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Autore: firstmarch    24/01/2014    9 recensioni
"Come posso vivere non sapendo se un giorno uscirò da questa pseudo prigione?
Come posso vivere sapendo che tutti mi credono mentalmente instabile?
Mi chiamo Jade Lennox, per l'istituto 0127."
Arrestata e poi rinchiusa al S.T. Institute per disagiati mentali, Jade Lennox è accusata di aver commesso l'omicidio di suo padre. Nessuno pare crederle e tutti si convincono che qualcosa in lei non vada. A soli diciassette anni è costretta a convivere con la consapevolezza di non poter più vivere al di fuori di quelle mura, libera. Ma, per sua fortuna, non è la sola a non essere pazza, all'istituto.
Rachel Smith, Jared Greenwood e il misterioso nuovo vicino di cella, Justin Bieber, si rivelano perfettamente sani, come lei. All'apparenza non hanno niente in comune, ma, conoscendosi meglio, capiranno che una cosa di vitale importanza li accomuna. Il motivo della loro reclusione. Stanchi della loro immobile situazione e desiderosi di libertà, attuano un piano di fuga e non solo.
Cercano vendetta. Vendetta verso Claudius Gray, uomo d'affari, bugiardo e assassino.
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TRAILER:
http://www.youtube.com/watch?v=OR8GMnQ82pU&list=UUVN1byk4i4CKeoucLXFlBfQ
PDF: http://ge.tt/6ZcOVFJ1/v/0?c
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sessantesimo giorno – parte seconda.

capitolo ventitré.




Davanti a me una sola porta.
Davanti a me il mio nemico e con lui i miei amici.
Varco la soglia prima di poterci ripensare, trovandomi davanti a tre ragazzi armati che puntano la loro pistola verso un unico uomo al centro della stanza: Claudius Grey.
I suoi occhi sono immediatamente su di me, ma non sembra sorpreso. Sento montarmi la rabbia dentro, che a quanto pare non è svanita neanche dopo due mesi in cui non l'ho più visto.
“Jade!”, è l'esclamazione spontanea di Justin, il più vicino all'ingresso, non appena mi vede.
“Entra, idiota!”
Rachel mi trascina dentro afferrandomi per un braccio, mentre continua a lanciare occhiate a Grey e a tenere la pistola puntata contro di lui.
“Justin, vai fuori, controlla che non arrivi nessuno”, ordina Jared.
“Non la lascio qui dentro con lui”, ribatte Justin. Grey ride.
“Cosa potrei mai farle con tre pistole puntate addosso, ragazzino?”
“Zitto!”, lo ammonisce Rachel.
“D'accordo, d'accordo. Sono qui fuori.”
Justin abbassa la pistola e apre con cautela la porta dell'ufficio. Prima di uscire e richiudersi la porta alle spalle mi lancia un'occhiata preoccupata, come se volesse mettermi in guardia, come se volesse maledirmi per aver cambiato il piano. Un attimo dopo è fuori e Rachel non perde tempo per dirmi di tirare fuori la pistola e puntargliela contro. Io faccio come mi dice, cercando di mascherare il tremore alle mani.
“Allora, dove eravamo rimasti, Grey?”, dice Jared.
“Mi stavate gentilmente chiedendo se preferisco confessare i miei crimini davanti a un tribunale oppure farlo dopo aver preso una pallottola nel petto.”
“Mh, sì, hai centrato il punto.”
“Beh, ragazzi miei, se pensate di cavarvela con le sole vostre forze contro di me, vi sbagliate di grosso. Ma quanti anni avete? Dovreste essere a scuola, non qui a minacciarmi.”
“Forse è per colpa tua che siamo in questa situazione, figlio di puttana!”
Jared gli si avvicina pericolosamente, puntandogli la pistola contro la tempia. Spero che tutto questo finisca presto, perché non so cosa aspettarmi. Non mi sarei dovuta intromettere, sarei dovuta rimanere al primo piano come mi aveva detto mio padre. Eppure non mi passa nemmeno nell'anticamera del cervello di lasciare qui con Grey Justin, Jared e Rachel.
Ma cosa potresti fare per aiutarli, Jade?, mi ripete una vocina interiore. Sono più bassa e più magra di tutti loro, non importa quanto mi sia allenata nelle ultime settimane, non li eguaglierò mai. Non sono dotata di particolare coraggio o di astuzia. Non ho niente che potrebbe aiutarli. Cerco di non dare a vedere la mia frustrazione e preoccupazione, non voglio cedere. La pistola brucia tra le mie mani, quasi come se mi chiedesse di far partire il colpo.
In fondo lo meriterebbe, di nuovo quella voce che mi confonde le idee. Resta lucida, coraggio Jade.
Trovo una via d'uscita dal blocco emotivo degli ultimi secondi.
“Cosa volevi da mia madre, Claudius? Hai rovinato i miei amici per arrivare in alto, per il potere. Mi rifiuto di pensare che tu fossi pronto ad uccidere un uomo per una donna. Dimmi la verità, dimmela, ho sentito troppe bugie.”
Lui volge lo sguardo su di me, sorridendo con carisma, lo stesso sorriso con il quale pensava di ingannare mia madre.
“Mi dispiace deluderti, allora.”
Quanto vorrei portare la pistola sotto il mento oppure infilargliela in bocca e sparare più colpi fino a vederlo a terra morto, una pozza di sangue sotto di lui. Le mani tremano visibilmente, adesso.
Non parlo e non mi muovo, ho paura di fare qualche pazzia.
Poi, dal nulla, a spezzare quel breve silenzio carico di tensione, più spari si susseguono oltre la porta chiusa da Justin e il mio pensiero non può indirizzarsi che verso di lui. Mi giro verso Rachel, voglio uscire, voglio vedere che sta succedendo. Prima che possa decidere cosa fare, prima che possa dire niente, Grey sferra un colpo a Jared nello stomaco, facendogli cadere la pistola a terra. Jared viene colpito dalla sua stessa arma un secondo dopo, mentre Rachel ed io stiamo di nuovo mirando su di lui. Ma il proiettile è troppo veloce e non possiamo fermarlo. Jared cade a terra mentre Rachel spara a Grey, anche lui a terra, non riuscendo a muovere la gamba colpita.
“Jared!”, urliamo in coro io e Rachel, precipitandoci su di lui.
È ferito e perde molto sangue, è già bianco come un cencio.
Oddio, no, Jared!
“Jade, vai a vedere che succede là fuori! Vai da Justin! Sto io con Jared fino all'arrivo dei nostri!”
Io non riesco a staccare lo sguardo da Jared, ancora cosciente, ma non per molto.
“Mi dispiace...mi dispiace tanto, per tutto.”
Stringo la mano di Jared che cerca inutilmente di dire qualcosa, poi mi alzo e mi precipito fuori, da Justin.



 
RACHEL


E' così freddo, è così bianco...Jared, ti prego, resisti!
È quello che gli dico, di non chiudere gli occhi, di stringere la mia mano, di non preoccuparsi.
Grey è poco distante, si dimena ancora per il colpo alla gamba, ma si sta avvicinando alla pistola caduta. Mi precipito su di essa, togliendola dalla sua portata.
“TU! Lurido bastardo, non muoverti di un centimetro!”
Ho il volto in fiamme e sento le guance bagnarsi sempre di più, non credo di potermi controllare, non con Jared morente e mio padre davanti!
Lui mi afferra una caviglia e io sparo senza pensarci due volte, a sangue freddo. Questa volta lo colpisco al petto, lo vedo stramazzare supino, forse sul punto di morire, forse...
Quell'uomo non è più mio padre, non lo è mai stato, perciò sono felice di colpirlo una terza volta, stavolta all'altra gamba.
Così se sopravviverai dovrai vedertela a vivere su una sedia a rotelle, bastardo.
Mi precipito di nuovo su Jared, sta peggiorando.
“Ti prego, ti prego, resta con me, stanno arrivando.”
Urlo un richiamo ai nostri, premendomi meglio l'auricolare sull'orecchio per assicurarmi di sentire una risposta.
Quando la sento, vorrei potermi svegliare da un brutto sogno.
“Esci da lì insieme agli altri! La situazione ci è sfuggita di mano, ci hanno colto alla sprovvista!”
Non so chi sia a parlare, ma chiedo perché dovrei uscire da qui lasciando Jared morente.
“C'è una bomba, Smith, l'avremmo usata solo in questo caso. È necessaria. E ora si sbrighi!”
Jared ha il respiro affannato e irregolare, i capelli biondi gli coprono in parte il viso sudato e le mie mani non possono fare molto per fermare l'emorragia.
Nessuno verrà a salvarci, Jared, dovremo cavarcela da soli...
Me lo ripeto più volte, non posso lasciarlo qui, non posso!
“Jared, aggrappati! Ti prego, tieni duro, dobbiamo solo prendere l'ascensore e una volta giù saremo al sicuro, ma ti prego, non mollare, non lasciarmi da sola...”
Provo a tirarlo per un braccio, a fargli da appoggio, ma è troppo alto e pesante. La verità mi schiaccia come se fossi un insetto: Jared morirà in un modo o nell'altro, per la ferita o per la bomba e io non posso farci niente. Posso decidere di morire con lui oppure di correre fuori a salvarmi.
Mi concedo qualche altro secondo per guardarlo, per coprire la ferita al petto con la mia giacca, cercando di mascherare l'evidenza.
Mi chino su di lui, come se non stesse succedendo niente, come avrei voluto che fosse, e abbandono la mia testa sulla sua spalla, lasciando che le mie lacrime bagnino la sua camicia e i suoi capelli.
“Rachel, esci.”
Non voglio lasciarti qui, non voglio...
Annuisco senza smettere di piangere, per la prima volta dopo anni.
“Mi dispiace, Jared, mi dispiace...”
Sollevo la testa e lo guardo dritto negli occhi, quasi chiusi. So che sta facendo uno sforzo immenso per non cadere nell'oblio, e non mi importa se lo stia facendo per me o per Jade, so solo che sta lottando come ha sempre fatto e questo non fa altro che alimentare le mie lacrime.
“Non è colpa tua”, sussurra quasi impercettibilmente.
Io annuisco ancora, ma la vista è ormai così annebbiata dalle lacrime a non permettermi di vedere neanche il suo viso. Mi passo le mani sugli occhi, scacciandole, cosicché possa vederlo per un'ultima volta.
“Ti amo, Jared, non ti scorderò mai.”
Mi chino su di lui e gli lascio un bacio umido sulle labbra proprio mentre lo sento esalare i suoi ultimi respiri. Sento un leggera stretta della sua mano, poi anch'essa ricade accanto al suo corpo, priva di vita.
Mi dondolo come una bambina sul suo corpo freddo, cercando inutilmente di scaldarlo, di riportarlo in vita, di farlo tornare da me, ma so che è tutto inutile, lo so e non voglio accettarlo.
Ma devo. Mi alzo a fatica dal posto, mi dirigo verso la porta dalla quale non ho più sentito rumori ed esco, ma non prima di aver guardato per un ultima volta Jared, steso a terra con un'espressione quasi serena, come se fosse nel più profondo e bello dei sogni.



 
JADE


Due corpi giacciono a terra, privi di vita. Posso scommettere che siano guardie del corpo, perché provvisti di auricolari e muscolosi da far schifo.
Ma più avanzo e più mi rendo conto di chi sia a terra in fondo al corridoio, vicino all'ascensore.
“Justin!”
Percorro correndo quegli ultimi metri, lasciandomi cadere affianco a lui una volta arrivata.
“Justin, rispondimi, per favore!”
Terrore, ansia e dolore mi divorano l'anima, facendomi impazzire.
Completamente sporco di sangue, completamente abbandonato contro il muro che lo sostiene, completante indifeso.
“Devi andare via da qui, Jade...”
“Non senza di te, hai capito? Non senza di te!”
Un sorriso così debole basta a farmi preoccupare ancora di più. Non promette niente di buono, niente.
“Mi hanno appena riferito...”, tossisce sputando sangue, io lo sorreggo e lo aiuto a continuare a parlare.
“Sta per scoppiare una bomba, Jade.”
Si tocca l'auricolare nell'orecchio sinistro e mi rendo conto di non averlo. Se non me lo avesse detto Justin non avrei avuto scampo.
“Tu vieni con me.”
“Io sto qui, tu ti salvi.”
“Forse non hai capito che non hai un'altra scelta se non quella di venire con me”, dico con una risatina terrorizzata, del tutto inutile per mascherare la mia paura.
“Jade”, mi ferma mentre io sto cercando di farlo alzare, “non posso intrappolarti qui.”
“Justin, è senza di te che sono in trappola! Smettila di fare il martire, cazzo, smettila!”
Lui mi asciuga le lacrime bollenti che non riesco a fermare.
“Voglio soltanto il tuo perdono.”
Alzo la testa come se avesse detto la cosa più assurda del mondo.
“Justin...”
“Perdonami, Jade, ti prego.”
Lo bacio immediatamente, ho così tanta paura di non poterlo più fare.
Le mie lacrime salate si mescolano al suo sapore, ma non importa, voglio soltanto fargli capire che sì, lo perdono e che lo avrei sempre fatto, nonostante tutto.
“Sei tu a dover perdonare me, Justin, non io!”, dico staccandomi a malapena dalle sue labbra.
Lui sorride ancora, facendomi stare ancora più male di quanto io non stia.
“Come non potrei, Jade...”
Lo bacio di nuovo, ma sento che ad ogni secondo che passa si indebolisce sempre di più.
“Ti avrei sempre amato, sappilo.”
“Justin, vieni con me, ti prego, puoi farcela!”
“Sappilo...”, ripete, mentre i suoi occhi si chiudono.
“Anche io, Justin, anche io...non lasciarmi ti prego, sei tutto quello che ho, sei la persona che amo”, dico prima che possa perdere i sensi, prima che possa lasciarmi qui, da sola, con il suo corpo tra le braccia.
Prima che possa scoppiare di nuovo a piangere, prima che possa fare la pazzia di rimanere qui con lui, qualcuno mi afferra da dietro, trascinandomi verso l'ascensore poco distante.
Mi dimeno, urlo, lotto contro Rachel, non voglio lasciarlo, non voglio allontanarmi da lui, non voglio!
È come se mi stessero strappando una parte di me, la migliore.
“Jade, vieni via!”
Rachel insiste, ma io non voglio lasciarlo lì. E glielo dico, glielo ripeto, glielo urlo. Ma lei è più forte di me, e mi trascina nell'ascensore che si chiude dopo pochi secondi. Justin scompare dalla mia vista e io attacco Rachel, sbattendola contro una parete dell'ascensore.
“Perché?! Dobbiamo tornare a prenderlo, Rachel, a prenderli!”
Solo adesso noto il suo viso stravolto, rosso e bagnato dalla lacrime, la sua espressione piena di dolore e rassegnazione.
“Se vuoi morire con loro accomodati, Jade! Continua a pensare di poterli salvare quando hanno un proiettile conficcato per bene nel petto! Vai Jade, fai l'eroina!”
Mi spinge e io sbatto contro le porte dell'ascensore, facendolo sobbalzare.
Ci guardiamo per un attimo smarrite, stanche, arrabbiate.
Io sono la prima a cedere: mi lascio cadere a terra, sbattendo dolorosamente le ginocchia contro il metallo duro.
Ma dopo pochi secondi le porte si aprono e un gruppo di agenti della CIA, probabilmente gli ultimi rimasti, ci fa uscire dall'edificio, dove sono ammassate centinaia di persone, alcune per vedere cosa stia succedendo, alcune evacuate perché all'interno del grattacielo.
Avanzo come un automa tra le macchine della polizia e della CIA, lasciandomi trascinare dal ragazzo che mi sostiene da quando sono uscita dall'ascensore.
Siamo a circa cento metri dall'edificio quando ci fermiamo. Vengo fatta salire su un auto come le altre e proprio in quel momento la bomba scoppia, portandosi via Jared, portandosi via Justin, portandosi via la mia vita.




 
SPAZIO AUTRICE.

Vi do il permesso di ammazzarmi a bastonate.
Vi ricordo solo che questo non è il vero ultimo capitolo, perché il prossimo sarà l'epilogo.
Abbiate fiducia in me, vi supplico.


Offtopic: A FINE FANFICTION LA ESPORTERO' COME PDF, QUINDI CHI VORRA' POTRA' SCARICARSELA DAL LINK CHE METTERO' E LEGGERSELA COMPLETA SENZA INTERRUZIONI, SPAZI AUTRICE, BANNER AD OGNI CAPITOLO E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA.
SPERO L'IDEA VI PIACCIA, SENNO' AMEN E PACE A TUTTI. 


  ❤
(Non ho riletto, sorry.)
   
 
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