere di farla sentire così inutile e difettosa, non avrebbe più ricercato l’amore di qualcuno che l’aveva abbandonata nel momento del bisogno. Lei era più forte di così.
Aveva dovuto crescere in fretta – il modo peggiore di farlo –, ma ciò l’aveva forgiata. L’aveva resa la persona che era sempre stata destinata a diventare. Una persona che non permette a nessuno di calpestarla, qualcuno che sa cosa desidera dalla vita e lotta per raggiungerlo.
Qualcuno determinato a non perdonare le persone che non avevano avuto neanche un briciolo di pietà per lei. Qualcuno che non avrebbe mai più permesso a delle parole vuote di fare breccia nel suo cuore e di renderla nuovamente debole. Una persona che si amava abbastanza per potersi prendere cura di se stessa. Si sarebbe circondata d’ora in poi solo di persone che l’amavano davvero, persone che credevano in lei più di quanto lei facesse in se stessa e che l’avrebbero sempre supportata e spalleggiata. Avrebbe fatto di tutto per riuscire a realizzare i suoi sogni e non si sarebbe fermata di fronte a niente.

 
Lei ora sa di potercela fare. Lei è una guerriera. Lei si è rialzata come un grattacielo. Lei crede in se stessa.







 
Note d'autrice:

Salve! Come avrete intuito nonostante sia una storia originale di genere introspettivo, questa storia è molto influenzata da Demi Lovato sebbene parli di me, della mia vita e delle mie esperienze. Eppure lei è una parte così grande della mia vita, mi ha influenzata a parlare di quello che mi è successo e le sue canzoni mi hanno davvero guidata nella scrittura di questo mio prodotto. Non ho davvero molto da dire, credo che il testo parli da sé. Voglio ringraziare chiunque sia arrivato fin qui e invitarvi, se avete passato (o state passando) una qualsiasi di queste difficoltà (bullismo, disordini alimentari, autolesionismo) a parlarne con qualcuno.
Grazie mille a chi ha letto e chi recensirà. Stay strong!

Dove trovarmi:
Contato Facebook  -  Profilo EFP
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Alex96_